Sarò impopolare.
Confesso di non aver mai studiato fino in fondo questo caso, quindi devo decidere se "fidarmi" di chi deve giudicarlo nell'esercizio di una funzione democraticamente affidatagli o se devo formarmi un'opinione leggiucchiando giudizi di opinion maker di varia estrazione. Nelle quali si ribadisce un solo concetto: nell'occidente democratico, l'informazione, il fare informazione ai cittadini, non può mai essere reato, neppure se commette reati per assumere le notizie che divulga. Men che meno allorché l'oggetto della notizia è il "comportamento dello Stato" in generale.
Questa tesi, all'apparenza molto nobile, si trascina alcune criticità inaccettabili se sviluppata sino alle sue estreme conseguenze logiche. Ne riparleremo.
Intanto, mi rendo conto di provare spontanea simpatia umana per Assange. Mi sembra un mattoride sostanzialmente innocuo e di base "perbene".
Ma se lo fosse perché ci sarebbe questo accanimento così gravido di conseguenze reputazionali negative per gli USA? E poi solo contro di lui e non in generale: non mi sembra che i giornalisti del Guardian o del NYT denuncino l'esistenza di politiche USA contro la libertà di stampa.
Mah, che dire: ripongo certezza assoluta nella qualità dell'amminstrazione giudiziaria inglese. Una roba che noi ce la sogniamo. In un mondo piuttosto imperfetto, con molti posti di merda - dove i dittatori creano norme ad personam o dove la religione traduce nel reale leggi divine - quello è uno dei meno peggio. E Assange non ha limiti di mezzi economici e di relazioni per difendersi e pagarsi un'assistenza legale imponente. Aspetto che mi fa riflettere.
Sulla sua vicenda si parla molto e si generalizza pregiudizialmente, ma quanti di noi conoscono il merito delle questioni effettivamente sul tavolo, le norme, le accuse e le violazioni specifiche, le prove a carico e a discolpa?
Se non lo avete letto, questo articolo stimola molte riflessioni.
https://www.internazionale.it/notizie/bill-keller/2021/10/22/julian-assange-processo