Nel punto 4 citi degli scritti marxiani che cercano dei precedenti storici, ma va bene, non era offensivo, volevo dire che la questione si poteva semplificare.
Nel punto 3 scrivi:
la soggettivazione politica di quella moltitudine precaria, migrante, subalterna al centro di una politica di sinistra coincida con tale processo.
Tale soggettivazione resta necessaria, tanto quanto la sua autonomia dal quadro liberale che, alle condizioni date, non può farsi portatore delle sue istanze. Questo perché confliggerebbe immediatamente con alcune necessità del capitalismo contemporaneo relative alla compressione salariale, al flusso migratorio, alla divisione sociale del lavoro
Io non lo so perchè, forse tu lo sai, ma le numerose sigle (tra cui PAP) che in teoria dovrebbero rappresentare esattamente i bisogni di "quella moltitudine precaria etc." non vengono prese in considerazione da tale moltitudine.
Che vuol dire che si deve "soggettivare"? che deve prendere coscienza di classe?
Questa cosa non succede, non lo so perchè ma è così.
Ci vuole per forza il traino di una forza politica "liberale", che sia il m5s o il pd di Schlein.
E attenzione che chi è lei, donna, colta, borghese, moderna, non binaria in un certo senso, può paradossalmente polarizzare una bella fetta di "proletariato" che vuole stare nella "modernità" ( si lo so sono un botto di virgolette, ma per capirci).
Nel punto 4 non cercavo dei precedenti storici, ho citato lincoln e la guerra civile americana che, anche con il massimo sforzo di immaginazione, non vedo come possa essere paragonato all'italia di oggi.
Serviva solo a dire che il quadro liberale è, per certi versi, sempre di interesse per i radicali perché condiziona gli spazi di agibilità.
Sul punto 3 andiamo proprio sull'approfondimento che non ho fornito per ragioni di spazio.
Mi sembra tu abbia questa concezione tutta post-moderna per cui quando parlo di classe io faccia riferimento all'operaio bianco che lavora nella fabbrica meccanizzata, a cui portare una coscienza come qualcosa che viene assunto dall'esterno e non un qualcosa che proprio quel soggetto forma.
Il problema non è la classe, ma la concezione che sembri restituire di classe, mutuata dal dibattito della teoria critica degli '80 '90: ossia un concetto statico, storicamente situato in un preciso momento della storia del capitalismo. In due termini: l'operaio di fabbrica e il partito comunista.
Ovviamente riprendere quel termine, se così inteso, risulta vetusto e fuori tempo massimo.
Io per classe intendo invece una
formazione storica determinata dalla divisione sociale del lavoro. Questa non è una categoria prettamente economica.
il lavoro di cura non pagato E' divisione sociale del lavoro.
La razzializzazione delle persone E' divisione sociale del lavoro.
Cosa significa che una classe si soggettivizza? Che la formazione storica (chi lavora nella logistica, il popolo enorme delle finte partite iva che svolgono un lavoro para-subordinato, chi lavora nella gig-economy, le donne che si fanno in quattro per poter stare dietro al progressivo smantellamento delle reti familiari tradizionali, le persone non binarie senza diritti, ecc ecc)
produce una coscienza politica.
Non la assume.
La coscienza non è una dottrina esterna a cui la classe viene educata. la coscienza è il prodotto politico della classe, delle sue rivendicazioni, risultato delle sue
pratiche sociali e dalla loro sistematizzazione per mezzo dei suoi intellettuali organici (Gramsci).
Per questo i 17 partitini comunisti possono diventare pure 17mila, ma continuerà a non succedere. Perché loro vogliono portare dall'esterno la LORO coscienza politica, prodotto di una formazione storica precedente e che vogliono replicare, all'interno di un'ALTRA composizione di classe, quella odierna.
La soggettivazione, la produzione della propria coscienza, è invece un processo INTERNO di formazione.
Processo che al momento - evidentemente - non c'è (ancora).
Questo - per inciso - rende attuale la concezione marxista: che non c'è una dottrina a cui la classe deve aderire. Pensare che quando si parla di coscienza di classe si intenda che i precari si mettano a studiare marx sullo sfruttamento e capiscano che il capitale li sfrutta è una caricatura utile solo a sminuire la possibile utilità del marxismo oggi.
Ogni classe storicamente collocata produce la SUA "dottrina" attraverso le sue pratiche, i suoi discorsi, le sue rivendicazioni.
Nel sistematizzare le rivendicazioni, nel renderle programma politico, la classe diviene compiutamente un Soggetto che può assumere il controllo politico della società, il potere (inteso come "poter fare").
Cosa voleva dire il punto 3?
Che un partito liberale nel capitalismo contemporaneo non può assolvere a questo compito per forza di cose. Perché il processo di soggettivazione si scontrerebbe con le necessità sistemiche odierne.
Può tuttavia offrire uno spazio di agibilità migliore, più favorevole alla nascita di tale processo rispetto ad altri.