Manahel al-Otaibi, istruttrice di fitness e molto attiva sui social media, è in carcere da 10 mesi per aver pubblicato una serie di tweet con hashtag riferiti a tematiche femministe e per non aver indossato correttamente l’abaya.
Segnalato dall’organizzazione non governativa ALQST for Human Rights, è l’ennesimo caso di persecuzione dell’espressione online delle proprie opinioni da parte delle autorità nazionali: una recrudescenza repressiva che l’anno scorso ha determinato una serie di condanne a decenni di carcere e, quest’anno, una condanna a morte.
Arrestata il 16 novembre 2022, Manahel al-Otaibi è accusata di aver violato la Legge sui reati informatici per aver “pubblicato commenti contrari alla legislazione sulle donne, come ad esempio sul sistema del tutore maschile e sulle norme sul velo”, aver “condiviso hasthtag che si oppongono a tali norme” e “diffuso su Snapchat fotografie e video in abiti indecenti, compreso un video in cui entra nei negozi senza l’abaya”.
Il 26 luglio avrebbe dovuto svolgersi la prima udienza del processo presso il Tribunale antiterrorismo, ma è stata annullata senza che sia stata fissata una nuova data.
La donna si trova nella prigione di Malaz, nella capitale saudita Riad. Dalla fine di agosto è in cella d’isolamento, priva di aria condizionata.
Che brutta storia eh. E in effetti è colpa della religione della sottomissione.
Ma come mai l'Arabia Saudita è alleata degli americani, e, con gli accordi di Abramo (mai sottoscritti a causa del 7 ottobre ma di fatto in essere) degli israeliani?
E lo stesso si potrebbe dire del corrottissimo regime egiziano, di fatto una dittatura militare feroce, che prende i soldi dai soci Israele/USA e tiene buoni i sudditi.
Ricapitolando: i musulmani non vanno bene solo se rompono il cazzo a Israele e al progetto di pulizia etnica totale della Palestina.
Se invece si fanno i cazzi loro ci si fa affari e tante strette di mano.
Poi se frustano le donne, le incarcerano, mettono a morte i gay e tante altre amenità oh sticazzi.