La ragazzina c'ha ragione: dovrebbe sta' a scuola. I suoi genitori andrebbero processati. Ma come se fa? Hanno generato un mostro, una ragazzina che non sa sorridere, che passa la sua vita a recitare testi e leggere messaggi che altri hanno scritto per lei, e che ha creato un'immagine odiosa di se, un danno pazzesco se confrontato con l'intera vita che Greta ha davanti.
La causa e' giusta, ma il fine non giustifica i mezzi.
Faccio un'analisi politica del testo, perché fa capire bene il modo in cui Greta viene attaccata che Tarallo sottolinea (vale perfettamente anche per Trump&co). Una cosa che spesso faccio sui testi, un po' per gioco un po' no:
La ragazzina --> il tentativo di discredito è immediato. Non viene chiamata per nome o cognome e l'appellativo di apertura, per niente casuale, porta con sé un carattere specifico.
Non è infatti la giovane, l'adolescente, la ragazza. E' la ragazzina. Quali sono i tratti peculiari dei ragazzini? Che sono poco credibili e che frignano --> gli argomenti di Greta sono poco credibili e non sta protestando, sta frignando.
dovrebbe sta a scuola --> occupa un posto sbagliato. La locuzione familiare rimuove concettualmente che Greta non sta facendo sega al Gianicolo, ma sta parlando alle Nazioni Unite.
I suoi genitori andrebbero processati --> conseguente al suo status di ragazzina non può essere responsabile del suo agire e della sua presa di posizione (ancora una volta sminuita). Ma evocare la repressione su una ragazzina sarebbe un cortocircuito logico, quindi la violenza repressiva va scatenata sulla prima figura credibile dietro di lei, i genitori che...
hanno generato un mostro --> si spiega perché i genitori andrebbero repressi. Non disponendo Greta di pensiero autonomo e credibile, è prodotto mostruoso diretto e passivo dei due colpevoli.
una ragazzina che non sa sorridere --> eggià, per parlare del disastro ambientale verso cui stiamo andando dovrebbe spaccarsi dalle risate "
regà, la sapete l'ultima? ci stiamo estinguendo" e giù risate dalla platea. La frase non vuole solo giustificare l'appellativo di "mostro", ma, cosa ben peggiore, vuole disumanizzarlo. Chi non sorride? Le macchine. Si rafforza il carattere Greta-prodotto.
che passa la sua vita a recitare testi e leggere messaggi che altri hanno scritto per lei --> altro passaggio volto a fare due cose: negare autonomia e
agency alla persona Greta; schiacciare la sua vita - e anche semplicemente il suo attivismo - a questo.
La macchina mostruosa Greta-prodotto si delinea sempre più precisamente
che ha creato un'immagine odiosa di se --> a questo punto la macchina, ormai definita, può tornare soggetto e assumere l'unica responsabilità di cui è capace: risultare odiosa, detestabile. Una Lisa Simpson incarnata.
un danno pazzesco se confrontato con l'intera vita che Greta ha davanti. --> la macchina detestabile Greta-prodotto può essere finalmente comparata alla Greta adolescente adorabile che sarebbe potuta essere se avesse accettato il suo ruolo (adolescente), il suo posto (scuola), il suo destino (crescere "come tutte le altre"). La vita torna, ma solo per fare da contrasto alla macchina.
La causa è giusta, ma il fine non giustifica i mezzi --> sottolineo come in questa chiosa c'è l'UNICO passaggio che quantomeno allude ai suoi argomenti. Mai nominati, mai centrati, mai fatti oggetto di discussione. Si può anche ammettere che, ma guarda un po', quel che dice è vero, perché tanto l'opera di rielaborazione di Greta è compiuta in modo che la sua Causa diventi l'ultima delle questioni. Letteralmente.
Le parole sono importanti (cit.)