solo un dettaglio, forse marginale: il processo di breivik si riferiva al fatto che lui sconta la pena (20 anni) in sostanziale isolamento, e il governo norvegese ha de facto vinto, nel senso che gli hanno dovuto dare dei soldi ma breivik si fara' comunque tutta la pena in isolamento. quel commento (di cui non sapevo) va messo in questo scenario.
per inciso, all'epoca del processo i media norvegesi non nascosero nulla: non solo spiegarono benissimo perche' breivik aveva fatto causa ma anche perche' l'isolamento e' una condizione estrema per chi vi e' sottoposto (vidi un documentario allucinante a riguardo), e perche' lo stato riteneva che tenere breivik in isolamento fosse importante, anche se per farlo devono dargli la playstation, la palestra, una macchina da scrivere e un po' di soldi.
DJ l'episodio voleva sottolineare la reazione della vittima più che i dettagli del ricorso.
Anche con le tue precisazioni mi sembri resti invariato il senso del mio commento.
allora un genocidiario Hutu ruandese che agiva in un contesto di guerra civile (parlo di un individuo che magari ha ucciso uno o due civili) rientrerebbe nella categoria degli amnistiabili.
Ma certo che SI.
Altrimenti cosa fai in situazioni del genere, metti in galera 20-30mila persone?
Ma te rendi conto che è impraticabile anche concretamente oltre che concettualmente assurdo?
Certo che devi contestualizzare, certo che le pene vanno ai principali responsabili e non ad ogni singolo combattente, qualsiasi conflitto si consideri.
Anche quando processi i criminali di guerra (prendi ad esempio la ex jugoslavia) vai a prendere i responsabili militari mica ogni singolo soldato o paramilitare.
In Italia l'amnistia post-45 fu talmente estesa che importanti gerarchi, prefetti, questori rimasero al loro posto. E forse lì si trattò di una misura eccessiva, perché almeno i funzionari andavano cacciati a calci nel culo, cosa che non avvenne.
Mi sembra quindi di dire una banalità, davvero stiamo dibattendo di questo?
Tanto è vero che persino su Cesare Battisti si sono dovuti inventare un suo ruolo di capo nei PAC del tutto inesistente per giustificare il caso che hanno tirato su ad arte.
Quello che puoi fare sui grandi numeri sono misure ausiliarie, quali l'interdizione dai pubblici uffici o la perdita di taluni diritti. Ma immaginare che la Legge debba funzionare nel modo lineare e rigido che riporti mi sembra davvero il risultato velenoso del giustizialismo degli ultimi vent'anni.
Una roba che è proprio impossibile, anche solo a livello pratico. Quindi in finale fuffa legal-giustizialista.
Dici che il caso italiano non può essere considerata una guerra civile a bassa intensità, a differenza di quello nordirlandese.
Io ti ripeto che politicamente delle BR condivido meno di zero, anche al di là della questione armata, ma non capisco come tu possa dire una cosa del genere.
L'IRA metteva le bombe, le BR non hanno mai fatto nulla del genere. Bombe nei pub (birmingham), camion bomba (londra), bombe negli hotel. Bombe che hanno ucciso pure bambini piccoli, lavoratori protestanti mitragliati per rappresaglia, quando mai l'IRA ha colpito solo militari???
L'IRA faceva vero e proprio terrorismo, le BR non hanno mai fatto terrorismo. MAI.
Erano un'organizzazione sovversiva, combattente, non terroristica.
Le BR, se le confrontiamo su un piano militare, erano non solo più mirate (colpivano militari, giudici, politici, fascisti e dirigenti d'impresa, con l'eccezione di Rossa), ma arrivavano a prendersi dei rischi soggettivi per evitare morti involontarie.
Ho già ricordato in una precedente discussione di qualche anno fa come nel mio vecchio quartiere per anni si è ricordato come nell'attentato a Via Prati di Papa in zona marconi i brigatisti collocarono due pali agli estremi della strada per non far passare civili durante l'attacco, col rischio di essere sgamati in anticipo.
Altri gruppi armati (Prima linea, PAC, GAP, etc) avevano strategie diverse e colpivano in termini più diffusi, ma sempre politicamente mirati.
Quindi: se stiamo al tuo criterio è molto più guerra a bassa intensità quanto avvenuto in Italia che in nordirlanda.
la differenza è che lì è stato riconosciuto perché c'è stato il riconoscimento POLITICO al conflitto (e perché i cattolici dell'IRA in italia hanno sempre avuto simpatie trasversali, anche se in confronto a loro i brigatisti erano agnellini), che in italia manca per pure ragioni ideologiche e di propaganda ancora oggi presente, anche a conflitto finito da un pezzo.
E guarda che la responsabilità principale non è delle destre ma del PCI e partiti successivi perché avendo parlato per vent'anni di piccolo borghesi fascisti infiltrati non hanno mai voluto ammettere che quel fenomeno era di tutt'altra natura rispetto alle loro cialtronate.
Con 370 morti, migliaia di feriti e decine di migliaia di persone coinvolte nelle organizzazioni armate difficile non parlare di guerra civile a bassa intensità.
Il problema è tutto politico, non storico perché a livello storico sarebbe facile da riconoscere.
2) non hanno mai controllato nessun settore della società (classe, per dirla alla marxista) 3) non hanno mai portato l'attacco al "cuore dello stato" (che sono gli apparati militari e industriali, non i dirigenti d'azienda e i magistrati). quindi, a mio modo di vedere la differenza c'era ed era enorme (ripeto: non sto dando alcun giudizio politico/morale), poi ognuno la vede come vuole.
2) Falso. Esempio facile facile: questionario delatorio promosso in Fiat dal segretario torinese del PCI dell'epoca, Giuliano Ferrara, mi sembra nel '74, in cui si chiedeva agli operai di denunciare colleghi coinvolti con i brigatisti.
Nonostante il questionario fosse anonimo non rispose NESSUNO.
NESSUNO denunciò i compagni in armi. La connivenza era ELEVATISSIMA, altro che storie.
QUESTA è la storia che il PCI ha sempre voluto rimuovere e che vuole negare tutt'oggi.
I gruppi extraparlamentari e armati avevano un consenso, addirittura AMPIO in alcuni quartieri popolari.
3) no, hanno solo sequestrato e ucciso il presidente del partito di governo. robetta insomma.