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Ho postato l'intervista perché mi ha colpito il fatto che anche uno con le sue idee ti dice che i palestinesi hanno sbagliato tutto.
Ma proprio tutto.
E non è una questione di chi ha ragione o torto.
Beccati quest'altra intervista allo storico Morris, sempre dal CorSera.
https://www.corriere.it/esteri/19_aprile_11/benny-morris-in-israele-sinistra-scomparsa-perche-rabin-barak-si-fidarono-arafat-15c2565a-5c9e-11e9-b6d2-280acebb4d6e.shtmlProfessor Morris, perché ha vinto Netanyahu? «A causa della demografia: ortodossi e sefarditi fanno più figli, e quasi tutti votano a destra. E per responsabilità degli arabi israeliani: molti odiano Israele e non votano, favorendo lo statu quo».
A Gerusalemme non cambierà nulla, quindi? «Al contrario. Cambierà tutto».
Perché? «La vittoria di Netanyahu è una vittoria di Pirro. Entro un anno gli scandali e i processi lo costringeranno a dimettersi».
Chi gli succederà? «Un altro uomo del Likud. Non so chi».
Come passerà alla storia Netanyahu? «Be’, la maggioranza degli storici sono di sinistra, quindi ne scriveranno male…».
Lei viene da sinistra ma ne è stato molto criticato, quindi il suo giudizio è obiettivo. «Lo considero un cattivo leader e un uomo corrotto. Anche se gli vanno riconosciuti alcuni meriti. È stato cauto: non ha fatto guerre inutili; e non ha corso rischi bombardando l’Iran».
Cosa accadrà dopo di lui? «Può accadere di tutto. Le cose possono migliorare ma pure peggiorare. Di sicuro, l’idea che il Medio Oriente sia immobile è un abbaglio clamoroso. Tenga conto che siamo alla vigilia di un cambiamento anche nel campo avverso».
Abu Mazen è finito? «Sì. Sarà presto sostituito. Non so dirle se il suo erede sarà più moderato o più radicale».
Israele non è mai stato così sicuro? O l’Iran può minacciarlo? «Israele è sempre in bilico. Sono certo che l’Iran stia proseguendo il suo programma nucleare. Va fermato».
Come? «Ci sono soltanto due strade. Sanzioni severe che ne blocchino l’export e mettano in ginocchio l’economia. O le bombe. Poi c’è l’altra grande minaccia».
Quale? «I palestinesi. Non hanno mai rinunciato a distruggere Israele. La pace è impossibile, perché per fare la pace ci vuole un partner. E come fai con uno che vorrebbe sgozzarti?».
Abraham Yehoshua pensa a uno Stato in cui ebrei e arabi possano convivere. «È un’utopia. Ci sono luoghi come Hebron in cui ebrei e arabi si ammazzano tra loro da centinaia di anni. Come possono stare insieme? Il Muro, la separazione sono una dolorosa necessità».
Ben Gurion disse nel 1938: «Noi stiamo difendendo le nostre vite. Ma sul piano politico, siamo noi che attacchiamo, e loro che si difendono». «Ben Gurion aveva ragione. Ma ora quel ragionamento non vale più. Israele ha creduto davvero alla pace. I palestinesi no».
Per questo la sinistra israeliana non esiste più? «Sì. Rabin e Barak si fidarono di Arafat. La disillusione è stata terribile».
Si parla di rimozione.
per fare la pace ci vuole un partner. E come fai con uno che vorrebbe sgozzarti?La grande rimozione.
Qual è la riga ? E' culturale, non territoriale. Deve finire la cultura dell'odio di cui è pervarsa la popolazione palestinese e i suoi governanti.
Ma questo non si realizza dall'oggi al domani, una rivoluzione culturale è lenta, quindi non credo ci siano grandi possibilità nell'immediato.
Colonianismo ? Stiamo parlando dell'Impero Britannico, del Commonwealth ?
Stiamo parlando di uno stato più piccolo del Piemonte.
La causa palestinese ha perso molti consensi, ci sarà un perché o siamo diventati, nel mondo, tutti brutti, sporchi e cattivi ?