Dopo la tragedia del Ponte Morandi l’ineffabile ministro M5s aveva minacciato di fare sfracelli contro Autostrade per l’Italia: revoca della concessione, multe miliardarie, guerra senza quartiere ai Benetton, additati al pubblico disprezzo. Mancavano solo le punizioni corporali. Peccato, però, che non solo finora non è accaduto nulla di tutto questo, ma adesso Toninelli, nel ruolo di Robin Hood au contraire, nel silenzio generale del ministero dei Trasporti, ormai asservito ai suoi voleri – il più servizievole è tale Placido Migliorino, dirigente di seconda fascia addetto ai controlli che aspira a diventare direttore del baraccone di piazza della Croce Rossa – ha dirottato 80 dei 192 milioni che lui stesso aveva destinato alle autostrade abruzzesi A24 e A25 proprio alla vituperata Autostrade per l’Italia di quei cattivoni dei Benetton.
L'URGENZA (ELETTORALE) DEI LAVORI SULLA ROMA-L'AQUILA
Soldi che dovevano essere usati per la messa in sicurezza della Roma-L’Aquila, sotto i cui viadotti il ministro un giorno sì e l’altro pure si reca, accompagnato dalle Iene o per una diretta Facebook (si porta dietro uno della Casaleggio che ha uno zainetto con un’apparecchiatura che consente di potenziare il segnale di trasmissione), per dimostrare, a 10 anni dal terremoto dell’Aquila, quanto siano urgenti quei lavori. Cosa che ha ripetuto con particolare insistenza nei mesi scorsi, quando era in corso la campagna elettorale per la Regione Abruzzo (inutilmente, peraltro, perché la candidata grillina, Sara Marcozzi, è arrivata terza fermandosi al 20% dei consensi).
LA DECURTAZIONE PRO-BENETTON
Talmente urgente, quello stanziamento per la Roma-L’Aquila, che nel decreto Genova 50 milioni era previsto fossero spesi nel 2018, anche se Toninelli lo stanziamento effettivo l’ha fatto nel 2019, firmando a gennaio un protocollo con la società concessionaria dell’autostrada. E invece poco meno della metà dei 192 milioni vanno ai Benetton sotto forma di anticipazione per accelerare i lavori di Genova. E la giustificazione del ministero delle Infrastrutture è a metà fra la presa in giro e l’approssimazione amministrativa: «Tanto Autostrade ci deve dare indietro 300 milioni…». Non contento, Toninelli – che nelle riunioni fatica a capire la differenza tra competenza e cassa che pazientemente quelli del Tesoro e della Ragioneria cercano di spiegargli – negli ultimi giorni ha raccontato che 30 milioni erano già stati materialmente erogati in Abruzzo. Niente di più falso, visto che per via di quella decurtazione pro Benetton, la vecchia pratica da 192 milioni è stata riscritta (ora è da 112 milioni) e quei primi 30 milioni, così come i successivi 82, sono ancora al vaglio della Corte dei Conti. E chissà quando saranno vidimati. Nel frattempo le dirette Facebook proseguono.