Guerra in Medio Oriente

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Offline anderz

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #40 il: 01 Dic 2016, 14:17 »
La battaglia di Aleppo sembra essere arrivata alla sua fase finale dono 4 anni e mezzo di assedio e bombardamenti. Con la vittoria del regime, che ha ripreso il controllo della parte settentrionale dell città dopo aver respinto le offensive ribelli delle scorse settimane, Assad e Putin fanno un passo decisivo (e lo fanno in un momento non casuale, con la Casa Bianca in piena transizione) verso una vittoria militare nel nord del Paese, nonostante ci siano enormi incertezze soprattutto al confine con la Turchia, ma su questo ci ritorno dopo.
A nord di Raqqa le forze democratiche siriane, al cui interno la componente curda è maggioritaria, continuano una lenta offensiva verso la capitale dello stato islamico col supporto degli americani e, anche in questo caso, non si sa quali siano i piani di Trump circa il supporto statunitense a gruppi come YPG, causa del deterioramento senza precedenti delle relazioni tra USA e Turchia.
Proprio Erdogan, il cui esercito sta penetrando in profondità nella provincia di Aleppo ed è in procinto di strappare a Daesh la città di Al Bab, martedì ha fatto delle dichiarazioni gravissime, dicendo che le forze armate turche sono in Siria per rovesciare Bashar Al Assad; nei giorni scorsi ci sarebbero stati, sempre secondo Erdogan, i primi morti turchi per mano dei lealisti. Si riapre quindi la tensione tra Mosca e Ankara dopo il disgelo di qualche mese fa.

Come dissi mesi fa lo Stato Islamico è funzionale a tutti gli schieramenti ed è il motivo con cui tutte le potenze straniere hanno giustificato la propria presenza militare nella regione. Quello che mi preoccupa è cosa accadrà dopo la sua caduta definitiva; e me sembra che stiamo trovando di fronte ad un albero dalle radici marce che avrebbe bisogno di una leggera pressione per crollare ma si continua a tergiversare perché il dopo potrebbe essere anche peggio.
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #41 il: 02 Dic 2016, 17:29 »
Imho Anderz, e spero di sbagliarmi, assad e putin hanno già accordi con la turchia che "vendono" i curdi dell'ypg e i sacrifici da questi fatti finora in cambio del mantenimento di assad sotto egida russo/iraniana.
l'iraq non avanzerà oltre non ha ne la forza ne la volontà di farlo.
E temo che in tutto questo a perderci siano popolazioni che veramente hanno pagato un tributo di sangue altissimo per essere finalmente liberi.
La situazione è tristissima e veramente inquietante, per i curdi si prospetta uno scenario "balcanico", soli contro tutti...

l'occidente tutto, in siria, ha fatto UNA FIGURA DI M***A, nel tenere i piedi in due staffe, sponsorizzare tagliagole e fare da sponda ai turchi che sostenevano l'is fino all'altro ieri.
Questa è più grave di mossedeq, più grave della storia iran-contras, in un certo senso pure peggiore della guerra del 2003.
putin ha bruciato miliardi nell'idea di rinforzare la propria credibilità internazionale, però ha fratturato il sistema di contenimento nato che si imperniava su una turchia filo-usa in funzione anti-iran e anti-russa.
l'iran impegna hezbollah, consolida la sua influenza su iraq e siria e isola la turchia.

tu guarda se ora non salta l'accordo con l'iran come contrappeso....  :s
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #42 il: 11 Dic 2016, 12:34 »
Articolo di Bruno Guigue, alto funzionario e saggista francese:

In Siria è finita la festa per i ciarlatani
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #43 il: 11 Dic 2016, 13:25 »
riprendo da topic sulle elezioni usa: la nomina di rex tillerson segretario di stato di trump ci darebbe un'idea abbastanza chiara (a mio avviso) della politica internazionale di trump per i prossimi 4 anni...

Offline anderz

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #44 il: 15 Dic 2016, 13:24 »
Finisce, finalmente, la battaglia di Aleppo con una chiara vittoria del fronte filo Assad. Una vittoria decisiva che potrebbe, e lo dico con estrema cautela, essere l’inizio della fine di questa crisi che sta per entrare nel sesto anno (i primi scontri iniziarono nel marzo del 2011) e che ha coinvolto, in un modo o nell’altro, tutte le maggiori potenze regionali e internazionali. Il grande bubbone del Medio Oriente.
Noto che la stampa occidentale, invece, forse non avrebbe voluto la fine di questa battaglia, forse avrebbe preferito lo stillicidio infinito di una delle perle del mondo arabo, una guerra perenne pur di continuare a dire la propria. Questo è ciò leggo tra le righe degli editorialoni scandalizzati, come se la guerra non fosse guerra, come se da una parte ci fossero i buoni e adesso hanno vinto i cattivi, come se 6 anni di guerra non avessero radicalmente cambiato le carte in tavola.
Sono un critico feroce di Assad e del suo regime, non sono un fan di Putin e ho guardato con simpatia al risveglio del mondo arabo ma, parliamoci chiaro, questo massacro doveva finire in un modo o nell’altro; gli sfollati, le esecuzioni sommarie e ogni cosa brutta che è accaduta o accadrà ad Aleppo sono eventi che accompagnano, purtroppo, la coda di ogni conflitto, specie quelli civili, e li avremmo visti anche con una vittoria dei ribelli, ormai depennati della componente laica e democratica.
Spero che Aleppo riconquisti definitivamente la pace e che i suoi abitanti possano riconciliarsi un domani, sarà estremamente difficile ma, almeno, è un inizio.
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #45 il: 15 Dic 2016, 17:07 »
Anche se Aleppo è stata liberata la guerra purtroppo continuerà e con essa continueranno le ambiguità che l'hanno contraddistinta sin dall'inizio.
In particolare mi sconcerta la concentrazione ad Idlib di tutti i vari gruppi di jahdisti, più o meno moderati, che sono stati evacuati tramite accordi sul campo dalle zone riconquistate dall'esercito siriano. Dalla sola Aleppo in queste ore stanno partendo centinaia, se non migliaia, di combattenti che a vario titolo sono stati finanziati addestrati e armati dai paesi che sin dall'inizio hanno soffiato sul fuoco della crisi siriana, Usa, Ue, Nato, Turchia, Arabia Saudita e Qatar hanno tutti qualche collegamento con i vari gruppi di insorti o mercenari che hanno terrorizzato la Siria a partire dal 2011.
Che faranno questi jahdisti? Rimarranno ad Idlib o passeranno il confine con la Turchia e da lì arriveranno in quell'Europa che, come dimostra la Torre Eiffel listata a lutto, ne piange la sconfitta?   
Tante sono e saranno le questioni da affrontare, dal punto di vista militare c'è ancora la minaccia di quell'Isis che sfuggito tra le maglie della riconquista di Mosul, sotto gli occhi di americani ed alleati, ha rialzato la testa, grazie al rinforzo di qualche migliaio uomini e mezzi corazzati, con la nuova presa di Palmyra. Militarmente Palmyra ha poca importanza, è grande poco più di un quartiere di Aleppo ed è poco difendibile, sia se assaltata da auto e camion bomba che se messa sotto assedio da un esercito regolare con l'appoggio dell'aviazione.
I giorni dell'Isis con le forze siriane, ed alleati tra i quali gli hezbollah libanesi e varie milizie scite filo iraniane, non più impegnate tra Aleppo e Damasco quindi potrebbero essere veramente contati, gli stessi sciti irakeni hanno già annunciato di voler varcare il confine per finire il lavoro una volta liquidato l'Isis a Mosul, anche per questi rimane però sospesa la questione dei reduci se ce ne saranno, ognuno di questi è un potenziale attentatore suicida, ovunque si trovi. 
Nel nord della Siria rimane sospesa la questione curda e lo scomodo vicino turco che gioca su più tavoli contemporaneamente, riavvicinamento coi russi, repressione interna e ricatto sui rifugiati alla Ue che mette quest'ultima in posizione vieppiù imbarazzante, non bastassero le prese di posizione di tutti quei leader che dal 2011 in poi hanno lasciato la scena aspettando la caduta di Bashar al Assad.   
Rimangono gli americani con la loro dicotomia tra Cia e militari e le diverse agende tra vecchia e nuova amministrazione ed i rapporti con Israele e l'Iran.
Proprio l'Iran insieme alla Russia rafforza la sua posizione nell'area e può concretamente iniziare a progettare quel gasdotto che dal golfo Persico arriverà al Mediterraneo, tagliando di fatto fuori sauditi e qatarioti dalla mappa della zona, a meno che non si accordino con Israele via Giordania.
I russi accrescono l'influenza nel medio oriente e aumentano la presenza nel Mediterraneo stringendo nuovi rapporti, commerciali e militari, anche con l'Egitto e strizzano addirittura l'occhio a quella Libia messa in ginocchio dalle politiche avventate di personaggi puniti dalle recenti elezioni europee ed americane.
A noi europei rimangono le migliaia di profughi e le migliaia di bugie che i media hanno rilanciato in questi anni di crisi, una diplomazia inconcludente ed una immagine compromessa negli abitanti del maghréb e di quella mezzaluna che va dalla Siria alla Persia.

Online FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #46 il: 15 Dic 2016, 18:30 »
Io invece pubblicizzo spudoratamente questo testo realizzato da Un ponte per... e Osservatorio Iraq.
Un testo utile a ripulire il dibattito da campismi e cospirazionismi vari.
Quanto accaduto ad Aleppo e in generale in Siria è sulla coscienza di tutta Europa.
Dell'Europa che governa per non aver fatto nulla, della sinistra europea per aver assunto una posizione ambigua e a tratti complice.

http://www.unponteper.it/it/prodotto/libro-rivoluzioni-violate/

Offline Kredskin

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #47 il: 16 Dic 2016, 14:57 »
Il punto di fox news channel, che ci da giù davvero pesante.

Offline galafro

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #48 il: 16 Dic 2016, 15:50 »
Articolo di Bruno Guigue, alto funzionario e saggista francese:

In Siria è finita la festa per i ciarlatani
Articolo illuminante
Fortuna che in giro per l'Europa ancora qualcheduno che usa il cervello c'è.
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #49 il: 16 Dic 2016, 15:52 »
il discorso di samantha power all'onu era dello stesso tenore. voglio dire: da una parte fox news, il demonio, i neocon, eccetera, dall'altra samantha power, ambasciatrice di obama all'onu, di sinistra, liberal, eccetera. stesso discorso. nessuno che dica, oh magari qualcosa l'abbiamo sbagliata anche noi...

Online FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #50 il: 16 Dic 2016, 15:58 »
A Guigue preferisco nettamente Enard

http://www.lavoroculturale.org/siria-mathias-enard/

Offline galafro

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #51 il: 17 Dic 2016, 09:02 »
A Guigue preferisco nettamente Enard

http://www.lavoroculturale.org/siria-mathias-enard/
"Siamo i portinai della viltà" ecco basta il titolo per licenziarlo.
Se sei un vile devi solo stare zitto, se non hai il coraggio di di rischiare la vita per difendere/imporre i tuoi valori non puoi pretendere che altri lo facciano per tuo conto
Già l'Europa ha dovuto ringraziare una volta madre Russia con i suoi milioni di morti per vincere il nazismo va a finire che dovremo ringraziarli ancora per aver sconfitto un'ideologia fascista ancora più subdola, perché chiamata religione.
Non ti sta bene come lo fanno? Presentati, vai a combattere con i tuoi giovani come hai fatto nell'ultima guerra mondiale arrivando fino a Berlino.
Il mondo arabo aveva due tipi di regime uno laico nazionalista che bene o male salvaguardava le donne e le minoranze religiose, un altro di re e sceicchi che propaganda l'espansione imperialista dell'islam fino all'ultimo angolo della terra, non ammette altre religioni e la proprietà privata è un totem di cui la donna è parte integrante. Naturalmente in tutti e due i casi di democrazia non vi è ombra.
Perché si è deciso di combattere i primi e essere amici dei secondi?
Forse perché i primi sono di ostacolo all'espansionismo del capitale che non vuole frontiere, non vuole distinzione fra popoli, vuole renderci tutti uguali tutti suoi servi?
Mentre i secondi in fondo sostengono le stesse tesi non vogliono frontiere, non vogliono distinzione fra popoli, vogliono renderci tutti uguali tutti suoi servi, dell'islam?

Offline laziAle82

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #52 il: 17 Dic 2016, 12:11 »
il discorso di samantha power all'onu era dello stesso tenore. voglio dire: da una parte fox news, il demonio, i neocon, eccetera, dall'altra samantha power, ambasciatrice di obama all'onu, di sinistra, liberal, eccetera. stesso discorso. nessuno che dica, oh magari qualcosa l'abbiamo sbagliata anche noi...

Mi accingo a leggere i due articoli di galafro e Fat.
Full parte in grassetto: Nella sua ultima conferenza Obama ha parlato della Siria, direi che un mea culpa c'é stato. Ma è stato anche sciolto il nodo del perché l'intervento USA è stato ritardato e insufficiente: irak prima e afghanistan poi hanno lasciato il segno. Obama lo ha detto chiaramente: l'opposizione ad Assad era troppo variegata per sostenerli senza una visibilità chiara su quello che sarebbe accaduto dopo.

Per me è difficile trovare una verità storica - è sicuramente troppo presto - che non tenga conto della mosaicità degli attori in gioco. ciononostante quello che è stato permesso accadesse ad Aleppo è una cosa che porteremo tutti sulle coscienze. Se un giorno, i figli della Siria, verranno a chiederci il conto non ci stupiamo. Io, sicuramente, mi sederò dalla loro parte.

Online FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #53 il: 17 Dic 2016, 13:00 »
"Siamo i portinai della viltà" ecco basta il titolo per licenziarlo.
Se sei un vile devi solo stare zitto, se non hai il coraggio di di rischiare la vita per difendere/imporre i tuoi valori non puoi pretendere che altri lo facciano per tuo conto
Già l'Europa ha dovuto ringraziare una volta madre Russia con i suoi milioni di morti per vincere il nazismo va a finire che dovremo ringraziarli ancora per aver sconfitto un'ideologia fascista ancora più subdola, perché chiamata religione.
Non ti sta bene come lo fanno? Presentati, vai a combattere con i tuoi giovani come hai fatto nell'ultima guerra mondiale arrivando fino a Berlino.
Il mondo arabo aveva due tipi di regime uno laico nazionalista che bene o male salvaguardava le donne e le minoranze religiose, un altro di re e sceicchi che propaganda l'espansione imperialista dell'islam fino all'ultimo angolo della terra, non ammette altre religioni e la proprietà privata è un totem di cui la donna è parte integrante. Naturalmente in tutti e due i casi di democrazia non vi è ombra.
Perché si è deciso di combattere i primi e essere amici dei secondi?
Forse perché i primi sono di ostacolo all'espansionismo del capitale che non vuole frontiere, non vuole distinzione fra popoli, vuole renderci tutti uguali tutti suoi servi?
Mentre i secondi in fondo sostengono le stesse tesi non vogliono frontiere, non vogliono distinzione fra popoli, vogliono renderci tutti uguali tutti suoi servi, dell'islam?

questa analisi col conflitto siriano non ci azzecca nulla.
Assad è stretto alleato dell'Iran che non mi sembra portatore di un islam laico.
Spesso certa sinistra si riempie la bocca di argomenti quali l'autodeterminazione dei popoli, l'antimperialismo, la liberazione dall'oppressore e poi in realtà si fa portatrice del peggiore eurocentrismo che legge ogni fenomeno unicamente in rapporto a se stessi. Tutto ruota attorno a noi stessi.
I rivoltosi siriani? Tutti al soldo della Cia. Centinaia di migliaia di siriani si ribellano al regime di assad fin dal 2011? È stata la cia. Li ha eterodiretti tutti lei. Tutti scemi. In quanto animali ingenui incapaci di ragionare da soli (e dunque di autodeterminare il proprio destino politico) gli arabi si sono fatti gabbare fin dal primo giorno.
Non si sono ribellati per i propri diritti davanti ad un regime sanguinario, no. Era la cia che voleva il petrolio. Loro non l'hanno capito.
Una lettura di un razzismo sotto traccia esasperante.
Come se la Russia invece non rappresentasse anche lei un potere imperialista che gioca la stessa identica partita.

Non sarà mica che lasciati da soli hanno accettato ogni possibile alleato, americani compresi?
Che fecero i partigiani italiani nella stessa situazione? Me raccomando, non ce le poniamo ste domande mentre Aleppo viene massacrata. Non l'esercito libero siriano, che ormai ovviamente è stato egemonizzato da gruppi estremisti. Aleppo viene massacrata. I civili vengono trucidati.
Non in mio nome.
I processi non sono segnati dall'inizio. Se sono evoluti in un certo modo è per precise nostre responsabilità. Della sinistra in particolare.
Per come la vedo io vale per quei mediocri dei 5stelle, figuriamoci se non vale per un processo rivoluzionario.
Ricordiamoci sempre che Lenin fu accusato di essere una spia tedesca perché la Germania ne favori il rimpatrio per destabilizzare il regime zarista.
Stando ai pro-assad tale accusa era del tutto fondata. Lenin era una spia tedesca come i siriani sono eterodiretti dalla cia.

Morte al tiranno assad.
Con l'esercito libero siriano.
La vittoria è ormai un miraggio, per la mia gente c'è la morte.
E un solco è tracciato rispetto a quelli che fino a ieri definivo compagni e oggi per me sono alleati di un fascista (non a caso appoggiato da tutti i fascisti europei). Dunque fascisti a loro volta.

Offline anderz

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #54 il: 17 Dic 2016, 14:36 »
Voglio essere estremamente pratico: cosa avrebbe potuto fare, o non fare, l'Occidente democratico o pseudo tale per la Siria? Ecco, chi risponde con certezze assolute a questa domanda, per me, ha comunque sbagliato e, forse, la risposta meno errata potrebbe essere: nulla.
Galafro risponde con le certezze della sua islamofobia, dimenticando, come giustamente gli fa notare FD, che uno dei regimi più fondamentalisti della regione è lo sponsor principale di Assad. Al tempo stesso l'articolo di Enard suggerisce tra le righe cosa? Un potenziale intervento "alleato" salvifico? Come quello voluto dalla Clinton ma evitato da Obama nel 2013, simile cioè all'attacco occidentale, ordinato guarda un po' da un francese, alla Libia, il cui risultato è attualmente uno stato, e non uno stato qualsiasi ma la porta dell'Africa sul mediterraneo centrale, fallito?
Io sono molto d'accordo con FD quando dice che la rivoluzione siriana non esplose affatto per volere della CIA, una realtà che a me pare indiscutibile, ma è altrettanto vero che un grosso problema democratico emerse quasi subito,  ovvero quando le ingorde monarchie del golfo decisero di cavalcare quella protesta a suon di dollari, vista la possibilità di scalzare un ingombrante alleato dell'arcinemico Iran. È chiaro che gli aiuti dei maledetti wahhabiti non sono mai stati diretti alle forze democratiche, idem per quanto riguarda i gruppi appoggiati dal fascista Erdogan. Islamisti della peggior specie che si sono macchiati di ogni tipo di atrocità, come e forse più dell'esercito siriano, uso di armi chimiche incluso. D'altronde, parlando di primavere arabe, i sauditi e compagnia bella spensero nel sangue la rivoluzione del Barhein, in modo non dissimile da quell'altro fascista di Assad.

Veniamo ad Aleppo: la fine di questo strazio è una buona notizia, non una buona notizia in assoluto, ma almeno non si bombarda più, non si spara più in strada. Certo, non è confortante, in quanto Assad rimarrà comunque un dittatore liberticida e Putin un imperialista aggressivo; ma questo è un mondo che ha ormai perso tutte le certezze dell'ordine post guerra fredda e noi Europa, se ha ancora senso parlare di Europa, dobbiamo iniziare ad interpretarlo per quello che realmente è.

Online FatDanny

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Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #55 il: 17 Dic 2016, 15:18 »
Sono molto d'accordo anderz e infatti la mia riflessione era rivolta più alle "persone di sinistra" che ai governi occidentali.

In merito a questo ho appena trovato una lettera che ben spiega la mia posizione. È lunga, ma molto significativa.

Lettera ad un compagno che si ostina a giustificare l'ingiustificabile.

di Julien Salingue, da resisteralairdutemps.blogspot.it, traduzione di Chiara Carratù

«Compagno»,
è da diverse settimane che mi dico di scriverti, e sono gli avvenimenti tragici di Aleppo e la tua reazione a questi avvenimenti, o meglio la tua non reazione, che hanno finito per persuadermi che sia giunta l’ora di rivolgermi a te. Non necessariamente per convincerti, perché credo che malauguratamente è già troppo tardi. Ma almeno così le cose saranno dette e tu non potrai dire che non sapevi.

In nome dell’antimperialismo?

La città di Aleppo è vittima di un massacro, di una vera macelleria che fa inevitabilmente pensare ad altre città martiri come Srebrenica, Grozny, Falluja, ma anche Varsavia e Guernica, o anche ai campi palestinesi di Sabra e Chatila. Le testimonianze dirette che arrivano dalla città, venute da siriani «comuni», e non dai soli membri di un qualunque gruppo armato, sono eloquenti, a fortiori quando sono accompagnate da fotografie o da video. Parole ed immagini che dicono l’emergenza, che dicono l’impotenza, che dicono l’orrore.

Ma tu, «compagno», ti sei sforzato in questi ultimi giorni – se si può considerare che questo esercizio possa avere da vicino o da lontano un qualunque rapporto con una virtù – a spiegare che non era necessario impegnarsi a fianco degli abitanti di Aleppo e che non occorreva denunciare i bombardamenti di cui erano vittime, ancor più che non c’era bisogno di denunciare i soprusi commessi dalle truppe di terra al momento della «liberazione» della città. In altri termini, sei venuto a spiegarci che non occorreva prendere una posizione chiara e determinata contro un massacro pianificato e perpetrato dal regime dittatoriale di Bashar al-Assad e dai suoi alleati, ai primi posti dei quali ci sono la Russia e l’Iran.

Se mi rivolgo a te, «compagno», è perché in passato abbiamo condiviso numerose lotte, in particolare – ma non soltanto – la lotta per i diritti del popolo palestinese. Perché pensavo che, malgrado le nostre divergenze, avessimo dei principi comuni. In effetti non ho nulla da dire alla destra e all’estrema destra pro Putin e/o pro Assad, che dichiarano palesemente il loro sostegno a dei regimi autoritari in nome di «valori» comuni, e che non hanno mai fatto accenno di voler costruire una reale solidarietà con i popoli oppressi.

Ma tu, «compagno», ti fregi di virtù “progressiste”, “antimperialiste”, perfino “socialiste”, “comuniste” o anche “rivoluzionarie”. Ed è in nome di queste virtù che oggi tenti di convincerci che non bisogna stare decisamente al fianco della popolazione di Aleppo assediata e massacrata, e che non bisognerà stare domani accanto alle popolazioni delle altre città siriane già accerchiate e rapidamente distrutte.

Questo non è, lo riconoscerai, che il minore dei paradossi.

«I più cattivi non sono necessariamente quelli che si crede»

Infatti avevo creduto di capire che ciò che costituiva il patrimonio genetico comune della sinistra antimperialista, era di essere al fianco dei popoli schiacciati dagli Stati imperialisti ed i loro alleati. Avevo creduto di capire che in questo patrimonio genetico che sembravamo condividere, non si transigeva con la solidarietà internazionalista. Ed avevo sperato che nonostante le tue posizioni a volte più che ambigue circa la tragedia siriana, il martirio di Aleppo ti avrebbe ricondotto alla ragione, e a casa.

Ma no. Tu ti ostini. Ti ostini a tentare di spiegare che non si può prendere parte a favore della popolazione massacrata di Aleppo. Ti ostini a tentare di spiegare che «le cose non sono così semplici». Ti ostini a tentare di spiegare che in questa «guerra», non ci sono «buoni da un lato e cattivi dell’altro», e che occorre così saper mantenere la ragione e non cedere al semplicismo.

Perché tu, evidentemente, «compagno», non cedi al semplicismo. Mai. Ci proponi del resto la tua analisi complessa, piena di alterigia e di sfumature, che somiglia pressappoco a questo: «No, Assad non è un democratico, e neppure i paesi che lo sostengono sono francamente dei modelli. Ma attenzione: la cosiddetta ribellione siriana è in realtà per lo più composta da forze derivate dall’islam integralista, perfino jihadiste, teleguidata ed armata da regimi reazionari come l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, o dai padrini occidentali di quest’ultimi, in particolare gli Stati Uniti e la Francia.»

Conclusione: “Prudenza, i più cattivi non sono necessariamente quelli che si crede”.

La popolazione siriana, la conosci?

Il primo problema della tua analisi, «compagno», è che dimentica un attore essenziale: la popolazione siriana. Tu sembri in effetti dimenticare che il punto di partenza degli avvenimenti in Siria non è un intervento saudita, statunitense, qatariano o turco. Nemmeno russo. Il punto di partenza di tutto questo è stato che nel marzo 2011 centinaia di migliaia di siriani si sono sollevati contro un regime dittatoriale e predatore, come in Tunisia, come in Egitto, come in Libia. E che se Assad e i suoi servitori non avessero fatto la scelta di reprimere questa sollevazione nel sangue, con più di 5.000 morti e decine di migliaia di arresti durante il 2011, essi sarebbero caduti sotto la pressione popolare.

E parliamo proprio dell’anno 2011, quest’anno in cui, ricordi, «compagno», ti entusiasmavi per le altre sollevazioni nella regione. «Il popolo vuole la caduta del regime» ricordi? Forse Lo hai anche cantato nelle strade di una città francese, tu che sei così innamorato della libertà, della giustizia sociale e della democrazia. Lo si cantava anche in Siria, con le stesse rivendicazioni economiche, sociali e politiche degli altri paesi della regione toccati dalle sollevazioni, e Riad, Doha, Parigi o Washington non avevano nulla a che vedere con questo. Se ti interessassi da vicino della situazione siriana, dovresti del resto sapere che ogni volta che c’è stata una tregua negli ultimi anni, le manifestazioni sono ricominciate. Che senza l’intervento dell’Iran, della Russia in seguito, il regime sarebbe caduto, sotto la pressione dei siriani, non di qualche migliaia «di combattenti stranieri» – che sono arrivati, per inciso, ben dopo che il regime aveva ucciso migliaia di siriani disarmati, e fatto uscire da prigione decine, addirittura centinaia, «di jihadisti», ti sei già chiesto perché? E che sì, le radici «della crisi» siriana sono veramente la contestazione popolare di un clan e la risposta di quest’ultimo: distruggere tutto piuttosto che perdere il potere e le sue prebende.

A meno che tu non voglia dire che fin dall’inizio i siriani sono «manipolati» dai paesi occidentali, che tutto questo non è che, in fondo, soltanto una questione legata al petrolio, e che la ribellione siriana è stata teleguidata dall’esterno da potenze che devono soltanto schiacciare un bottone perché delle popolazioni si sollevino. Ma non oso neppure pensarlo: non sei di quelli che ritengono che gli arabi sono talmente sciocchi da non essere capaci di pensare da soli e che quando essi si mobilitano per rivendicare «giustizia sociale», a costo di perdere la loro vita, è una forzatura perché sono manipolati da occidentali che pensano al «petrolio».

Non è vero, «compagno»?

Lanciarazzi contro aviazione

Il secondo problema della tua analisi, «compagno», è che metti sullo stesso piano, da un lato, il «sostegno» portato dalla Russia e l’Iran ad Assad e, dall’altro, il «sostegno» portato dagli Stati Uniti, la Francia, la Turchia e le monarchie del Golfo alle forze d’opposizione siriane. Cerchi di far credere che non ci sarebbe una superiorità militare schiacciante del regime Assad e dei suoi alleati e che dopo tutto, per riprendere, modificandola appena, una formula in voga in un paese confinante con la Siria, «Assad ha il diritto di difendersi».

Ma osi realmente comparare, da un lato, le migliaia di «consiglieri militari» e l’armamento iraniani, le migliaia di combattenti di Hezbollah e, soprattutto, l’aviazione russa (e i veicoli e l’armamento pesante forniti dalla Russia, seconda potenza militare mondiale) che vengono in appoggio ad uno Stato ed un esercito regolare e, dall’altra parte, le armi leggere, i lanciarazzi e i lanciamissili vetusti forniti o finanziati dalle monarchie del Golfo o la Turchia e le armi leggere, i lanciarazzi, qualche arma anticarro e i sistemi di comunicazione e i dispositivi di visione notturna forniti, con il contagocce, dagli Stati Uniti e la Francia?

Sai che ciò che chiedono le forze d’opposizione siriane dall’inizio sono dei missili antiaerei, per potersi difendere dagli aerei della morte di Putin e di Assad, e che sono gli Stati uniti che hanno sistematicamente messo il loro veto alla consegna di tali armi? Sai che all’inizio dell’anno 2014, dopo il fallimento della conferenza di «Ginevra 2», i sauditi per la prima volta hanno suggerito di consegnare lanciamissili alle forze di opposizione siriane, che gli Stati uniti si sono opposti, e che non hanno cambiato posizione dopo? Gli Stati uniti che non volevano, che non vogliono, che queste armi cadono «nelle mani sbagliate», e che non vogliono soprattutto che l’apparato di stato siriano sia distrutto visto che, contrariamente ad altri, hanno tirato i bilanci del loro brillante intervento in Iraq.

Ti pongo una domanda: dove sono, le armi terribili delle forze d’opposizione? Pensi seriamente che Assad avrebbe potuto bombardare quartieri interi con elicotteri che volano a bassa quota se gli oppositori siriani avessero disposto di un reale armamento?

E ti ricordi che nel maggio scorso l’ambasciata della Russia in Gran Bretagna, che deve tuttavia essere ben informata e che, se avesse prove del sovrarmamento degli oppositori di Assad, le esibirebbe, era ridotta a twittare delle immagini estratte di un videogioco (!) «per dimostrare» che le forze d’opposizione siriane ricevevano armi chimiche?

Allora siamo seri, ti va?

Chi ha distrutto la Siria?

Il terzo problema della tua analisi, «compagno», è che dimentichi semplicemente un dato fondamentale: i fatti. Poiché potrai sempre dirmi che quello che ho appena scritto è impossibile da provare, anche se ci sono gli attori principali di questo «non sostegno» e «i non sostenuti» che hanno testimoniato, e che continuano a farlo, ma forse, dopo tutto, essi sono dei bugiardi di prima categoria.

Ma se vuoi assolutamente prove, accontentati di aprire gli occhi e di porti una semplice domanda: come mai la Siria ha potuto essere distrutta? Quando commenti le immagini delle città rese al suolo dicendo che c’è «violenza da entrambi i lati», tu occulti un dettaglio: chi possiede le armi necessarie per distruzioni di tale ampiezza? Per dirlo differentemente: chi può condurre dei bombardamenti? Dove sono gli aerei delle forze d’opposizione siriana? Dove sono gli elicotteri delle forze d’opposizione siriana? Dove sono i loro tanks? Nascosti sotto terra, come la superpotente armata di Saddam Hussein che minacciava il mondo intero? Quanto le forze d’opposizione siriane hanno distrutto aerei? Sai che nel 2013, quando hanno abbattuto due elicotteri, si trattava di un evento così tanto raro che lo hanno celebrato in grande pompa e che hanno diffuso ovunque immagini della loro «impresa»? Due elicotteri! All’epoca, non ho potuto impedirmi di pensare agli abitanti di Gaza che celebrano la caduta accidentale di un drone israeliano…

«La coalizione» guidata dagli Stati Uniti interviene militarmente, tu obietti. Ma puoi farmi la lista dei bombardamenti condotti da questa «coalizione» contro le forze armate del regime di Assad o contro le forze armate che lo sostengono? No, non perdere il tuo tempo a cercare, poiché mi informo io stesso ogni giorno presso fonti sicure: secondo il regime di Damasco ed i media che girano i suoi comunicati, fonti che non si può affatto sospettare di volere dissimulare questo tipo di bombardamenti, la cosa è accaduta… due volte. La prima volta, nel dicembre 2015 (4 morti), nella regione di Deir ez-Zor, «la coalizione» che smentisce di avere mirato all’esercito siriano e che afferma di aver bombardato Daesh. La seconda volta, nel settembre 2016 (tra 50 e 80 morti secondo le fonti), vicino all’aeroporto di Deir ez-Zor, «la coalizione» riconosce questa volta di avere bombardato le posizioni del regime e presenta scuse ufficiali a Bashar al-Assad ed a Vladimir Putin.

Riassumendo, ed eccetto errori da parte mia (nessuno è infallibile), «la coalizione», che rivendica circa 5.000 «bombardamenti» sulla Siria, ha bersagliato due volte, dall’inizio della sua campagna di bombardamenti nel 2014, il regime Assad, di cui una volta «si è scusata». Da annotare, dunque, nel vostro taccuino: «le autentiche operazioni militari condotte “dalla coalizione” hanno riguardato Daesh e altri gruppi “jihadisti”, e non Assad ed i suoi alleati».

Per finire, alcune osservazioni «preventive»

Ci sono molti altri problemi con la tua analisi, «compagno», ma non voglio approfittare del tuo tempo. Del resto, pur avendo avuto spesso l’occasione di discutere a voce con te di questi «problemi d’analisi» confrontando, la tua «geopolitica» ed il tuo «antimperialismo», i fatti e la cronologia reale degli eventi, so che non ti piace troppo questo, i fatti. Sono veramente troppo testardi.

Poiché è molto più semplice provocare o seminare confusione con post e commenti su Facebook o in forum di discussione che prendere il tempo per avere uno scambio un po’ preciso e argomentato.

Allora nel caso in cui tu fossi comunque tentato di cedere alla facilità e volere giocare a questo piccolo gioco, ti sottopongo alcune osservazioni «preventive»:

Prima di dirmi che difendo le stesse posizioni degli Stati uniti, della Francia, dell’Arabia Saudita, del Qatar, di Bernard-Henri Lévy o di qualche altro «compagno ingombrante», ricorda che, se si ragiona in tal modo, tu difendi da parte tua le stesse posizioni della Russia, dell’Iran, del generale Al Sissi, di François Fillon o di Marine Le Pen, e chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che Israele ha bombardato, dal 2011, in una quindicina di riprese, posizioni del regime di Assad, e che coloro che sono contro Assad sono dunque con Israele, ricorda che nel giugno scorso Putin dichiarava, al termine di una riunione con Netanyahu con il quale aveva appena firmato molti accordi commerciali, quanto segue: «Abbiamo evocato la necessità di sforzi congiunti nella lotta contro il terrorismo internazionale. Su questo piano, siamo alleati. I nostri due paesi hanno un’esperienza importante in materia di lotta contro l’estremismo. Dunque rafforzeremo i nostri contatti con i nostri partner israeliani in questo campo». E chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che la ribellione siriana si è appellata ai paesi occidentali per ricevere armi e beneficiare di un appoggio militare conseguente, in particolare aereo, e che questo nasconde inevitabilmente qualcosa, ricorda che le forze curde che ammiri tanto – giustamente – da quando hanno respinto Daesh a Kobané hanno fatto esattamente la stessa cosa, e che esse hanno ottenuto quest’appoggio, al punto che hanno ringraziato pubblicamente gli Stati uniti del loro sostegno, e chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che la ribellione siriana, anche se si sarebbe potuto avere all’inizio della simpatia per essa, è oggi ostaggio di forze reazionarie derivate dall’islam politico, e che alcune di queste forze non esitano a prendersela violentemente con i civili o, variazione sullo stesso tema, che è realmente tragico bombardare civili ma è perché i terroristi si nascondono fra loro, quando non li utilizzano come scudi umani, ricorda che questo è il discorso di quelli che vogliono giustificare le campagne di bombardamenti mortali su Gaza, e chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che gli insorti siriani sono «alleati oggettivi» con Daesh, ricorda che Daesh è stato cacciato da Aleppo all’inizio del 2014 da quelli che si stanno facendo oggi massacrare da Assad, rifletti sul concetto di «alleato oggettivo» e chiediti se è un’argomentazione. Puoi anche riconsiderare, se non sei convinto, ciò che è stato ricordato sopra a proposito dei veri obiettivi dei bombardamenti della coalizione, e chiederti una seconda volta se la mossa dell’«alleato oggettivo» è un’argomentazione.
Prima di dirmi, infine, che coloro che denunciano Assad e Putin «dimenticano» di denunciare i massacri commessi dalle grandi potenze occidentali e dai loro alleati, sappi che fra quelli che si mobilitano per Aleppo, siamo numerosi a esserci mobilitati per Gaza, contro gli interventi militari in Afghanistan, in Iraq, in Libia o altrove, e che non rinunciamo, contrariamente a te che hai scelto di non essere in strada ieri sera per denunciare la macelleria in corso, alla nostra coerenza politica, ai nostri ideali e all’antimperialismo. E chiediti se questa è un’argomentazione.
Ecco dunque, «compagno», ciò che volevo dirti. Il tono non è molto piacevole, ne convengo, ma questo è niente a confronto dell’indifferenza, a volte anche del dispetto che tu manifesti riguardo al martirio di Aleppo.

Farai ciò che vuoi di questa lettera, ed hai ovviamente il diritto di continuare a riempirti della tua visione «geopolitica» di corte vedute e del tuo «antimperialismo» pavloviano mentre i siriani crepano sotto le bombe di Putin e di Assad, e sotto i tuoi occhi.

Qui non si parla di un esercizio di retorica su Facebook per commenti interposti, ma di migliaia, di decine di migliaia di vite. Non si parla di una divergenza tra noi sulla valutazione di questo o quell’avvenimento, ma del tuo silenzio complice o delle tue miserabili contorsioni di fronte ad una delle più grandi tragedie del nostro tempo. Non si parla di un semplice disaccordo politico, ma di un’autentica rottura.

Non so quando ci parleremo le prossima volta, «compagno». Ma quello che so, è che se tu persisti, e malauguratamente credo che lo farai, non ci saranno neppure più virgolette, perché non ci saranno più dei compagni.

Ti lascio con il Che, che ha qualcosa da dirti:

«Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo del vostro cuore qualunque ingiustizia commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario.»

P.S. No, non ho messo note. Non è nelle mie abitudini non indicare dei riferimenti, ma probabilmente avrai capito che è volontario. Poiché dato che sei molto capace di fare ricerche su Internet (ed altrove?), sappiamo molto bene entrambi che potrai trovare tutte le fonti utilizzate qui.
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #56 il: 17 Dic 2016, 15:36 »
Voglio essere estremamente pratico: cosa avrebbe potuto fare, o non fare, l'Occidente democratico o pseudo tale per la Siria?

Uhm, cosa avrebbe potuto/dovuto fare in Iraq (1 & 2), in Libia, in Somalia, in Libano, in Yemen e via dicendo?
Come la giri sbagli, comunque.
Si interviene, non si doveva farlo.
Non si interviene, si doveva farlo.

La mia opinione, parzialissima, è che l'unica legittimità appartiene alla causa di autonomia e indipendenza dei curdi dai loro odiosi ed oppressivi vicini.
E mi piange il cuore vedere come questa sia quella più ignorata e dimenticata in nome del sostegno e degli accordi con quell'altro tiranno sanguinario ad Istanbul.
Perchè ad ora sono la parte più debole ed isolata del conflitto, quella che nessuno si curerà di tutelare nei mesi e negli anni a venire, quando la folla e distorta copertura di mediatica di questi tempi verrà finalmente meno.

Hanno deciso di sacrificare la ragione sull'altare della forza e della convenienza, ora si ritrovano a dover sostenere posizioni insostenibili, illogiche e schizofreniche.
"Assad must go", dicevano, pensando che sarebbero arrivati i democratici e non gli islamisti sostenuti da riyad.

Da una parte i ribelli islamofascisti, dall'altra un regime comunque sanguinario e liberticida sostenuta dal nuovo ribbentrop-molotov che si intravede lungo il caucaso.
Da una parte gli eredi della spartizione sykes-picot e della suddivisione di un'area in modo non dissimile da quanto fatto in africa, dall'altra il totalitarismo supportato da regimi liberticidi affini a quello di Assad (Iran, Russia) e l'ambiguità turca, che non vede l'ora di colpire i curdi e privarli dell'indipendenza per cui tanto sangue è stato versato per il proprio sogno neo imperialista.

Volevate la fine dell'egemonia americana, ecco a voi il mondo multipolare nella sua caotica natura.

p.s. ringrazio FD per il lungo contributo, provvedo a leggerlo.  :beer:

Offline surg

*
7452
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #57 il: 18 Dic 2016, 07:59 »
Sono molto d'accordo anderz e infatti la mia riflessione era rivolta più alle "persone di sinistra" che ai governi occidentali.

In merito a questo ho appena trovato una lettera che ben spiega la mia posizione. È lunga, ma molto significativa.

Lettera ad un compagno che si ostina a giustificare l'ingiustificabile.

di Julien Salingue, da resisteralairdutemps.blogspot.it, traduzione di Chiara Carratù

«Compagno»,
è da diverse settimane che mi dico di scriverti, e sono gli avvenimenti tragici di Aleppo e la tua reazione a questi avvenimenti, o meglio la tua non reazione, che hanno finito per persuadermi che sia giunta l’ora di rivolgermi a te. Non necessariamente per convincerti, perché credo che malauguratamente è già troppo tardi. Ma almeno così le cose saranno dette e tu non potrai dire che non sapevi.

In nome dell’antimperialismo?

La città di Aleppo è vittima di un massacro, di una vera macelleria che fa inevitabilmente pensare ad altre città martiri come Srebrenica, Grozny, Falluja, ma anche Varsavia e Guernica, o anche ai campi palestinesi di Sabra e Chatila. Le testimonianze dirette che arrivano dalla città, venute da siriani «comuni», e non dai soli membri di un qualunque gruppo armato, sono eloquenti, a fortiori quando sono accompagnate da fotografie o da video. Parole ed immagini che dicono l’emergenza, che dicono l’impotenza, che dicono l’orrore.

Ma tu, «compagno», ti sei sforzato in questi ultimi giorni – se si può considerare che questo esercizio possa avere da vicino o da lontano un qualunque rapporto con una virtù – a spiegare che non era necessario impegnarsi a fianco degli abitanti di Aleppo e che non occorreva denunciare i bombardamenti di cui erano vittime, ancor più che non c’era bisogno di denunciare i soprusi commessi dalle truppe di terra al momento della «liberazione» della città. In altri termini, sei venuto a spiegarci che non occorreva prendere una posizione chiara e determinata contro un massacro pianificato e perpetrato dal regime dittatoriale di Bashar al-Assad e dai suoi alleati, ai primi posti dei quali ci sono la Russia e l’Iran.

Se mi rivolgo a te, «compagno», è perché in passato abbiamo condiviso numerose lotte, in particolare – ma non soltanto – la lotta per i diritti del popolo palestinese. Perché pensavo che, malgrado le nostre divergenze, avessimo dei principi comuni. In effetti non ho nulla da dire alla destra e all’estrema destra pro Putin e/o pro Assad, che dichiarano palesemente il loro sostegno a dei regimi autoritari in nome di «valori» comuni, e che non hanno mai fatto accenno di voler costruire una reale solidarietà con i popoli oppressi.

Ma tu, «compagno», ti fregi di virtù “progressiste”, “antimperialiste”, perfino “socialiste”, “comuniste” o anche “rivoluzionarie”. Ed è in nome di queste virtù che oggi tenti di convincerci che non bisogna stare decisamente al fianco della popolazione di Aleppo assediata e massacrata, e che non bisognerà stare domani accanto alle popolazioni delle altre città siriane già accerchiate e rapidamente distrutte.

Questo non è, lo riconoscerai, che il minore dei paradossi.

«I più cattivi non sono necessariamente quelli che si crede»

Infatti avevo creduto di capire che ciò che costituiva il patrimonio genetico comune della sinistra antimperialista, era di essere al fianco dei popoli schiacciati dagli Stati imperialisti ed i loro alleati. Avevo creduto di capire che in questo patrimonio genetico che sembravamo condividere, non si transigeva con la solidarietà internazionalista. Ed avevo sperato che nonostante le tue posizioni a volte più che ambigue circa la tragedia siriana, il martirio di Aleppo ti avrebbe ricondotto alla ragione, e a casa.

Ma no. Tu ti ostini. Ti ostini a tentare di spiegare che non si può prendere parte a favore della popolazione massacrata di Aleppo. Ti ostini a tentare di spiegare che «le cose non sono così semplici». Ti ostini a tentare di spiegare che in questa «guerra», non ci sono «buoni da un lato e cattivi dell’altro», e che occorre così saper mantenere la ragione e non cedere al semplicismo.

Perché tu, evidentemente, «compagno», non cedi al semplicismo. Mai. Ci proponi del resto la tua analisi complessa, piena di alterigia e di sfumature, che somiglia pressappoco a questo: «No, Assad non è un democratico, e neppure i paesi che lo sostengono sono francamente dei modelli. Ma attenzione: la cosiddetta ribellione siriana è in realtà per lo più composta da forze derivate dall’islam integralista, perfino jihadiste, teleguidata ed armata da regimi reazionari come l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, o dai padrini occidentali di quest’ultimi, in particolare gli Stati Uniti e la Francia.»

Conclusione: “Prudenza, i più cattivi non sono necessariamente quelli che si crede”.

La popolazione siriana, la conosci?

Il primo problema della tua analisi, «compagno», è che dimentica un attore essenziale: la popolazione siriana. Tu sembri in effetti dimenticare che il punto di partenza degli avvenimenti in Siria non è un intervento saudita, statunitense, qatariano o turco. Nemmeno russo. Il punto di partenza di tutto questo è stato che nel marzo 2011 centinaia di migliaia di siriani si sono sollevati contro un regime dittatoriale e predatore, come in Tunisia, come in Egitto, come in Libia. E che se Assad e i suoi servitori non avessero fatto la scelta di reprimere questa sollevazione nel sangue, con più di 5.000 morti e decine di migliaia di arresti durante il 2011, essi sarebbero caduti sotto la pressione popolare.

E parliamo proprio dell’anno 2011, quest’anno in cui, ricordi, «compagno», ti entusiasmavi per le altre sollevazioni nella regione. «Il popolo vuole la caduta del regime» ricordi? Forse Lo hai anche cantato nelle strade di una città francese, tu che sei così innamorato della libertà, della giustizia sociale e della democrazia. Lo si cantava anche in Siria, con le stesse rivendicazioni economiche, sociali e politiche degli altri paesi della regione toccati dalle sollevazioni, e Riad, Doha, Parigi o Washington non avevano nulla a che vedere con questo. Se ti interessassi da vicino della situazione siriana, dovresti del resto sapere che ogni volta che c’è stata una tregua negli ultimi anni, le manifestazioni sono ricominciate. Che senza l’intervento dell’Iran, della Russia in seguito, il regime sarebbe caduto, sotto la pressione dei siriani, non di qualche migliaia «di combattenti stranieri» – che sono arrivati, per inciso, ben dopo che il regime aveva ucciso migliaia di siriani disarmati, e fatto uscire da prigione decine, addirittura centinaia, «di jihadisti», ti sei già chiesto perché? E che sì, le radici «della crisi» siriana sono veramente la contestazione popolare di un clan e la risposta di quest’ultimo: distruggere tutto piuttosto che perdere il potere e le sue prebende.

A meno che tu non voglia dire che fin dall’inizio i siriani sono «manipolati» dai paesi occidentali, che tutto questo non è che, in fondo, soltanto una questione legata al petrolio, e che la ribellione siriana è stata teleguidata dall’esterno da potenze che devono soltanto schiacciare un bottone perché delle popolazioni si sollevino. Ma non oso neppure pensarlo: non sei di quelli che ritengono che gli arabi sono talmente sciocchi da non essere capaci di pensare da soli e che quando essi si mobilitano per rivendicare «giustizia sociale», a costo di perdere la loro vita, è una forzatura perché sono manipolati da occidentali che pensano al «petrolio».

Non è vero, «compagno»?

Lanciarazzi contro aviazione

Il secondo problema della tua analisi, «compagno», è che metti sullo stesso piano, da un lato, il «sostegno» portato dalla Russia e l’Iran ad Assad e, dall’altro, il «sostegno» portato dagli Stati Uniti, la Francia, la Turchia e le monarchie del Golfo alle forze d’opposizione siriane. Cerchi di far credere che non ci sarebbe una superiorità militare schiacciante del regime Assad e dei suoi alleati e che dopo tutto, per riprendere, modificandola appena, una formula in voga in un paese confinante con la Siria, «Assad ha il diritto di difendersi».

Ma osi realmente comparare, da un lato, le migliaia di «consiglieri militari» e l’armamento iraniani, le migliaia di combattenti di Hezbollah e, soprattutto, l’aviazione russa (e i veicoli e l’armamento pesante forniti dalla Russia, seconda potenza militare mondiale) che vengono in appoggio ad uno Stato ed un esercito regolare e, dall’altra parte, le armi leggere, i lanciarazzi e i lanciamissili vetusti forniti o finanziati dalle monarchie del Golfo o la Turchia e le armi leggere, i lanciarazzi, qualche arma anticarro e i sistemi di comunicazione e i dispositivi di visione notturna forniti, con il contagocce, dagli Stati Uniti e la Francia?

Sai che ciò che chiedono le forze d’opposizione siriane dall’inizio sono dei missili antiaerei, per potersi difendere dagli aerei della morte di Putin e di Assad, e che sono gli Stati uniti che hanno sistematicamente messo il loro veto alla consegna di tali armi? Sai che all’inizio dell’anno 2014, dopo il fallimento della conferenza di «Ginevra 2», i sauditi per la prima volta hanno suggerito di consegnare lanciamissili alle forze di opposizione siriane, che gli Stati uniti si sono opposti, e che non hanno cambiato posizione dopo? Gli Stati uniti che non volevano, che non vogliono, che queste armi cadono «nelle mani sbagliate», e che non vogliono soprattutto che l’apparato di stato siriano sia distrutto visto che, contrariamente ad altri, hanno tirato i bilanci del loro brillante intervento in Iraq.

Ti pongo una domanda: dove sono, le armi terribili delle forze d’opposizione? Pensi seriamente che Assad avrebbe potuto bombardare quartieri interi con elicotteri che volano a bassa quota se gli oppositori siriani avessero disposto di un reale armamento?

E ti ricordi che nel maggio scorso l’ambasciata della Russia in Gran Bretagna, che deve tuttavia essere ben informata e che, se avesse prove del sovrarmamento degli oppositori di Assad, le esibirebbe, era ridotta a twittare delle immagini estratte di un videogioco (!) «per dimostrare» che le forze d’opposizione siriane ricevevano armi chimiche?

Allora siamo seri, ti va?

Chi ha distrutto la Siria?

Il terzo problema della tua analisi, «compagno», è che dimentichi semplicemente un dato fondamentale: i fatti. Poiché potrai sempre dirmi che quello che ho appena scritto è impossibile da provare, anche se ci sono gli attori principali di questo «non sostegno» e «i non sostenuti» che hanno testimoniato, e che continuano a farlo, ma forse, dopo tutto, essi sono dei bugiardi di prima categoria.

Ma se vuoi assolutamente prove, accontentati di aprire gli occhi e di porti una semplice domanda: come mai la Siria ha potuto essere distrutta? Quando commenti le immagini delle città rese al suolo dicendo che c’è «violenza da entrambi i lati», tu occulti un dettaglio: chi possiede le armi necessarie per distruzioni di tale ampiezza? Per dirlo differentemente: chi può condurre dei bombardamenti? Dove sono gli aerei delle forze d’opposizione siriana? Dove sono gli elicotteri delle forze d’opposizione siriana? Dove sono i loro tanks? Nascosti sotto terra, come la superpotente armata di Saddam Hussein che minacciava il mondo intero? Quanto le forze d’opposizione siriane hanno distrutto aerei? Sai che nel 2013, quando hanno abbattuto due elicotteri, si trattava di un evento così tanto raro che lo hanno celebrato in grande pompa e che hanno diffuso ovunque immagini della loro «impresa»? Due elicotteri! All’epoca, non ho potuto impedirmi di pensare agli abitanti di Gaza che celebrano la caduta accidentale di un drone israeliano…

«La coalizione» guidata dagli Stati Uniti interviene militarmente, tu obietti. Ma puoi farmi la lista dei bombardamenti condotti da questa «coalizione» contro le forze armate del regime di Assad o contro le forze armate che lo sostengono? No, non perdere il tuo tempo a cercare, poiché mi informo io stesso ogni giorno presso fonti sicure: secondo il regime di Damasco ed i media che girano i suoi comunicati, fonti che non si può affatto sospettare di volere dissimulare questo tipo di bombardamenti, la cosa è accaduta… due volte. La prima volta, nel dicembre 2015 (4 morti), nella regione di Deir ez-Zor, «la coalizione» che smentisce di avere mirato all’esercito siriano e che afferma di aver bombardato Daesh. La seconda volta, nel settembre 2016 (tra 50 e 80 morti secondo le fonti), vicino all’aeroporto di Deir ez-Zor, «la coalizione» riconosce questa volta di avere bombardato le posizioni del regime e presenta scuse ufficiali a Bashar al-Assad ed a Vladimir Putin.

Riassumendo, ed eccetto errori da parte mia (nessuno è infallibile), «la coalizione», che rivendica circa 5.000 «bombardamenti» sulla Siria, ha bersagliato due volte, dall’inizio della sua campagna di bombardamenti nel 2014, il regime Assad, di cui una volta «si è scusata». Da annotare, dunque, nel vostro taccuino: «le autentiche operazioni militari condotte “dalla coalizione” hanno riguardato Daesh e altri gruppi “jihadisti”, e non Assad ed i suoi alleati».

Per finire, alcune osservazioni «preventive»

Ci sono molti altri problemi con la tua analisi, «compagno», ma non voglio approfittare del tuo tempo. Del resto, pur avendo avuto spesso l’occasione di discutere a voce con te di questi «problemi d’analisi» confrontando, la tua «geopolitica» ed il tuo «antimperialismo», i fatti e la cronologia reale degli eventi, so che non ti piace troppo questo, i fatti. Sono veramente troppo testardi.

Poiché è molto più semplice provocare o seminare confusione con post e commenti su Facebook o in forum di discussione che prendere il tempo per avere uno scambio un po’ preciso e argomentato.

Allora nel caso in cui tu fossi comunque tentato di cedere alla facilità e volere giocare a questo piccolo gioco, ti sottopongo alcune osservazioni «preventive»:

Prima di dirmi che difendo le stesse posizioni degli Stati uniti, della Francia, dell’Arabia Saudita, del Qatar, di Bernard-Henri Lévy o di qualche altro «compagno ingombrante», ricorda che, se si ragiona in tal modo, tu difendi da parte tua le stesse posizioni della Russia, dell’Iran, del generale Al Sissi, di François Fillon o di Marine Le Pen, e chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che Israele ha bombardato, dal 2011, in una quindicina di riprese, posizioni del regime di Assad, e che coloro che sono contro Assad sono dunque con Israele, ricorda che nel giugno scorso Putin dichiarava, al termine di una riunione con Netanyahu con il quale aveva appena firmato molti accordi commerciali, quanto segue: «Abbiamo evocato la necessità di sforzi congiunti nella lotta contro il terrorismo internazionale. Su questo piano, siamo alleati. I nostri due paesi hanno un’esperienza importante in materia di lotta contro l’estremismo. Dunque rafforzeremo i nostri contatti con i nostri partner israeliani in questo campo». E chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che la ribellione siriana si è appellata ai paesi occidentali per ricevere armi e beneficiare di un appoggio militare conseguente, in particolare aereo, e che questo nasconde inevitabilmente qualcosa, ricorda che le forze curde che ammiri tanto – giustamente – da quando hanno respinto Daesh a Kobané hanno fatto esattamente la stessa cosa, e che esse hanno ottenuto quest’appoggio, al punto che hanno ringraziato pubblicamente gli Stati uniti del loro sostegno, e chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che la ribellione siriana, anche se si sarebbe potuto avere all’inizio della simpatia per essa, è oggi ostaggio di forze reazionarie derivate dall’islam politico, e che alcune di queste forze non esitano a prendersela violentemente con i civili o, variazione sullo stesso tema, che è realmente tragico bombardare civili ma è perché i terroristi si nascondono fra loro, quando non li utilizzano come scudi umani, ricorda che questo è il discorso di quelli che vogliono giustificare le campagne di bombardamenti mortali su Gaza, e chiediti se è un’argomentazione.
Prima di dirmi che gli insorti siriani sono «alleati oggettivi» con Daesh, ricorda che Daesh è stato cacciato da Aleppo all’inizio del 2014 da quelli che si stanno facendo oggi massacrare da Assad, rifletti sul concetto di «alleato oggettivo» e chiediti se è un’argomentazione. Puoi anche riconsiderare, se non sei convinto, ciò che è stato ricordato sopra a proposito dei veri obiettivi dei bombardamenti della coalizione, e chiederti una seconda volta se la mossa dell’«alleato oggettivo» è un’argomentazione.
Prima di dirmi, infine, che coloro che denunciano Assad e Putin «dimenticano» di denunciare i massacri commessi dalle grandi potenze occidentali e dai loro alleati, sappi che fra quelli che si mobilitano per Aleppo, siamo numerosi a esserci mobilitati per Gaza, contro gli interventi militari in Afghanistan, in Iraq, in Libia o altrove, e che non rinunciamo, contrariamente a te che hai scelto di non essere in strada ieri sera per denunciare la macelleria in corso, alla nostra coerenza politica, ai nostri ideali e all’antimperialismo. E chiediti se questa è un’argomentazione.
Ecco dunque, «compagno», ciò che volevo dirti. Il tono non è molto piacevole, ne convengo, ma questo è niente a confronto dell’indifferenza, a volte anche del dispetto che tu manifesti riguardo al martirio di Aleppo.

Farai ciò che vuoi di questa lettera, ed hai ovviamente il diritto di continuare a riempirti della tua visione «geopolitica» di corte vedute e del tuo «antimperialismo» pavloviano mentre i siriani crepano sotto le bombe di Putin e di Assad, e sotto i tuoi occhi.

Qui non si parla di un esercizio di retorica su Facebook per commenti interposti, ma di migliaia, di decine di migliaia di vite. Non si parla di una divergenza tra noi sulla valutazione di questo o quell’avvenimento, ma del tuo silenzio complice o delle tue miserabili contorsioni di fronte ad una delle più grandi tragedie del nostro tempo. Non si parla di un semplice disaccordo politico, ma di un’autentica rottura.

Non so quando ci parleremo le prossima volta, «compagno». Ma quello che so, è che se tu persisti, e malauguratamente credo che lo farai, non ci saranno neppure più virgolette, perché non ci saranno più dei compagni.

Ti lascio con il Che, che ha qualcosa da dirti:

«Soprattutto, siate sempre capaci di sentire nel più profondo del vostro cuore qualunque ingiustizia commessa contro chiunque, in qualunque parte del mondo. È la qualità più bella di un rivoluzionario.»

P.S. No, non ho messo note. Non è nelle mie abitudini non indicare dei riferimenti, ma probabilmente avrai capito che è volontario. Poiché dato che sei molto capace di fare ricerche su Internet (ed altrove?), sappiamo molto bene entrambi che potrai trovare tutte le fonti utilizzate qui.
Ho letto con interesse ed ho appreso molte cose che non sapevo. Al quadro generale mi manca un tasselli: gli incappucciati che tagliavano le teste con la scitarra senza processo da che parte stanno?

Offline galafro

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2617
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #58 il: 18 Dic 2016, 08:43 »
Chi combatte per la libertà del suo popolo ha sempre ragione e va sempre il mio rispetto, quindi FatDanny ha tutto il diritto di essere irato contro tutto e contro tutti me compreso e ho il dovere di ascoltarlo. Lungi da me il ben che minimo appoggio al regime sanguinario degli Assad, sia chiaro. Le mie considerazioni erano altre, domande che non hanno ancora delle risposte e che possono comprendere che ai siriani come FatDanny gliene può fregar di meno

Offline anderz

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8271
Re:Guerra in Medio Oriente
« Risposta #59 il: 18 Dic 2016, 09:14 »
Ho letto con interesse ed ho appreso molte cose che non sapevo. Al quadro generale mi manca un tasselli: gli incappucciati che tagliavano le teste con la scitarra senza processo da che parte stanno?
Dipende a quali incappucciati ti riferisci; è anche complicato stare dietro a tutte le sigle, alle loro giravolte e ai conflitti interni. Diciamo che i primi gruppi jihadisti sponsorizzati da sauditi e qatarioti spuntano nel 2012, periodo in cui dall'Iraq entrarono in Siria anche i combattenti di Al Qaeda irachena, noti come Al Nusra. Nel 2013, invece, sempre dall'Iraq fu il turno dell'ISIS, organizzazione nata anch'essa da Al Qaeda in Iraq, che tentò peraltro di ricondurre all'obbedienza Al Nusra, senza successo.
L'ISIS ha, per prima cosa, attaccato i ribelli secolarizzati, non l'esercito di Assad, ma si sono sparati anche tra incappucciati tagliagole. Ci sono poi un sacco di sigle minori che hanno cambiato fronte (e nome) decine di volte, un bel casino.
 

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