Che i numeri sul Jobs Act siano oggetto di manipolazioni dialettiche del governo non lo prova tanto il FQ quanto lo scontro in atto tra governo e lo stesso Istituto di Statistica in merito a tali cifre (vedi scontro di questa estate).
Gli effetti del Jobs Act in termini di nuovo lavoro sono risibili.
Sicuramente l'effetto c'è in termini di trasformazione dei contratti ma avendo perso diritti quello a tempo indeterminato, cosa cambia IN CONCRETO per il lavoratore?
L'effetto sulla disoccupazione è ancor più contestabile.
Nel senso che io potrei non rientrare più tra i disoccupati non tanto perché ho trovato lavoro, ma perché ho smesso di cercarlo da 29 giorni (cosa ben più comune).
E' come con Garanzia Giovani: si idea un intervento che mira specificatamente a modificare i numeri, senza cambiare in nulla la sostanza.
Vai a fare uno stage pagato (dalla Regione) presso la Upim.
Poco importa che quello non sia un vero stage, ma stai facendo il cassiere per la Upim pagato dalla collettività.
Poco importa che tu non sia un giovane che si sta formando, ma stai facendo l'ennesimo lavoro generico (e Upim ci fa profitto gratuitamente!)
Da quel momento tu rientri nella casistica numerica che il governo ha interesse a modificare.
Ma se si cambia non la realtà, quanto semplicemente la sua percezione, come chiamare sta cosa se non manipolazione?