Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia

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Offline Tarallo

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #620 il: 02 Giu 2020, 07:23 »
How a City Once Consumed by Civil Unrest Has Kept Protests Peaceful https://nyti.ms/3cviD8t

A Newark il sindaco, nero, figlio del poeta Amiri Baraka, in passato vittima di violenze della polizia, ha fatto un discorso di compassione ed empatia alla popolazione della sua città. Il capo della polizia, bianco, ha deciso di NON ordinare uno spiegamento di forze in riot gear ma pochi poliziotti e calmi.
Il gruppo ha fatto il resto, soffocando iniziative interne di carattere minaccioso.

Quasi nessun incidente con 12000 manifestanti arrabbiati.
Trump sta portando il paese verso la guerra civile.

Offline Tarallo

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #621 il: 02 Giu 2020, 07:56 »
https://twitter.com/jackmjenkins/status/1267654371032039430?s=19

Ci vuole un po' di tempo, ma vale la pena. È riassunto qui.

Protesters Dispersed With Tear Gas So Trump Could Pose at Church https://nyti.ms/36VrPSm


Poi dice che la gente dovrebbe restare calma.

Online syrinx

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #622 il: 02 Giu 2020, 08:06 »
Poi FD dice che non conta chi sia al comando. Ed invece avere una delle più grandi merde della storia mondiale al comando è un macigno sul mondo intero.

Online FatDanny

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #623 il: 02 Giu 2020, 08:30 »
Non ho detto che non conta, ho pure ribadito con un'incisa che conta, ma non è il fattore determinante. Negli usa come in Italia hai avuto più progresso sociale con presidenti repubblicani che democratici. Perché il fattore determinante era il contropotere in campo e non quale parte della borghesia fosse al potere.
Poi, ripeto per essere chiaro, è ovviamente meglio scegliersi il nemico da combattere e quindi un democratico è meglio, sempre che ciò non crei l'illusione smobilitante del "governo amico".

Quindi Trump è uno stupido a soffiare sul fuoco? No, certo che lo fa in modo funzionale al suo progetto. Come sempre accade, l'emersione di un contropotere comporta per reazione l'emersione della parte più retriva del potere (ancient regime, nazifascismi, ecc).
Quindi stiamo buoni per non correre il rischio? Per me no.
Tutto dipende da chi è in campo. Se in campo è un gruppetto politico no (e questo non si capisce del marxismo, che non è quello delle BR: quello è blanquismo, la conquista del potere di un gruppetto di illuminati). Se è in campo il ventre molle della società nemmeno.

Ma se in campo sono in gioco pezzi rilevanti della classe lavoratrice, quelli senza cui questa società non va avanti, si va avanti.
In molti state agitando il fantasma della repressione brutale. Si, ci potrà essere, ma se il movimento resta così largo e unito non c'è repressione che tenga perché questo sistema si basa su chi oggi è in piazza.
Per questo va rispedito al mittente il tentativo peloso di distinguere buoni e cattivi. Manifestanti legittimi e furfanti.
È un modo per dividere la forza dell'unità, che invece è tale proprio grazie alla molteplicità di quelle forme. TUTTE legittime.

Questa è la grande forza del pensiero socialista e del suo progetto sovversivo.
Non eversivo, sovversivo.
L'eversione è la presa violenta del potere da parte di un gruppuscolo, armato o potente. La sovversione è il rovesciamento dei rapporti sociali basato sull'organizzazione politica degli "indispensabili".

Sto seguendo un po' di live su YouTube e un po' di amici di lì mi hanno mandato foto dai cortei. Vedete decine di migliaia di statunitensi che avanza a pugno chiuso prendendosi le strade di Manhattan, Los Angeles e delle downtown di Atlanta, Philadelphia, Washington, Oakland è impressionante.

Davanti ad una roba del genere io non mi metto a giudicare la singola azione. Mi tolgo il cappello e guardo con il piglio di chi ha da imparare qualcosa.

E sui saccheggi: certo, non sono il centro dell'azione politica (ma infatti il vero problema di Trump sono i cortei di massa). Ma si è basata una società sul desiderio di consumo. Oggi quelli a cui è stato negato il suo soddisfacimento si riprendono tutt' chell ch'é o nuost. (Cit).

Online syrinx

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #624 il: 02 Giu 2020, 08:43 »
Ammiro l'ottimismo FD, ma ho più di qualche dubbio.

Vedo una vaga speranza di sovversione con risultati che dire incerti è un eufemismo da una parte, e dall’altra il molto più concreto rischio di repressione con l’ausilio della più a grande macchina da guerra mia creata. E i risultati di quest’ultima roba li abbiamo già visti.

E con questo non sto dicendo che le proteste debbano cambiare né tantomeno smettere. È solo che in un modo nell’altro vedo un baratro per sto paese.

Online FatDanny

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #625 il: 02 Giu 2020, 08:51 »

Vedo una vaga speranza di sovversione con risultati che dire incerti è un eufemismo da una parte, e dall’altra il molto più concreto rischio di repressione con l’ausilio della più a grande macchina da guerra mia creata. E i risultati di quest’ultima roba li abbiamo già visti.


E quando nella storia umana non è stato così?  ;)

Offline RG-Lazio

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #626 il: 02 Giu 2020, 09:42 »
Il Black Panther Party é stato a mio modo di vedere l´unico vero movimento politico afroamericano. Il movimento di Martin Luther King si muoveva sul terreno del riconoscimento all´interno della struttura politica, sociale ed economica bianca, borghese, capitalista che pure aveva generato la segregazione razziale. Non a caso il fatto che ancora oggi ci sono innumerevoli contraddizioni, deriva di fatto dalla vittoria e dall´egemonia della prospettiva di MLK. La prospettiva di Malcom X non mi ha mai convinto del tutto...troppa religione.

Il BPP aveva invece analisi teorica, prassi e prospettiva. Blood in my Eye (Con il sangue agli occhi) di George Jackson resta (per me) uno dei testi di filosofia politica piú interessanti del 900. Per Jackson come del resto per le BPP non c´é liberazione all´interno del sistema produttivo americano. Discriminazione razziale e sfruttamento economico sono strettamente legati e solo la ceduta di entrambe le colonne puó liberare gli oppressi. Si parla di fascismo americano, ma non per descrivere quelle specie di organizzazioni razziste di suprematisti bianchi, quanto piuttosto come strumento teorico per analizzare e spiegare le contraddizioni di un paese liberale e allo stesso tempo razzista, che liberava l´europa dai fascisti e segregava una parte dei suoi cittadini. Ancora oggi a livello teorico sono attuali proprio perché offrono una lente per capire come una democrazia liberale possa
 non solo convivere ma anche fondarsi su strutture sociali, produttive ed istituzionali fasciste. Per capire, perché ancora oggi, il problema non é un fottutissimo poliziotto bianco (sti cazzi, é solo un povero pazzo) ma il sistema.   

Offline Splash

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #627 il: 02 Giu 2020, 10:02 »

Online FatDanny

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #628 il: 02 Giu 2020, 10:03 »
Aggiungerei donne, razza e classe di Davis che è tra i più brillanti testi femministi del secolo scorso.
Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #629 il: 02 Giu 2020, 10:27 »


A Newark il sindaco, nero, figlio del poeta Amiri Baraka, in passato vittima di violenze della polizia...

Il Popolo del blues - di Amiri Baraka, Shake edizioni.
Testo FONDAMENTALE per chi voglia capirci qualcosa di musica afroamericana.
Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #630 il: 02 Giu 2020, 10:33 »

Quindi Trump è uno stupido a soffiare sul fuoco? No, certo che lo fa in modo funzionale al suo progetto. Come sempre accade, l'emersione di un contropotere comporta per reazione l'emersione della parte più retriva del potere (ancient regime, nazifascismi, ecc).

Per me è stupido come la merda e la protesta sta avendo successo grazie molto a lui, infatti è crollato 10 punti sotto Biden nei sondaggi e molti police officers cominciano a parlare apertamente contro di lui accusandolo di mandare al macello agenti giovanissimi per la sua irresponsabilità.
Oramai iniziano a essere tanti i precint che si inginocchiano.

Offline carib

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #631 il: 02 Giu 2020, 11:44 »
Ammiro l'ottimismo FD, ma ho più di qualche dubbio.

Vedo una vaga speranza di sovversione con risultati che dire incerti è un eufemismo da una parte, e dall’altra il molto più concreto rischio di repressione con l’ausilio della più a grande macchina da guerra mia creata. E i risultati di quest’ultima roba li abbiamo già visti.

E con questo non sto dicendo che le proteste debbano cambiare né tantomeno smettere. È solo che in un modo nell’altro vedo un baratro per sto paese.


Sono d'accordo con te. L'umana reazione, l'umanissimo rifiuto di un gesto disumano diventa azione politica costruttiva se dietro c'è un pensiero, un'elaborazione coerente, un concreto rapporto con la realtà. E qui IMHO, detto in estrema sintesi, purtroppo non c'è o c'è solo in parte. Queste manifestazioni sono solo un gesto riflesso che può tramutarsi in suicidio anche se dovessero aver successo. In tal caso vedremo i "vincitori" diventare carnefici a loro volta (Penso alla rivoluzione sandinista e a Daniel Ortega). Perché non è con l'annullamento della controparte provocato dalla rabbia che si ottiene qualcosa di nuovo. La lotta di classe non si fa più con la ghigliottina. Siamo nel 2020, è ora di svecchiare certe convinzioni peraltro simbolo di fallimento totale.
Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #632 il: 02 Giu 2020, 11:54 »
Louisville è sempre stato un crocevia e da due mesi una polveriera, dopo che due mesi fa tre poliziotti hanno assassinato a casa sua Breonna Taylor in circostanze grottesche, non so se ne abbiamo parlato più sopra. Anche in quel caso, dopo la tragedia,  la solita clamorosa opacità da parte della polizia locale. Non capisco perché non approvino una legge domani, istituendo un’area del Federal Bureau alla quale affidare in via esclusiva e immediata la competenza su questi casi, anche quando non si arriva all’omicidio,  visto che si tratta di diritti civili su cui l’FBI ha competenza.
Troppe evidenze passate dimostrano che la polizia locale è troppo spesso gravemente inaffidabile se non proprio marcia dalla testa ai piedi.

E se il motivo fosse che tra i diritti civili e gli equilibri politici su cui si basa il potere delle classi dirigenti si preferisce tutelare questi ultimi?

Torneremmo a quanto rispondevo a LaFonte, non perseguire certe strade, non combattere le cause che producono "svantaggi" E' causa del problema. Non è superficiale mancanza di idee

Offline carib

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #633 il: 02 Giu 2020, 12:01 »
C'è chi combatte "le cause che producono svantaggi" e chi non le vede e/o le nega. Questi ultimi sono parte del problema. Va capito perché non le vedono e/o le negano

Offline Splash

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #634 il: 02 Giu 2020, 12:39 »
LAPD Chief Moore says George Floyd's death on looters' hands as much as officers :


(poi, dopo essere ripreso dal sindaco di LA, ammette di avere detto una cassata)

Offline RG-Lazio

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #635 il: 02 Giu 2020, 13:13 »


Sono d'accordo con te. L'umana reazione, l'umanissimo rifiuto di un gesto disumano diventa azione politica costruttiva se dietro c'è un pensiero, un'elaborazione coerente, un concreto rapporto con la realtà. E qui IMHO, detto in estrema sintesi, purtroppo non c'è o c'è solo in parte. Queste manifestazioni sono solo un gesto riflesso che può tramutarsi in suicidio anche se dovessero aver successo. In tal caso vedremo i "vincitori" diventare carnefici a loro volta (Penso alla rivoluzione sandinista e a Daniel Ortega). Perché non è con l'annullamento della controparte provocato dalla rabbia che si ottiene qualcosa di nuovo. La lotta di classe non si fa più con la ghigliottina. Siamo nel 2020, è ora di svecchiare certe convinzioni peraltro simbolo di fallimento totale.

LA ghiliottina per me é un falso problema. Anche le cosidette rivoluzioni non-violente hanno avuti contraddizioni, tradimenti dell´ideale e in fin dei conti fallimenti nella sostanza.

Potremmo anche usare il paradigma del ciclo delle lotte, dove alla fase della conquista del potere (rivoluzione) subentra istaurazione, guerra per la gestione e infine repressione. Questo paradigma ha il limite di ridimensionare le lotte e soprattutto di non considerare che il nuovo si innesta sul vecchio.

Sul fatto che alcuni governi/sistemi post-rivoluzionari siano peggiori o migliori, analizzerei caso per caso, soprattutto nei paesi-situazioni post-coloniali, assumerei piú punti di vista (e non solo e soltanto quello del blogger ""campione"" della libertá) e prenderei in considerazione anche le condizioni materiali. Tra avere il pane e non averlo...ci sta sempre una grossa grassa differenza.

In merito ai modi del governo. Nel momento post-rivoluzione, la nascente classe dirigente si troverá giocoforza a relazionarsi con le tecniche di governo pre-esistenti, si troverá nella necessitá di confrontarsi con il tema della polizia, delle carceri, della guerra/rivoluzione con altri mezzi...perché la guerra/rivoluzione non finisce mai con la presa del potere.

Quindi lottare serve?? Assolutamente si, perché ogni lotta é uno spostamento marginale o sostanziale delle condizioni di vita. C´é ripetizione ma anche innovazione. Non si sa dove si va a finire, si sa dove si stava...le lotte non possono aspettare le teorie, perché non é mai successo. Anche gli stati nazionali, dopo le rivoluzioni del XVIII e XIX secolo andavano a tentoni. Le teorie non sono allora importanti? Sono importantissime, fondamentali e devono stare nelle lotte, camminare a fianco.
Se da un lato é vero che queste proteste sembrano andare alla rinfusa, vista l´assenza di un soggetto politico di riferimento; dall´altro quale migliore occasione per costituirlo se non partendo dalla condivisione di una lotta concreta.     

Offline carib

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #636 il: 02 Giu 2020, 15:32 »
Certo che lottare serve. Figuriamoci. E se veniamo aggrediti con le armi, con le armi bisogna difendersi.
Ma secondo me dobbiamo ancora trovare un modo di lottare che non finisca, col tempo, per essere speculare alla violenza - fisica e insita nella cultura - di chi opprime, nega diritti fondamentali e si arricchisce sulla pelle dei più deboli.

Offline mr_steed

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #637 il: 02 Giu 2020, 16:40 »
«Siamo indignati, questo Paese non può avere futuro se non risolve questa ferita razziale. Se il costo per dare giustizia a Floyd è un ristorante bruciato, lo sopporto. L’importante è non stare in silenzio».

https://www.ilmessaggero.it/mondo/george_floyd_news_video_los_angeles_bastianich_ristorante_distrutto_ultimissime_2_giugno_2020-5264140.html

Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #638 il: 02 Giu 2020, 19:27 »
Next step .

MasterChef a Pyongyang .

Online FatDanny

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Re:Forze dell'ordine: non è una mela ad essere marcia
« Risposta #639 il: 02 Giu 2020, 21:00 »


Sono d'accordo con te. L'umana reazione, l'umanissimo rifiuto di un gesto disumano diventa azione politica costruttiva se dietro c'è un pensiero, un'elaborazione coerente, un concreto rapporto con la realtà. E qui IMHO, detto in estrema sintesi, purtroppo non c'è o c'è solo in parte. Queste manifestazioni sono solo un gesto riflesso che può tramutarsi in suicidio anche se dovessero aver successo. In tal caso vedremo i "vincitori" diventare carnefici a loro volta (Penso alla rivoluzione sandinista e a Daniel Ortega). Perché non è con l'annullamento della controparte provocato dalla rabbia che si ottiene qualcosa di nuovo. La lotta di classe non si fa più con la ghigliottina. Siamo nel 2020, è ora di svecchiare certe convinzioni peraltro simbolo di fallimento totale.

Io invece temo, personalissima opinione, che questo modo di vedere rimuova il conflitto e le sue implicazioni, soprattutto le più drammatiche.
Ossia, per dirlo in altri modi, riduca il confronto politico ad una battaglia di idee.
Se così fosse paesi in cui si ha un'istruzione pubblica forte e viva dovrebbero essere capi fila del progresso umano, cosa che invece a mio avviso non sono.
Proprio per questo: la lotta di classe è anche una lotta di idee, senza dubbio, ma è soprattutto una lotta di pancia.

Cosa voglio dire? Che senza alcun feticcio della ghigliottina la violenza è storicamente necessaria. Non solo ieri e nemmeno oggi, ma anche nel 5430, ammesso che qualche essere umano allora esista.
Per storicamente necessaria intendo dire che è una caratteristica inaggirabile della storia.
Per violenza non intendo i massacri o i morti, ma l'intrinseca violenza alla base di un qualsiasi cambio di sistema.
Che si parli di età antica e feudalesimo, di feudalesimo e stato liberal/borghese questo passaggio violento è inaggirabile. Violento anche nella Gloriosa rivoluzione inglese.
Violento può essere senza sangue, ma resta violento nella capacità coercitiva che assume.

Senza questa capacità un nuovo sistema non ha modo di imporsi sulla capacità coercitiva del vecchio.
È logicamente, politicamente e storicamente impossibile. Per il semplice fatto che non esercita la forza necessaria a sostituirlo.

Non parlo di annullamento, perché nemmeno il capitalismo ha annullato il feudalesimo o quest'ultimo i rapporti sociali dell'età antica.
Il nuovo sistema diventa prevalente ma restano tracce più o meno marginali delle sedimentazione passate. Sempre.

Possiamo inventarci qualsiasi forma per lottare ma con la "questione del potere" toccherà farci i conti sempre. A meno che non si pensi che basti quello attuale ma organizzato bene, allora è abbastanza chiara la ragione per cui non si ha il bisogno di porselo.
Ad esempio a me se lo stato italiano applicasse la Costituzione alla lettera non andrebbe bene comunque. Tenterei di sovvertire anche uno Stato del genere, per quanto sicuramente preferibile all'odierno.

Per quanto anch'io ritenga alcuni lasciti del pensiero di sinistra assolutamente meritori di critica perché storicamente ancorati a quei tempi (leninismo, partito di avanguardie, gruppi guerriglieri, etc) penso che spesso quando si dice "aggiorniamo" si ha poco chiaro che a certi problemi non siamo arrivati noi nel 2020, sono affrontati da secoli e spesso a certe soluzioni violente si è arrivati proprio sulla base del fallimento di quelle non violente (vedi esempio afroamericano, ma io citerei anche il movimento operaio ottocentesco europeo)
 

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