Affermare che il problema non è il razzismo perché Obama è stato presidente è come dire che in Italia non c'è sessismo perché mercegaglia è stata a capo di Confindustria o in Inghilterra c'era la tatcher o condoleeza rice era segretario di stato usa.
Il punto, affrontato a più riprese su questo forum, è non vedere come razzismo e sessismo siano rapporti di potere tra gruppi sociali e non formule matematiche che si smentiscono con l'eccezione individuale.
Obama è nero ma non è negro.
E non perché ha una tonalità di pelle più chiara ma perché ha sempre vissuto come un bianco, parla come un bianco, ha gestito il potere come un bianco. Stesso dicasi per le donne citate.
Certo che c'entra anche la povertà, il razzismo si innesta in una gerarchia sociale combinata e per questo che ormai da tempo si parla di intersezionalitá tra le categorie di classe, razza e genere.
Almeno da angela Davis in avanti, ma in Italia guardiamo agli Usa evidentemente solo per l'nba o il cinema, ignorando totalmente l'evolversi dei dibattiti (accademici e non). Crenshaw ha iniziato a parlare di intersezionalita nel 1989, qui ancora non abbiamo nemmeno familiarità col concetto.
E, per inciso, non è che il poliziotto è ora accusato di omicidio perché il sistema funziona, ma è un risultato dei riot. Basta vedere come inizialmente fosse stato solo licenziato e solo dopo tre giorni di guerriglia la questione è cambiata.
Il che dimostra concretamente come nel conflitto sociale la guerriglia serva eccome, altro che proteste senza disturbare, testimonianze della propria opinione. In momenti del genere tocca sfasciare tutto ed imporre un punto di vista.
Si facesse anche sulla povertà, non solo negli usa, saremmo società molto più evolute.
In usa, in Italia, in Cina, a Cuba.
Infatti io non sto difendendo Cuba o la Cina ma contrapporre la complessità statunitense in rapporto ad una presunta semplicità (abominevole) di altri regimi è una banalizzazione propagandistica. Perché concede i favori del "complesso" ad una parte sola, denotando l'assenza palese di uniformità di giudizio