beh no.
O meglio, c'è una continuità ma non è omogenea e non parte subito dopo il '17.
é Stalin che, in difficoltà sull'adesione al marxismo di quanto stava facendo, recupera il piano nazionalista panrusso.
Tanto che oltre a modificare la politica estera modifica anche le autonomie interne, che erano elevatissime fino alla sua salita al potere.
Si descrive il comunismo come un contesto in cui i religiosi vengono messi tutti al rogo, in realtà la costituzione sovietica garantiva non solo libertà di culto, ma anche autonomia culturale, educativa, amministrativa. Per le minoranze religiose stavamo negli standard occidentali odierni, forse qualcosa in più.
Era la Chiesa russa ad aver subito la repressione bolscevica. Ma attenzione, la chiesa russa non era solo una confessione, era anche una forza politica storica del tempo. Che aveva avuto un preciso ruolo nel regime zarista. Un po' come accadde per le chiese durante la rivoluzione francese.
Ad ogni modo, tornando alla politica estera sovietica, non possiamo dargli una perfetta linearità come non possiamo farlo per gli USA. Anche l'URSS, come l'altra superpotenza, ha alternato fasi di nazionalismo aggressivo a fasi di chiusura al proprio interno.