La (mala) movida

0 Utenti e 7 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Re:La (mala) movida
« Risposta #40 il: 28 Ago 2022, 15:04 »
bella osservazione.
Per come la vedo io, lettura strettamente personale, è che questi giovani hanno una rabbia repressa che un quarto basta. Lo vedi non solo in questo ma pure per la quantità di risse che scoppiano per motivi molto più che futili e che - questo si - mi sembra un dato in aumento rispetto al passato.

Rabbia repressa perché il senso di malessere non trova la sua causa, il suo nemico da combattere.
Una volta c'era la politica, poi c'era il calcio, mo non c'è più un cazzo.
Però sto male lo stesso e allora spacco. Non lancio la bottiglia contro le istituzioni, contro il padrone o contro la polizia, non la lancio contro gli ultras avversari, la spacco in terra.
Metafora perfetta di una società che si illude di disciplinare i ragazzi contro la rabbia non combattendone le cause (anche perché spesso le istituzioni concorrono alle cause) ma impedendole di sfogarsi, oscurando i nemici possibili, reprimendola.
é anche questa una forma di repressione, illusoria perché la rabbia, il malessere interiore, una via la trova sempre. Anche se in apparenza è quella del "casino" alla fine del sabato sera.

Non pretendo sia un'analisi da pubblicare su una rivista di sociologia, ma è la mia spiegazione stando a perenne contatto coi ventenni.

Mi hai fatto pensare a questo che ho letto qualche settimana fa:

https://www.facebook.com/giannimaroccolo.official/posts/pfbid02afF8tSnvM1n3FGhSbCyibr9RQNcHaSbEQXjnSkoucoHouWcQ3TRFqhb9PLdj5cP5l

Offline pan

*
4575
Re:La (mala) movida
« Risposta #41 il: 28 Ago 2022, 16:24 »
Io a 60 mi sto avvicinando e non ho difficoltà a capire i giovani, che non fanno queste cose per fare dispetto a noi boomers ma perché è un tratto di generazione. D’accordo con Fat quando dice che è un problema di opportunità, luoghi, mezzi a disposizione perché i giovani facciano i giovani. Quello che fanno è un sintomo, non è il problema.

esatto. così come probabilmente eri così a 40 anni e lo sarai a 80.
il mio post era riferito a chi ha facilità nel dichiararsi vicino ai giovani ma sol perché è ancora vicino a quella fascia di età e bene o male quei giovani fanno cose analoghe a quelle che facevano loro, ecco perché sono così comprensivi. magari tra vent'anni, al cospetto della generazione nata nel 2020/30 che si comporterà in maniera incomprensibile e illogica, per i personali parametri, giudicheranno e diventeranno dei vecchi rinco anche loro.
perchè il vero problema è sto cazzo di classificazione: sei boomer, sei vecchio, sei giovane, generazione x, z, k23... che non ha niente di moderno, alto, progressista, ma ci tiene ancorati sempre ai soliti clichè. attinenti al giudizio a prescindere. è questa la vera antichità.
 

Offline carib

*****
30354
Re:La (mala) movida
« Risposta #42 il: 28 Ago 2022, 16:35 »
Io a 60 mi sto avvicinando e non ho difficoltà a capire i giovani, che non fanno queste cose per fare dispetto a noi boomers ma perché è un tratto di generazione. D’accordo con Fat quando dice che è un problema di opportunità, luoghi, mezzi a disposizione perché i giovani facciano i giovani. Quello che fanno è un sintomo, non è il problema.
Sono d'accordissimo, stavo per scrivere la stessa cosa

Il problema è che il mondo degli adulti che dovrebbe raccogliere quel "messaggio" e decifrarlo per rispondere alle esigenze di questi ragazzi, al massimo è capace solo di fermarsi alla realtà manifesta, al gesto, che pertanto viene superficialmente bollato come violenza/vandalismo fine a se stesso.
Non si interroga mai sul perché. E questa è la parte migliore.

Poi ci sono quegli adulti dalla mentalità fascista, il cui capostipite era Eugenio Scalfari, convinti che i bambini e gli adolescenti siano violenti per natura, ancor di più quando sono "in branco". Pertanto vanno educati, controllati, arginati, oppressi a prescindere. I danni che ha potuto fare Repubblica in tal senso penso siano incalcolabili.

edit, vedo che FD mi ha anticipato (se non ho letto male)
Re:La (mala) movida
« Risposta #43 il: 28 Ago 2022, 16:45 »
Ultimamente mi sta capitando di pensare di salutare e staccarmi da questa community: sono cambiato negli anni, è cambiato il mio modo di seguire la Lazio e di tifarla, cambiato il mio approccio al calcio (trovo assurdo, ad esempio, volere uno stadio che non permetta ai tifosi avversari di venire a fare il tifo. Offendetemi tranquillamente ovviamente); ed è cambiato anche il clima qua dentro, non voletemene ma, in linea con quanto accade nella comunicazione social in generale, in peggio.

Poi vengono aperti e alimentati trhead come questo e mi appare una scritta lampeggiante "MisteFa', ma ndo cazzo vai!"

Grazie e scusate il parziale OT

Offline RG-Lazio

*
5667
Re:La (mala) movida
« Risposta #44 il: 28 Ago 2022, 18:44 »
esatto. così come probabilmente eri così a 40 anni e lo sarai a 80.
il mio post era riferito a chi ha facilità nel dichiararsi vicino ai giovani ma sol perché è ancora vicino a quella fascia di età e bene o male quei giovani fanno cose analoghe a quelle che facevano loro, ecco perché sono così comprensivi. magari tra vent'anni, al cospetto della generazione nata nel 2020/30 che si comporterà in maniera incomprensibile e illogica, per i personali parametri, giudicheranno e diventeranno dei vecchi rinco anche loro.
perchè il vero problema è sto cazzo di classificazione: sei boomer, sei vecchio, sei giovane, generazione x, z, k23... che non ha niente di moderno, alto, progressista, ma ci tiene ancorati sempre ai soliti clichè. attinenti al giudizio a prescindere. è questa la vera antichità.

le classificazioni o categorizzazioni servono per fare un discorso sociologicamente oggettivo. Chiaramente il profilo boomer non si incarna in tutti i nati negli anni 50 e 60. Come non tutti i nati nei 70 si sono fatti di eroina. Ecco perché dicevo che non é un dicorso di "io" o "tu".

Personalmente non amo molto queste categorie, nate nella sociologia americana, ma ormai designano una carografia storico-sociale e le si usa.

Non posso sapere come venivano descritti i giovani negli anni 70 da parte dei loro genitori e nonni. Ricordo benissimo i discorsi sui giovani quando io lo ero e si sovrappongono a quelli di oggi.

 Detto questo, possiamo concordare sul fatto che da decenni, quindi intragenerazionale, ormai manca una pedogogia/etica della solidarietá, del vivere con, del comprendere l´altro e la sua alteritá. Certo cresciamo e siamo cresciuti in discorsi di solidarietá ma con ben pochi esempi. Personalmente da padre, cerco di dare e parlare con mio figlio di solidarietá ma se rifletto criticamente sul mio agire noto che alla fin fine aldilá di qualche gesto o azione mi vede fondamentalmente lavorare e occuparmi della mia famiglia. Certo lavarando in ambito sociale, mi é piú facile far vedere che mi occupo degli altri, peró ecco sarebbe ed é un pó paraculo da parte mia farlo passare come una forma di vita solidale

Offline pan

*
4575
Re:La (mala) movida
« Risposta #45 il: 28 Ago 2022, 19:03 »
infatti non è un discorso "io" "tu". tutt'altro. è un tema evidentemente necessario, connaturato.
 molte volte le critiche ai giovani sono frutto solo di tanta invidia per qualcosa che comincia e che si vorrebbe ancora. e le critiche ai vecchi sono figlie di ottusa onnipotenza giovanile. insomma, per farla semplice: se vedo la foto del mio bisnonno in mustacchi e col grammofono (voi magari con il bisnonno in divisa seconda guerra mondiale e le nonne con le gonne a ruota) non mi sognerei mai deriderlo per la sua vetustà e nei modi e nei pensieri. con le generazioni vicine, in un fazzoletto trentennale,  invece si fa. è ovvio che scoperte, avanzamenti culturali cambiano mode e stili. etichettare le persone per questo lo trovo, l'ho sempre trovato assurdo, pure quando ero piccola. come se uno se mettesse a dare del demodè a Leopardi.
altro discorso, solidarietà, umanità, temi alti, hanno sempre visto le generazioni parlarne e inseguirle. dalla notte dei tempi. e ogni volta il solito muro. più di là non si riesce ad andare, a capire. anche questo è connaturato e ciclico, evidentemente.

Offline mr_steed

*
6228
Re:La (mala) movida
« Risposta #46 il: 28 Ago 2022, 19:13 »
OT ma neanche troppo...

Non è del tutto IT con l'argomento del topic ma comunque abbastanza in tema con quanto si è scritto finora in parte della discussione...  :=))



Fine OT

Offline FatDanny

*****
36757
Re:La (mala) movida
« Risposta #47 il: 28 Ago 2022, 19:39 »
In realtà conosco ottantenni estremamente giovanili e trentenni nati vecchi (figurati a quaranta).

C'è la ciclicità di cui dice Pan ma fortunatamente c'è chi vi sfugge.
Di solito è chi mantiene una certa giovanilità di pensiero (che non significa irresponsabilità).
Mentre segue il ciclo che dice Pan chi perde elasticità mentale, più o meno prematuramente.
Re:La (mala) movida
« Risposta #48 il: 28 Ago 2022, 19:50 »
Per me è più facile che tdc da adulto lo diventi chi non lo è stato da giovane.

Mi piace moltissimo questa frase che condivido in pieno.

Offline carib

*****
30354
Re:La (mala) movida
« Risposta #49 il: 28 Ago 2022, 22:43 »
In realtà conosco ottantenni estremamente giovanili...


un paio sono intervenuti anche in questo topic EOT

Offline Gio

*****
9639
Re:La (mala) movida
« Risposta #50 il: 29 Ago 2022, 08:55 »
Io non sono d'accordo. Il pensiero che giustifica tutto, per me, è debole, non illuminato.
Io giovani devono trasgredire, pensare di poter cambiare il mondo, lottare per farlo. Per poterlo fare devono avere regole e devono avere ben chiaro il limite da non superare (per poterlo superare, magari).
Invece, ormai, c'è solo rimozione di regole e limiti. In famiglia, nella scuola, nel contesto sociale in cui vivono. Possono fare il caxxo che gli pare, tutto è concesso e c'è sempre una giustificazione. E' sempre colpa di qualcun altro e c'è sempre qualcuno che li difende. C'è sempre qualcuno che dovrebbe intervenire per creargli il mondo ideale cui hanno diritto. E per trasgredire devono spingersi sempre più in là, perché tutto sta diventando normale.
Nel caso di cui si discute, se vomitassero e devastassero per un obiettivo, per un'idea di lotta, uno potrebbe non condividere, ma almeno apprezzare la volontà di cambiamento. Così è solo  sfregio, assenza di rispetto e di un minimo di coscienza civica. Tutto ben giustificato. Tra l'altro, se lo fanno dove c'è uno che scende esasperato con la mazza, smettono subito perché trasgressione sì, ma con giudizio, mentre fare i fenomeni con la gente che non si può difendere è più semplice. E' la legge della giungla (per colpa d'altri, ovviamente).
Per me, tolleranza zero.
Re:La (mala) movida
« Risposta #51 il: 29 Ago 2022, 09:42 »
Pero' il senso era un altro. Da come l'ho capita io.
Ed usciva un po' dal caso contingente.

Offline Tarallo

*****
111506
Re:La (mala) movida
« Risposta #52 il: 29 Ago 2022, 09:47 »
Nessuno dice che non debbano esserci limiti. Il problema dell’approccio tolleranza zero è che non fa nulla per andare alla radice del problema e quindi lo perpetua. Non c’è un problema, uno solo, che sia stato eliminato da punizioni dure. Al massimo compare altrove in altra forma. “Drugs win war on drugs”, titolava di recente The Onion.
Re:La (mala) movida
« Risposta #53 il: 29 Ago 2022, 14:53 »
Io non sono d'accordo. Il pensiero che giustifica tutto, per me, è debole, non illuminato.
Io giovani devono trasgredire, pensare di poter cambiare il mondo, lottare per farlo. Per poterlo fare devono avere regole e devono avere ben chiaro il limite da non superare (per poterlo superare, magari).
Invece, ormai, c'è solo rimozione di regole e limiti. In famiglia, nella scuola, nel contesto sociale in cui vivono. Possono fare il caxxo che gli pare, tutto è concesso e c'è sempre una giustificazione. E' sempre colpa di qualcun altro e c'è sempre qualcuno che li difende. C'è sempre qualcuno che dovrebbe intervenire per creargli il mondo ideale cui hanno diritto. E per trasgredire devono spingersi sempre più in là, perché tutto sta diventando normale.
Nel caso di cui si discute, se vomitassero e devastassero per un obiettivo, per un'idea di lotta, uno potrebbe non condividere, ma almeno apprezzare la volontà di cambiamento. Così è solo  sfregio, assenza di rispetto e di un minimo di coscienza civica. Tutto ben giustificato. Tra l'altro, se lo fanno dove c'è uno che scende esasperato con la mazza, smettono subito perché trasgressione sì, ma con giudizio, mentre fare i fenomeni con la gente che non si può difendere è più semplice. E' la legge della giungla (per colpa d'altri, ovviamente).
Per me, tolleranza zero.
Concordo

Offline FatDanny

*****
36757
Re:La (mala) movida
« Risposta #54 il: 29 Ago 2022, 15:12 »
mi sembra abbastanza assurdo che gli stessi adulti che hanno giustificato la repressione sotto ogni punto di vista della trasgressione di cui parlano (dalle cose frivole come le sostanze a qualsiasi movimento sociale degli ultimi venticinque anni), adesso invece dicono che questi giovani dovrebbero avere un'idea di lotta.

Prima si è tolta loro ogni speranza di un cambiamento possibile, gli si è detto che devono essere produttivi ed efficienti, sempre, che non c'è alternativa, MAI, che la vita è una guerra, una competizione sfrenata, questi manco a 15 anni hanno l'ansia che se li porta appresso e devono sentire pure che mo la colpa è loro perché sono il prodotto di un qualcosa di cui loro non hanno nessuna responsabilità ma noi e VOI si (!!!)

Io posso dire di riscontrare enormi differenze con quelli che oggi hanno 20 anni e mi ci scontro moltissime volte su come fanno le cose nello spazio che co-gestiamo, perché per certi versi mi sembrano di un autocentratura e al contempo una mancanza di iniziativa terrificante.
Ma io vedo anche la stessa gente di 20 anni che ha l'ansia di essere fallita e di aver praticamente già buttato la vita che manco a 80 anni, gente che vive con dei tempi frenetici combinando due lavori e lo studio perché deve arrivare, deve arrivare, deve arrivare. Corri, corri, corri che se perdi mezzo esame poi farai il pizzettaro tutta la vita, fai stage che ti formano, formano, formano, così avrai un bel lavoro, lavoro, lavoro, STOCAZZO.

Io non a fare come loro, ma solo a guardarli vorrei prendere un bazooka, andare al centro di Roma e iniziare a tirare a casaccio. Altro che "ma come mai spaccano i vetri?"
Io per 20 anni ho lottato perché ci ho creduto e ci credo ancora.
Avete passato venti cazzo di anni, posso testimoniarlo, a dire che non toccava sperare in niente, testa china e faticare, bene loro vi hanno creduto in molti e mo' gli accollate la vostra responsabilità su quel che ha prodotto???

Beati loro che riescono a riassumere ironicamente la risposta a questo intervento di Gio in "ok boomer".
Apprezzo la loro ironia, ultima arma possibile.
Che da una parte fa trasparire la terribile resa, dall'altra evita di farsi scoppiare il fegato.

perché questi poi hanno queste forme liberatorie di divertimento?
(non c'è solo questo, ma anche una dimensione sessuale compulsiva - ben diversa da una liberata - e una tendenza a distruggersi male di tutto)

Si fa un discorso da bambagia da cui traspira il non avere la più pallida idea delle paturnie dei ventenni di oggi.
Loro non aspettano che qualcuno intervenga per creargli il mondo ideale, perché come dicono i boomer, "le cose gli vanno servite nel piatto".
è che in realtà da quando so' nati fino ad oggi non hanno mai contato un cazzo e hanno trovato solo porte chiuse e briciole. Tanta roba da consumare, senza dubbio, ma solo briciole con cui costruire qualcosa. E con le briciole non costruisci, pure che so' tante. al massimo le mangi compulsivamente.

E la colpa della MIA generazione che non è stata in grado di fare quel che andava fatto, perché a nostra volta abbiamo appreso la stucchevole retorica sulla violenza tremenda e non augurabile del terribile dopoguerra italiano, i cattivi maestri e tutte le cazzate al seguito. Ed eccoci qua.

Offline mdfn

*
2134
Re:La (mala) movida
« Risposta #55 il: 29 Ago 2022, 15:49 »
Per quel che mi riguarda, io amo citare un episodio.
Era l'inverno del 1959, che fra parentesi fu un inverno estremamente rigido. Mio figlio Gabriele, che a quel tempo aveva quindici anni, non sopportando una mia giusta osservazione, uscì di casa sbattendo la porta, io allora lo raggiunsi e lo fissai negli occhi, gli dissi: domattina andrai a scuola senza scarpe, a piedi nudi. La sera stessa trovai sul cuscino del mio letto un biglietto. Sapete cosa c'era scritto?
Re:La (mala) movida
« Risposta #56 il: 29 Ago 2022, 15:53 »
Per quel che mi riguarda, io amo citare un episodio.
Era l'inverno del 1959, che fra parentesi fu un inverno estremamente rigido. Mio figlio Gabriele, che a quel tempo aveva quindici anni, non sopportando una mia giusta osservazione, uscì di casa sbattendo la porta, io allora lo raggiunsi e lo fissai negli occhi, gli dissi: domattina andrai a scuola senza scarpe, a piedi nudi. La sera stessa trovai sul cuscino del mio letto un biglietto. Sapete cosa c'era scritto?

a stron2o. punto esclamativo.  :poof:

Offline carib

*****
30354
Re:La (mala) movida
« Risposta #57 il: 29 Ago 2022, 18:03 »
Per quel che mi riguarda, io amo citare un episodio.
Era l'inverno del 1959, che fra parentesi fu un inverno estremamente rigido. Mio figlio Gabriele, che a quel tempo aveva quindici anni, non sopportando una mia giusta osservazione, uscì di casa sbattendo la porta, io allora lo raggiunsi e lo fissai negli occhi, gli dissi: domattina andrai a scuola senza scarpe, a piedi nudi. La sera stessa trovai sul cuscino del mio letto un biglietto. Sapete cosa c'era scritto?
:=))
Re:La (mala) movida
« Risposta #58 il: 29 Ago 2022, 18:20 »
Per quel che mi riguarda, io amo citare un episodio.
Era l'inverno del 1959, che fra parentesi fu un inverno estremamente rigido. Mio figlio Gabriele, che a quel tempo aveva quindici anni, non sopportando una mia giusta osservazione, uscì di casa sbattendo la porta, io allora lo raggiunsi e lo fissai negli occhi, gli dissi: domattina andrai a scuola senza scarpe, a piedi nudi. La sera stessa trovai sul cuscino del mio letto un biglietto. Sapete cosa c'era scritto?

Mi hai fatto ribaltare perché poi ad un certo punto ho iniziata a leggerlo con la voce del Professore  :) :) :)
Re:La (mala) movida
« Risposta #59 il: 29 Ago 2022, 23:23 »
Io sono assolutamente d’accordo che quello che succede è un sintomo eh, sicuramente la Società e molte famiglie hanno grosse colpe . Sicuramente noi giovani abbiamo bisogno di spazi e le alternative proposte sono sempre meno.

PERÒ, onestamente Fat, io non so quanto questo discorso sulle generazioni che in gran parte condivido, sia attinente col problema del casino che fanno alcuni miei coetanei.

Ti assicuro che la spiegazione è molto meno “romantica” : semplicemente sballarsi, ubriacarsi e fare casino urlando, spaccando vetri e pisciando per strada o cercando di attaccare briga per futili motivi o molestare è una ragione di vita per loro, è la sola nozione  che conoscono e concepiscono di “divertimento”. Se gli togli quello non sanno cos’altro fare della loro vita (nel senso che c’è gente anche più grande di me che dal giovedì alla domenica sta al pub fino a chiusura e ci gravita intorno fin dopo che ho finito di mettere in ordine tutto. Quindi c’è gente che quattro giorni a settimana torna a casa alle 4 di mattina il che mi lascia presupporre che un lavoro non ce l’hanno, ma neanche una vita proprio… che fino a 16 anni è pure comprensibile, poi c’è da farsi due domande secondo me) sarà colpa della Società, della De Filippi, della D’urso,  dei social? Non te lo so dire, secondo me è proprio mancanza di intelligenza emotiva, mia mamma lo diceva sempre: se non nutri la tua anima sei solo uno scrigno vuoto. E questo sono. Ma possibile che io riesco a condividere le mie passioni e a non sentirmi un’aliena quando parlo con pochissimi miei coetanei?!  Che se dico che ho letto un libro e magari vorrei parlarne e commentarlo mi si risponde facendo i fighi che loro non perdono tempo a leggere? Eh se vede infatti. 😒

E io non sono esattamente una casa e chiesa, mi diverto molto. E porca miseria, di rabbia accumulata per quella che è stata la mia vita fino a poco tempo fa, per aver dovuto rinunciare a tante cose che normalmente i giovani fanno, per non aver potuto studiare dopo il diploma, per dover ingoiare il rospo e farmi un mezzo tanto con un datore di lavoro che è un co.glione  decerebrato viscido maschilista della peggior specie,  ne ho abbastanza per dieci vite. Per non parlare di cosa significhi fare da madre e da padre, ma non sono la prima né l’ultima.

 Eppure di fare baccano fino al mattino rompendo i cog.lioni al vicinato non m’è mai passato per l’anticamera del cervello. E quindi a sentire in un certo qual modo giustificati certi soggetti con cui mio malgrado lavorando in un pub interagisco quasi quotidianamente, mi salta un attimo la mosca al naso. No, non confondiamo: ognuno è responsabile delle sue azioni. Se c’è da lottare si faccia nelle sedi opportune, al massimo due bottiglie posso spaccarle sulle finestre di monte Citorio, ma sotto casa mia che  non c’entro niente no grazie. E per inciso, sti fenomeni sono I PRIMI che se c’è da sposare una causa che non sia votare il culo più bello di Instagram si tirano indietro. Quindi ripeto, alla storia della rabbia repressa ci credo, ma non è questo il caso, per quella che è la mia esperienza.

Molto più probabilmente a mio modesto avviso, questo comportamento è una specie di esternazione di un disagio interiore del quale non sono neanche pienamente consci, l’espressione di un vuoto emotivo favorito da un’ignoranza (su tutti i piani) dilagante che trova sfogo così, perché non conosce altri modi proprio. Ed è un problema serissimo e gravissimo, evidentemente (E a dire il vero si riflette anche nei rapporti interpersonali, ma forse è un altro capitolo).
Ma tutti gli aspetti analizzati fino a qui per quanto molto interessanti c’entrano fino a un certo punto, o meglio sono forse in qualche modo concatenati, ma non è da quello che scaturisce il problema. Sempre secondo me, che sono una giovane di 21 anni anche se, che vi devo dire, sarò una boomer inside.
 

Powered by SMFPacks Alerts Pro Mod