Io sono assolutamente d’accordo che quello che succede è un sintomo eh, sicuramente la Società e molte famiglie hanno grosse colpe . Sicuramente noi giovani abbiamo bisogno di spazi e le alternative proposte sono sempre meno.
PERÒ, onestamente Fat, io non so quanto questo discorso sulle generazioni che in gran parte condivido, sia attinente col problema del casino che fanno alcuni miei coetanei.
Ti assicuro che la spiegazione è molto meno “romantica” : semplicemente sballarsi, ubriacarsi e fare casino urlando, spaccando vetri e pisciando per strada o cercando di attaccare briga per futili motivi o molestare è una ragione di vita per loro, è la sola nozione che conoscono e concepiscono di “divertimento”. Se gli togli quello non sanno cos’altro fare della loro vita (nel senso che c’è gente anche più grande di me che dal giovedì alla domenica sta al pub fino a chiusura e ci gravita intorno fin dopo che ho finito di mettere in ordine tutto. Quindi c’è gente che quattro giorni a settimana torna a casa alle 4 di mattina il che mi lascia presupporre che un lavoro non ce l’hanno, ma neanche una vita proprio… che fino a 16 anni è pure comprensibile, poi c’è da farsi due domande secondo me) sarà colpa della Società, della De Filippi, della D’urso, dei social? Non te lo so dire, secondo me è proprio mancanza di intelligenza emotiva, mia mamma lo diceva sempre: se non nutri la tua anima sei solo uno scrigno vuoto. E questo sono. Ma possibile che io riesco a condividere le mie passioni e a non sentirmi un’aliena quando parlo con pochissimi miei coetanei?! Che se dico che ho letto un libro e magari vorrei parlarne e commentarlo mi si risponde facendo i fighi che loro non perdono tempo a leggere? Eh se vede infatti. 😒
E io non sono esattamente una casa e chiesa, mi diverto molto. E porca miseria, di rabbia accumulata per quella che è stata la mia vita fino a poco tempo fa, per aver dovuto rinunciare a tante cose che normalmente i giovani fanno, per non aver potuto studiare dopo il diploma, per dover ingoiare il rospo e farmi un mezzo tanto con un datore di lavoro che è un co.glione decerebrato viscido maschilista della peggior specie, ne ho abbastanza per dieci vite. Per non parlare di cosa significhi fare da madre e da padre, ma non sono la prima né l’ultima.
Eppure di fare baccano fino al mattino rompendo i cog.lioni al vicinato non m’è mai passato per l’anticamera del cervello. E quindi a sentire in un certo qual modo giustificati certi soggetti con cui mio malgrado lavorando in un pub interagisco quasi quotidianamente, mi salta un attimo la mosca al naso. No, non confondiamo: ognuno è responsabile delle sue azioni. Se c’è da lottare si faccia nelle sedi opportune, al massimo due bottiglie posso spaccarle sulle finestre di monte Citorio, ma sotto casa mia che non c’entro niente no grazie. E per inciso, sti fenomeni sono I PRIMI che se c’è da sposare una causa che non sia votare il culo più bello di Instagram si tirano indietro. Quindi ripeto, alla storia della rabbia repressa ci credo, ma non è questo il caso, per quella che è la mia esperienza.
Molto più probabilmente a mio modesto avviso, questo comportamento è una specie di esternazione di un disagio interiore del quale non sono neanche pienamente consci, l’espressione di un vuoto emotivo favorito da un’ignoranza (su tutti i piani) dilagante che trova sfogo così, perché non conosce altri modi proprio. Ed è un problema serissimo e gravissimo, evidentemente (E a dire il vero si riflette anche nei rapporti interpersonali, ma forse è un altro capitolo).
Ma tutti gli aspetti analizzati fino a qui per quanto molto interessanti c’entrano fino a un certo punto, o meglio sono forse in qualche modo concatenati, ma non è da quello che scaturisce il problema. Sempre secondo me, che sono una giovane di 21 anni anche se, che vi devo dire, sarò una boomer inside.