Morire il giorno dopo la nascita di un figlio. Tragico il destino di Javier Miranda Romero, il 41enne che nella notte tra martedì e mercoledì è stato colpito e ucciso in un vicolo di Genova da una freccia scagliata dalla finestra della sua abitazione da Evaristo Scalco , 63 anni, maestro d’ascia con la passione per gli archi che da meno di un mese si era trasferito in piazza De Franchi, ma era disturbato dai continui schiamazzi notturni nelle viuzze del centro storico del capoluogo ligure. Ora è accusato di omicidio volontario e con l’aggravante dell’odio razziale: prima di scoccare la freccia ha urlato dalla finestra «stranieri di me..da».
L’immigrato peruviano era andato in un bar in via dei Quattro Canti di San Francesco a festeggiare con gli amici, mentre la moglie era ancora in ospedale, e guardare la partita Liverpool-Napoli di Champions League. Aveva bevuto qualche bicchiere di troppo e, all’uscita, il gruppo aveva iniziato a fare rumore nel vicolo, a parlare ad alta voce, litigare tra di loro e a dare colpi anche a una saracinesca. Scalco si è affacciato e, forse a sua volta in preda ai fumi dell’alcol e con la musica ad alto volume che usciva dalla sua stanza come ha raccontato un amico della vittima, ha iniziato a inveire contro Romero, anche con termini razzisti. Questi a sua volta ha risposto e lo stava riprendendo con un cellulare. A questo punto Scalco, appena ritornato la sera stessa da Malta dove aveva fatto da prodiere su una barca a vela, ha preso un arco e ha scagliato la freccia.
Scalco, incensurato, esperto artigiano, come riporta Il Secolo XIX aveva ottenuto un ingaggio per alcuni lavori da svolgere sul «Kirribilli», lo yacht di Renzo Piano, in rimessaggio a Genova. Nella perquisizione nell’abitazione di Scalco i carabinieri hanno trovato e sequestrato tre archi e una sessantina di frecce. «Volevo solo dormire, ho perso la testa quando li ho visti urinare contro il muro», dirà agli inquirenti. «Ho detto che erano degli incivili e per risposta mi hanno lanciato contro uno o due petardi. Non ho capito cosa fossero, ma ho avuto paura. Ecco perché ho scoccato la freccia, ma non volevo uccidere». Ma i carabinieri che hanno eseguito la perquisizione hanno rilevato che la freccia scelta da Scalco era la più appuntita tra quelle trovate nella casa. Dove sono stati effettivamente rinvenuti due petardi, ma non esplosi.
Il pm Arianna Ciavattini ha convalidato l’arresto di Scalco, che dovrà essere sottoposto a un successivo interrogatorio.