Elezioni: i commenti dei Lazionetters

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #4640 il: 29 Gen 2019, 11:38 »
ma no, gli anni d piombo sono stati tutto meno che una cosa seria. una moda, una mania collettiva effimera; lo sfogo della spinta del testosterone compressa dalla cultura contadina. l'innesto della rivoluzione consumista degli anni 60 sulle radici patriarcali, maschiliste, moraliste cattoliche, degli italiani... shakerare, ed ecco le br.

la crisi puberale della costituenda società borghese italiana, con crisi e svenimenti annessi

ad un flip di interruttore sono diventati tutti (quelli non compromessi) yuppies. e vai con "avanti tutta".

Divertente

Offline FatDanny

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« Risposta #4641 il: 29 Gen 2019, 11:40 »
ma no, gli anni d piombo sono stati tutto meno che una cosa seria. una moda, una mania collettiva effimera; lo sfogo della spinta del testosterone compressa dalla cultura contadina. l'innesto della rivoluzione consumista degli anni 60 sulle radici patriarcali, maschiliste, moraliste cattoliche, degli italiani... shakerare, ed ecco le br.

la crisi puberale della costituenda società borghese italiana, con crisi e svenimenti annessi

ad un flip di interruttore sono diventati tutti (quelli non compromessi) yuppies. e vai con "avanti tutta".

ti dovresti far dare una laurea honoris causa in Storia contemporanea.
E già che ci sei anche una cattedra, perché me pari proprio portato.

:luv:

Offline Kobra

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« Risposta #4642 il: 29 Gen 2019, 12:10 »
Nel frattempo di anni di piombo e implicazioni varie (nonostante l'altra settimana si rievocasse anche il povero Guido Rossa), si parla solo qui sopra: nel dibattito pubblico il tema è del tutto sparito, come facilmente prevedibile.
Si staglia minacciosamente all'orizzonte, come sempre in questo periodo, la Giornata della Memoria, sempre foriera di rievocazioni monche, faziose, distorte, utile solo a rinfocolare il mito patrio del "buon italiano" visto che si omette sempre e comunque di ricordare quali furono le atrocità commesse dagli italiani (e dai loro alleati)in quei luoghi.

Offline arturo

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« Risposta #4643 il: 29 Gen 2019, 12:22 »
Nel frattempo di anni di piombo e implicazioni varie (nonostante l'altra settimana si rievocasse anche il povero Guido Rossa), si parla solo qui sopra: nel dibattito pubblico il tema è del tutto sparito, come facilmente prevedibile.
Si staglia minacciosamente all'orizzonte, come sempre in questo periodo, la Giornata della Memoria, sempre foriera di rievocazioni monche, faziose, distorte, utile solo a rinfocolare il mito patrio del "buon italiano" visto che si omette sempre e comunque di ricordare quali furono le atrocità commesse dagli italiani (e dai loro alleati)in quei luoghi.

La giornata della memoria è stata il 27.... 8)

Offline orchetto

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« Risposta #4644 il: 29 Gen 2019, 13:13 »
Chi conosce a fondo e nei dettagli la storia del movimento comunista italiano genericamente inteso (uso volutamente il minuscolo perché si fa fatica tra gli storici a usare questa categoria o ad usarla in maniera scientifica) sa che il fenomeno BR da una parte, così come il PCI dall'altra, hanno avuto diverse sfaccettature ed interscambi complessi.
Il minimizzare o il negare ciò non rende un buon servizio ad una ricostruzione storica degna di questo nome (gli studi storici non possono essere totalmente neutri ma possono però essere e lo devono, seri e completi).
Quanto veramente conosciamo della storia d'Italia e quanto invece ci viene servita una caricatura?
O peggio una visione fortemente propagandistica.
Il passaggio da Longo a Berlinguer nel PCI coincide con un cambiamento molto più radicale di quello che comunemente si pensa. E non perché Longo sembrava virare più a sinistra rispetto a Togliatti o perché Longo strizzava l'occhio al '68 ma perché uscivano fuori tutta una serie di interessi orientati sostanzialmente alla difesa dello status quo ed alla gestione dell'esistente, il PCI diventava praticamente una DC di sinistra, una DC operaia e contadina. Il partito della provincia quieta e ben gestita.

OT
Mi scoccia fare l'avvocato difensore dei fenomeni storici, credo che ognuno se vuole ha gli strumenti per analizzare la storia e farsi le sue idee, non per polemica sterile quindi vorrei dire che l'IRA del periodo anni '72 in poi veniva da una logica di conflitto per l'indipendenza nazionale che era diversa da quella propriamente di classe, per quanto si inseriva -o veniva inserita- in un contesto più ampio di lotta anti imperialista come veniva definita all'epoca.
Direi che il conflitto nordirlandese ha delle sue peculiarità che lo rendono difficilmente paragonabile con realtà più di conflitto sociale come l'Italia. Non possiamo esimerci da contestualizzare.

Così come l'affiancamento Pol Pot e Stalin a mio avviso lascia il tempo che trova, pur se si parla di genocidio, possiamo anche metterci a fare la conta dei morti e ragionare su cosa accollare direttamente a Stalin in quanto responsabile di tutta l'URSS ma certo quello che è avvenuto nei primi decenni della storia dell'URSS non può essere totalmente scollegato da un forte conflitto sociale di natura epocale e gigantesca su cui la vicenda cambogiana a mio avviso c'entra come i cavoli a merenda (tra l'altro i khmer rossi furono come dire riportati alla ragione grazie all'invasione del filosovietico vietnam ma questa è altra storia).


   

Offline Kobra

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« Risposta #4645 il: 29 Gen 2019, 13:20 »
La giornata della memoria è stata il 27.... 8)

Chiedo venia.
Giornata del ricordo.
Ogni volta faccio confusione: già che i due nomi siano similari la dice lunga sulla pretestuosità di tale ricorrenza.
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« Risposta #4646 il: 29 Gen 2019, 13:50 »
e te pareva che non si finiva a parlare delle foibe giustificando i massacri.
vabbè torno nella sezione calcio che è meglio va
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« Risposta #4647 il: 29 Gen 2019, 13:57 »
e te pareva che non si finiva a parlare delle foibe giustificando i massacri.
vabbè torno nella sezione calcio che è meglio va

Leggi meglio, che rischi di passare tu per quello che giustifica i massacri
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« Risposta #4648 il: 29 Gen 2019, 14:00 »
ho letto ho letto
la meloni alla foiba di Basovizza fa ridere anche me
ma a quei morti si deve il rispetto che si deve a tutti i morti che hanno subito violenza, senza nemmeno accennare al retropensiero che va tanto di moda (e sappiamo tutti a cosa mi riferisco)
comunque non mi interessa iniziare questa polemica, per carità

Offline Kobra

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« Risposta #4649 il: 29 Gen 2019, 14:02 »
e te pareva che non si finiva a parlare delle foibe giustificando i massacri.

Cosa che al momento non ha fatto nessuno.
Però il tuo commento ben s'intona al vittimismo nazionale che fa da cornice alla ricorrenza in questione.
Si fosse voluto ricordare l'esodo degli istriani la data giusta sarebbe stata il 10 giugno,
che sarebbe anche servito a ricordare non solo che i costi dei conflitti si rivelano sempre assai più salati di quanto si metta in conto al loro principio, ma anche che quando si comincia una guerra la vita e la proprietà sono le prime cose da mettere in discussione.
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« Risposta #4650 il: 29 Gen 2019, 14:07 »
Si staglia minacciosamente all'orizzonte, come sempre in questo periodo, la Giornata della Memoria, sempre foriera di rievocazioni monche, faziose, distorte, utile solo a rinfocolare il mito patrio del "buon italiano" visto che si omette sempre e comunque di ricordare quali furono le atrocità commesse dagli italiani (e dai loro alleati)in quei luoghi.

a me suona tanto come "se la sono cercata, non potevano pretendere di fare altra fine". non è vittimismo nazionale, è che nel 2019 mi piacerebbe che si smettesse di voler attribuire un colore politico (qualsiasi colore) ad una tragedia. perché questo è stato: una tragedia un orrore un massacro
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« Risposta #4651 il: 29 Gen 2019, 14:34 »
Si staglia minacciosamente all'orizzonte, come sempre in questo periodo, la Giornata della Memoria, sempre foriera di rievocazioni monche, faziose, distorte, utile solo a rinfocolare il mito patrio del "buon italiano" visto che si omette sempre e comunque di ricordare quali furono le atrocità commesse dagli italiani (e dai loro alleati)in quei luoghi.

a me suona tanto come "se la sono cercata, non potevano pretendere di fare altra fine". non è vittimismo nazionale, è che nel 2019 mi piacerebbe che si smettesse di voler attribuire un colore politico (qualsiasi colore) ad una tragedia. perché questo è stato: una tragedia un orrore un massacro

Io lo interpreto diversamente:

se si parla solo di alcune vittime è non di altre, pur riconoscendo che si può rendere omaggio diverso alle vittime della "nostra" parte, la strumentalizzazione di quelle stesse "nostre" vittime diventa evidente. Come evidente diventa l'attribuzione di un colore politico a quella tragedia.


NB, potrei essere frainteso e lo specifico, quelle virgolette non sono sarcastiche, le ho messe perché mentre scrivevo volevo fare un discorso generale, svincolato dalla tragedia specifica


Chi lo ha scritto se vorrà potrà chiarirci quale interpretazione è giusta
Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #4652 il: 29 Gen 2019, 14:39 »
Io lo interpreto diversamente:

se si parla solo di alcune vittime è non di altre, pur riconoscendo che si può rendere omaggio diverso alle vittime della "nostra" parte, la strumentalizzazione di quelle stesse "nostre" vittime diventa evidente. Come evidente diventa l'attribuzione di un colore politico a quella tragedia.


NB, potrei essere frainteso e lo specifico, quelle virgolette non sono sarcastiche, le ho messe perché mentre scrivevo volevo fare un discorso generale, svincolato dalla tragedia specifica


Chi lo ha scritto se vorrà potrà chiarirci quale interpretazione è giusta
sono d'accordo e credo che probabilmente non sia mai stato affronato adeguatamente il discorso delle violenze italiane in Jugoslavia.
ma credo anche che non esistano vittime "nostre" e vittime "altrui". le vittime sono tutte uguali specialmente quando si parla di civili

Offline Kobra

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« Risposta #4653 il: 29 Gen 2019, 14:57 »
 si omette sempre e comunque di ricordare quali furono le atrocità commesse dagli italiani (e dai loro alleati)in quei luoghi.

Significa precisamente ciò che c'è scritto.
Si è appena celebrata la giornata della Memoria, sarei curioso di sapere in quante rievocazioni si è fatto presente che dal 1940 - 43 le truppe italiane sono state alleate dei tedeschi.
Foibe è ormai un termine che - pur con coloriture e caricature aberranti - è ormai conosciuto dalla gran parte dei connazionali: Domenikon, Rab, Mallakasha, Debre Libanos sono invece sconosciuti alla gran parte dei nostri concittadini, così come i gas etiopi, le circolari testa per dente e le altre pagine infamanti della storia patria.
La storia è una catena in cui ogni anello si tiene con quello precedente e con il successivo, non una margherita da cui scegliere i petali che più fanno comodo.

sono d'accordo e credo che probabilmente non sia mai stato affronato adeguatamente il discorso delle violenze italiane in Jugoslavia.

Basta dire che in una popolare trasmissione TV è stata mostrata un'immagine di soldati italiani che fucilavano prigionieri sloveni presentandoli come vittime italiane dei partigiani slavi.

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« Risposta #4654 il: 29 Gen 2019, 15:21 »
sono d'accordo e credo che probabilmente non sia mai stato affronato adeguatamente il discorso delle violenze italiane in Jugoslavia.
ma credo anche che non esistano vittime "nostre" e vittime "altrui". le vittime sono tutte uguali specialmente quando si parla di civili

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Offline FatDanny

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« Risposta #4655 il: 29 Gen 2019, 15:44 »

OT
Mi scoccia fare l'avvocato difensore dei fenomeni storici, credo che ognuno se vuole ha gli strumenti per analizzare la storia e farsi le sue idee, non per polemica sterile quindi vorrei dire che l'IRA del periodo anni '72 in poi veniva da una logica di conflitto per l'indipendenza nazionale che era diversa da quella propriamente di classe, per quanto si inseriva -o veniva inserita- in un contesto più ampio di lotta anti imperialista come veniva definita all'epoca.
Direi che il conflitto nordirlandese ha delle sue peculiarità che lo rendono difficilmente paragonabile con realtà più di conflitto sociale come l'Italia. Non possiamo esimerci da contestualizzare.

Così come l'affiancamento Pol Pot e Stalin a mio avviso lascia il tempo che trova, pur se si parla di genocidio, possiamo anche metterci a fare la conta dei morti e ragionare su cosa accollare direttamente a Stalin in quanto responsabile di tutta l'URSS ma certo quello che è avvenuto nei primi decenni della storia dell'URSS non può essere totalmente scollegato da un forte conflitto sociale di natura epocale e gigantesca su cui la vicenda cambogiana a mio avviso c'entra come i cavoli a merenda (tra l'altro i khmer rossi furono come dire riportati alla ragione grazie all'invasione del filosovietico vietnam ma questa è altra storia).
 

Sull'IRA: certo che il conflitto nordirlandese aveva delle peculiarità specifiche, il mio mica era un giudizio morale. Il paragone l'ho articolato su una semplice questione: non si può dire che in Italia non c'era una guerra a bassa intensità a differenza dell'Irlanda basandosi sulle vittime civili perché hanno fatto molte più vittime civili le bombe dell'IRA che le azioni armate in Italia. Stop.

Su Stalin e Pol Pot: non capisco la precisazione sinceramente, non capisco il "ma". Così come, anche qui, non capisco perché interpreti il citare i due nomi come l'identificazione, superflua e non voluta, dei due processi.
Stalin ha letteralmente ammazzato di fame interi villaggi in ucraina, in una fase ben lontana dal comunismo di guerra, senza contare le purghe interne. Non è che ogni volta si può tornare al contesto difficile, perché il conflitto sociale non giustifica in alcun modo l'operato staliniano. In alcun modo.
Non è che qui contiamo qualche migliaio di morti in un conflitto aperto, ma veri e propri stermini. Documentati dagli stessi archivi sovietici.
Basta co sta storia del contesto, Stalin è stato uno dei più grandi pezzi di merda del '900, al fianco di altri (e non me se parli della liberazione dal nazismo, che è avvenuta NONOSTANTE stalin, visto che riuscì a sbagliare quasi tutto sul piano tattico-militare).
Pol Pot idem: che c'entra ricordare che in cambogia intervennero i vietnamiti filosovietici?
ma non possiamo per una volta dire "anche da sta parte c'è la merda" senza ricordare che il comunismo può essere una cosa buona o come avrebbe in qualche modo messo le pezze alla merda o le ragioni complesse a cui l'hanno portata?

Io in questo atteggiamento, sinceramente, ci vedo una sorta di complesso di inferiorità.
Visto che ci rinfacciate sempre i morti, noi dobbiamo ricordare sempre il contesto.
No, siccome io so il valore del marxismo non mi serve ricordarlo e a volte posso anche limitarmi solo a parlare della merda che il socialismo reale ha prodotto.

Offline orchetto

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« Risposta #4656 il: 29 Gen 2019, 17:04 »
Sull'IRA: certo che il conflitto nordirlandese aveva delle peculiarità specifiche, il mio mica era un giudizio morale. Il paragone l'ho articolato su una semplice questione: non si può dire che in Italia non c'era una guerra a bassa intensità a differenza dell'Irlanda basandosi sulle vittime civili perché hanno fatto molte più vittime civili le bombe dell'IRA che le azioni armate in Italia. Stop.
A mio modo di vedere in Irlanda del Nord c'era principalmente una guerra di liberazione nazionale; poi certo i rapporti di forza erano quelli che erano ma il conflitto armato era sostanzialmente in primis quello, poi certo c'era comunque un conflitto di classe che si inseriva.
Il modo in cui è stato impiegato attivamente l'esercito regolare britannico non ha paragoni con quello che è successo in Italia in quel periodo; così come anche l'IRA ancora negli anni '70, si mobilitava in molte occasioni come un esercito ufficiale del popolo nord irlandese.
Inoltre molte delle violenze sui civili si inserivano in un quadro di violenze che spesso non investivano le forze organizzate, cioè per dire i semplici cittadini protestanti ed i semplici cittadini cattolici si facevano violenze a vicenda anche fuori dal premeditato di tipo politico o militarista che sia.
Queste sono differenze che nel mio modo di vedere hanno un peso e che mi portano ad evitare paragoni. 
Il conflitto nord irlandese per forza di cose su un piano storico sta su un livello più arretrato (lo dico da sostenitore convinto della causa dell'indipendenza irlandese).

Secondo me l'esperienza delle BR, storicamente parlando, è di difficile paragone con altre situazioni. Quello che avviene in italia tra il '60 ed il '78, dai fatti Reggio Emilia fino agli strascichi del '77, è altamente specifico, originale, difficilmente replicabile in quel periodo in qualsiasi altro paese cosi detto occidentale e la questione BR va calata in questa situazione.


Su Stalin e Pol Pot: non capisco la precisazione sinceramente, non capisco il "ma". Così come, anche qui, non capisco perché interpreti il citare i due nomi come l'identificazione, superflua e non voluta, dei due processi.
Stalin ha letteralmente ammazzato di fame interi villaggi in ucraina, in una fase ben lontana dal comunismo di guerra, senza contare le purghe interne. Non è che ogni volta si può tornare al contesto difficile, perché il conflitto sociale non giustifica in alcun modo l'operato staliniano. In alcun modo.
Non è che qui contiamo qualche migliaio di morti in un conflitto aperto, ma veri e propri stermini. Documentati dagli stessi archivi sovietici.
Basta co sta storia del contesto, Stalin è stato uno dei più grandi pezzi di merda del '900, al fianco di altri (e non me se parli della liberazione dal nazismo, che è avvenuta NONOSTANTE stalin, visto che riuscì a sbagliare quasi tutto sul piano tattico-militare).
Pol Pot idem: che c'entra ricordare che in cambogia intervennero i vietnamiti filosovietici?
ma non possiamo per una volta dire "anche da sta parte c'è la merda" senza ricordare che il comunismo può essere una cosa buona o come avrebbe in qualche modo messo le pezze alla merda o le ragioni complesse a cui l'hanno portata?

Io in questo atteggiamento, sinceramente, ci vedo una sorta di complesso di inferiorità.
Visto che ci rinfacciate sempre i morti, noi dobbiamo ricordare sempre il contesto.
No, siccome io so il valore del marxismo non mi serve ricordarlo e a volte posso anche limitarmi solo a parlare della merda che il socialismo reale ha prodotto.


Io rammento il contesto perché lo scontro di classe interno all'URSS era immenso.
Ed ha investito in una grossa tragedia anche questioni che esulavano dal conflitto di classe.
Ovviamente una grande macchina organizzativa -sia in senso verticale che orizzontale- quale era l'URSS ha amplificato enormemente i fenomeni di violenza.
Quello che non capisco è perché tirare in ballo ciò? A me, ma posso sbagliarmi, noto che spesso e volentieri si tira fuori la storia dell'URSS, o più specificatamente del periodo staliniano, anche quando non è strettamente necessario. Certo allargando il discorso di molto prima o poi ci si arriva ma gli anni '70 italiani e la violenza politica di quel periodo mi sembrano sinceramene distanti.
Anche perché alla lunga si rischia di far passare il messaggio che si interloquisce con gli altri per far passare come "accattivante" una certa determinata, specifica, corrente marxista.     

UnDodicesimo

UnDodicesimo

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« Risposta #4657 il: 29 Gen 2019, 20:46 »
evitiamo giustamente paragoni inverecondi, buoni giusto a dare il classico tono a qualcosa che invece e' stato un anacronismo, che sarebbe morot ancor prima di nascere in qualsiesi altro paese, se non fosse per l'interesse di certi apparati dello stato a mantenere alta la paura della tensione.

burattini convinti di poter essere pupari con una malinconia dei moti dell'800 di chi non ha mai veramente vissuto certi periodi e li idealizza per giustificare la propria voglia di 'avere gli attributi'.

Offline FatDanny

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Re:Elezioni politiche 2018: i commenti dei Lazionetters
« Risposta #4658 il: 30 Gen 2019, 08:59 »
...

Sul ruolo dell'IRA (anzi della PIRA) negli anni '70 sono d'accordo. Sulle violenze attenzione che le statistiche da me riportate non comprendono quello di cui parli, ossia gli scontri tra cittadini, ma proprio le azioni delle forze organizzate.
Azioni come l'attentato a Birmingham del '74 (https://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_ai_pub_di_Birmingham) vanno annoverati tra le modalità assunte dalla PIRA.
Ribadisco che il mio non era un paragone BR-IRA, ma rispondeva all'affermazione che l'IRA se la prendeva con i militari mentre le BR con i civili.
La realtà è esattamente opposta, la lotta armata in Italia aveva obiettivi mirati mentre quella nordirlandese colpiva anche nel mucchio, fermo restando tutte le ragioni per cui ciò avveniva che io non ho proprio toccato. Per questo non capisco l'appunto.
Secondo poi io non ho considerato le BR, ma la lotta armata in Italia. Le due cose sembrano coincidere perché la propaganda mediatica ha sovradimensionato il fenomeno brigatista per farne uno spauracchio. Il fatto che dei 4200 arrestati di quella fase storica solo meno di 1/4 fossero brigatisti dovrebbe dirci che la realtà era più complessa e che la riduzione del fenomeno al brigatismo è una lettura storica inadeguata di cui, passati quarant'anni, dovremmo liberarci.

Rispetto invece all'URSS: vedi, è esattamente come dicevo. Nella tua risposta c'è un retropensiero in merito ad affermazioni che non ho mai fatto, quindi praticamente hai tirato su un botta e risposta implicito che per altro capiamo solo noi due per background. Non mi pare di aver detto né aver alluso al fatto che se avesse vinto l'Opposizione di Sinistra o più nello specifico Trotskij le cose sarebbero andate diversamente. Anche perché non lo penso, probabilmente sarebbero andate allo stesso modo poiché le contraddizioni del socialismo reale erano strutturali e derivavano da alcune convinzioni appartenenti allo stesso Lenin (a differenza, per esempio, di una Rosa Luxemburg) sul ruolo del partito e il suo rapporto con la classe.
Proviamo ad evitare una discussione in cui si presuppone quel che sostiene l'altro? Soprattutto perché è escludente nei confronti di chiunque non sia addentro a dibattiti ormai centenari.

Per altro non ho citato l'URSS per paragonarla alla lotta armata in italia (??!?!?) ma al contrario proprio per sottolineare la differenza abissale tra omicidio politico, strage e genocidio e che quindi non si può considerare un attentato allo stesso modo di un'azione militare-repressiva solo perché ambedue violente.
Mi sembra che tu abbia risposto più in automatico che in base a quanto io abbia realmente scritto.

ErNonno

ErNonno

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« Risposta #4659 il: 30 Gen 2019, 11:15 »
Ciao, sono nuovo qui (mi sono già presentato in altro topic). Prima di dirvi qualcosa in merito, devo davvero complimentarvi con voi: molte delle vostre discussioni sono di grande interesse e leggerle è un piacere per la mente.
Ciò detto, ho quasi 70 anni e ho attraversato in prima persona uno dei periodi storici di cui state parlando. Lo so, probabilmente andrò off topic, ma le cose lette mi hanno stimolato non poco, anche perché à quasi impossibile leggere e poter parlare di questi temi altrove, al riparo da retorica, celebrazione, autocelebrazione, utilizzo degli elementi storici in modo distorto e arbitrario.

Scrisse Bloch “Dietro i tratti concreti del paesaggio, dietro gli scritti che sembrano più freddi, dietro le istituzioni in apparenza più distaccate da coloro che le hanno create e le fanno vivere, sono gli uomini che la storia vuole afferrare.” Parlo, quindi, da “uomo afferrato dalla storia” cosa che, probabilmente, non rispetta la presunta imparzialità dello storico. Da appassionato di storia quale sono, la pretesa dell’imparzialità (concetto che nasce con Polibio, se non ricordo male) mi ha sempre fatto incazzare perché è una falsità concettuale: nessun umano potrà mai essere imparziale nel raccontare umane vicende poiché il suo racconto sarà sempre e comunque condizionato da ciò in cui crede, dalla sua formazione, dall’educazione ricevuta, dal suo vissuto.
In molti degli interventi (FatDanny, Orchetto, Kobra, SuburraBiancoblù e altri) vengono espressi giudizi di fatto piuttosto che di valore, come è giusto, a mio parere, che sia. Succede, invece, che nelle risposte si prenda per giudizio di valore ciò, che alla mia lettura almeno, non era: da qui nascono gli equivoci e le incomprensioni. Personalmente ho sempre pensato che la terza legge della dinamica sia applicabile agli eventi storici dove spesso la “reazione” non è “uguale e contraria” ma spropositata ed insensata. Però, nasce da una “azione” e questo non va mai dimenticato, altrimenti (vedi sopra) torniamo ai giudizi di valore, legittimi certo ma mai liberi da pregiudizi culturali. Fermo restando che i morti per violenza sono un dolore e una sconfitta per l’umanità, non per una sola parte di essa.

Sulle BR…partiamo da un presupposto basilare: la repressione dello Stato democristiano (e poi, ahinoi, con l'accondiscendenza del PCI) era molto forte e molto violenta, così come molto forti erano le disparità e le disuguaglianze sociali. La rabbia e la voglia di libertà (a 360°, accostateci qualunque cosa vi venga in mente e sarà senz’altro pertinente) furono, credo, un terreno fertile sul quale le BR cercarono di seminare la loro visione politico-militare, facendo però capire quasi da subito (a chi sapesse pensare e analizzare senza farsi affascinare da slogan di bassa struttura ma di elevato impatto) che era un progetto pericoloso per la stessa voglia di libertà e di minor sperequazione che perseguivamo. Dopo la strage di piazza Fontana, il disegno di apparati dello Stato apparve in tutta la sua evidenza. Una parentesi: in quegli anni esisteva una struttura di controinformazione molto valida, della quale oggi si avverte davvero la mancanza…

Dicevo: dopo piazza Fontana, a quella che a molti sembrò una risposta di pezzi dello Stato, un’azione quindi, iniziarono tentativi di reazione di forza uguale e contraria. Che vennero velocemente cavalcati e manovrati e infiltrati e gestiti, con gli esiti che sappiamo.  Francamente, non ho mai pensato che il progetto BR fosse stato partorito nelle stanze del potere, ma che fosse stato successivamente usato come detonatore sociale, questo sì. L’inutile e crudele assassinio di Aldo Moro ne fu, forse, prova lampante e rappresentò la fine (e finalmente!) di quell’alone romantico che aleggiava attorno alle BR e tanti, da iniziali fans (devo dire che io, personalmente, di probabili fiancheggiatori non ne ho mai incontrati, ma qualche ammiratore purtroppo sì) ebbero consapevolezza piena di quella che era la realtà oggettiva. Quoto, quindi, e condivido quanto espresso da “Dodicesimo”: ...buoni giusto a dare il classico tono a qualcosa che invece e' stato un anacronismo, che sarebbe morto ancor prima di nascere in qualsiasi altro paese, se non fosse per l'interesse di certi apparati dello stato a mantenere alta la paura della tensione…
Ciao e scusate ancora il probabile off topic…
 

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