L'identità ha a che fare con il sentimento, con il ricordo. Ha una valenza positiva solamente se propositiva, non mezzo per affossare i sentimenti e i ricordi degli altri. E' una cosa personale, relativa ai nostri pomeriggi da bambini, le vie che abbiamo attraversato, le scuole che abbiamo frequentato, i parenti , gli amici, i panorami che abbiamo visto dalle nostre finestre, il dialetti che abbiamo ascoltato e parlato, ciò che abbiamo mangiato, gli odori che abbiamo annusato. Di tutto questo non dobbiamo vergognarcene perchè fa parte dell'uomo, è l'imprinting. Non ricordo quale scrittore, forse Pirandello, diceva che i primi dieci anni di vita sono quelli essenziali per farci amare un posto e tenercelo per sempre nel cuore. Per farci sentire per sempre vincolati ad esso. Ma ciò non toglie che poi viaggi, ti muovi, con la testa e non, e accogli altro, devi accogliere altro. Però quella identità primitiva, che non è patriottismo, bandiera e inni ma solo nostalgia che non distrugge, rimane sempre.