La spiritualità dei Na'vi

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Offline Zanzalf

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La spiritualità dei Na'vi
« il: 20 Ott 2015, 14:36 »
La cosa interessante, sotto vari aspetti che però non posso tenere tutti in un post, è che consideri religione quel che religione non era. Interessante perché la dice lunga su certe concezioni del mondo e necessità di ricondurre tutto ai propri schemi (problema molto occidentale)...
Ogni religione, per quanto diversificata possa essere, ha un presupposto essenziale: la presenza di un Altro venerabile. Eywa non solo è invece in tutte le cose (caratteristica che si potrebbe tradurre anche in una religione immanente), ma non è niente di altro dalla Terra stessa, che raccoglie tutte le cose, presenti, passate e future (tutto viene da Eywa e tutto vi torna). E' una vera forza collettiva, di cui tutte le creature, Na'vi compresi, sono parte.
Seppur parte di un film, è la concezione più materialista che si possa immaginare, tenendo in considerazione che materialismo non vuol dire assenza di spiritualità, ma concezione che non ammette trascendenza dalla materia e dalla sua trasformazione.

La concezione attribuita ai Na'vi è dunque molto di più di una religione e rappresenta un grado di complessità ben più compiuto della "civilità occidentale" o delle religioni a noi note.

Ti dirò di più. Fuori dalla metafora filmica (che ha gradi di complessità non traducibili nel reale) mi sembra la concezione spirituale che sento più vicina alla mia propensione.

[disclaimer: io non sono dualista, ovvero non credo che esistano due piani distinti mente/materia]

Facciamo un parallelo:

il materialismo che invochi dice che il tuo cervello è fatto di neuroni. "Tu" sei fatto di neuroni. Nella tua testa non c'è una cosa "altra" rispetto ai neuroni. La tua esperienza esistenziale è singola, ben definita e distinta dai neuroni. Insomma tu sei certo di esistere come te stesso e dei neuroni non hai nessuna percezione (e tantomeno l'hanno "loro" di te).

Questa entità "Tu" da dove viene? Possiamo dire che "emerge" dall'insieme dei funzionamenti neurali, dalla memoria, dalle relazioni con i sensi, ecc. Ma che vor di' che "emerge"? Abbiamo un modo diretto per definirlo? Direttamente possiamo misurare quello che avviene nella tua testa, metterlo in correlazione con i tuoi stati mentali, ma poi spiegare perché, in che modo, questo produca un'autocoscienza non lo sappiamo fare.

Almeno non lo sappiamo fare in modo lineare, chiaro, necessario. In molti cercano di sviluppare costruzioni elaborate che ricordano molto il tentativo di sollevarsi per le bretelle (vale anche per il pensiero a cui faccio riferimento io). Chi sarà convincente per alcuni e chi lo sarà per altri: questa è l'attuale condizione umana.

Ecco il parallelo:

la spiritualità associata all'entità Eywa dovrebbe emergere in qualche modo dall'insieme di "tutte le cose, presenti, passate e future (tutto viene da Eywa e tutto vi torna) [...] una vera forza collettiva, di cui tutte le creature, Na'vi compresi, sono parte".

Ma come?

Perché il punto è tutto lì: per rivendicare al materialismo sia l'emergere dell'autocoscienza nel cervello che la coscienza collettiva di Eywa occorre un passo che non sappiamo fare. Non sappiamo descrivere esplicitamente i passaggi che portano dal neurone all' "Io", non sappiamo descrivere i passi che portano dalle singole cose della natura ad Eywa.

Ci dobbiamo credere. Credere, appunto.


Offline FatDanny

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Re:La spiritualità dei Na'vi
« Risposta #1 il: 20 Ott 2015, 19:15 »
Io non posso misurare nemmeno quanta acqua precisamente c'è nel mare o lo stato effettivo tra due stati sovrapposti di una particella o ancora l'esatto funzionamento del mio stesso cervello.

Ma non per questo credo nel mare, nella fisica subatomica o nel processo con cui si forma l'io o il pensiero.
O meglio, non sento il bisogno di Altro per spiegarmelo che non sia in quelle cose o in quei fenomeni stessi.

Questo non vuol dire eliminare totalmente la parola "credere" e la sua relativa funzione.
Non concordiamo sul ruolo "sociale" della religione, perché inevitabilmente confligge con la libertà per come la intendo.
Ma allo stesso tempo non mi convince fare della Ragione intesa come logica formale un nuovo mito.
Se la Ragione diviene una nuova Religione (come è avvenuto nell'ultimo secolo e mezzo) ci ritroviamo gli stessi problemi del mito e sostituiamo l'Altro mitologico ad un Altro razionale, che pur sempre Altro rimane.

La vera forza che riconosco ad una concezione spirituale come quella in esempio (per quanto sempre dobbiamo ricordarci che si tratta di una semplificazione filmica) è il profondo rispetto che afferma per tutte le esistenze nella loro libera espressione.
Cosa che invece noi tutti troppo spesso dimentichiamo.

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Offline orchetto

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Re:La spiritualità dei Na'vi
« Risposta #2 il: 21 Ott 2015, 16:39 »
Non credo che il problema sia il mito genericamente inteso; di per se la sacralizzazione di un fatto o meglio presunto tale agisce sul simbolico in un determinato contesto ed inoltre il sacrale è anche relativo.
 

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