I bambini ci guardano...

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Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #60 il: 03 Ott 2015, 17:40 »
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #61 il: 03 Ott 2015, 20:27 »
@Monsieur
Si, vabbè, ma ci sta pure il "forse" nell'intestazione del titolo....
Definitivamente una non fonte.

Come rai news 24 che confondeva i traccianti anti-missile degli elicotteri israeliani per conseguenze di attacchi al fosforo bianco.
Niente di personale, eh, sono io che ho sviluppato anticorpi alle fonti di informazione italiane, eccetto rari casi di fonti specializzate i media nostrani dicono sempre e solo un mucchio de cazzate.

Il discorso è che i russi stanno effettivamente testando le prestazioni degli SU-25 e degli SU-30 in Siria, specirficamente "air to ground" e "ground support".
E questo è quello che preoccupa tanto il pentagono, specialmente l'Usaf che ora vede quanto il progetto F-35 sia "unfit".
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #62 il: 03 Ott 2015, 20:51 »
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/bombe-ad-minchiam-nato-colpisce-ospedale-medici-senza-frontiere-109819.htm

nove medici sono morti, è un dato confermato mentre i cadaveri sarebbero 50 (sarebbero)

certo, le fonti, ma l'ospedale di Medici senza frontiere è stato centrato...la conferma arriva dal comando dell'Alleanza

se vai sulla hp di repubblica mi sembra un dato ormai acclarato, si parla di crimine di guerra
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #63 il: 07 Ott 2015, 09:48 »
...alla fine l'obiettivo di tutti è rimettere saldamente in sella Assad col beneplacito di Obama & co. che si tolgono una spina dal fianco, optando per il male minore,
(Assad è la fattura portata all'incasso da Putin per il lavoro sporco)

http://www.repubblica.it/esteri/2015/10/07/news/siria_intensi_raid_russi_sulla_provincia_di_hama-124505701/?ref=HREA-1

è stressante avere sempre ragione  :)
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #64 il: 19 Nov 2015, 22:07 »
...alla fine l'obiettivo di tutti è rimettere saldamente in sella Assad col beneplacito di Obama & co. che si tolgono una spina dal fianco, optando per il male minore,
(Assad è la fattura portata all'incasso da Putin per il lavoro sporco)

Da http://sputniknews.com
http://sputniknews.com/world/20151119/1030366278/only-russia-can-quash-isil.html
 
“La Russia è l'unica grande potenza in grado di distruggere l’Isis perché può ignorare le accuse e le pressioni dei media occidentali”. Lo ha detto Gwenyth Todd, un ex consigliere di Barack Obama ed ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale (NSC) della Casa Bianca.
"Il mondo ha bisogno di un paese veramente potente, pronto a fare qualsiasi cosa per respingere questi terroristi ben armati e finanziati. È inoltre necessario mettere un attimo da parte le accuse di violazione dei diritti umani e cercare di fermare il flusso di denaro proveniente dalla Turchia e dai paesi del Golfo diretto ad alimentare lo stato islamico”, ha detto Gwenyth Todd a Sputnik. Todd ha spiegato che gli Stati Uniti hanno grande difficoltà a intraprendere azioni di guerra contro i terroristi perché "ci sono molti cittadini americani che vogliono assolutamente evitare tutti i danni collaterali legati a una possibile guerra o anche solo le violenze necessarie a fermare i colpevoli." Il problema però riguarda l’Occidente nel suo complesso, spiega Todd, perché anche gli inglesi, i tedeschi e i francesi vogliono evitare un intervento deciso. E in più sono disposti a chiudere un occhio anche con quei governi che violano i diritti umani, pur di proteggere i loro interessi economici.
"Nessuno di questi atteggiamenti può essere efficace quando si tratta di fronteggiare l’avanzata del terrorismo – afferma l’ex membro dell’NSC - Se l'Occidente rifiuta di vendicarsi, i terroristi capiranno che potranno agire indisturbati perché non avremo mai il coraggio di attaccarli veramente”. Il sospetto che hanno i terroristi è che ora anche la Russia sia stata contagiata dalla paura occidentale di compiere un intervento risolutivo e, per Gwenyth Todd, l’abbattimento del Metrojet russo sarebbe servito a provare questa teoria. “Gli Stati Uniti, incapaci di agire – sostiene Todd – si sentirebbero estremamente sollevati se la Russia si decidesse a distruggere il quartier generale dello Stato Islamico, ignorando le pressioni dell’opinione pubblica”. Il momento è molto favorevole, il giudizio su un intervento russo sarebbe mitigato dagli ultimi attentati di Parigi e dalla rivendicazione da parte dell’Isis dell’attentato all’aereo russo. Ma per Todd “questa finestra rimarrà aperta solo per poco tempo, e la Russia deve muoversi molto velocemente e colpire l’Isis con grande forza se vuole essere efficace”.
 

Offline anderz

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Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #65 il: 19 Nov 2015, 22:46 »
Mamma mia, sputnik news, mamma mia
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #66 il: 20 Nov 2015, 07:37 »
Mamma mia, sputnik news, mamma mia

tu guardi il dito
io l'intervistato/a

davvero, commento ad minchiam

Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #67 il: 20 Nov 2015, 07:49 »
http://www.daringtodo.com/lang/it/2015/11/18/vladimir-putin-contro-i-terroristi-perdonarli-spetta-a-dio-portarli-a-lui-spetta-a-me/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=socialnetwork

http://www.difesaonline.it/mondo-militare/putin-una-bomba-sulla321-precipitato-sinai-non-avremo-piet%C3%A0-vi-troveremo

fra bufale e cose serie direi che la grancassa è partita, mo dovrebbe partire l'escalation

http://www.internazionale.it/opinione/bernard-guetta/2015/11/19/francia-russia-siria-accordo

detto questo, Putin resta la carta giocabile e spendibile. Non era difficile intuirlo....

Solo gli stupidi non cambiano mai idea. Per questo non ci sarebbe niente di male se dopo gli attentati del 13 novembre François Hollande avesse modificato la sua politica siriana. Ma le cose stanno davvero così?

Nicolas Sarkozy pensa di sì, come molti altri a destra e a sinistra. Il 18 novembre l’ex presidente ha parlato di uno “spettacolare cambiamento nella politica estera”, ma la verità è che Hollande si è riavvicinato alla Russia solo dopo che Mosca ha modificato la sua politica siriana e ha capito che un accordo di pace passa inevitabilmente per un’uscita di scena di Bashar al Assad.

Quando Putin ha deciso di intervenire in Siria aveva due opzioni: poteva tentare di restituire al presidente siriano i suoi poteri perduti o approfittare del suo ritorno sulla scena in Medio Oriente per facilitare un compromesso di pace e tornare al tavolo dei grandi abbandonando l’alleato di Damasco.

L’uscita di scena di Assad non è più un obiettivo immediato ora che sembra una logica conseguenza dei negoziati di Vienna

Inizialmente il Cremlino ha scelto la prima strada, bombardando sistematicamente le postazioni dei ribelli siriani che ha continuato a definire “terroristi” ed evitando di colpire quelle del gruppo Stato islamico. È stata una scelta coerente perché Mosca voleva poter dire al mondo che l’alternativa era tra i jihadisti e il regime, salvando in questo modo Bashar al Assad.

Il problema è che malgrado l’appoggio aereo della Russia e il sostegno sul campo degli iraniani le truppe siriane non sono riuscite a riguadagnare terreno. Mosca ha capito che Assad non era più una carta da giocare e che continuando a perseguire un obiettivo irraggiungibile avrebbe finito per inimicarsi tutto il mondo sunnita.

Così Putin ha cambiato orientamento, riavvicinandosi agli Stati Uniti per avviare il processo di pace di Vienna. La Russia ha già accettato la presenza nella capitale austriaca dei ribelli siriani (come anche l’Iran) puntando su una federalizzazione della Siria con elezioni a cui parteciperebbero i milioni di esiliati che di sicuro non voterebbero mai per Assad.

La Russia non ha ufficialmente scaricato Assad ma ha accettato l’idea di un voto che lo eliminerebbe attraverso le urne. Inoltre Mosca non definisce più l’insurrezione come una forza terrorista e finalmente ha cominciato a bombardare le postazioni dei jihadisti.

Siamo davanti a una svolta da parte della Russia, ed è solo dopo aver registrato le nuove intenzioni di Putin che Hollande gli ha teso la mano, il 16 novembre, proponendo la grande coalizione contro l’Is. La Francia – come gli altri europei, gli Stati Uniti e i paesi sunniti – non ha rinunciato all’allontanamento di Assad, ma l’uscita di scena del capo del regime non è più un obiettivo immediato ora che appare come una logica conseguenza del processo di Vienna.

http://www.lastampa.it/2015/11/16/esteri/tutti-i-rischi-e-i-costi-di-unalleanza-con-putin-koYZTdqBVoilvIUTLV0acL/pagina.html

Allearsi con Vladimir Putin e la parola d’ordine del momento, una delle poche cose su cui tutti paiono essere d’accordo nel caos di notizie, ideologie e prese di posizione del dopo-Parigi. Senza i russi la vittoria sull’Isis è impossibile, sentenziano politici ed esperti, e l’esperienza di Mosca nel combattere l’islamismo più radicale è impagabile. I russi hanno sperimentato tragedie come quella di Parigi anni prima, e la strage al teatro della Dubrovka, con il commando che irrompe nella sala in mezzo a uno spettacolo, sembra aver scritto il copione per il massacro al Bataclan.
 
LA STRAGE AL TEATRO DELLA DUBROVKA 
Paralleli scontati ma non esattamente corretti. La scenografia e la stessa: una metropoli colpita al cuore, con le vittime non più lontani abitanti di zone in guerra, ma amici e parenti della Mosca bene, nella platea del musical più di moda della stagione. La sceneggiatura non potrebbe essere più diversa. L’assedio del teatro sulla Dubrovka, nell’ottobre del 2002, durò ben tre giorni, con i terroristi ceceni che chiedevano un negoziato che, secondo loro, il Cremlino non avrebbe potuto non concedere per salvare più di 900 ostaggi. Chiedevano il ritiro dei russi dalla Cecenia, l’indipendenza di Grozny e un salvacondotto per se stessi. Non azionarono le loro bombe nemmeno quando le teste di cuoio russi lanciarono il blitz, nonostante non tutti i terroristi fossero caduti addormentati dal gas anestetico lanciato prima dell’operazione, e alcuni ingaggiarono una sparatoria con gli agenti. Dei 130 ostaggi morti alla Dubrovka, 128 furono uccisi dal gas tuttora misterioso usato dai servizi russi. Soltanto due furono vittime dei terroristi.
 
UNO SPARTIACQUE 
La Dubrovka fu uno spartiacque: segnò la fine di una guerriglia cecena nata come nazionalista e laica, più IRA che al Qaeda, e il trionfo definitivo di quella di stampo jihadista. Le prime terroriste suicide sono arrivate in Cecenia nel 2000, insieme ai soldi e ai libri di dottrina provenienti dai paesi del Golfo, e le ragazze kamikaze alla Dubrovka hanno sfoggiato per la prima volta veli neri di taglio integralista, sconosciuti fino ad allora nel Caucaso russo. Ma avevano in tasca un biglietto di ritorno a casa, e portavano la maschera: speravano ancora di uscirne vive. Dopo, i terroristi ceceni hanno cominciato a entrare nelle scuola, nelle stazioni e negli aeroporti solo per farsi esplodere, solo per uccidere più infedeli possibile, solo per terrorizzare. Come al Bataclan. La Cecenia è stata infine “pacificata” appaltandola a Ramzan Kadyrov, un ex guerrigliero che ha imposto una sua forma di sharia, e che vanta un grado di autonomia che mette in imbarazzo a volte perfino Mosca, che però continua a finanziarlo con un budget quasi illimitato. 
 
LA CRISI IN DAGHESTAN 
Nel vicino Daghestan, invece, dove il terrorismo islamista continua a piazzare attacchi quasi quotidiani, che non guadagnano le pagine dei giornali russi, figuriamoci quelli europei, il fondamentalismo armato non si riesce a debellare, e continua a reclutare sempre più giovani, abbeverandosi alle stesse fonti dei radicalismi delle banlieue di Parigi e del Cairo: miseria, assenza di prospettive, disoccupazione, corruzione. Migliaia di ceceni sono andati a combattere in Siria, e decine di ragazzi e ragazze del Caucaso russo si sono arruolati nel terrorismo: l’ultima grande strage suicida, alla stazione di Volgograd, e di due anni fa, appena prima delle Olimpiadi di Sochi.
 
IL «LAVORO SPORCO » DI PUTIN 
Putin non ha la ricetta magica contro l’islamismo, non più di quanto ce l’abbia Hollande o l’abbia avuta Bush. Può però usare farmaci più forti, come le rovine di Grozny hanno dimostrato. Viene quasi il dubbio che gli europei, invocando a gran voce l’intervento “necessario” della Russia contro l’Isis, in realtà sperano che Putin faccia per loro il lavoro sporco: bombardi a tappeto incurante delle Ong, e magari mandi i suoi soldati “on the ground”, a rischiare quello che i governi europei non vogliono rischiare, anche perché gli sarebbe molto più facile occultare il numero dei caduti e impedire le eventuali proteste. Putin potrebbe anche accettare. È abituato a trarre il massimo da queste situazioni. Divento presidente a furor di popolo dopo degli attentati (Mosca, 1999), entro sulla scena internazionale rompendo un isolamento pericoloso dopo degli attentati (Twin Towers, 2001), espanse il suo potere abolendo le elezioni locali dopo degli attentati (Beslan, 2004). È il presidente della paura, e ora conta di diventare da minaccia all’Europa suo salvatore grazie al terrore di Parigi. 
 
“O ASSAD O IL CALLIFATO” 
Ma chi pensa a un’alleanza con il male minore per non sporcarsi le mani con il male maggiore, deve tenere a mente che Putin e spregiudicato, ma non stupido. Difficile che si farà usare per poi tornare nel suo impero del male: esattamente come Erdogan, ha in Siria i suoi interessi, e finora ha combattuto più contro gli occidentali che insieme a loro. Molti commentatori russi prima di Parigi sospettavano che i raid russi erano diretti contro la guerriglia non-Isis proprio per porre alla fine l’Occidente di fronte al dilemma “o Assad, o il Califfato”, già usato con successo da leader dell’Asia Centrale come l’uzbeko Karimov, tollerato da russi come dagli americani come baluardo al fondamentalismo.
 
IL DUPLICE RUOLO DI MOSCA 
Facendo alleanze con Putin bisogna non perdere di vista che nella guerra con l’islamismo i russi hanno uno strano ruolo duplice: sono considerati dai fondamentalisti dei nemici “crociati” alla pari con gli occidentali, ma nello stesso tempo condividono molto del livore e del disprezzo dei musulmani nei confronti dell’Europa e degli USA. La K omsmolskaya Pravda domenica scriveva che Parigi è stata colpita a causa della sua «orgia di tolleranza», commentatori vicini al Cremlino auspicano apertamente la vittoria di Marine Le Pen, e molti si rifiutano di aderire al cordoglio social, con i profili tricolori e i fiori all’ambasciata francese, accusando gli europei di essere rimasti indifferenti alle analoghe tragedie russe, e di svegliarsi solo quando è il loro turno di venire colpiti all’apice del loro edonismo. Molti russi condividono con molti arabi l’idea che gli europei siano dei codardi egoisti dediti solo ai loro (perversi) piaceri, che la Russia periodicamente deve correre a salvare dalla loro debolezza, come fece con Hitler. Per convincere i russi ad andare a morire per la libertà dei parigini bisognerà pagare un prezzo. E forse è meglio contrattarlo prima, prima di ricevere un invito a Yalta.

Offline anderz

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Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #68 il: 20 Nov 2015, 08:20 »
tu guardi il dito
io l'intervistato/a

davvero, commento ad minchiam

io guardo tutti e due, a dire la verità.

Sputnik news è l'organo di propaganda estera del Cremlino e la persona intervistata non ha mai avuto un ruolo nell'amministrazione Obama, quindi vale come l'opinione di un Gasparri qualsiasi.

Su come opera Sputnik basta leggere questo:
http://it.sputniknews.com/mondo/20150916/1171786.html

ti ricorda niente? A me i Cinegiornali Luce
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #69 il: 20 Nov 2015, 08:39 »
io guardo tutti e due, a dire la verità.

Sputnik news è l'organo di propaganda estera del Cremlino e la persona intervistata non ha mai avuto un ruolo nell'amministrazione Obama, quindi vale come l'opinione di un Gasparri qualsiasi.

Su come opera Sputnik basta leggere questo:
http://it.sputniknews.com/mondo/20150916/1171786.html

ti ricorda niente? A me i Cinegiornali Luce

è una rivista russa, embè? che vuol dire? che altre riviste non sono "riferimento" di altri interessi?

Gwenyth Todd è ex Consigliere del Marina Gwenyth Todd (ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale)ed ex membro dello staff di sicurezza della Casa Bianca (durante l'amministrazione Clinton, quando ha fatto parte del Consiglio di Sicurezza Nazionale).
Ha avuto anche una serie di guai in passato http://www.giornalettismo.com/archives/466961/la-telefonata-che-ha-evitato-una-guerra/

in italiano ho trovato solo questo link

ricommento ad riminchiam
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #70 il: 20 Nov 2015, 08:45 »
http://www.veteranstoday.com/2012/08/28/the-truth-about-the-2007-invasion-of-iran-and-the-woman-who-stopped-it/

nel 2007 era Consigliere della Marina . 2007!

ps
e comunque il punto politico era il nuovo innegabile ruolo della Russia tornata al centro dopo l'eclisse ucraina (la luna)
e non la rivista russa (il dito)

Offline anderz

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Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #71 il: 20 Nov 2015, 08:52 »
è una rivista russa, embè? che vuol dire? che altre riviste non sono "riferimento" di altri interessi?

Gwenyth Todd è ex Consigliere del Marina Gwenyth Todd (ex membro del Consiglio di Sicurezza Nazionale)ed ex membro dello staff di sicurezza della Casa Bianca (durante l'amministrazione Clinton, quando ha fatto parte del Consiglio di Sicurezza Nazionale).
Ha avuto anche una serie di guai in passato http://www.giornalettismo.com/archives/466961/la-telefonata-che-ha-evitato-una-guerra/

in italiano ho trovato solo questo link

ricommento ad riminchiam

Pensala come ti pare, ma se non poni attenzione alle fonti (lo facevo per lavoro e mi è rimata questa abitudine), alla loro affidabilità, all'autorevolezza e a come agiscono i singoli organi di informazione rischi di avere una visione distorta di certi eventi. Mi riferisco ai fatti, ovviamente, non alle opinioni.

Un'agenzia di stampa nata come mezzo per esportare il punto di vista russo (del governo russo, di questo governo russo) ha il solo obiettivo di mostrare al mondo che sì, abbiamo ragione e non sbagliamo mai, siamo il faro del mondo.
Interessante da leggere, soprattutto tra le righe, ma il livello di informazione e analisi è quello che è.

PS. e come mai in italiano trovi solo quella paginetta? Hai provato in inglese. Io sì.
Re:I bambini ci guardano...
« Risposta #72 il: 20 Nov 2015, 09:02 »
Pensala come ti pare, ma se non poni attenzione alle fonti (lo facevo per lavoro e mi è rimata questa abitudine), alla loro affidabilità, all'autorevolezza e a come agiscono i singoli organi di informazione rischi di avere una visione distorta di certi eventi. Mi riferisco ai fatti, ovviamente, non alle opinioni.

Un'agenzia di stampa nata come mezzo per esportare il punto di vista russo (del governo russo, di questo governo russo) ha il solo obiettivo di mostrare al mondo che sì, abbiamo ragione e non sbagliamo mai, siamo il faro del mondo.
Interessante da leggere, soprattutto tra le righe, ma il livello di informazione e analisi è quello che è.

PS. e come mai in italiano trovi solo quella paginetta? Hai provato in inglese. Io sì.

certo che la penso come voglio, figurati
le fonti? mica risiedono nel medium...per me la fonte è il messaggio. Una intervista resta una intervista, per cui l'affidabilità risiede nell'intevistato.
Se una rivista "discutibile" (poi, sta cosa di essere discutibile perchè di parte, fa ride..) pubblica una intervista al Papa, a Fidel o a un Nobel, be' la fonte sarebbe non valida?

il livello di informazione sta nel fatto che la Russia si pone, anche come immagine e come propaganda al centro della crisi. E questo non lo può negare nessuno. Ed è una novità politica importante. Io la registravo da tempo sta cosa...

Quindi stare a fare le pulci alla "fonte" lo trovo petulante.

ps
in inglese sulla tizia c'è un mare di roba, un link l'ho messo infatti, cercavo in italiano per fruibilità per tutti
 

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