Siamo in un momento di grande deficit democratico, deficit che si manifesta soprattutto nella difficoltà ad accettare il dissenso. Si va da una vera e propria multa ad una delegittimazione morale e politica di chi non ha la stessa visione della Maggioranza.
Credo, ma ovviamente posso benissimo sbagliare, che all’interno del M5S e del Pd ci sia una grande insofferenza rispetto ai dettami del Padrone nel primo caso e del Primo Ministro nel secondo. Trovo che soprattutto nel Pd le funzioni di segretario di partito e di Primo Ministro si stiano rivelando sempre meno conciliabili.
La questione poi diventa veramente pericolosa quando per fermare un certo dissenso politico si passa direttamente ad una delegittimazione MORALE. Viene spostato continuamente l’ambito di discussione, così il dissidente diventa multabile (e per i miei parametri questo è grave), fino a diventare un vero nemico della MIGLIORE ITALIA (questo per i miei parametri è insostenibile). Si arriva al punto che anche l’ultimo degli iscritti del partito si sente in diritto di valutare lo status morale di chi ha una visione diversa.
Sarebbe, o dovrebbe essere, superfluo ricordare che la Democrazia ha un senso se tutela SOPRATTUTTO le minoranze e le resistenze alla maggioranza. Ma viviamo un periodo veramente difficile sotto questo punto di vista. Un periodo in cui la maggioranza detta le regole del dissenso, stabilisce quanto e fin dove il dissenso è accettabile (attenzione non parlo ovviamente della legge, quella vale tanto per la maggioranza quanto per la minoranza) e lo condanna moralmente stabilendo nuovi parametri, e soprattutto non politici, ma veri e propri paradigmi morali. Così il progresso viene definito talvolta buono (magari riferendosi alla Tav) e talvolta cattivo (quando si parla di maternità surrogata). Va da sé che chi si oppone alla Tav, e magari ritiene che vada aperta una fase di confronto per arrivare a legiferare sulla maternità surrogata , è proprio la rappresentazione plastica del Male. Non c’è confronto politico. C’è una forma di governo, non solo delle istituzioni ma soprattutto delle coscienze, per cui si crea un “immorale” pericoloso da fermare, si traccia una linea dove chi sta da una parte è buono, chi sta dall’altra è cattivo. E confronto non ci deve essere, ci deve essere eliminazione. Così , come davanti ad un lanciatore di sassi e molotov, chi dissente trova solo scudi alzati in difesa non solo dell’azione inarrestabile di Governo, Partito, Movimento, ma in difesa della salute morale del nostro Paese, Partito, Movimento.