e poi che esempi devo farti? le ripetute crisi economiche? i crolli di borsa? i bond argentini? la crisi del petrolio? l'ingerenza violenta sulle politiche dei paesi? le condizioni di lavoro in molte parti del mondo dalla seconda parte del Novecento in poi (e proprio laddove non esistevano contrappesi al libero mercato)? Ma anche qui una lista infinita.
"Le crisi economiche" è un'esposizione vagamente generalista, ma quella della grande depressione fu un fenomeno inflattivo globale dettato dalle conseguenze di un conflitto mondiale e dal fallimento intrinseco di alcune economie e della loro bilancia commerciale.
In questo caso, come sostenuto da vari economisti, l'intervento dello stato nel tentativo, totalmente scoordinato e inadeguato di limitare le conseguenze, fece precipitare la situazione.
Mancavano i beni, non il denaro (intere economie interne avevano cessato di esistere per svariate ragioni...), invece lo stato, nella sua generale incompetenza economica, pensa sempre che la risposta sia stampare cartamonete in modo compulsivo per rilanciare l'economia.
Dopotutto l'economia italiana fino ai '90 non si teneva in piedi svalutando artificialmente la lira?
La crisi recente è una conseguenza lunga delle politiche di greenspan e dell'espansione monetaria (aridaje....) avvenuta in assenza di una correlazione con uno standard riconosciuto (gold standard...).
Di nuovo l'intervento dello stato per controllare i prezzi dei beni di consumo.
Certi mercati, in espansione, si sono ritrovati di fronte ad una contrazione del valore, poichè i loro costi di produzione rimanevano gli stessi, ma la cosa limitò fortemente questo processo (a fine anni 90 l'economia usa si stava ancora espandendo, era in crescita sia come consumi che come volume produttivo), forzando un fenomeno inflattivo si contrassero le vendite in generale, aka subprime crisis.
Addebitare questa al libero mercato, al liberismo o ad inesistenti boogeyman, quando i responsabili sono gli stati nazionali e le loro incompetenti, dirigiste e inadeguate manovre politiche ed economiche.
Vedi finanziamenti a fondo perduto ad aziende improduttive (fiat , alitalia, varie banche economicamente disastrate etc) mentre gli usa si rilanciavano nonostante i fallimenti di Lehman Brothers e la contrazione di mercati da nulla, tipo quello automobilistico, mentre in europa un raffreddore all'economia tedesca significa una polmonite a tutte le economie continentali, inutile fare alcuna analisi di paragone, direi.
E tu insisti a dirmi che l'intervento statale sull'economia è positivo e non ha conseguenze deleterie sulla stabilità degli attori coinvolti, stato in primis, che dovrebbe dedicarsi a fornire i servizi e non a decidere ed amministrare un'aspetto del quale, nel migliore dei casi, non capisce un'accidente.
Nel peggiore agisce direttamente come destabilizzazione, attraverso la mentalità per la quale, se qualcosa va male, tanto arrivano i soldi pubblici, chissene delle responsabilità , della concorrenza, della meritocrazia.
Ahh, un giorno dovremmo analizzare l'economia giapponese, mi riprometto di farci un topic a parte in un futuro prossimo, probabilmente.
Che gli USA abbiano interessi in Venezuela è scontato, solo VeniVidiLulic riesce a negare questa evidenza!
Non l'ho assolutamente negata, l'ho ridotta rispetto alla tua ossessione ideologizzata che chiaramente traspariva e rappresentava gli usa come boogeyman unico delle sfortune rivoluzionarie nell'america latina.
Se hai seguito le evoluzioni politiche recenti, gli Stati Uniti hanno avviato la loro ripresa economica ormai da qualche anno e stanno dirottando risorse ed investimenti in Asia, in Australia, in Giappone, anche a causa della difficile gestione che rende l'america latina un'azzardo non più sostenibile.
Dopotutto è chiaro che non hanno ragioni di investire laddove è più probabile che un giorno, il prossimo leader populista e incompetente decida di espropriare gli investimenti stranieri e nazionalizzarli, così, tanto per.
Che gli Usa abbiano interessi è ovvio, che questi si collochino, su una scala prioritaria, ben più in basso rispetto a dove si trovavano nel secolo scorso, anche a causa delle tendenze populiste e delle conseguenze di una partnership con attori non razionali giudicati non affidabili, oltre che della riduzione del costo del petrolio e dalle conseguenze politiche degli ultimi 10 anni (disimpegno in medioriente e appunto america latina, con maggiore attenzioni allo scenario asiatico e al commercio Usa-Ue).
Non so se ti è chiaro il fatto che al momento gli Usa sono esportatori di petrolio e che, in prospettiva, non avranno più bisogno di importarne negli anni a venire....
Poi che in questi 17 anni di governo ci siano stati degli errori non ci sono dubbi, come riportato anche nell'intervista postata in precedenza. Però non facciamo propaganda raccontando che la corruzione sia un male specifico dei Governi chavisti o che l'aumento dei crimini sia una imputabile a chavez e maduro.
Eh, infatti, mica sono più gangster ora, sono diventati impiegati pubblici, lavorano direttamente per il governo.
A quale titolo però, è meglio non chiederlo.
Quindi si, si dovrebbe assolutamente pianificare un economia sostenibile che parte da una drastica riduzione dei consumi per ridistribuire la ricchezza prodotta equamente per tutti gli abitanti del mondo.
Immagino che ciò debba essere fatto da una elitè politicamente ideologizzata collocabile sulle posizioni tue e del tuo vate dell'articolo precedente, un'idea magnifica, dopotutto non è già stato ampiamente provato come la redistribuzione causi la distruzione del valore nel processo stesso e come questo sia irreversibile, dopotutto la storia è piena di successi economici di questo modello da voi sostenuto.... /sarcasm.
Dopotutto non si è già provato quello che tu sostieni:
http://www.britannica.com/topic/Comecon https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_Comecon