Jobs act e disoccupazione

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Offline cartesio

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22806
Jobs act e disoccupazione
« il: 14 Gen 2016, 10:27 »
Da https://it.finance.yahoo.com/notizie/jobs-act-con-le-nuove-regole-i-disoccupati-spariranno-dalle-statistiche-ma-senza-aver-trovato-un-lavoro-203506937.html

Le statistiche Istat potrebbero presto perdere una quota consistente di disoccupati. Ma non per questi abbiano trovato lavoro. Come segnala il Fatto Quotidiano, infatti, sarò il cambio di regole nei servizi per l’impiego, approvato dal Ministero del Lavoro conseguentemente a quanto prescritto dal Jobs Act, a spostare molti disoccupati dai centri di impiego verso agenzie interinali private.


È solo l'inizio dell'articolo.


Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #1 il: 14 Gen 2016, 12:56 »
E' l'inizio dell'articolo e la fine di qualsiasi diritto .

Ma l'importante e' trovare un lavoro , sottopagato e senza futuro .

Non serve a "salvare" le imprese . Serve a salvare il profitto di pochi ed amici .



Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #2 il: 14 Gen 2016, 15:48 »
addaveni!

Offline Zanzalf

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Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #3 il: 15 Gen 2016, 20:05 »
Arieccoci. Ennesima bufala del Fatto Quotidiano, ansioso di fare da cassa da risonanza all'azionista comico di riferimento.
Orsù, informiamoci su giornali, seri. Tipo Avvenire.

http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/IL-TRUCCO-NON-C-E-SI-VEDE-.aspx
Disoccupazione, il governo falsa i dati?
No, il trucco non c'è. E si vede

La 'notizia' parte dall’allarme di un sindacalista della Cgil, viene lanciata da qualche quotidiano, finisce sul blog di Grillo e infine si diffonde sui social: «Il governo trucca i dati sulla disoccupazione». O meglio: il «mago-Otelma Poletti ha trovato il modo di far sparire la disoccupazione con una magia».

Oh, finalmente l’esecutivo è smascherato! Cerca di falsare i dati sul lavoro e adesso c’è la prova! Già, la prova. Peccato che sia proprio quest’ultima a non reggere. Basta una piccola verifica, leggere qualche nota per accorgersene. Ma nessuno di quelli che rilanciano la notizia se ne prende la briga.

Andiamo con ordine. Alla vigilia di Natale una circolare (la 34/2015) del ministero del Lavoro ridisegna alcuni obblighi di comunicazione per assicurare prestazioni sociali e servizi anche a chi non è del tutto disoccupato ma svolge qualche lavoretto saltuario, stabilendo che, perciò, non è più necessario iscriversi come 'disoccupato' ai Centri per l’impiego, essendo sufficiente un’autodichiarazione di 'inoccupazione'.

La circolare è scritta come al solito in burocratese, ma non è difficile comprendere che l’intento è quello di agevolare soggetti deboli e precari. Invece, secondo l’accusa ciò comporterebbe– sostiene il M5S – «la falsificazione delle statistiche sulla disoccupazione. L’Istat infatti usa i dati sui disoccupati forniti proprio dai Centri per l’impiego: se non è più obbligatorio iscriversi per ottenere lo status di disoccupato, tali dati rispecchieranno il calo degli iscritti ai Centri dell’impiego, e non quello dei disoccupati». Insomma, «una soluzione da mago da quattro soldi».

Solo che a non valere quattro soldi è la teoria sostenuta. L’Istat infatti per le statistiche sulla disoccupazione non incorpora le iscrizioni ai Centri per l’impiego ma basa le sue stime sulle interviste a un campione di famiglie con un questionario da 78 pagine, in base a criteri armonizzati a livello europeo. La persona interpellata viene classificata come disoccupata se, nelle 4 settimane precedenti l’intervista ha effettuato un’azione attiva di ricerca di lavoro ed è disponibile a lavorare. Per verificarlo basta leggere le note metodologiche alla fine di ogni comunicato dell’Istituto di statistica. I dati sul lavoro vanno sempre analizzati andando oltre la scontata propaganda governativa. Ma il trucco questa volta non c’è. E si vede (se si vuole).

Offline Lativm88

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Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #4 il: 15 Gen 2016, 23:08 »
Io so solo che dei miei coetanei, laureati o meno in qualunque ambito, nessuno NESSUNO, ha in questo momento un'occupazione che non sia un tirocinio pagato, una collaborazione occasionale, o quella cosa dei voucher.

So che molti sono andati via, questo si.
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #5 il: 15 Gen 2016, 23:35 »
L’Istat infatti per le statistiche sulla disoccupazione non incorpora le iscrizioni ai Centri per l’impiego ma basa le sue stime sulle interviste a un campione di famiglie con un questionario da 78 pagine, in base a criteri armonizzati a livello europeo. La persona interpellata viene classificata come disoccupata se, nelle 4 settimane precedenti l’intervista ha effettuato un’azione attiva di ricerca di lavoro ed è disponibile a lavorare. Per verificarlo basta leggere le note metodologiche alla fine di ogni comunicato dell’Istituto di statistica. I dati sul lavoro vanno sempre analizzati andando oltre la scontata propaganda governativa. Ma il trucco questa volta non c’è. E si vede (se si vuole).

Confermo:
http://contropiano.org/politica/item/34746-disoccupati-e-statistiche-una-precisazione

(Con una interessante riflessione sul fatto che la stima dei disoccupati in realtà non comprende tutti i potenziali in cerca di lavoro; ma è una sottostima strutturale, non ha impatto specifico sulle variazioni nel tempo)

Offline cartesio

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22806
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #6 il: 16 Gen 2016, 05:30 »
L’Istat infatti per le statistiche sulla disoccupazione non incorpora le iscrizioni ai Centri per l’impiego ma basa le sue stime sulle interviste a un campione di famiglie con un questionario da 78 pagine, in base a criteri armonizzati a livello europeo. La persona interpellata viene classificata come disoccupata se, nelle 4 settimane precedenti l’intervista ha effettuato un’azione attiva di ricerca di lavoro ed è disponibile a lavorare. Per verificarlo basta leggere le note metodologiche alla fine di ogni comunicato dell’Istituto di statistica. I dati sul lavoro vanno sempre analizzati andando oltre la scontata propaganda governativa. Ma il trucco questa volta non c’è. E si vede (se si vuole). [/color]

Famiglie?
Perché famiglie e non persone?
E come viene scelto questo campione?
Perché, voi lo sapete, in un'indagine sociologica l'elemento fondante è la scelta del campione da esaminare. È per questo che in alcuni casi indagini svolte da agenzie diverse hanno fornito dati contrastanti.

Offline Thorin

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3080
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #7 il: 16 Gen 2016, 11:26 »
Io so solo che dei miei coetanei, laureati o meno in qualunque ambito, nessuno NESSUNO, ha in questo momento un'occupazione che non sia un tirocinio pagato, una collaborazione occasionale, o quella cosa dei voucher.

So che molti sono andati via, questo si.
Il trucco è qui, loro nelle statistiche stanno fra gli occupati.
Poi che je frega che con lo stipendio da tirocinio/stage non ci fai neanche la benzina per andare a lavoro "de sti tempi ringrazia che lavori" (cit.)

Offline Zanzalf

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11963
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #8 il: 16 Gen 2016, 11:31 »
Non c'entra nulla con la bufala di inizio topic del Fatto Quotidiano sulle statistiche truccate.

Offline carib

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Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #9 il: 16 Gen 2016, 14:16 »
Ad alcuni interessa discutere del contenuto, ad altri la caccia alle streghe. Vecchia pratica clerico-fascista, altrimenti detta metodo Boffo (ops..).



(Con una interessante riflessione sul fatto che la stima dei disoccupati in realtà non comprende tutti i potenziali in cerca di lavoro; ma è una sottostima strutturale, non ha impatto specifico sulle variazioni nel tempo)
Cosa si intende per tutti i potenziali in cerca di lavoro? Grazie

Offline Zanzalf

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11963
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #10 il: 16 Gen 2016, 15:26 »
Il contenuto è che la notizia di apertura del topic era una bufala.
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #11 il: 16 Gen 2016, 22:27 »
Cosa si intende per tutti i potenziali in cerca di lavoro? Grazie

Mi avvalgo di quanto scritto da Davide Di Laurea nell'articolo che ho linkato
(http://contropiano.org/politica/item/34746-disoccupati-e-statistiche-una-precisazione)


"La distinzione fra disoccupati e inattivi (o non forze di lavoro) nasce dall'esigenza di "contabilizzare", fra coloro che non lavorano, quanti sono "pronti" a (ri)entrare nel mondo del lavoro non appena ce ne siano le condizioni.

Occupati e disoccupati sono difatti considerati, insieme, forze di lavoro (e, in termini da economista, offerta di lavoro). Man mano che il tasso di disoccupazione ha acquisito valenza nel dibattito politico, si è affermata l'esigenza di "restringere" il numero dei disoccupati.

Il che ha affievolito la rilevanza reale di una stima affidabile di questo aggregato statistico (so bene che parliamo di persone....caso mai vi avessi fatto sorgere un dubbio). La definizione di disoccupato in uso risale a metà anni '90.

Questo "sporco lavoro" (NdMF: "restringere" il numero dei disoccupati) lo fanno i riferimenti temporali nella definizione; è disoccupato chi:

- non ha un lavoro e, allo stesso tempo,
- fa una ricerca attiva nelle quattro settimane precedenti e, allo stesso tempo,
- è disponibile a iniziare un lavoro (qualora gli venga offerto) entro le due settimane successive.

Ci sono lavori accademici che, con diversi approcci di analisi, mostrano che la definizione è troppo stringente (e quindi "conta" male i disoccupati). In particolare, è la seconda condizione a risultare maggiormente discriminante.

Una porzione di inattivi ha caratteristiche e chances di (ri)entrare a lavorare molto simili ai disoccupati."




In sintesi, ci sono persone che nelle quattro settimane precedenti non hanno "attivamente" cercato lavoro ma non significa che non siano interessate ad averlo (però non risultano comunque tra i "disoccupati").
Questa sottostima però è quindi strutturale, non è una novità recente. A meno di:



"...si può ipotizzare un effetto di tipo un po' diverso: è destinato a scomparire dal novero dei disoccupati quel sottoinsieme di persone la cui unica azione di ricerca attiva di lavoro (nelle 4 settimane precedenti l'intervista, come prescrive la definizione Ilo adottata da Eurostat e, quindi, Istat) fosse stata l'iscrizione al centro pubblico per l'impiego.
Quindi, se la norma non dovesse cambiare le "abitudini" nella ricerca di lavoro da parte dei non occupati, ma solo "spostare" l'azione di ricerca da un centro pubblico a uno privato, ​la stima dei disoccupati è destinata a non cambiare."

Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #12 il: 16 Gen 2016, 22:41 »
E come viene scelto questo campione?
Perché, voi lo sapete, in un'indagine sociologica l'elemento fondante è la scelta del campione da esaminare. È per questo che in alcuni casi indagini svolte da agenzie diverse hanno fornito dati contrastanti.

http://www3.istat.it/dati/catalogo/20060830_00/met_norme_06_32_%20rilevazione_forze_lavoro.pdf

Ci si perde un po' se non si è del settore.
Però credo si capisca comunque che sono state prese grandi cautele per evitare distorsioni sistematiche nel campione.
Molte scelte, inoltre, discendono da decisioni prese in ambito sovranazionale (per permettere la confrontabilità dei dati).

Offline carib

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30424
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #13 il: 17 Gen 2016, 11:50 »
Gracias MF

Offline cartesio

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22806
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #14 il: 18 Gen 2016, 11:49 »
Grazie MisterFaro. Ciò che riporti aumenta i miei dubbi sull'attendibilità dei risultati.

A parte il dettaglio delle 78 pagine di questionario necessarie per sapere se uno è disoccupato o no.
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #15 il: 18 Gen 2016, 12:02 »
Grazie MisterFaro. Ciò che riporti aumenta i miei dubbi sull'attendibilità dei risultati.

Io ritengo i risultati attendibili invece, solo che vanno valutati tenendo conto non tanto della cifra secca (che nel caso dei "disoccupati" potrebbe essere in effetti più bassa di quella reale) ma del confronto nel tempo e nello spazio. Le variazioni sono importanti e quelle si cerca di mantenerle attendibili. A meno che non si pensi che sia semplice sintetizzare con pochi numeri fenomeni umani complessi.



A parte il dettaglio delle 78 pagine di questionario necessarie per sapere se uno è disoccupato o no.

Non ho capito.
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #16 il: 20 Gen 2016, 22:47 »

Offline FatDanny

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Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #17 il: 21 Gen 2016, 10:00 »
Che i numeri sul Jobs Act siano oggetto di manipolazioni dialettiche del governo non lo prova tanto il FQ quanto lo scontro in atto tra governo e lo stesso Istituto di Statistica in merito a tali cifre (vedi scontro di questa estate).

Gli effetti del Jobs Act in termini di nuovo lavoro sono risibili.
Sicuramente l'effetto c'è in termini di trasformazione dei contratti ma avendo perso diritti quello a tempo indeterminato, cosa cambia IN CONCRETO per il lavoratore?

L'effetto sulla disoccupazione  è ancor più contestabile.
Nel senso che io potrei non rientrare più tra i disoccupati non tanto perché ho trovato lavoro, ma perché ho smesso di cercarlo da 29 giorni (cosa ben più comune).

E' come con Garanzia Giovani: si idea un intervento che mira specificatamente a modificare i numeri, senza cambiare in nulla la sostanza.
Vai a fare uno stage pagato (dalla Regione) presso la Upim.
Poco importa che quello non sia un vero stage, ma stai facendo il cassiere per la Upim pagato dalla collettività.
Poco importa che tu non sia un giovane che si sta formando, ma stai facendo l'ennesimo lavoro generico (e Upim ci fa profitto gratuitamente!)
Da quel momento tu rientri nella casistica numerica che il governo ha interesse a modificare.

Ma se si cambia non la realtà, quanto semplicemente la sua percezione, come chiamare sta cosa se non manipolazione?
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #18 il: 21 Gen 2016, 10:02 »
Vi dico solo che in Francia si parla ormai solo del "modello italiano" come un esempio di come si lotti contro la disoccupazione. Sono ormai al terzo pranzo con amici in cui mi si parla di come sia positivo il lavoro "del vostro presidente del consiglio".
Mah...
A me sembra, come ha ben scritto il buon Fat, una cosmetizzazione dei dati.

Offline Zanzalf

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11963
Re:Jobs act e disoccupazione
« Risposta #19 il: 21 Gen 2016, 10:21 »
A me sembra il contrario: di fronte a risultati oggettivi si cerca di imbruttire i dati con considerazioni aprioristiche.

comunque, colgo lo spunto per una storiella; quando nel 2007 iniziai a venire in Francia per lavoro si chiacchierava coi colleghi. Il tema era allora la legge antifumo, vigente in Italia e in discussione in Francia. E i miei colleghi francesi mi spiegavano, candidamente, che eravamo presi come esempio per farla visto che "PERFINO in Italia c'era la legge antifumo". Anime innocenti!
 

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