Che fare? Magari lo sapessi. Anch'io sono senza parole e mi sento impotente davanti a quel che vedo.
Non trovo ragioni di fondo costanti su cui si possa intervenire.
Quanto al 'patriarcato' e alla cultura del maschio padrone della sua donna, in molti casi non lo vedo tra le possibili concause. Nel senso, a volte l'assassino effettivamente viene da un'etnia o una subcultura o un'estrazione socioculturale che possono avergli dato quell'impronta nefasta, ma sono molti di più i casi in cui chi uccide non viene da aree geografiche/religioni/famiglie in cui è dominante questa visione della famiglia. Sono moltissimi gli assassini italiani 'bravi ragazzi' cresciuti in famiglie senza problemi di maltrattamenti o alcolismo, per dire. Non è (solo) questione di aver visto il padre menare la madre o sentito a catechismo che l'uomo è il capofamiglia e la donna deve fare quel che dice lui.
Non mi pare che la determinante siano i messaggi lanciati dai media. E' vero che molti trapper hanno nei testi delle loro canzoni (che fatica chiamarle così) versi allucinanti, ma moltissimi omicidi sono gente di mezza età che quei testi mai li ha ascoltati. E film e tv presentano sempre più protagoniste femminili forti e protagonisti maschili non 'machi' rispetto a un tempo, eppure ci sono più femminicidi oggi di un tempo.
Non è decisivo neanche il fattore economico. Potrei capire se sempre l'uomo uccidesse la compagna che so, per timore di restare senza casa. Ma si vedono fior di femminicidi tra fidanzati o in famiglie in cui non ci sono figli quindi la casa non andrebbe in automatico alla donna.
Non mi pare che possa incidere lo stigma sociale. Sono talmente tanti i casi di famiglie separate per decisione di lei, che ormai non c'è proprio nessuno stigma sociale nell'essere lasciati dalla compagna.
Non c'entra l'onore, perchè da quel che si legge l'omicidio non avviene quasi mai per vendicare un precedente tradimento, anzi a volte a uccidere è proprio l'uomo che tradisce.
Posso solo ipotizzare che ci sia una specie di cortocircuito che scatta nella testa dei maschi quando la relazione finisce, che li porta a non riuscire ad accettarlo. Insicurezza e paura? Forse, ma è questo il caso sempre? Rabbia? Incapacità di vedere che non è la fine del mondo? Incapacità di immaginarsi con un'altra mentre si immagina lei con un altro? Non lo so. Forse perchè sti uomini sviluppano una vera dipendenza dalla loro donna e quando questa tronca la relazione vanno in crisi come i drogati? Boh.
E perchè adesso così spesso e un tempo meno? Non lo so. Forse perchè un tempo le donne stavano lo stesso con l'uomo che non amavano più e lo tradivano di nascosto mentre adesso troncano? Boh. Ma sarebbe ora che sociologi e psicologi dessero qualche risposta.
ma con patriarcato non si intende quel che scrivi qui.
Al massimo queste di cui parli sono punte dell'iceberg patriarcale. Sotto l'iceberg ci sono forme ben più diffuse che danno maggiormente l'idea di cosa sia veramente.
Dalle chat maschili di commento alle colleghe, alle forme di controllo di sorelle e amanti, anche solo insultare la macchina davanti guidata in modo goffo che automaticamente attribuiamo ad una donna.
Il patriarcato è tutto questo. Che non significa in automatico che chi dice uno sfondone nello spogliatoio ucciderà la compagna, ma che partecipa alla stessa dimensione sociale.
Dimensione sociale. Nel mondo post-moderno, thatcheriano, si fa una fatica immensa a spiegare ai non addetti cosa sia una "dimensione sociale" perché questa viene tradotta da chi ascolta come sommatoria di individui. Dunque il già citato goliarda da spogliatoio sembra accomunato ad un'omicida nel dire che compartecipa alla stessa dimensione sociale.
Una dimensione sociale è invece una sorta di bolla in cui gli individui stanno e che alimentano, ma che ha una realtà propria. Ecco, il genere maschile e il suo ruolo è questo.
Laddove si combina un problema individuale (psicologico, malessere momentaneo o malattia) all'organizzazione strutturale ecco lì che ne viene fuori l'omicida.
O magari viene fuori il Traini di turno che spara all'impazzata verso i neri che incrocia per strada. In modo diverso, ovviamente, perché diverse sono le caratteristiche della dimensione sociale evocata (nativi vs migranti).
Perché oggi succede più spesso? Perché oggi si sa di più.
chissà quante morte per botte sono state attribuite ad altro.
senza contare quelle rinchiuse in manicomio, quelle scomparse, ecc.
Vi consiglio di recuperare i documenti del "tribunale 8 marzo" dell'UDI.
Per capire tutti i gangli del patriarcato è molto utile. E anche di quali atrocità parliamo.
Che fare? Educare, ma anche educarsi.
Perché solo educandosi si può immaginare di dare l'esempio.
Che se il proprio figlio ci vede reagire in certi modi con la compagna, la sorella, la madre, apprende che il rapporto con le donne ha quella funzione e risponde a quelle caratteristiche.
Dopodiché esiste un mondo lì fuori e a me pare che anche quello oggi sia diseducativo. Pensiamo anche solo ai topos pornografici, che oggi sono l'educazione sessuale di tanti ragazzi.