Il "voto utile" viene spesso motivato con manipolazioni informative. Prendiamo il "caso Casalbruciato": ciò che i media amplificano non è neutrale, manco per niente. È invece funzionale ad una narrazione che permette ai Caccapound e similari di apparire e ad altro di ergersi a unico contrapposto al loro tracimare. Il fenomeno mediatico di Salvini, che oggi sembra ineluttabilmente vincente, è stato creato e veicolato alla stessa maniera.
Sarebbe importante esserne consapevoli.
Dalla bacheca fb di tale Niccolò Ricciotti
A PROPOSITO DEL LUOGO COMUNE SUI QUARTIERI POPOLARI ABBANDONATI DALLA "SINISTRA"
In questi giorni in cui Casal Bruciato ha preso le prime pagine dei giornali, alcuni cose hanno catturato la mia attenzione.
A qualcuno fa comodo raccontare che tutta la gente delle periferie di questo paese sia razzista e incattivita, alla destra sicuramente (perché così può dire di essere la vera portavoce del popolo) ma anche al PD che così giustifica il suo essere dalla parte dei ricchi e può invocare il "voto utile" antifascista. La realtà dei quartieri popolari fortunatamente èdiversa ma non è di questo che voglio parlare ora.
Vorrei parlare da quella che, praticamente all'unanimità, viene considerata la causa di questa situazione: cioè che le organizzazioni storiche della sinistra (partiti, sindacati, associazioni sociali di vario tipo) abbiano abbandonato i quartieri popolari e i lavoratori, per dedicarsi ad altro. Chiaramente questa versione affonda le sue radici nella realtà (basterebbe solo descrivere cosa è oggi il PD per testimoniarlo), ma è diventata anche un luogo comune fortissimo, sempre più usato per combattere chi quella realtà prova a cambiarla.
Ne abbiamo visto dei casi esemplari dieci giorni fa a Casal Bruciato. A me è capitata una discussione molto curiosa con un giornalista:
- Ho parlato con gli inquilini delle case popolari e ce l'hanno con i rom! Come è possibile che avete lasciato succedere questo! Avete abbandonato questi quartieri!
- Veramente la nostra Casa del Popolo è proprio lì, e portiamo avanti tante attività [bla bla bla] siete voi che preferite mandare in onda le sceneggiate dei fascisti invece di quello che facciamo noi!
- Siete voi che non siete in grado di farvi conoscere!
Potrebbe anche darsi che il giornalista avesse ragione: tante lodevoli iniziative sono comunicate male, ci sono tante lotte ed esperienze da valorizzare che invece restano nell'anonimato, spesso il linguaggio della sinistra è autoreferenziale. Però diciamolo pure che, a chi controlla la linea editoriale dei media, non interessa più di tanto far apparire le attività sociali dei comunisti come qualcosa che risponde ai bisogni delle persone, o le lotte dei lavoratori come qualcosa da valorizzare. Nel caso della Casa del Popolo, tra l'altro, siamo riusciti anche ad andare in tv con una delle nostre attività... a dimostrazione che il problema di farci conoscere ce lo poniamo.
Ed infatti quando una troupe del Tg1, presente ad una delle manifestazioni di quei giorni, ha chiesto di venirci a trovare alla Casa del Popolo, abbiamo subito accettato. Alcuni di noi gli hanno spiegato quello che facciamo. Soprattutto con il "gruppo per la manutenzione" che abbiamo creato assieme ad abitanti del quartiere per chiedere la manutenzione delle case popolari, la cura degli spazi pubblici del quartiere, il ripristino dell'illuminazione a piazza Balsamo Crivelli...
Nel servizio andato in onda, ogni riferimento alla Casa del Popolo o a Potere al Popolo è stato tagliato. Mentre all'inizio (come è naturale) il nome di Casa Pound si fa più volte, le immagini successive mostrano i nostri militanti parlare dell'abbandono del case popolari come se fossero abitanti anonimi di quel quartiere. Addirittura l'effetto potrebbe essere quello di far pensare: "vedete in quartiere abbandonato dall'amministrazione si aggiungono anche le famiglie rom!".
Chiaramente il problema non è semplicemente una "censura" specifica di Potere al Popolo, la Casa del Popolo o nessuna delle altre singole organizzazioni, sindacati di base, associazioni, gruppi informali che nei quartieri popolari provano a costruire vertenze, lotte, attività sociali, sportive, culturali... Il problema è che si vuole cancellare un mondo, un'alternativa concreta alla società individualista, cinica e violenta a cui ci vogliono condannare. L'industria dei media ha preso una situazione concreta (la chiusura delle sezioni di partito, la trasformazione dei sindacati confederali in agenzie di servizi...) e l'ha fatta diventare un luogo comune, una macchietta, una banalità da ripetere migliaia di volte anche contro ogni evidenza. Non avviene per caso, è un luogo comune che funziona benissimo nella denigrazione dei comunisti e della sinistra in generale che da sempre (ma con sempre maggiore forza, man mano che ci indeboliamo nella società) viene portata avanti, un modo per convincere che non c'è alternativa alla società esistente.
È un luogo comune della cui natura dobbiamo essere coscienti e che va combattuto, provando a valorizzare e a far conoscere quello che facciamo (d'altronde è anche per dare visibilità alle nostre esperienze, volutamente nascoste dai media, che è nato Potere al Popolo). E togliendo di mezzo sia il vittimismo per non essere rappresentati (queste sono le regole della partita), sia l'autocolpevolizzazione che asseconda il luogo comune... se vogliamo vincere la guerra mediatica è il primo passo per essere efficaci.