Esiste una valanga di dati di vario genere (oceano, ghiacci, ecc.) e origine (atmosfera, agronomia, foreste, ecc.) che dicono, secondo me in modo incontrovertibile, che il pianeta si sta riscaldando. Premesso questo, c’e’ il dato della temperatura media. “La temperatura media della terra ha un senso fisico”. Ok. Parliamone un attimo. Giusto cosi’, per farsi un’idea di cosa e’ mostrato in quel famoso grafico.
Sinceramente non ho capito a che grafico ti stia riferendo, ma se è quello dell'aumento della temperatura media negli ultimi secoli è possibile trovarlo anche con la relativa incertezza (se è questo ciò che non ti convince).
Uno dice: la temperatura media. Che significa “temperatura media”? Esempio: Se ho l’oceano a 20 gradi e un pentolino di acqua a 80 gradi, posso dire che la temperatura media dei due sistemi e’ 50 gradi. Lo posso dire. Ma questo ovviamente non significa che se butto il pentolino d’acqua nell’oceano la temperatura dell’oceano si alza di 30 gradi. Per avere una media che per lo meno rispecchi la realta’ devi pesare le due temperature, per esempio con le masse di acqua dell’oceano e del pentolino. Quando lo fai vedi che la temperatura dell’oceano non cambia buttandoci dentro un pentolino d’acqua calda e allora le cose tornano con la realta’. Poi se uno volesse fare le cose per bene dovrebbe mediare le due temperature con dei pesi più’ precisi, che tengano conto di altre cose (tipo la composizione chimica dell’oceano e dell’acqua del pentolino), ma a quel livello bastano le masse.
Quando si parla di temperatura media ci si riferisce a tre possibili misure: temperatura superficiale delle terre emerse, temperature superficiale marine o entrambe contemporaneamente. Si capirà dunque che in tutti i casi si parla di temperature superficiali, che non è una scelta casuale, ma dovuta al fatto che sono quelle che determinano la radiazione emessa dalla Terra. Quindi proprio concettualmente non bisogna fare nessuna media pesata tenendo in considerazione le relative masse ma solamente le superfici. Poi chiaro che le temperature superficiali marine mostrino un riscaldamento in quantità inferiore a quello sulla terra ferma a causa della sua maggior inerzia termica.
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Questo e’ un caso semplice. Per la terra le cose si complicano. Esempio: ho due misure di temperatura, diciamo una al Lingotto (20) e l’altra alla Sacra di San Michele (6). Per avere una “temperatura media della zona”, chiamiamola cosi’, mi devo inventare un modo di pesare ste due temperature. Pero’ i pesi sono complicati, devono tenere conto di vari fattori. Per dire: a che altezza hai preso le misure, che strumento hai usato, quanto e’ preciso, a che ora l’hai prese, che aria c’era, quanto era coperto il cielo, quanto sole arrivava, quanto era umida l’aria, eccetera eccetera. Poi, siccome fra il Lingotto e la Sacra di San Michele corrono 30 km, mi devo inventare un modo per interpolare fra le due misure, in modo da poter dire ok, se al Lingotto ho misurato 20 e alla Sacra 6, e’ probabile che a Rivoli (in mezzo) c’erano 17 gradi. Per fare questo devo tenere conto di altri fattori (aree urbane vs rurali, topografia, specchi d’acqua, eccetera eccetera). Fatto tutto, mi posso calcolare una “temperatura media della zona” Lingotto-Sacra di San Michele, che pero’ dipende dai pesi che ho scelto, cioè’ dai fattori di cui ho tenuto conto. Se io tengo conto di un fattore e un altro non ne tiene conto, potremmo ottenere risultati diversi.
Immaginate di fare sta roba a livello planetario. Non e’ che le stazioni per misurare la temperatura coprono uniformemente il globo. Ne hai sparse qua e la’. Quindi per avere un “temperatura media” devi tenere conto di un mare di fattori, devi interpolare parecchio. Insomma dietro questa “temperatura media” c’e’ un sacco di cucina. Non e’ un dato chiaro e lampante, non e’ la traccia lasciata da una particella in un rivelatore. E’ una cosa molto, molto massaggiata. Naturalmente per un sacco di tempo gruppi diversi avevano risultati diversi e sono 15+ anni che affinano sti pesi usando vari tipi di dati ausiliari. Ma quello resta un dato massaggiato.
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Certo, per ottenere un valore medio devo utilizzare un processo di interpolazione a partire dalle località in cui avvengono le misurazioni, generalmente tramite kriging. A riguardo cerca qual'è l'incertezza derivante da questo metodo (es. Berkeley Earth) e penso che ne rimarrai sorpreso. L'incertezza è infatti incredibilmente bassa ed la motivazione fisica è perchè si è osservato che in misure di temperatura sulla terra ferma il 95% della variabilità è dovuta alla latitudine a all'altitudine di una determinata stazione. Per altro la variabilità spaziale della temperatura superficiale degli oceani è piuttosto bassa, per cui pur con un numero di stazioni minore rispetto alla terra ferma si possono ottenere comunque buoni risultati. Per altro si possono osservare risultati simili anche utilizzando i satelliti che permettono di ottenere una risoluzione spaziale maggiore.
Ci sarebbero infine i risultati dell'esperimento CERES (Clouds and the Earth's Radiant Energy System ) che attualmente non sono ancora pubblici ma mostrano un non bilanciamento tra incoming e outgoing radiation a favore della prima. Ciò significa che l'energia assorbita è maggiore di quella emessa provocando un incremento della temperatura media della superficie terrestre, abbastanza in linea con quella ottenuta tramite interpolazione.
La temperatura media di una certa stazione si ottiene o utilizzando la media integrale giornaliera mediando poi sui 365 giorni o, più comunemente, si calcola la temperatura media giornaliera come media fra T massima e minima, mediando poi su 365 giorni. In questo modo non bisogna tenere in considerazione altri parametri, perché è appunto una media e non è riferito invece ad un istante specifico.
Ci sono anche altri problemi secondo me. Per dire, se cambi i 30 anni di riferimento le cose cambiano eccome. Poi, 30 anni. Perche’ 30 anni? La terra ha 4,5 miliardi di anni. Voglio essere buono, teniamo conto solo dell’ultimo miliardo (la vita si era sviluppata da almeno 1,5 miliardi di anni). Prendere gli ultimi 30 anni a riferimento e’ come prendere gli ultimi 40 secondi a riferimento per la vita di un uomo di 40 anni. Che senso ha? Lo fai se c’e’ una crisi, se sai che l’uomo ha avuto un infarto 30 secondi fa e devi agire. Ma se vuoi capire come sta non ha senso fare una cosa del genere perche’ sai gia’ cosa troverai. Voglio dire: se da ieri a oggi mi e’ salita la febbre e tu estrapoli la mia temperatura nel futuro concluderai che sto per diventare una supernova. Invece domani la febbre mi passa. C’e’ altro ma vabbe’.
Qui rispondo anche a UnDodicesimo. Il fatto che generalmente si considerino 30 anni come intervallo di riferimento è una convenzione, ma non casuale. Il motivo è che 30 anni include almeno 2 cicli di ogni modo di variabilità interna conosciuto (es. ENSO, QBO,ecc.). Allo stesso tempo non ha senso prendere un periodo toppo lungo proprio perché il clima cambia nel tempo e una media su un tempo troppo lungo non sarebbe rappresentativo. Se cambi i 30 anni di riferimento cambiano i valori ovviamente, ma cambia sensibilmente la differenza tra fine 800 e anni 2000.
Poi attenzione che le previsioni per l'andamento futuro non sono fatte utilizzando un estrapolazione dell'andamento attuale ma sono basate su modelli fisici che tengono in considerazione tutti i possibili )(tra quelli conosciuti) forcing radiativi, i feedback, le interazioni con gli oceani e il suolo ecc. Se si osservano le reanalisi, si può vedere come i modelli siano in grado di prevedere entro l'intervallo di confidenza l'andamento della temperatura, e lo stesso si può dire confrontando la temperatura attuale con quella prevista dal IPCC del 1995 in poi.
L'incertezza è si ampia ed è scontato visto la natura caotica dell'atmosfera, ma i risultati esposti derivano da una probability density function, per cui gli estremi sono i valori meno probabili.