A prescindere da chi vuole far cosa e dalle improbabili giustificazioni che hanno dato a Fat Danny, io credo che a Roma, oggi come oggi, non si vinca, non si possa proprio vincere. Sposo parzialmente l'idea di Purple Zack, che vorrebbe partire da un movimento trasversale che sia elemento di aggregazione e di coinvolgimento dei cittadini (cosa anche pericolosa, eh!), ma oggi nulla fa pensare che a Roma qualcosa del genere possa aver luogo in larga scala, al punto da portare al voto persone orientate all'astensione.
Quindi resta la politica, che avrà le sue gatte da pelare perché deve fronteggiare una grave crisi che si è aperta con il fallimento di Marino e con Mafia Capitale. Ma sarà alla fine la politica a doversi prendere le responsabilità di amministrare la città, a costo di nuove gogne mediatiche e di opposizioni scorrette. Oggi Roma non c'è più, occorre ricostruirla mattone per mattone, solo così si potrà riconquistare la fiducia dei cittadini. Il nome è importante, ancor più lo è lo staff che lo supporterà, ma occorre essere davvero convincenti, onesti, chiari, essenziali e un po' super partes.