guarda kelly che, come suppone Sobolev, la logica non è opposta in questo caso, tanto da doverci far venire i dubbi.
La logica, anche in questo caso, è legata al profitto, anche senza dover citare le aziende farmaceutiche.
Come giustamente dice Federico la priorità è scampare un altro lockdown o anche solo altre chiusure rigide e quindi la prima necessità è vaccinarsi tutti.
Ma questo non significa che tale scopo non possa convergere anche con una necessità di altro tipo, di interesse collettivo.
Anche le politiche a favore della natalità sono politiche volte al profitto, perché garantiscono il turnover della forza lavoro.
Anche le politiche sanitarie più in generale sono politiche volte al mantenimento operativo della forza lavoro, affinché non si ammali.
Più in generale tutte le funzioni legate alla riproduzione sociale hanno questo scopo, tanto è vero che per semplificare la cosa si sono affibiate un paio di secoli fa ad un genere specifico in un'ottica di efficienza e risparmio economico, addirittura convincendo le generazioni successive della fandonia che la donna "è sempre stata a casa" (quando basterebbe vedere la divisione del lavoro standard nel medioevo per rendersi conto che è una cazzata).
Detto questo non è che per andare contro il profitto possiamo sperare che la forza lavoro si ammali così cala la produttività.
O che non nascano più bambini così massimo vent'anni e si fottono.
Il terreno della riproduzione, a differenza di quello produttivo, è molto più insidioso perché gli interessi non sono chiaramente divergenti. Non solo perché, come detto, a volte convergono ma perché si intrecciano ad affetti, bisogni primari, sedimentazioni culturali.
Quindi SI, perseguono ancora una volta il profitto.
Tuttavia in questo caso le strategie di sopravvivenza della forza lavoro tenderei a vederle come un qualcosa che ci da un aiutino pure a noi.