Governo Meloni

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Offline mr_steed

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2260 il: 22 Ago 2025, 11:23 »
Adriano Pappalardo insulta Meloni dal palco, partono i fischi dal pubblico e lui si pente. La frase-trappola prima di esibirsi

La rabbia della vicesindaca di Fiumicino: «In piazza c'erano famiglie e bambini». Dopo le parole del cantante, c'è stato anche chi è andato via sdegnato. Qualcuno aveva parlato con Pappalardo prima di salire sul palco: che cosa gli aveva detto

https://www.open.online/2025/08/22/adriano-pappalardo-insulti-meloni-concerto-fischi-scuse-video/
Re:Governo Meloni
« Risposta #2261 il: 28 Ago 2025, 15:02 »
Ottimo assist quello di Pappalardo per rinvigorire il vittimismo della Meloni e co. bella...

Offline zorba

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2262 il: 28 Ago 2025, 17:46 »
Ottimo assist quello di Pappalardo per rinvigorire il vittimismo della Meloni e co. bella...

Ma anche quello di https://www.phica.eu/forums/chat/ mica scherza...

 :=)) :=)) :=))

Offline Warp

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2263 il: 04 Set 2025, 10:17 »
Il nuovo ordine mondiale

di Loretta Napoleoni

Mentre a Pechino Xi Jinping celebra con Vladimir Putin e Kim Jong-un gli 80 anni dalla sconfitta del Giappone, evento che chiude definitivamente la Seconda guerra mondiale, nel ricco e ‘democratico’ occidente i mercati voltano le spalle al debito sovrano ed i tassi d’interesse sulle obbligazioni americane, giapponesi, britanniche, francesi e cosi’ via volano verso l’alto. Chi le ha in portafoglio ne riduce l’ammontare e le vende, o meglio le svende sui mercati, chi ha la fortuna di non averle se ne tiene ben lontano ed indirizza i propri investimenti altrove. Intanto, gran parte del fiume di denaro che fuoriesce dal pianeta obbligazioni dello stato occidentale fluisce verso i mercati di acquisto dell’oro, delle cripto e verso i BRICS.

Ecco un’istantanea geopolitica del mondo in cui viviamo e, possibilmente, del futuro che ci aspetta. Allo scetticismo nei confronti della capacità dei cosiddetti ‘stati ricchi’ di pagare i propri debiti stratosferici, anche nel lungo periodo, fa eco il consolidamento dei legami commerciali e strategici tra i BRICS e le nazioni del ‘sud del mondo’. Tra queste, diverse potenze nucleari, vedi Russia, Cina, India, Pachistan e l’emergente Corea del Nord, un blocco, insomma, quello dei BRICS e dei suoi satelliti che appare sempre piu’ solido e coeso. A conferma il body language dei suoi leader in Cina, prima all’incontro della Shanghai Cooperation Organization svoltosi a Tianjin e poi a Pechino durante i festeggiamenti della sconfitta del Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale. Questo tipo d’intimità, fatta di sorrisi, parole bisbigliate all’orecchio, strette di mano e pacche sulle spalle non si vede mai al G7, al contrario la distanza fisica tra i rappresentanti di queste nazioni è spesso glaciale, si pensi solo a Donald Trump che all’ultimo G7 se ne e’ andato in anticipo. I tempi delle manifestazioni di amicizia alla Bush-Blair sono andati. Oggi la spaccatura all’interno dell’occidente è visibilmente palpabile. E si badi bene, la colpa non è di Trump ma della costruzione ormai ‘arcaica’ del blocco occidentale al cui epicentro ci si ostina a collocare l’alleanza nord atlantica mentre l’asse geopolitico del mondo si è spostato a sud del Mondo e nel Pacifico.

Proiettandoci sulle ali dei titoli di stato trentennali alla metà di questo secolo, nel 2055, non è possibile non immaginare un mondo dove il nuovo schieramento ‘suddista’ che ruota intorno ai BRICS, non sia prioritario. Non è bene usare la parola egemone perche’ ricorda troppo il carattere colonizzatore dell’occidente. A tale proposito come non ricordare che trent’anni fa, a metà degli anni Novanta, quando i titoli di stato occidentali erano garanzia di sicurezza a breve come a lungo termine, la Russia era una nazione ad un passo dal diventare uno stato fallito e la Cina era la terra di sfruttamento del capitalismo occidentale. Trent’anni dopo, entrambe queste nazioni sono alla guida di un nuovo ordine mondiale lontano anni luce da quello di Bretton Woods, ma ugualmente potente e decisivo per i prossimi 100 anni.

Prioritario, dunque, e’ l’aggettivo giusto perche’ a livello economico il mondo che i BRICS stanno disegnando sarà gestito da tutte queste nazioni e avrà il suo epicentro nel continente africano. L’Africa, come affermano da tempo i BRICS, ha le risorse sia strategiche, minerarie, alimentari che quelle umane per una rivoluzione industriale guidata dalla tecnologia più avanzata. Gli elementi per un cocktail geopolitico economico-strategico ci sono tutti con la Cina sempre più concentrata sull’innovazione tecnologica, la Russia sull’energia, il Brasile sulle risorse strategiche, il Sud Africa sull’ultimo continente emergente e l’India sul manufatturiero. Se l’operazione avrà successo Nord America ed Europa si troveranno ai margini del nuovo ordine mondiale. Forse gli USA potranno salvarsi se perseguono una politica autarchica di autosufficienza, ma non saranno piu’ ‘centrali’ all’economia mondiale.

Il vero perdente è l’Europa ed a guardare i “possibili futuri” grandi della terra in Cina viene da chiedersi perche’ a casa nostra si stanziano 800 miliardi per riarmare l’EU e difendere una nazione che non ne fa parte per un’assurda paura di essere invasi da una nazione, la Russia, che non ci ha mai dato fastidio ma che Francia e Germania hanno invece tentato, con grande insuccesso, di invadere nel passato. Tutto cio’ avviene mentre in Cina si stanzia la stessa cifra per creare infrastrutture in Africa, una mossa che riprende la politica che la Cina persegue nel continente da trent’anni al fine di garantire l’accesso alle risorse strategiche africane.

Morale: il Vecchio Continente vive nel passato ,il blocco dei BRICS ed i suoi satelliti nel futuro, in mezzo c’e’ il presente, i.e. lo sfilacciamento del modello occidentale.
Re:Governo Meloni
« Risposta #2264 il: 05 Set 2025, 12:53 »
Il nuovo ordine mondiale

di Loretta Napoleoni

Mentre a Pechino Xi Jinping celebra con Vladimir Putin e Kim Jong-un gli 80 anni dalla sconfitta del Giappone, evento che chiude definitivamente la Seconda guerra mondiale, nel ricco e ‘democratico’ occidente i mercati voltano le spalle al debito sovrano ed i tassi d’interesse sulle obbligazioni americane, giapponesi, britanniche, francesi e cosi’ via volano verso l’alto. Chi le ha in portafoglio ne riduce l’ammontare e le vende, o meglio le svende sui mercati, chi ha la fortuna di non averle se ne tiene ben lontano ed indirizza i propri investimenti altrove. Intanto, gran parte del fiume di denaro che fuoriesce dal pianeta obbligazioni dello stato occidentale fluisce verso i mercati di acquisto dell’oro, delle cripto e verso i BRICS.

Ecco un’istantanea geopolitica del mondo in cui viviamo e, possibilmente, del futuro che ci aspetta. Allo scetticismo nei confronti della capacità dei cosiddetti ‘stati ricchi’ di pagare i propri debiti stratosferici, anche nel lungo periodo, fa eco il consolidamento dei legami commerciali e strategici tra i BRICS e le nazioni del ‘sud del mondo’. Tra queste, diverse potenze nucleari, vedi Russia, Cina, India, Pachistan e l’emergente Corea del Nord, un blocco, insomma, quello dei BRICS e dei suoi satelliti che appare sempre piu’ solido e coeso. A conferma il body language dei suoi leader in Cina, prima all’incontro della Shanghai Cooperation Organization svoltosi a Tianjin e poi a Pechino durante i festeggiamenti della sconfitta del Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale. Questo tipo d’intimità, fatta di sorrisi, parole bisbigliate all’orecchio, strette di mano e pacche sulle spalle non si vede mai al G7, al contrario la distanza fisica tra i rappresentanti di queste nazioni è spesso glaciale, si pensi solo a Donald Trump che all’ultimo G7 se ne e’ andato in anticipo. I tempi delle manifestazioni di amicizia alla Bush-Blair sono andati. Oggi la spaccatura all’interno dell’occidente è visibilmente palpabile. E si badi bene, la colpa non è di Trump ma della costruzione ormai ‘arcaica’ del blocco occidentale al cui epicentro ci si ostina a collocare l’alleanza nord atlantica mentre l’asse geopolitico del mondo si è spostato a sud del Mondo e nel Pacifico.

Proiettandoci sulle ali dei titoli di stato trentennali alla metà di questo secolo, nel 2055, non è possibile non immaginare un mondo dove il nuovo schieramento ‘suddista’ che ruota intorno ai BRICS, non sia prioritario. Non è bene usare la parola egemone perche’ ricorda troppo il carattere colonizzatore dell’occidente. A tale proposito come non ricordare che trent’anni fa, a metà degli anni Novanta, quando i titoli di stato occidentali erano garanzia di sicurezza a breve come a lungo termine, la Russia era una nazione ad un passo dal diventare uno stato fallito e la Cina era la terra di sfruttamento del capitalismo occidentale. Trent’anni dopo, entrambe queste nazioni sono alla guida di un nuovo ordine mondiale lontano anni luce da quello di Bretton Woods, ma ugualmente potente e decisivo per i prossimi 100 anni.

Prioritario, dunque, e’ l’aggettivo giusto perche’ a livello economico il mondo che i BRICS stanno disegnando sarà gestito da tutte queste nazioni e avrà il suo epicentro nel continente africano. L’Africa, come affermano da tempo i BRICS, ha le risorse sia strategiche, minerarie, alimentari che quelle umane per una rivoluzione industriale guidata dalla tecnologia più avanzata. Gli elementi per un cocktail geopolitico economico-strategico ci sono tutti con la Cina sempre più concentrata sull’innovazione tecnologica, la Russia sull’energia, il Brasile sulle risorse strategiche, il Sud Africa sull’ultimo continente emergente e l’India sul manufatturiero. Se l’operazione avrà successo Nord America ed Europa si troveranno ai margini del nuovo ordine mondiale. Forse gli USA potranno salvarsi se perseguono una politica autarchica di autosufficienza, ma non saranno piu’ ‘centrali’ all’economia mondiale.

Il vero perdente è l’Europa ed a guardare i “possibili futuri” grandi della terra in Cina viene da chiedersi perche’ a casa nostra si stanziano 800 miliardi per riarmare l’EU e difendere una nazione che non ne fa parte per un’assurda paura di essere invasi da una nazione, la Russia, che non ci ha mai dato fastidio ma che Francia e Germania hanno invece tentato, con grande insuccesso, di invadere nel passato. Tutto cio’ avviene mentre in Cina si stanzia la stessa cifra per creare infrastrutture in Africa, una mossa che riprende la politica che la Cina persegue nel continente da trent’anni al fine di garantire l’accesso alle risorse strategiche africane.

Morale: il Vecchio Continente vive nel passato ,il blocco dei BRICS ed i suoi satelliti nel futuro, in mezzo c’e’ il presente, i.e. lo sfilacciamento del modello occidentale.

Sembra scritto a quattro mani da Xi e dal buon Vlad  :=)) Della Napoleoni ancora mi ricordo l'articolo di circa 15 anni fa in cui dava per certa la fine dell'Euro ed il default dell'Italia :beer:

Tralasciando ciò, trovo molto semplicistica questa sua visione di un passaggio di consegne tra due blocchi uniti e coesi.

Offline Kappa

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http://space.tin.it/scienza/decos
Re:Governo Meloni
« Risposta #2265 il: 05 Set 2025, 18:12 »
Sembra scritto a quattro mani da Xi e dal buon Vlad  :=)) Della Napoleoni ancora mi ricordo l'articolo di circa 15 anni fa in cui dava per certa la fine dell'Euro ed il default dell'Italia :beer:

Tralasciando ciò, trovo molto semplicistica questa sua visione di un passaggio di consegne tra due blocchi uniti e coesi.
Appunto, come se gli interessi di Cina India Russia (e Brasile) non confliggessero. Come se il loro comparto manufatturiero, che li ha tirati fuori dal fango, non fosse tutto al servizio dei mercati europeo ed americano. A parole sono tutti bravi, voglio vederli appena si parlerà dei prossimi contratti di Qualcomm o Foxconn

Offline Warp

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2266 il: 05 Set 2025, 19:56 »
Sembra scritto a quattro mani da Xi e dal buon Vlad  :=)) Della Napoleoni ancora mi ricordo l'articolo di circa 15 anni fa in cui dava per certa la fine dell'Euro ed il default dell'Italia :beer:

Tralasciando ciò, trovo molto semplicistica questa sua visione di un passaggio di consegne tra due blocchi uniti e coesi.

Non ha dato per scontato che certamente avverrà esattamente quanto descritto, ne che avverrà domani mattina. cito: Ecco un’istantanea geopolitica del mondo in cui viviamo e, possibilmente, del futuro che ci aspetta. Allo scetticismo nei confronti della capacità dei cosiddetti ‘stati ricchi’ di pagare i propri debiti stratosferici, anche nel lungo periodo, fa eco il consolidamento dei legami commerciali e strategici tra i BRICS e le nazioni del ‘sud del mondo’. Tra queste, diverse potenze nucleari, vedi Russia, Cina, India, Pachistan e l’emergente Corea del Nord, un blocco, insomma, quello dei BRICS e dei suoi satelliti che appare sempre piu’ solido e coeso.

Appunto, come se gli interessi di Cina India Russia (e Brasile) non confliggessero. Come se il loro comparto manufatturiero, che li ha tirati fuori dal fango, non fosse tutto al servizio dei mercati europeo ed americano. A parole sono tutti bravi, voglio vederli appena si parlerà dei prossimi contratti di Qualcomm o Foxconn

la cina non ha quasi più bisogno di vendere paccottiglia in europa. il modello di business temu e alibaba si sta lentamente estinguendo. I cinesi stanno investendo forte nella alta tecnologia, si preparano a dominare il mondo delle auto grazie al rapporto qualità-prezzo, al design moderno e alle tecnologie avanzate oltre che a batterie eccellenti. E questo è solo uno degli esempi.
Non vedo questi interessi confliggenti nelle economie che citi almeno più di quante ce le possano essere tra francia e germania per dire.
Agli americani conviene continuare a fare hardware in cina se non vogliono vendere il prossimo iphone a 5000 euro per ripagarsi la rilocalizzazione in us e i costi. Penso convenga piu a loro che ai cinesi restare in cina.
Io invece penso che la Napoleoni (e molti altri insieme a lei che dicono la stessa cosa) abbia ragione. L'europa è un continente vecchio, senza energia (se non vogliamo metterci a costruire centrali nucleari a nastro) praticamente deindustrializzato che vive sostanzialmente di finanza e servizi nei suoi paesi ricchi e di lavoro a basso costo e redditi bassi nei paesi della cintura sud e est. E sfido chiunque a ipotizzare che tra 30 anni l'europa sarà ricca come oggi e quindi in grado di ripagare i debiti che sta facendo.
Se non ci liberiamo di questo senso di civiltà superiore che si ha nei confronti di asia e africa finiremo male male male. Teoricamente saremmo anche in tempo ancora ad accordarci con loro.

Offline Kappa

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2267 il: 05 Set 2025, 20:02 »

Io invece penso che la Napoleoni (e molti altri insieme a lei che dicono la stessa cosa) abbia ragione. L'europa è un continente vecchio, senza energia (se non vogliamo metterci a costruire centrali nucleari a nastro) praticamente deindustrializzato che vive sostanzialmente di finanza e servizi nei suoi paesi ricchi e di lavoro a basso costo e redditi bassi nei paesi della cintura sud e est. E sfido chiunque a ipotizzare che tra 30 anni l'europa sarà ricca come oggi e quindi in grado di ripagare i debiti che sta facendo.
Se non ci liberiamo di questo senso di civiltà superiore che si ha nei confronti di asia e africa finiremo male male male. Teoricamente saremmo anche in tempo ancora ad accordarci con loro.
In prospettiva potresti avere anche ragione, anche se dai troppa importanza al settore manifatturiero, dove invece sono servizi e finanza, quelli che fanno girare le economie. Il mio punto è un altro: tutta questa fratellanza tra India Cina e Russia è tutta di facciata, sono in competizione feroce più delle nazioni occidentali.

Offline Warp

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2268 il: 05 Set 2025, 20:19 »
In prospettiva potresti avere anche ragione, anche se dai troppa importanza al settore manifatturiero, dove invece sono servizi e finanza, quelli che fanno girare le economie. Il mio punto è un altro: tutta questa fratellanza tra India Cina e Russia è tutta di facciata, sono in competizione feroce più delle nazioni occidentali.
questo non lo so se sia facciata o comune voglia di sganciarsi dal sistema del dollaro. Io penso che ci sia la sincera voglia di sganciarsi da un sistema ormai tossico che applica sanzioni unilaterali, che sequestra beni di stato a suo piacimento e che sta destabilizzando l'economia globale. Quanto successo alla russia potrebbe succedere domani ai cinesi per qualsiasi tiramento di trump o di qualche chihuahua europeo, agli indiani che non vogliono comprare il petrolio americano a 5 volte il prezzo di quello russo o ai brasiliani che vogliono processare bolsonaro.

la finanza fa girare l'economia finchè sei attrattivo per i mercati, nel momento che cominci a zoppicare, che vai in difficoltà i mercati ti salutano e vanno altrove.
vedremo.

Offline Warp

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2269 il: 06 Set 2025, 09:43 »
Pino Arlacchi - Reorient, il nuovo cuore del mondo

Allarmistica e faziosa. Così m’è apparsa l’attenzione che i media italiani hanno riservato al meeting della Shanghai cooperation organization (Sco) tenutosi in Cina nei giorni scorsi.

Allarmistica perché non c’era alcun pericolo in vista. La Sco esiste da quasi trent’anni. È una presenza tranquilla, ben nota chiunque mastichi un po’ di politica estera, e solo degli occidentalisti faziosi potevano dipingerla come una specie di sinistra macchinazione di Cina e Russia contro l’Occidente.

Ma riflettiamo su ciò che la Sco rappresenta sullo sfondo della grande storia: quest’associazione è l’espressione di un mega trend epocale: il ReOrient. Movimento parallelo, quasi ortogonale rispetto al più noto mega trend del Grande Sud che si riflette nei Brics.

La Sco è formata solo da paesi eurasiatici e si sviluppa lungo l’ isola-mondo che va dall’Atlantico al Pacifico e all’Oceano indiano. Parliamo di un corridoio terrestre che parte dalla Cina e raggiunge le coste della penisola iberica e del Mediterraneo attraverso la Via della Seta, che è stata per secoli la strada maestra tra le grandi civiltà dell’Eurasia. I paesi della Sco sono gli attori di una silenziosa “grande riconnessione euroasiatica”, un asse strategico che collega Turchia, Iran, Russia, Cina, India e paesi centro-asiatici. Temporaneamente offuscato dallo scontro tra la Russia e l’Unione europea via Ucraina, quest’asse rappresenta una potente forza connettiva del tessuto economico e politico del mondo.

Si sta formando sottotraccia una nuova costellazione di potenze che stanno riportando il continente eurasiatico al centro della storia universale. Una centralità di tipo terrestre, che è stata la norma prima dell’ascesa dell’egemonia marittima occidentale. È il ritorno della normalità storica, quella secondo cui le reti commerciali e culturali che attraversano l’Eurasia costituiscono la spina dorsale del mondo conosciuto. È una trasformazione che va ben oltre il semplice riassetto economico: È il risveglio del “Cuore del mondo”, come lo definì il geografo Halford Mackinder oltre un secolo fa. Con la differenza che si tratta di un cuore che batte assieme ad altri cuori, che vengono chiamati “poli” e che formano quello che viene chiamato, appunto, il nuovo ordine mondiale multipolare.

Per comprendere la portata di tale immenso processo, dobbiamo viaggiare indietro nel tempo, quando le carovane attraversavano i deserti dell’Asia Centrale cariche di seta cinese, spezie indiane e oro persiano. La Via della Seta non era solo una rotta commerciale, ma l’arteria di una connessione che permetteva alle idee, alle tecnologie e alle culture di fluire attraverso il continente più vasto del pianeta.

Marco Polo non raccontò soltanto le meraviglie d’Oriente, ma un mondo in cui Venezia, Costantinopoli, Samarcanda, Kashgar e Pechino erano parte di un unico, gigantesco reticolo: le città lungo queste rotte prosperavano come nodi d’una enorme rete che abbracciava le terre comprese tra tre oceani.

Questo sistema raggiunge il suo apogeo durante il XIII e XIV secolo, quando l’Impero mongolo crea la più grande zona di libera circolazione della storia umana. Sotto la Pax Mongolica, un mercante poteva viaggiare dall’Armenia a Canton con un unico documento di viaggio, un proto-passaporto chiamato gerege, protetto dalla sovranità dell’imperatore, senza bisogno di una scorta armata permanente, e utilizzando solo poche monete in gran parte del percorso. La prima globalizzazione fu euroasiatica.

Ma poi arriva il XV secolo, e con esso la rivoluzione marittima europea. Quando Vasco da Gama doppia il Capo di Buona Speranza nel 1498, non sta solo aprendo una nuova rotta verso le Indie: sta inaugurando un’era in cui il controllo degli oceani diventerà più importante del controllo delle rotte terrestri. Le potenze marittime europee iniziano a bypassare le antiche rotte continentali, impoverendo le città che per secoli erano state i gioielli dell’Eurasia.

Le rotte carovaniere si prosciugano, e con esse si spegne la centralità dell’Eurasia. Fino al XX secolo, il mondo vive sotto l’egemonia delle potenze marittime. Prima gli imperi europei, poi gli Usa costruiscono la loro supremazia sulla capacità di controllare le rotte oceaniche e di collegare continenti separati dai mari. Occorreva anche impedire che il cuore continentale spezzato tentasse di riunificarsi.

Questa strategia raggiunge la sua massima espressione con la Guerra Fredda, quando l’Occidente costruisce una catena di basi navali e alleanze che circondano Urss e Cina comunista. Dalla Corea del Sud al Giappone, dalle Filippine alla Turchia, dalla Germania Occidentale alla Norvegia, si crea un cordone sanitario marittimo che separa le potenze continentali dall’accesso libero agli oceani.

Ma già in questo periodo iniziano a germogliare i semi della futura riconnessione. La costruzione della Ferrovia Transiberiana alla fine del XIX secolo rappresenta il primo tentativo di ricreare una grande arteria continentale. Con l’apertura di Deng Xiaoping anche Pechino inizia a guardare nuovamente verso Ovest.

Il crollo dell’Urss nel 1991 segna l’inizio di una nuova fase. Le Repubbliche dell’Asia Centrale si ritrovano indipendenti. Questi paesi, ricchi di risorse energetiche ma privi di sbocchi al mare, iniziano a guardare in tutte le direzioni: verso la Russia per i legami storici, verso la Cina per le opportunità economiche, verso l’Iran e la Turchia per i legami culturali e religiosi.

È in questo momento che nascono le prime istituzioni della nuova integrazione euroasiatica. Ed è la Cina a dare la spinta decisiva verso la riconnessione continentale con la creazione nel 2013 della “Nuova Via della Seta”, che insieme alla “Via della Seta Marittima del XXI secolo” formerà la Belt and Road Initiative (BRI): una visione geopolitica che mira a ricreare, con i mezzi del XXI secolo, l’antica interconnessione euroasiatica. Un invito al Reorient, come avrebbe detto l’amico André Gunder Frank.

Questa integrazione bicontinentale procede a passo spedito e si caratterizza per la sua natura reticolare piuttosto che gerarchica. A differenza del sistema bipolare della Guerra Fredda o di quello unipolare del post-1991, l’Eurasia che sta emergendo è multipolare e multicentrica. Pechino ne è il motore economico principale, ma Mosca mantiene un ruolo chiave nel settore energetico e della sicurezza. L’Iran controlla snodi geografici cruciali, mentre la Turchia offre il collegamento con l’Europa e il Medio Oriente.

La riconnessione euroasiatica non è priva di ostacoli. India e Cina, Pakistan e India, continuano la loro rivalità, Russia e Turchia competono in diversi teatri regionali, al pari dell’Iran e dell’Arabia Saudita. Le differenze culturali e religiose rappresentano un’altra sfida. L’Eurasia è un mosaico di civiltà: ortodossa, islamica, confuciana, buddista, induista. Creare istituzioni comuni che rispettino questa diversità richiede uno sforzo rilevante.

Infine, la pressione occidentale per contenere e minimizzare tale integrazione rimane forte. Sanzioni, controlli sulle esportazioni tecnologiche, sostegno ai movimenti antigovernativi sotto forma di incentivi a rivoluzioni dai diversi colori sono tutti strumenti utilizzati per rallentare il ReOrient.

La grande riconnessione euroasiatica non rappresenta necessariamente una minaccia per l’Occidente ma, sommata alla riscossa del Grande Sud e alla rinascita della Cina, segna di certo la fine dell’epoca dell’assoluto dominio euro-americano.

La storia è una successione di sfide e risposte. L’Occidente deve trovare ora il modo di adattarsi a un mondo in cui l’Eurasia torna a essere uno dei centri di gravitazione fondamentali della civiltà umana. In questo nuovo mondo, l’Europa potrebbe ritrovare il ruolo naturale non come periferia occidentale dell’Atlantico, ma penisola occidentale dell’Eurasia. Gli Usa stanno già ripensando il loro in un contesto in cui il controllo degli oceani, pur rimanendo importante, non garantisce più l’egemonia mondiale.

La storia, dopo una pausa di cinque secoli, sta tornando alla sua norma millenaria: l’Eurasia, il territorio fisico come connessione piuttosto che barriera, la cooperazione continentale come chiave della prosperità. Marco Polo, se potesse risvegliarsi oggi, riconoscerebbe probabilmente questo mondo più di quanto non avrebbe riconosciuto quello del XX secolo.
 
* Il Fatto Quotidiano | 5 settembre 2025
Re:Governo Meloni
« Risposta #2270 il: 21 Set 2025, 22:33 »
Oggi la Meloni ospite su domenica in (si, proprio lei che non riesce a trovare il tempo per fare una conferenza stampa con tutti i giornalisti e non solo con quelli compiacenti).
Scoppia la polemica.
Ma cosa pensava la stessa Meloni a parti invertite...

Online sharp

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2271 il: 22 Set 2025, 23:49 »
ma è vera sta cosa ???

https://askanews.it/2025/09/22/kirk-domani-alle-14-commemorazione-in-aula-camera/

non hanno mai voluto fare mezzo secondo di silenzio su un genocidio con 60mila morti,
ed ora commemorano uno che il 95% di loro non conosceva (e spero per loro manco sanno quello che asseriva cose da ribrezzo ad essere buoni) ora non gioisco che sia morto, primo perchè di gente del genere purtroppo ne è pieno il mondo, e secondo perchè fortunatamente stando in due continenti diversi sulle mie incazzature influiva meno di niente, ma col cazzo che l'hanno fatto quando un pazzo abortista ha ucciso una deputata americana ed il marito, e con questo dimostrano chiaramente di voler cavalcare la tigre dell'odio e della violenza che secondo loro in Italia porta avanti la sinistra (Italia paese che, almeno fino ad oggi ha avuto una dittatura fascista con massacri leggi razziali e chi più ne ha più ne metta) dove la violenza politica , che c'è stata negli anni 70/80 da entrambe le parti, aveva però da quella nera una vera strategia stragista, non si colpiva il singolo (non dico fosse giusto o sbagliato) si colpiva proprio nel mucchio con bombe per fare stragi, per portare il paese verso una sorta di colpo di stato, ed ora i nipotini di quella gente parla di violenza politica che proviene da una sola parte

Offline mr_steed

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10017
Re:Governo Meloni
« Risposta #2272 il: 23 Set 2025, 00:47 »
ma è vera sta cosa ???

https://askanews.it/2025/09/22/kirk-domani-alle-14-commemorazione-in-aula-camera/

non hanno mai voluto fare mezzo secondo di silenzio su un genocidio con 60mila morti,
ed ora commemorano uno che il 95% di loro non conosceva (e spero per loro manco sanno quello che asseriva cose da ribrezzo ad essere buoni) ora non gioisco che sia morto, primo perchè di gente del genere purtroppo ne è pieno il mondo, e secondo perchè fortunatamente stando in due continenti diversi sulle mie incazzature influiva meno di niente, ma col cazzo che l'hanno fatto quando un pazzo abortista ha ucciso una deputata americana ed il marito, e con questo dimostrano chiaramente di voler cavalcare la tigre dell'odio e della violenza che secondo loro in Italia porta avanti la sinistra (Italia paese che, almeno fino ad oggi ha avuto una dittatura fascista con massacri leggi razziali e chi più ne ha più ne metta) dove la violenza politica , che c'è stata negli anni 70/80 da entrambe le parti, aveva però da quella nera una vera strategia stragista, non si colpiva il singolo (non dico fosse giusto o sbagliato) si colpiva proprio nel mucchio con bombe per fare stragi, per portare il paese verso una sorta di colpo di stato, ed ora i nipotini di quella gente parla di violenza politica che proviene da una sola parte

in realtà a volte colpivano anche il singolo: walter rossi, valerio verbano... per citare solo i più noti

Online sharp

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28789
Re:Governo Meloni
« Risposta #2273 il: 23 Set 2025, 21:13 »
si lo so , intendevo che delle due violenze una aveva singoli obiettivi (non entro nel merito perchè ci sarebbe un mondo e in questo caso non ci porterebbe a nulla), l'altra anche (specialmente nello spontaneismo di estrema destra), ma direi soprattutto, aveva l'obiettivo di fare le stragi finalizzate appunto ad una reazione volta ad una reazione autoritaria/golpista di apparati statali preimpostati per questo (la famosa strategia della tensione)

Offline Warp

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2274 il: 24 Set 2025, 08:23 »
La retromarcia su Gaza
Di Marco Travaglio

Siamo così malmessi che, quando qualcuno dice che Giorgia Meloni è rimasta fascista, la prima tentazione è rispondergli con un paradossale “Magari!”. La destra missina in cui la nostra premier iniziò a fare politica nel 1992 dopo la strage di via D’Amelio aveva tutti i difetti che sappiamo, ma anche alcuni pregi che potrebbero tornarci molto utili oggi: era sociale, quindi mai avrebbe abolito il Reddito di cittadinanza e obbedito ai tecnocrati di Bruxelles; era legalitaria, altrimenti Borsellino non l’avrebbe frequentata in gioventù, quindi mai avrebbe nominato Nordio ministro della Giustizia e votato le sue schiforme della giustizia fino alla separazione delle carriere (che Borsellino aborriva); e in politica estera era multipolare, tendenzialmente antiamericana, filoaraba e più sensibile ai venti dell’Est che a quelli dell’Ovest, quindi mai si sarebbe sdraiata sugli Usa di Biden e di Trump (come se non fossero in antitesi), sullo sterminatore Netanyahu, sulle politiche guerrafondaie e russofobe della Nato e dell’Ue. Purtroppo, appena giunta a Palazzo Chigi, anziché liberarsi dei tanti difetti, ha gettato a mare i pochi pregi.

Nel 2009 la Meloni, ministra della Gioventù del governo B. 4, si reca in visita a Betlemme per portare solidarietà ai giovani palestinesi, firma un protocollo col rettore dell’Università per finanziare con 200 mila euro progetti di microcredito e cita papa Giovanni Paolo II: “Più ponti e meno muri”. Nel 2014 Netanyahu attacca Gaza per colpire Hamas, ma fa 2.200 vittime civili. E la Meloni twitta: “Un’altra strage di bambini a Gaza. Nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti. Israele e Palestina, due popoli due Stati”. Nel 2015 la Meloni firma una mozione parlamentare di FdI con Rampelli, La Russa, Cirielli e altri per chiedere al governo Renzi di riconoscere lo Stato palestinese e condannare l’espansione delle colonie israeliane in Cisgiordania. E quando il Parlamento a maggioranza renziana gliela boccia, tiene il punto: “Fratelli d’Italia crede da sempre alla soluzione ‘due popoli, due Stati’”. Nel 2020 Trump sposta l’ambasciata Usa in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme: Salvini propone che anche l’Italia riconosca Gerusalemme capitale d’Israele, ma la Meloni si dissocia: “Quel gesto rischia di esasperare la tensione in una regione già fragile”. Oggi, per compiacere Trump, dice che riconoscere lo Stato palestinese è un atto “controproducente” e “prematuro”. “Controproducente” già non si può sentire: al massimo è inutile, perché puramente simbolico e autoassolutorio: per fare qualcosa di utile l’Italia, terzo esportatore di armi a Israele, dovrebbe smetterla. Ma in che senso un atto che era tempestivo e doveroso nel 2015 diventa “prematuro” nel 2025?

Offline Slasher89

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2275 il: 24 Set 2025, 08:33 »
Gli Stati Uniti stanno andando totalmente fuori controllo, credo che se ne stiano accorgendo anche gli americanisti più accaniti.

Lo show di ieri alle Nazioni Unite è da mettersi a piangere.

Offline zorba

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13026
Re:Governo Meloni
« Risposta #2276 il: 24 Set 2025, 12:35 »
Gli Stati Uniti stanno andando totalmente fuori controllo, credo che se ne stiano accorgendo anche gli americanisti più accaniti.

Lo show di ieri alle Nazioni Unite è da mettersi a piangere.

Più che gli Stati Uniti tout court direi colui il quale, purtroppo, ha in questo momento potere decisionale pressoché assoluto.

Mi pare che movimenti antigovernativi, comunque, si stiano manifestando anche nel presunto eldorado a stelle e strisce.

Re:Governo Meloni
« Risposta #2277 il: 27 Set 2025, 14:43 »
Mi pare di aver letto che in Argentina la rivoluzione liberale del caro amichetto della Giorgina nazionale (ossia quel fenomeno di Milei) sta avendo qualche giro a vuoto.
Qualcuno sa dare qualche dettaglio in più?

Offline mr_steed

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Re:Governo Meloni
« Risposta #2278 il: 27 Set 2025, 15:01 »
Mi pare di aver letto che in Argentina la rivoluzione liberale del caro amichetto della Giorgina nazionale (ossia quel fenomeno di Milei) sta avendo qualche giro a vuoto.
Qualcuno sa dare qualche dettaglio in più?

stava per collassare ma pare sia arrivato un sostanzioso contributo dagli stati uniti trumpiani per "tenerlo a galla" e cercare di invertire la rotta alle prossime elezioni... avevo letto un articolo ma ora non lo ritrovo
Re:Governo Meloni
« Risposta #2279 il: 29 Set 2025, 18:14 »
stava per collassare ma pare sia arrivato un sostanzioso contributo dagli stati uniti trumpiani per "tenerlo a galla" e cercare di invertire la rotta alle prossime elezioni... avevo letto un articolo ma ora non lo ritrovo

Si anch'io stavo spulciando diversi articoli in merito e al di là della notizia sull'intervento di supporto di Trump leggevo opinioni contrastanti sul percorso fin qui fatto (anche se alcune critiche le ho lette anche da Boldrin, che invece inizialmente era un suo sostenitore più o meno accanito).

Intanto come era prevedibile nelle Marche viene il centrodestra con il governatore uscente Acquaroli che viene confermato. Sconfitto lo sfidante Ricci. Imho risultato abbastanza prevedibile e scontato per una serie di motivi.
 

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