Certo, come no, c'avevo la tessera, della Bolognina.
Ma che vuol dire che " l’indefinitezza di queste forme a costituirne il collante, anche la cosiddetta “apartiticità” non è quella di chi non va a votare ma quella di chi rifiuta programmaticamente dei tratti identitari."?
Non è che siccome non riesci a capire le trasformazioni sociali e culturali ( intese come egemonia ) le devi per forza etichettare per farle rientrare in uno schema predefinito.
Io sarò pure nuovista (che suona malissimo già per l'assonanza coi prefissi ordine e forza, ma vabbè) ma cavolo, lo sappiamo bene che la working class e la middle class si sono frantumate, ma non è solo la composizione di classe il problema: il problema sono i linguaggi, i medium, la trasversalità di certi "sentimenti" rispetto al potere.
Questo automatismo secondo il quale la sfiducia, la diffidenza verso lo stato deve essere per forza assimilabile all'egoismo sociale, all'individualismo neoliberista, al rifiuto di sentirsi parte della comunità ( come se ci fosse realmente una comunità ) è una cosa rigida, schematica.
Siccome non sono come li vorremmo noi allora sono nemici.
"il rifiuto programmatico dei tratti identitari": ma che ne sai te, come fai a dirlo?
Non gli sfiora il pensiero che probabilmente per questi soggetti non c'è nessuno con cui identificarsi, perchè il giochetto identitario è una delle armi con cui da tempo ti fregano.
Vai in piazza perchè non sei d'accordo col green pass, o col vaccino.
Non hai esperienza politica e ti mettono i fasci a fare le scorribande: certo il problema è anche tuo, ma se poi il potere gli fa fare i film e poi li trasmette per giorni a reti unificate, e poi le piazze dei sindacati piene in pieno identitarismo antifascista (secondo te le ritroveremo così piene a lottare contro la fornero-bis?) e di quello che in piazza portavi tu nessuno ha detto nulla, è caduto così.
E se sono middle class è automatico che siano di destra, e se sono operai sono operai che sbagliano.
Ed è ineluttabile che diventino i nuovi cowboys trumpiani, pilotati da monsignor Viganò o da Steve Bannon, o da qualche altra entità folgorato-sovranista.
Ma invece, così, per curiosità, qualcuno ci ha mai provato a parlà co questi?
Ad ascoltarli veramente?
hai un modo tutto tuo di leggere le analisi politiche.
la cosa bella è che prima chiedi che voglia dire il passaggio sull'identità, ma subito dopo lo giustifichi chiaramente spiegando tu stesso perché le identità oggi vengono rifiutate (non c'è nessuno con cui identificarti, ti fregano). Dunque prima dici "che ne sa lui", ma poi dopo non solo confermi che ne sa, ma spieghi pure il perché.
in realtà il problema non è affatto non capire l'egemonia all'interno delle trasformazioni, ma proprio capirla e spiegarla. Il problema è che quella spiegazione non ti piace, non che sia assente.
Parli di schemi predefiniti ma in realtà ciò che Bologna sta dicendo non è che siano tutti fascisti o trumpiani. Ma spiega perché in questa composizione quei soggetti hanno facilità egemonica e tu no.
Non è che siccome so' middle class allora automaticamente so' di destra, questo non c'è scritto e sei tu a semplificare. Dice invece che dentro quella composizione frammentata è un'indirizzo di destra a prevalere proprio per le parole d'ordine che si dà.
Potrebbe essere diversamente? Certo, ma così non è.
In altri processi - vedi i gilet gialli - composizione oggettiva molto simile, le cose sono andate diversamente.
Tralascio il "parlare con loro" come se ciò fosse possibile su un piano concreto individuale.
In un processo di soggettivazione non c'è un loro finché non emerge un soggetto (o dei leader).
Non è che se parli co singole persone che vanno in piazza stai parlando con "loro".
Quindi parlare con loro significa confrontarsi con le loro principali parole d'ordine, perché sono quelle, ad oggi, a definire il "loro", ciò che li porta in piazza.
Questo non è schematismo, sono le misure minime di analisi dei fenomeni sociali, sennò vale tutto.
Sennò finisci a pensare che parli con uno in piazza di sinistra radicale e in base a quel che dice lui puoi trarre un'indicazione su cosa sia quel fenomeno.
Tu non ce l'hai con lo schematismo, tu ce l'hai con un'analisi rigorosa del fenomeno perché ti smentirebbe. E dunque la accusi di schematismo per il semplice fatto che non te piace lo schema che ne emerge e suggerisci un'alternativa caciarona in cui non si indicano le prevalenti, ma si giustifica il fenomeno attraverso alcuni caratteri marginali (presenti come in qualsiasi fenomeno complesso) a cui tu ti aggrappi.
è come se io sostenitore del PD per smentire che il PD è un partito di establishment ti trovo i tre-quattro deputati vicini alle vertenze lavorative che si smazzano per sostenerle.
Questi esistono, ma non smentiscono la prevalente. Dire che l'analisi sul PD è sbagliata perché esistono questi è sbagliato.
Che poi è esattamente quel che fanno alcuni sostenitori del PD.
Ti invito a pensare che questo modo di porsi finisce semplicemente per rifiutare una possibilità di lettura generale. Non aiuta a capire, aiuta solo la vulgata per cui non è possibile trovare indicazioni perché "tutto è complesso" e "le chiavi interpretative sono inadeguate".