Credo perché la morte rappresenta sempre un momento di bilancio. Dieci anni fa poteva esserci ancora un "poi" ignoto. La morte mette un punto definitivo, e con esso pure il bilancio possibile.
Giustissimo quanto poi dice RG nella distinzione tra dottrina e teologia. La teologia è politica.
Tutti gli scismi, le eresie, possono essere visti come frazionamenti politici, dal protestantesimo luterano (i signori locali che si rendono autonomi dal potere centrale, ma al contempo senza troppo concedere a chi hanno sotto), agli anabattisti (la sinistra radicale dell'epoca).
Tramite il dibattito sul cielo si dibatteva della terra.
Consiglio sempre un bel testo di Bloch, muntzer teologo della rivoluzione, che spiega proprio l'evoluzione storica delle varie correnti politico-teologiche cristiane.
Ratzinger era un grande esponente della teologia conservatrice e dunque difensore di una certa dottrina.
Ma la sua visione, per quanto erudita, era contestabile come quella di qualsiasi grande pensatore.