Torino, il discorso in Tribunale dello scrittore sotto forma di dichiarazioni spontanee. Attesa per oggi, a partire dalle 13, la sentenza per l'accusa di istigazione e delinquere sulla vicenda dell'Alta velocità. Otto mesi la pena chiesta dai pm, lui non arretra di un passo.
"Sarei presente in quest'aula anche se non fossi io lo scrittore incriminato per istigazione. Aldilà del mio trascurabile caso personale, considero l'imputazione contestata un esperimento, il tentativo di mettere a tacere le parole contrarie. Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua".
Si è aperta così, con queste ultime dichiarazioni spontanee di Erri De Luca, l'ultima udienza del processo allo scrittore napoletano accusato di istigazione a delinquere per le sue dichiarazioni pubbliche a sostegno del sabotaggio della Tav.
Pochi minuti prima che il giudice, Immacolata Iadeluca, si ritirasse in camera di consiglio per decidere la sentenza, De Luca ha parlato dell'aula come di un "avamposto affacciato sul presente immediato del nostro Paese". Ha dichiarato di aver rinunciato a sollevare una eccezione di costituzionalità della legge per la quale è sotto processo per non trasferire nelle stanze "di una Corte sovraccarica di lavoro" la risposta alle accuse. "Ciò che è costituzionale si misura al pianoterra della società" ha detto. E ha concluso con: "La mia parola contraria sussiste e aspetto di sapere se costituisce reato".
E la risposta a questo interrogativo che anima il processo contro Erri De Luca fin dai suoi esordi arriverà a partire dalle 13 quando il giudice ha riconvocato tutte le parti in aula e pronuncerà la sentenza: lo scrittore con i suoi due avvocati, Gianluca Vitale e Alessandra Ballerini; i pubblici ministeri, Andrea Padalino e Antonio Rinaudo che nella precedente udienza hanno chiesto una condanna a otto mesi; la parte civile Ltf (la società italo-francese che all'epoca delle dichiarazioni di De Luca aveva in gestione in cantiere della tav) rappresentata dall'avvocato, Alberto Mittone.
De Luca ha anche attaccato scrittori e intellettuali che non gli hanno espresso il loro sostegno: "Sono degli assenti e si notano. Si sono presi la responsabilità della loro assenza". "La società civile, a cominciare dai miei lettori - ha aggiunto - mi ha invece sostenuto fin dall'inizio con centinaia di letture pubbliche che ho archiviato.
Loro non mi hanno mai abbandonato" ha concluso. Solidarietà a De Luca aveva espresso però Saviano insieme ad altri 65 intellettuali.
E, seduto in aula, un pubblico di una cinquantina di militanti No Tav tra cui uno dei leader, Alberto Perino, e numerosi fan dello scrittore.
A tutti questi, aggiungo la mia incondizionata solidarietà. Forza Erri!