La fine di un sogno - Venezuela

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Online FatDanny

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38980
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #20 il: 09 Dic 2015, 12:27 »
Come mai? Perché l'acuirsi della crisi economica, dell'inflazione, della mancanza di prodotti basilari per la sopravvivenza, hanno portato un disincanto diffuso, il quale ha provocato una maggioranza d'opposizione impossibile da alterare con il solito artifizio basato sull'estorsione, sulle minacce, sulla propaganda politica propagata lungo i canali televisivi e radiofonici omolagati al regime, utilizzando le risorse economiche di PDVSA per portare a termine i propri fini loschi.

Dire queste cose guardando a come erano e sono organizzate le opposizioni anti-chaviste fa quantomeno ridere.
Estorsione, minacce e propaganda politica a senso unico sono le ricette principali della "democrazia" liberale in sud america e in particolar modo delle attuali opposizioni venezuelane che non hanno esitato a organizzare colpi di stato e manovre criminali.
Senza contare cosa sono state le televisioni private in Venezuela, la campagna condotta contro Chavez (se rete4 avesse invitato ad assassinare il capo di stato in carica credo sarebbe stata chiusa anche in Italia o in Francia).
Per non parlare del fatto che parli della possibilità di ricandidatura del presidente che è stata inserita in un referendum, votato a maggioranza dalla popolazione.

Ricapitolando:
- rispetto alla genuinità dei risultati elettorali dici menzogne propagandate dalle opposizioni (e lo dicono commissioni indipendenti, non lo schierato FD)
- rispetto al regime "dittatoriale" dici menzogne perchè falsi la discussione non menzionando come in confronto ai suoi oppositori il fronte chavista è ultrademocratico. Parliamo dei caratteri dittatoriali delle opposizioni a chavez.
O per te democrazia = possibilità per le multinazionali di fare il porco comodo loro in sud america?
In questo caso si, lo chavismo è antidemocratico e i suoi oppositori sono campioni di democrazia.

Ah, per favore, non mi fare la domanda retorica "che ne sai tu che non ci vivi".
Sono in contatto costante con compagn* di Marea socialista, conosco il dibattito interno al partito chavista, di cui ho anche letto i documenti congressuali, e alla sinistra venezuelana più in generale.
Puoi considerarmi un agente esterno di questi sporchi dittatori, per me è un valore.


Tornando al tema, lo chavismo va sicuramente criticato, ma a mio avviso molto più su altre due questioni.
1) sul piano economico la redistribuzione dei profitti da petrolio non ha portato alla costituzione di un tessuto industriale che potesse emancipare il venezuela dalla dipendenza dal petrolio.
Inoltre la redistribuzione è avvenuta in termini paternalistici e non attraverso un ruolo maggiore delle strutture sociali che sono state protagoniste del processo bolivariano.0
2) sul piano politico il processo al posto che portare ad una diffusione della democrazia attraverso i circoli ha portato ad una loro sussunzione nelle strutture di potere (anche clientelari) di governo.
Ossia, come spesso accade, al posto di trasformare il governo ne sono stati assimilati e questo ha pian piano fatto perdere forza all'intero processo.

In poche parole l'esperienza sudamericana, come già avevo detto in altro post, è in forte difficoltà perchè non è stata in grado di configurare un nuovo modello di riproduzione sociale affrancato dal capitalismo ma in discontinuità col socialismo reale.
hanno prodotto quindi "capitalismi di stato" che se da una parte hanno avuto un apprezzabile ruolo nel redistribuire ricchezze, dall'altro non sono stati in grado di risolvere i problemi strutturali delle rispettive nazioni.

porgascogne

porgascogne

Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #21 il: 09 Dic 2015, 12:34 »
Tornando al tema, lo chavismo va sicuramente criticato, ma a mio avviso molto più su altre due questioni.
1) sul piano economico la redistribuzione dei profitti da petrolio non ha portato alla costituzione di un tessuto industriale che potesse emancipare il venezuela dalla dipendenza dal petrolio.
Inoltre la redistribuzione è avvenuta in termini paternalistici e non attraverso un ruolo maggiore delle strutture sociali che sono state protagoniste del processo bolivariano.0
2) sul piano politico il processo al posto che portare ad una diffusione della democrazia attraverso i circoli ha portato ad una loro sussunzione nelle strutture di potere (anche clientelari) di governo.
Ossia, come spesso accade, al posto di trasformare il governo ne sono stati assimilati e questo ha pian piano fatto perdere forza all'intero processo.

In poche parole l'esperienza sudamericana, come già avevo detto in altro post, è in forte difficoltà perchè non è stata in grado di configurare un nuovo modello di riproduzione sociale affrancato dal capitalismo ma in discontinuità col socialismo reale.
hanno prodotto quindi "capitalismi di stato" che se da una parte hanno avuto un apprezzabile ruolo nel redistribuire ricchezze, dall'altro non sono stati in grado di risolvere i problemi strutturali delle rispettive nazioni.

bene, su questi punti poco potrà opporti anche venezuelano, credo
individuano i punti sui quali il chavismo, ma non solo lui, ha fallito e fallirà in tutto el sur

però, per quanto riguarda le conquiste del chavismo PER la popolazione, stiamo parlando di foglie di fico di una realtà che era ingestibile prima e non ha fatto che peggiorare poi
insegnare a parlare e scrivere alla popolazione dei ranchos è un'ottima cosa, ma gli devi insegnare che la cosa pubblica (acqua, rete elettrica, ecc) è, appunto, pubblica e se vivi una vita intera attaccato ai lampioni della corrente - e, peggio, il governo te lo permette, tanto pagano sempre i soliti - non stai elevando verso il sol dell'avvenire quella gente, ma stai creando solo un substrato di elettori che ti ripagano la moneta della libertà di fare come cazzo gli pare con l'unica che possono gestire: il voto
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #22 il: 09 Dic 2015, 13:12 »
minchia, i guardatori de diti

ho postato quella cosa, stracatafottendomi de sto fusaro che non so chi è ne voglio saperlo...l'intento era di prendere un elemento di discussione, in questo caso il "marxismo chaveziano", di una prospettiva ancora aperta o di un fallimento conclamato

ma poi arrivano MH o Anderz  :) :)  e te fanno la pippa sulla fonte (sul dito)

Online Sonni Boi

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #23 il: 09 Dic 2015, 14:29 »
minchia, i guardatori de diti

ho postato quella cosa, stracatafottendomi de sto fusaro che non so chi è ne voglio saperlo...l'intento era di prendere un elemento di discussione, in questo caso il "marxismo chaveziano", di una prospettiva ancora aperta o di un fallimento conclamato

ma poi arrivano MH o Anderz  :) :)  e te fanno la pippa sulla fonte (sul dito)

Però nella seconda parte sono intervenuto nel merito dell'esperienza Chavista, con un post sintetico ma abbastanza chiaro. Poi FD e Porga (e ancor prima Zanzalf) hanno delineato meglio lo scenario.

Perdonami, ma nei confronti di Fusaro (che ho conosciuto di persona) nutro una particolare avversione  :beer:

In poche parole l'esperienza sudamericana, come già avevo detto in altro post, è in forte difficoltà perchè non è stata in grado di configurare un nuovo modello di riproduzione sociale affrancato dal capitalismo ma in discontinuità col socialismo reale.

Un compito immane e rischiosissimo, quando si è chiamati ad amministrare realtà tanto ampie e complesse.
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #24 il: 09 Dic 2015, 14:50 »
Dire queste cose guardando a come erano e sono organizzate le opposizioni anti-chaviste fa quantomeno ridere.
Estorsione, minacce e propaganda politica a senso unico sono le ricette principali della "democrazia" liberale in sud america e in particolar modo delle attuali opposizioni venezuelane che non hanno esitato a organizzare colpi di stato e manovre criminali.
Senza contare cosa sono state le televisioni private in Venezuela, la campagna condotta contro Chavez (se rete4 avesse invitato ad assassinare il capo di stato in carica credo sarebbe stata chiusa anche in Italia o in Francia).
Per non parlare del fatto che parli della possibilità di ricandidatura del presidente che è stata inserita in un referendum, votato a maggioranza dalla popolazione.

Ricapitolando:
- rispetto alla genuinità dei risultati elettorali dici menzogne propagandate dalle opposizioni (e lo dicono commissioni indipendenti, non lo schierato FD)
- rispetto al regime "dittatoriale" dici menzogne perchè falsi la discussione non menzionando come in confronto ai suoi oppositori il fronte chavista è ultrademocratico. Parliamo dei caratteri dittatoriali delle opposizioni a chavez.
O per te democrazia = possibilità per le multinazionali di fare il porco comodo loro in sud america?
In questo caso si, lo chavismo è antidemocratico e i suoi oppositori sono campioni di democrazia.

Ah, per favore, non mi fare la domanda retorica "che ne sai tu che non ci vivi".
Sono in contatto costante con compagn* di Marea socialista, conosco il dibattito interno al partito chavista, di cui ho anche letto i documenti congressuali, e alla sinistra venezuelana più in generale.
Puoi considerarmi un agente esterno di questi sporchi dittatori, per me è un valore.


Tornando al tema, lo chavismo va sicuramente criticato, ma a mio avviso molto più su altre due questioni.
1) sul piano economico la redistribuzione dei profitti da petrolio non ha portato alla costituzione di un tessuto industriale che potesse emancipare il venezuela dalla dipendenza dal petrolio.
Inoltre la redistribuzione è avvenuta in termini paternalistici e non attraverso un ruolo maggiore delle strutture sociali che sono state protagoniste del processo bolivariano.0
2) sul piano politico il processo al posto che portare ad una diffusione della democrazia attraverso i circoli ha portato ad una loro sussunzione nelle strutture di potere (anche clientelari) di governo.
Ossia, come spesso accade, al posto di trasformare il governo ne sono stati assimilati e questo ha pian piano fatto perdere forza all'intero processo.

In poche parole l'esperienza sudamericana, come già avevo detto in altro post, è in forte difficoltà perchè non è stata in grado di configurare un nuovo modello di riproduzione sociale affrancato dal capitalismo ma in discontinuità col socialismo reale.
hanno prodotto quindi "capitalismi di stato" che se da una parte hanno avuto un apprezzabile ruolo nel redistribuire ricchezze, dall'altro non sono stati in grado di risolvere i problemi strutturali delle rispettive nazioni.

Noto che sei un irriducibile socialista accecato dal fanatismo che, purtroppo, infesta anche i tuoi nemici giurati del liberalismo. Sei radicalmente schierato, quindi per te è difficile ragionare sul tema con equilibrio. Onestamente a me ciò che dicono i compagni, i camerati o il fronte liberale mi interessa zero. Io penso con la mia testa, non seguo gruppi, movimenti, né tanto meno i guru della politica o i sedicenti salvatori della patria. Sottolineo che mi oppongo a tutte queste concezioni politiche, le quali sono strumento per manipolare, sottomettere e raggirare intere popolazioni. La politica, secondo me, è uno strumento, il quale, insieme ai poteri forti della società, mira a consolidare le gerarchie sociali, economiche e giuridiche che ci introducono in un sistema di impoverimento non solo economico, ma anche dal punto di vista culturale e umano, un sistema di cui fa parte anche il tuo socialismo esasperato.

Capisco che la retorica sia lusinghiera, ma purtroppo i fatti sconfiggono anche la dialettica più manipolatrice. Di quale lotta contro le multinazionali parli? A quali forze chaviste che si oppongono al liberalismo selvaggio ti riferisci? A quelli che vendono il proprio petrolio agli Stati Uniti da sempre; a quelli che hanno regalato le nostre ricchezze ai paesi "amici; a quelli che hanno portato a termine il più selvaggio e corrotto capitalismo di stato della storia del nostro paese; a quelli che si sono arricchiti, non di milioni ma di miliardi di dollari, grazie alla corruzione senza freni garantita dai petrodollari; infine, a quelli che si comportano peggio delle più malvagie multinazionali? Questi dovrebbero essere i paladini della giustizia economica e sociale? Ma per piacere, non siamo tutti così ingenui.

La discussione io non la falso, sono i fatti a rendere falso ciò che dici. Il chavismo non è un regime ultrademocratico, queste sono affermazioni prive di fondamento. Il referendum per l'ammenda costituzionale c'è stato, ma ciò non cancella la natura antidemocratica della proposta. Ci sono state denunce a destra e sinistra riguardante le violazioni compiute durante l'evento elettorale, fatti concreti e dimostrabili, di fronte ai quali il Tribunale di Giustizia ha sempre ignorato. Ahhh, denunce ignorate dagli  Stati Uniti d'America... ma scusa, non erano quest'ultimi a finanziare me, gli studenti e la società civile contro i martiri arroccati al potere? 

Non ti rinfaccio il fatto che tu non sia mai stato in Venezuela, anzi, ti invito ad andarci e passare un mesetto di vita quotidiana, a vivere nella tua pelle il regime "ultrademocratico" che purtroppo ha annebbiato tante menti con la sua demagogia.

Non ricordo che ci sia stato l'invito a uccidere Chavez. Se fosse vero, sarebbe condannabile categoricamente.

Per quanto riguarda i tuoi contatti con i "compagni di Marea Socialista" preferisco non pronunciarmi, data la rigidità di queste figure.

Non ci sono dati concreti di "redistribuzione della ricchezza", questa è un'altra favoletta tirata in ballo dai sostenitori accecati. Chavez ha distribuito l'elemosina, che è ben diverso. Ha utilizzato il degrado compiuto nei decenni precedenti per consolidare la povertà nel nostro paese mediante la strumentalizzazione della politica e del linguaggio, avvalendosi della decadenza sociale e culturale che vige nei nostri paesi. Ha utilizzato il suo carisma e le fonti petrolifere per radere al suolo quel poco di virtù e pregi che sopravvivevano nella società venezuelana. La classe media è sparita del tutto creando un enorme solco tra ricchi (borghesia sì, soprattutto chavista) e poveri. Il fatto che il regime consegnasse due o tre casette ogni morte di papa ed espropriasse un paio di terreni, non significa rendere il povero meno povero, né tanto meno una politica volta veramente al sociale. Magari avessimo un governo veramente socialista, un governo che cercasse di abbattere le differenze economiche e sociale di cui è vittima non solo il Venezuela, ma il mondo intero.



   

Online FatDanny

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #25 il: 09 Dic 2015, 15:17 »
Accecato dal fanatismo?
Ma se ero accecato dal fanatismo mi dedicavo ad una difesa senza sconti del chavismo, cosa che non mi pare di aver fatto.
D'altra parte invece mi sembra che tu sia parecchio schiacciato sulle posizioni delle opposizioni liberiste, che dietro la vulgata finto-democratica vogliono solo tornare a guadagnare miliardi sulla pelle del venezuela.
Dico finto-democratica perché parliamo di soggetti politici (e potentati economici alle loro spalle) che tutto hanno a cuore eccetto che la democrazia in venezuela, tanto da aver organizzato in passato dei colpi di stato armi in mano.
Colpi di stato sventati perché la popolazione, quella povera, è scesa in strada al fianco di Chavez e ha difeso il processo bolivariano.
A me quello interessa/interessava, il processo di popolo, non difendere la figura di Chavez o i suoi successori.

Parli della riforma costituzionale fatta passare tramite referendum.
Bene, nella democratica europa mi sembra che ci siano state riforme costituzionali ben più consistenti negli ultimi anni senza che si sia sentita mezza volta il popolo.
In Italia, tanto per fare un altro esempio, il detentore del potere esecutivo, ossia il Primo Ministro, non ha un limite ai mandati. Quindi? Perché questo elemento dovrebbe certificare una dittatura solo se parliamo di Venezuela?

Rispetto all' "ultrademocraticità" io non ho detto questo, ma ho detto che se i chavisti sono antidemocratici, i suoi oppositori lo sono ancor di più e che qualsiasi critica da parte loro è assolutamente inverosimile.
Hanno inventato tante di quelle menzogne da risultare credibili quanto una banconota da 7 euro.
Gente che mentre sparava sul popolo disarmato a reti unificate faceva passare la notizia che a sparare fossero i sostenitori di Chavez.

Il che non significa che lo chavismo non abbia limiti o colpe. Sono il primo a sottolinearne.
Ma la soluzione non è certo nel campo delle opposizioni che hanno vinto le ultime elezioni, le quali non perderebbero un minuto per riconsegnare il venezuela nelle mani dei suoi sfruttatori peggiori.

Rispetto alla vita in Venezuela non ho mai affermato che sia uno scherzo.
Vivere a Caracas è un inferno (considera che un mio carissimo amico italiano ha anche subito un sequestro pochi anni fa, pensa quanto io possa idealizzare quanto accade lì).
Ma gran parte dei problemi erano assolutamente precedenti al modello chavista e al massimo si può criticare lo chavismo per non averli risolti, non per averli creati.
Ad averli creati sono stati quei bei paladini della democrazia che parlano contro Chavez solo per riavere tra le mani il potere economico perduto. Gli stessi paladini i cui corrispettivi altrove attaccano Evo Morales o Castro da Miami.

Io critico quanto avviene a Cuba così come quanto avviene in Venezuela. La difesa dei processi rivoluzionari non si fa assolvendoli da ogni responsabilità ed è giusto parlare di tutti i fallimenti dello chavismo nell'affermare un nuovo modello sociale ed economico in venezuela.
Ma questo non vuol dire che mi affido alla comunità di Miami o alle serpi quali Carlos Ortega.
Quelli per me sono il peggio del peggio. La melma putrida da cui ripulirsi una volta per tutte.

Occorre andare oltre, anche oltre lo chavismo se è il caso, non tornare indietro.
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #26 il: 09 Dic 2015, 15:59 »
il postchavismo speriamo non si traduca nella solita merda
lo vedremo a breve
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #27 il: 09 Dic 2015, 16:20 »
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #28 il: 09 Dic 2015, 16:36 »
Accecato dal fanatismo?
Ma se ero accecato dal fanatismo mi dedicavo ad una difesa senza sconti del chavismo, cosa che non mi pare di aver fatto.
D'altra parte invece mi sembra che tu sia parecchio schiacciato sulle posizioni delle opposizioni liberiste, che dietro la vulgata finto-democratica vogliono solo tornare a guadagnare miliardi sulla pelle del venezuela.
Dico finto-democratica perché parliamo di soggetti politici (e potentati economici alle loro spalle) che tutto hanno a cuore eccetto che la democrazia in venezuela, tanto da aver organizzato in passato dei colpi di stato armi in mano.
Colpi di stato sventati perché la popolazione, quella povera, è scesa in strada al fianco di Chavez e ha difeso il processo bolivariano.
A me quello interessa/interessava, il processo di popolo, non difendere la figura di Chavez o i suoi successori.

Parli della riforma costituzionale fatta passare tramite referendum.
Bene, nella democratica europa mi sembra che ci siano state riforme costituzionali ben più consistenti negli ultimi anni senza che si sia sentita mezza volta il popolo.
In Italia, tanto per fare un altro esempio, il detentore del potere esecutivo, ossia il Primo Ministro, non ha un limite ai mandati. Quindi? Perché questo elemento dovrebbe certificare una dittatura solo se parliamo di Venezuela?

Rispetto all' "ultrademocraticità" io non ho detto questo, ma ho detto che se i chavisti sono antidemocratici, i suoi oppositori lo sono ancor di più e che qualsiasi critica da parte loro è assolutamente inverosimile.
Hanno inventato tante di quelle menzogne da risultare credibili quanto una banconota da 7 euro.
Gente che mentre sparava sulla gente a reti unificate faceva passare la notizia che a sparare fossero i sostenitori di Chavez.

Il che non significa che lo chavismo non abbia limiti o colpe. Sono il primo a sottolinearne.
Ma la soluzione non è certo nel campo delle opposizioni che hanno vinto le ultime elezioni, le quali non perderebbero un minuto per riconsegnare il venezuela nelle mani dei suoi sfruttatori peggiori.

Rispetto alla vita in Venezuela non ho mai affermato che sia uno scherzo.
Vivere a Caracas è un inferno (considera che un mio carissimo amico italiano ha anche subito un sequestro pochi anni fa, pensa quanto io possa idealizzare quanto accade lì).
Ma gran parte dei problemi erano assolutamente precedenti al modello chavista e al massimo si può criticare il chavismo per non averli risolti, non per averli creati.
Ad averli creati sono stati quei bei paladini della democrazia che parlano contro Chavez solo per riavere tra le mani il potere economico perduto. Gli stessi paladini che attaccano Evo Morales o Castro da Miami.

Io critico quanto avviene a Cuba così come quanto avviene in Venezuela. La difesa dei processi rivoluzionari non si fa assolvendoli da ogni responsabilità ed è giusto parlare di tutti i fallimenti dello chavismo nell'affermare un nuovo modello sociale ed economico in venezuela.
Ma questo non vuol dire che mi affido alla comunità di Miami o alle serpi quali Carlos Ortega.
Quelli per me sono il peggio del peggio. La melma putrida da cui ripulirsi una volta per tutte.

Occorre andare oltre, anche oltre lo chavismo se è il caso, non tornare indietro.

Il fanatismo annebbia le menti a tal punto da far negare  il fanatismo di cui sono vittime.
Mi sembra di aver scritto, in un italiano abbastanza comprensibile, che mi oppongo sia alla concezione politica che difendi strenuamente, sia alla concezione politica ed economica che tanto detesti. Sono stato chiaro ed ora, anche, ripetitivo.

Il colpo di stato, effettuato nel 2002, è stato portato a termine da personaggi politici ed economici che sono ben lungi da far parte dell'attuale contesto politico. Hanno compiuto un atto riprovevole che ci ha lasciato in eredità un regime che, a mani basse, è riuscito nel suo intento di radere al suolo quel poco che restava; un paese che era già stato vittima di gestioni scellerate. Ti ricordo che il dittatore Chavez fu un "golpista", colpo di stato che fu sconfitto (4 febbraio 1992). Vediamo se condanni entrambi i casi con la stessa verve, oppure li fai pesare sulla bilancia con metodi "rivoluzionari"

Ahhhhh guadagnare miliardi. Questa battuta, perché altro non è, l'ho sentita spesso, ma come al solito destinata ai destinatari sbagliati. Questa bella frase la dovresti porre a elementi come Diosdado Cabello, miliardario fino ai capelli, alla famiglia Chavez, miliardari tutti quanti, per non parlare del signor Maduro, miliardario pure lui. E ci sono centinaia di borghesi "rivoluzionari" come questi che si sono arricchiti grazie alle razzie di quasi 17 anni.

I sistemi di governo sono sostanzialmente diversi. Paragonare entrambi i sistemi vuol dire essere fuori strada . Il nostro presidente ha poteri ben più consistenti del vostro Primo Ministro. Purtroppo per voi, sostenitori incalliti di una causa persa, il nostro paese è soggetto ad un regime non democratico, che ha censurato tutti i mezzi di informazione e gode di un "sì signore" incontrastato. Il popolo ha la possibilità di sentire solo le fandonie di un bando; l'altro bando, invece,nel quale ci sono anche diversi cantastorie, non ha la possibilità di dire le sue. Così è tutto facile.

Il fatto che ci fossero emittenti ostili al governo, non significa che si debba negare l'evidenza in modo oltranzista. I sostenitori di Chavez hanno sparato, come hanno sparato anche i poliziotti della Polizia Metropolitana, ottenendo come risultato feriti e morti in entrambe le fazioni, vittima di ciò, come al solito, la società civile. In ogni caso, su ciò che successe nel 2002, tante circostanze non sono state chiarite, rimanendo in un cassetto losco, oscuro e pieno di muffa.

Gran parte dei problemi non provengono dal modello precedente; i problemi provengono anche dal modello precedente, acuiti e intensificati dal regime attuale. Non hanno tentato di risolvere un gran bel niente, i dati contano più delle mie e delle tue interpretazioni. Non sono riusciti a risolvere cosa? Se sei mediamente intelligente e capace riesci al meno a non intensificare i disastri precedenti, invece: abbiamo la capitale più violenta del mondo ("gracias comandante"), abbiamo uno dei paesi più violenti del mondo ("gracias comandante"), abbiamo un'inflazione del 100 e passa per cento (17 anni al governo, e non sono riusciti ancora a creare un dato in controtendenza. Forse è colpa di fantomatiche servizi intergalattici), scarsità di prodotti basilari, un paese sull'orlo di una crisi sociale con pochi precedenti, e mi fermo qui per non infierire. Questi sono i doni del tuo "Comandante".

Certo, i politici del passato hanno perso il controllo economico, controllo economico che è stato trasferito ad un regime ben più corrotto dei suoi predecessori, i quali hanno avuto a disposizione i prezzi petroliferi più alti e sostenuti dell'intera storia venezuelana, ripagandoci con più povertà (sotto tutti i punti di vista), ignoranza, criminalità e degrado. Dove sono finiti i soldi del petrolio? Prova a chiedere ai tuoi "compagni" Diosdado Cabello., al defunto, a Maduro, alla famiglia del defunto, Rafael Ramirez e mi limito ai personaggi più in voga.  Dove sono che non li vedo?

Meno male che critichi Cuba e compagnia bella, non oso immaginare quale dialettica risulterebbe se non ci fosse questa critica impalpabile.





Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #29 il: 09 Dic 2015, 16:38 »
Il fanatismo annebbia le menti a tal punto da far negare  il fanatismo di cui sono vittime.
Mi sembra di aver scritto, in un italiano abbastanza comprensibile, che mi oppongo sia alla concezione politica che difendi strenuamente, sia alla concezione politica ed economica che tanto detesti. Sono stato chiaro ed ora, anche, ripetitivo.

Il colpo di stato, effettuato nel 2002, è stato portato a termine da personaggi politici ed economici che sono ben lungi da far parte dell'attuale contesto politico. Hanno compiuto un atto riprovevole che ci ha lasciato in eredità un regime che, a mani basse, è riuscito nel suo intento di radere al suolo quel poco che restava; un paese che era già stato vittima di gestioni scellerate. Ti ricordo che, il dittatore Chavez, fu un "golpista" quanto Carmona, colpo di stato che fu sconfitto (4 febbraio 1992). Vediamo se condanni entrambi i casi con la stessa verve, oppure li fai pesare sulla bilancia con metodi "rivoluzionari"

Ahhhhh guadagnare miliardi. Questa battuta, perché altro non è, l'ho sentita spesso, ma come al solito destinata ai destinatari sbagliati. Questa bella frase la dovresti porre a elementi come Diosdado Cabello, miliardario fino ai capelli, alla famiglia Chavez, miliardari tutti quanti, per non parlare del signor Maduro, miliardario pure lui. E ci sono centinaia di borghesi "rivoluzionari" come questi che si sono arricchiti grazie alle razzie di quasi 17 anni.

I sistemi di governo sono sostanzialmente diversi. Paragonare entrambi i sistemi vuol dire essere fuori strada . Il nostro presidente ha poteri ben più consistenti del vostro Primo Ministro. Purtroppo per voi, sostenitori incalliti di una causa persa, il nostro paese è soggetto ad un regime non democratico, che ha censurato tutti i mezzi di informazione e gode di un "sì signore" incontrastato. Il popolo ha la possibilità di sentire solo le fandonie di un bando; l'altro bando, invece,nel quale ci sono anche diversi cantastorie, non ha la possibilità di dire le sue. Così è tutto facile.

Il fatto che ci fossero emittenti ostili al governo, non significa che si debba negare l'evidenza in modo oltranzista. I sostenitori di Chavez hanno sparato, come hanno sparato anche i poliziotti della Polizia Metropolitana, ottenendo come risultato feriti e morti in entrambe le fazioni, vittima di ciò, come al solito, la società civile. In ogni caso, su ciò che successe nel 2002, tante circostanze non sono state chiarite, rimanendo in un cassetto losco, oscuro e pieno di muffa.

Gran parte dei problemi non provengono dal modello precedente; i problemi provengono anche dal modello precedente, acuiti e intensificati dal regime attuale. Non hanno tentato di risolvere un gran bel niente, i dati contano più delle mie e delle tue interpretazioni. Non sono riusciti a risolvere cosa? Se sei mediamente intelligente e capace riesci al meno a non intensificare i disastri precedenti, invece: abbiamo la capitale più violenta del mondo ("gracias comandante"), abbiamo uno dei paesi più violenti del mondo ("gracias comandante"), abbiamo un'inflazione del 100 e passa per cento (17 anni al governo, e non sono riusciti ancora a creare un dato in controtendenza. Forse è colpa di fantomatiche servizi intergalattici), scarsità di prodotti basilari, un paese sull'orlo di una crisi sociale con pochi precedenti, e mi fermo qui per non infierire. Questi sono i doni del tuo "Comandante".

Certo, i politici del passato hanno perso il controllo economico, controllo economico che è stato trasferito ad un regime ben più corrotto dei suoi predecessori, i quali hanno avuto a disposizione i prezzi petroliferi più alti e sostenuti dell'intera storia venezuelana, ripagandoci con più povertà (sotto tutti i punti di vista), ignoranza, criminalità e degrado. Dove sono finiti i soldi del petrolio? Prova a chiedere ai tuoi "compagni" Diosdado Cabello., al defunto, a Maduro, alla famiglia del defunto, Rafael Ramirez e mi limito ai personaggi più in voga.  Dove sono che non li vedo?

Meno male che critichi Cuba e compagnia bella, non oso immaginare quale dialettica risulterebbe se non ci fosse questa critica impalpabile.
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #30 il: 09 Dic 2015, 16:40 »


Chiedo scusa per aver rinviato il mio post. Colpa mia.

Online genesis

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #31 il: 09 Dic 2015, 18:03 »
Sai, venezuelano, quello che ho sempre sentito dire è che la situazione prima di Chavez era disastrosa, lui l'aveva comunque migliorata anche se i problemi rimanevano e che gli oppositori di Chavez riuscivano ad essere peggiori di lui.

Offline anderz

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #32 il: 09 Dic 2015, 18:23 »
Adesso bisogna vedere che succede visto che Maduro rimane comunque presidente e non mi sembra ci sia alcuna volontà di indietreggiare nonostante la pesante sconfitta. Speriamo bene.
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #33 il: 09 Dic 2015, 19:03 »
Sai, venezuelano, quello che ho sempre sentito dire è che la situazione prima di Chavez era disastrosa, lui l'aveva comunque migliorata anche se i problemi rimanevano e che gli oppositori di Chavez riuscivano ad essere peggiori di lui.

Anche io ho sentito dire ciò. E' vera l'affermazione che ci sono state politiche economiche e sociali da parte del governo nei confronti delle popolazioni più povere, ma sono state  politiche superficiali basate sull'elemosina. Il risultato è che i poveri di 20 vent'anni fa sono ancora tali, la classe media è sparita quasi del tutto, poi ci sono i ricchi, i quali sono  quasi nella loro totalità vincolati alla borghesia statale. Uno dei tanti problemi del nostro paese è la mancanza di volontà di combattere i problemi in modo strutturale, agendo come di consuetudine in breve termine, considerando tutte le opportunità che sorgono da questo modo di fare, come ad esempio: consegnare 10000 case ( il discorso poi delle condizioni di quest'ultime è da rivedere, perché se le case sono le consorelle  delle famose favelas siamo sempre punto ed a capo) pochi mesi prima di un evento elettorale, assegnare alle popolazioni che ne hanno bisogno il cibo razionato sussidiato dallo stato, soprattutto in periodi "critici" dal punto di vista elettorale. Queste sono delle politiche di una assurdità totale, che mirano all'ozio e rendono il popolo schiavo e vittima dei propri governanti. Un secondo problema è che noi, come tutta l'America latina, siamo stati da sempre razziati dagli Stati Uniti, che ci hanno sempre visto come lo strumento per appagare le loro ansie di potere. Tutto ciò comporta un giochino volto a screditare l'altro come il nemico da abbattere,  invece di creare una politica comunitaria concreta e non a parole. In ogni caso questi modi di agire sono volontari e premeditati da una classe politica da crocifiggere.

Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #34 il: 09 Dic 2015, 19:05 »
la classe media è sparita pure qui, i poveri sono più poveri e i ricchi sono più ricchi
è la crisi globale

ora è ovvio che in tempi di crisi mondiale, epocale, hai due scelte: o ammazzi tutti, come hanno fatto le ricette ultraliberal (pensioni, diritti, tasse, contratti, disoccupazione etc) o muori (se vuoi pure fare elemosina ai poveri, ti scavi la fossa da solo)

la crisi dello chavismo è da inquadrare in un quadro più ampio e più drammatico, più ricco di contraddizioni
non è che questi qui che sono arrivati mo' porteranno gioia e letizia,
semplicemente determineranno nuovi equilibri, faranno un patto con una parte del paese dando qualcosa, che toglieranno ad altri
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #35 il: 09 Dic 2015, 19:24 »
la classe media è sparita pure qui, i poveri sono più poveri e i ricchi sono più ricchi
è la crisi globale

ora è ovvio che in tempi di crisi mondiale, epocale hai due scelte: o ammazzi tutti, come hanno fatto le ricette ultraliberal (pensioni, diritti, tasse, contratti, disoccupazione etc) o muori

se poi, vuoi pure fare elemosina ai poveri, ti scavi la fossa da solo

Il caso venezuelano non è legato a crisi globali sistematiche. E' una crisi cronica che dura da decenni, intensificata negli ultimi anni da un sistema nazionale.
Ti posso assicurare che le dimensioni di povertà tra l'Italia ed il Venezuela sono completamente diverse. La realtà e le condizioni della classe media italiana sono anche esse diametralmente opposte al contesto venezuelano. Sono due realtà che non posso essere paragonate. Noi siamo un paese che rasenta ormai la miseria vera e propria. Ti elenco due esempi: la carta igienica scarseggia da una vita , quindi sei sottoposto ad un razionamento aggressivo, e per reperire il latte c'è bisogno di recarsi in massa direttamente al camion che lo porta e barcamenarsi in mezzo alla folla inferocita. Una roba pazzesca.
Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #36 il: 09 Dic 2015, 19:30 »
Il caso venezuelano non è legato a crisi globali sistematiche. E' una crisi cronica che dura da decenni, intensificata negli ultimi anni da un sistema nazionale.
Ti posso assicurare che le dimensioni di povertà tra l'Italia ed il Venezuela sono completamente diverse. La realtà e le condizioni della classe media italiana sono anche esse diametralmente opposte al contesto venezuelano. Sono due realtà che non posso essere paragonate. Noi siamo un paese che rasenta ormai la miseria vera e propria. Ti elenco due esempi: la carta igienica scarseggia da una vita , quindi sei sottoposto ad un razionamento aggressivo, e per reperire il latte c'è bisogno di recarsi in massa direttamente al camion che lo porta e barcamenarsi in mezzo alla folla inferocita. Una roba pazzesca.

certo che si, sono situazioni imparagonabili, ma le ricette saranno le medesime, anche in questo caso imparagonabili, perchè se qui esiste un sistema di tutele e salvaguardie (siapur smantellato) da voi saranno cazzi amari per i settori più poveri

e non te lo dico perchè sono orfano di Chavez ma perchè sono consapevole che le alternative, queste alternative, possono essere anche peggiori

staremo a vedere

Offline Parken

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #37 il: 09 Dic 2015, 19:35 »
Sai, venezuelano, quello che ho sempre sentito dire è che la situazione prima di Chavez era disastrosa, lui l'aveva comunque migliorata anche se i problemi rimanevano e che gli oppositori di Chavez riuscivano ad essere peggiori di lui.

Bella discussione. Un'osservazione piu' su base dialettica. Il pre di qualsiasi regime / democrazia / tirannia / oligarchia non dovrebbe mai divenire riferimento per i risultati di cio' che viene dopo. Pochi anni prima del '22 Bava Beccaris prese a cannonate la folla a a Torino. Il fatto che nel ventennio non sia successo non fa di Mussolini un faro della civilta' occidentale

Online PARISsn

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #38 il: 28 Dic 2015, 21:14 »
tutto a posto !! aritorna acchiappanza e cha cha cha ....tutti a Puerto La Cruz !! che amarezza....leggere chi e' pure contento !!

Offline Giako77

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Re:La fine di un sogno - Venezuela
« Risposta #39 il: 30 Dic 2015, 18:08 »
Questa intervista a Luciano Vasapollo (tra l'altro mio compagno e amico - quindi non provate ad offenderlo!) da un punto di vista abbastanza chiaro (e di parte senza dubbio) di ciò che è avvenuto in Venezuela (per la felicità di quelli che dicono che so fare solo Ctrl-c Ctrl-V  :) )



"L'eredità più grande di Chavez, l'integrazione dell'America Latina come popoli liberi, resisterà"

L'AntiDiplomatico intervista il professor Luciano Vasapollo, pro-rettore della Sapienza. "Il governo Maduro ha commesso errori. E' umano sbagliare. Ora c'è la consapevolezza che la rivoluzione bolivariana ha bisogno di un nuovo impulso: bisogna tornare sulla calle"

Il 6 dicembre, alle elezioni legislative del Venezuela, l'opposizione di destra riunita intorno al cartello MUD (Mesa de la Unidad democratica) ha conquistato 112 dei 167 seggi a disposizione. Si tratta della maggior sconfitta del chavismo al potere nel paese dal 1999, che impone un momento di riflessione necessario per il governo di Maduro e il percorso della cosiddetta rivoluzione bolivariana.

Ne parliamo con uno dei massimi conoscitori in Italia delle vicende politiche ed economiche del paese: il professore de la Sapienza di Roma Luciano Vasapollo*.

 

- Professor Vasapollo, il 7 dicembre, il giorno dopo le elezioni per il rinnovo del Parlamento in Venezuela, è caduta senza possibilità di smentita una delle menzogne storiche dei regimi occidentali e del circo mediatico, vale a dire che a Caracas fosse in vigore una dittatura anti-democratica.

 

Proprio così. Per anni ci avevano detto, scritto, su impulso delle oligarchie finanziarie che volevano trasformare nuovamente il paese in un giardino di casa degli Stai Uniti, che a Caracas fosse in vigore un “regime sanguinario”. Il Venezuela è oggi una grande democrazia popolare, forse la più avanzata al mondo. E il popolo dopo aver spazzato via la dittatura neo-liberale nel 1999 e accompagnato il processo bolivariano in 21 elezioni da allora, il 6 dicembre ha mandato un chiaro messaggio al governo, come ha, onestamente, subito riconosciuto anche il presidente Maduro.

 

 

- Un voto chiaro, una sconfitta cocente che non può non sollevare dubbi sul percorso intrapreso dalla rivoluzione bolivariana dalla morte di Chavez ad oggi.

 

Come collaboratore diretto di questo governo e amico di molti suoi protagonisti, sono in costante contatto con Caracas. Allo sconforto iniziale che aveva preso anche a me, si sta reagendo. Ieri sono stati chiamati d'urgenza i vertici del Partito e si è riunito il governo a Miraflores. Siamo di fronte, non possiamo nasconderlo, ad una sconfitta pesantissima dell'operato del governo di Maduro, ma c'è consapevolezza di questo ed è iniziato un serio ragionamento interno per capire gli errori e dare nuova linfa al percorso rivoluzionario. Il trionfo della destra, al cui interno sono presenti forti elementi fascisti e paramilitari, pone una serie di questioni costituzionali e di rispetto di trattati internazionali. Inizia una fase molto complessa per il paese, ma vi posso assicurare che dal governo del Venezuela non c'è alcuna intenzione di indietreggiare sulla via tracciata da Chavez.

 

 

- Per affrontare al meglio l'analisi sulla sconfitta e il messaggio chiaro arrivato dal popolo, non possiamo non riconoscere gli errori commessi dalla morte di Chavez ad oggi. Ma bisogna anche spiegare bene come questa sconfitta sia anche il frutto di una guerra economica e psicologica costante contro un paese, il cui torto è quello di cercare un percorso sovrano e indipendente dalle logiche corporative finanziarie dominanti.

 


Proprio così. L'origine del malessere sono state le elezioni presidenziali del 2013 con la vittoria di misura, nonostante l'ondata emotiva della morte di Chavez, da parte di Maduro. La morte del Comandante ha portato allo sconforto, una parte dei chavisti non è andata a votare, oppure hanno annullato la scheda. Nei giorni successivi alle votazioni, cioè dal lunedì al giovedì, c’è stato un tentativo di colpo di Stato della controrivoluzione; ormai è storia, immediatamente l'opposizione filo-USA, fascista, oligarchica, scende in piazza armata dall’imperialismo. 11 morti, poi successivamente diventati 43 in 3 giorni, oltre 80 feriti, sparatorie, uomini mascherati che incendiano case, uffici, e con le pistole e le mitragliette sparavano sui policlinici cubani e sulla folla.

Non è un'opposizione democratica, c’è una fetta consistente che è fatta da mercenari, paramilitari, con infiltrazioni fasciste europee, che si presta ai giochi della CIA con continui tentativi di golpe.

Questa strategia continua per almeno un anno, con morti ed attentati, fino a quando l’imperialismo con l’opposizione fascista controrivoluzionaria si accorgono che la strada armata non è possibile, in quanto il Governo del Venezuela con senso di responsabilità non ha dato risposte repressive. La rivoluzione del Venezuela ottiene una grandissima solidarietà, per cui da parte di UNASUR, CELAC c'è la decisione unanime a favore del legittimo governo chavista, e contro questi progetti fascisti di destabilizzazione.

 

 

Per cui si sceglie un'altra strada, invece della guerra militare si usa quella economica?

 

Proprio così: si tratta di creare le condizioni per affamare il popolo e dare poi la colpa ovviamente al governo. In che cosa si è concretizzata? Per esempio nel contrabbando dei beni di prima necessità, cioè la produzione nazionale che era venduta in Venezuela a prezzi attraverso il bolivar (accessibili per tutto il popolo), viene dalla grande distribuzione in mano all'oligarchia, esportata in maniera clandestina ed illegale con l'aiuto dei narcotrafficanti alla frontiera, in Colombia. E' più di anno che va avanti questa storia e parliamo di beni di prima necessità, perché la gente deve convivere con la penuria sul mercato di ciò che serve, dalla carta igienica al formaggio, dentifricio, beni fondamentali.

Entrano quindi in Colombia questi beni, vengono commercializzati da narcotrafficanti e mercenari prima in bolivar alla frontiera con 40/50 volte il loro prezzo oppure vengono riesportati; diventano quindi beni di produzione venezuelana che diventano importazioni e rientrano però dollarizzati (ne hai accesso solo attraverso la valuta USA). Questo fa sì che aumenti fortemente la domanda di dollari ed il suo  prezzo sale. Ancora oggi il cambio ufficiale bolivar-dollaro è un cambio ad 1/6.5, in un anno e mezzo è arrivato a 750 con il cambio a nero.

Raddoppia e triplica quindi l'inflazione speculativa ed indotta, si trova abbattuto il potere d'acquisto dei lavoratori, si hanno con uno stipendio medio circa 10 dollari al mese con il cambio al nero.

C'è poi la guerra del petrolio, tra le altre. Il prezzo cade del 60-70% in pochi giorni; perché? E' un effetto speculativo ed ha come obiettivo la Russia di Putin ed il Venezuela di Maduro perché sono tra i maggiori produttori di petrolio non controllati dagli USA; il Venezuela è il quinto produttore di petrolio al mondo ma il primo in quanto a riserve.

Guerra economica, a cui segue la guerra psicologica alimentata dai media. Questo è stato il quadro con cui si è preparata l'elezione del 6 dicembre.

 

 

Questo il contesto, come ha correttamente sottolineato, ma la reazione da parte del governo di Maduro non è stata efficace. E gli errori commessi sono stati evidenziati dalla popolazione nel voto del 6 dicembre. Quali sono stati quelli che maggiormente hanno pesato nelle indicazioni di voto?

 

Ogni essere umano commette degli errori, ogni processo rivoluzionario commette sulla sua strada degli errori. Negarlo sarebbe un'idiozia. Come collaboratore diretto del governo, secondo me, è stato rimandato troppo a lungo il discorso della diversificazione produttiva. E' vero che l'attacco speculativo e la guerra economica da parte delle oligarchie finanziarie ci sarebbero stati comunque, ma dipendendo meno dal petrolio e ripartendo con la piccola impresa, ridando un ruolo centrale all'agricoltura, abbassando la propensione all'import per i beni di prima necessità, il paese sarebbe stato meno soggetto all'attacco. Negli anni molto si è fatto, con la creazione di imprese socialiste e statali, con le cooperative, e con l'attribuzione di un maggior ruolo al potere popolare attraverso las comunas. Ma non sono state sviluppate a sufficienza.

La nazionalizzazione delle imprese petrolifere ha permesso con la socializzazione delle rendite di finanziare i grandi programmi per l'alfabetizzazione, per l'istruzione, sanità ed investimenti sociali nelle cosiddette “Missioni”. Poi, secondo me, bisognava procedere ad una seconda fase che ancora manca nel percorso rivoluzionario bolivariano: una più decisa fase di nazionalizzazione, per esempio per il controllo del tutto pubblico del sistema bancario. Un paese che vuole rendersi indipendente sempre più dalle politiche capitaliste ed imperialiste deve controllare tutto il sistema finanziario e tutto il sistema bancario, che in qualunque momento ha l'enorme potere di ricatto bloccando i flussi creditizi.

Per citare un altro aspetto: la grande distribuzione dei generi alimentari resta in mano ai gruppi privati, che hanno permesso lo strozzamento della guerra economica in questi mesi. E ancora in Venezuela il 90% dei media sono contro il governo e sono in grado, grazie all'azione coordinata delle corporazioni mediatiche internazionali, di distorcere costantemente la realtà. Tutto questo ha inciso enormente ed è ora necessario pensare ad una nuova fase della rivoluzione bolivariana.

 

 

- E quindi dopo aver compreso gli errori commessi, iniziata questa riflessione interna al Psuv, cosa, in concreto, dovrebbe fare ora il governo di Maduro per riconquistare la fiducia di quella parte di popolazione che ha deciso di non votarlo domenica?

 

Per tutte le premesse che ho indicato precedentemente, l'mpulso ora deve essere quello di socializzare maggiormente, dovrà esserci una presa di posizione netta anche sui distretti socialisti, sulla produzione distrettuale. E poi la diversificazione della pianificazione. In un percorso di rivoluzione socialista, infatti, la pianificazione centrale per gli interessi strategici nazionali deve essere al centro, chiaramente, ma il Venezuela, come del resto l'Italia, ha delle caratteristiche territoriali molto pronunciate e per questo è giunto anche il momento di pensare ad una pianificazione territoriale che dia impulso alle caratteristiche locali, favorendone a seconda dei casi, l'agricoltura, il turismo e l'artigianato.

Oggi, questo immenso schiaffo preso, ci pone di fronte ad un bivio: il ritorno alla calle per un nuovo impulso rivoluzionario più socialista o cadere nella trappola delle oligarchie che vogliono far tornare il paese ad essere il giardino di caso degli Usa. Il Segretario esecutivo del Mud, per farvi capire l'opposizione in Venezuela, proprio oggi parla di privatizzazioni, ritorno alle multinazionali, la fine dell'Alba bolivariana, un ingresso nell'area di influenza degli Usa e addiritturadi “gettare nella Savana” i resti di Chavez. Stiamo parlando di una destra oligarchica e molto pericolosa che potrebbe sospendere alcune delle regole democratiche e che farà il referendum revocatorio. L'opposizione ha già detto che in Parlamento vuole un'opposizione, purché non sia chavista, più o meno come nella "democrazia" in occidente che l'unica opposizione che si accetta è quella che la pensa come il governo sulla gabbia dell'euro, della Nato e dell'Ue.

Non dimentichiamoci però che per la Costituzione del Venezuela, un articolo sancisce che il Presidente ha il potere di sciogliere una Camera che sta andando contro gli interessi e la sicurezza del paese.

 

 

- Quanto ha pesato lo scenario internazionale attuale di nuova guerra non più tanto fredda sulle elezioni in Venezuela?

 

Enormemente. Gli Stati Uniti - oggi una delle tre braccia dell'Impero, insieme a Unione Europea e le petro-monarchie che usano l'ISIS in Medio Oriente per i loro fini - hanno scelto di tornare in America Latina in modo perentorio perché hanno bisogno di nuovi mercati. La crisi sistemica porta a tentativi di uscirne da parte del mondo occidentale attraverso la guerra militare, sociale, in un clima sempre più militarizzato. Scacciato dal Medio Oriente e con la forte concorrenza della Cina in Asia, il regime nord-americano ha deciso di tornare in America Latina perché ha diperato bisogno di nuovi mercati.

Questo clima non può non ricadere sui Paesi dell'ALBA. La crisi si risente a livello dell’intera America Latina ed il paese più sotto attacco da parte del potere capitalista e delle multinazionali è il Venezuela perché, senza dubbio, la forza economica dell'ALBA proviene prevalentemente dal Venezuela che sa ridistribuire socialmente i proventi dei suoi giacimenti di petrolio permettendo un afflusso di petrolio a Cuba ed ad altri paesi a prezzo politico e ricevendo altri beni in cambio attraverso i mercati interni dell'ALBA, quelli compensativi, di complementarietà e solidarietà. Ogni paese mette a disposizione ciò che può: Cuba avrà il petrolio a prezzo politico e mette a disposizione talento umano, cioè migliaia di medici, insegnanti o si favorisce lo scambio complementare con altri prodotti del Nicaragua o della Bolivia.

La vittoria di Macri in Argentina e quella dell'opposizione venezulana alla parlamentarie sono due moniti, due campanelli d'allarme molto seri. Ma l'eredità più grande del Chavismo, l'integrazione dell'America Latina come continente di pace e non più giardino di casa di nessuno, resisterà. Cuba, Ecuador, Bolivia, il governo e il popolo del Venezuela sono ancora lì. La Celac e l'Unasur sono ancora lì. I popoli rivoluzionari dell'America Latina sapranno affrontare e sconfiggere questa nuova sfida della destra oligarchica. Da Caracas, i dirigenti del governo e del Psuv, dopo lo stordimento iniziale del risultato, sono a lavoro con una convinzione: non si indietreggia di un passo perché Chavez vive e la lotta di classe in Venezuela sigue.

 

* Luciano Vasapollo  Oggi, con 60 anni è professore di  Metodi di Analisi dei Sistemi Economici  all’Università di Roma “La Sapienza”, disimpegnando l'incarico di Delegato del Rettore per le Relazioni Internazionali con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. È anche professore nelle Università cubane di La Habana (Cuba) e Pinar del Río. E’ “Miembro de Honor” del Consiglio Accademico del Centro di Ricerca del Ministero dell’Economia e della Pianificazione della Repubblica di Cuba , e Doctor honoris causa in economia all’universidad de Pinar del Rio, membro di varie associazioni e centro studi in America Latina. Insieme a Rita Martufi dirige il Centro Studi CESTES dell’USB e le riviste “Proteo” e “Nuestra Amèrica”. Svolge l'attività di Advisor Board nella rivista “Historical Materialism” e quella di Editor nei Comitati, nei Consigli editoriali e nelle Commissioni di Redazione di diverse riviste internazionali. Ha scritto oltre 20 libri, e in altri circa 40  è co-autore.
 

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