FD te prego, dai...
Bene fece il governo di allora a trattare da delinquenti e criminali coloro che avevano la ridicola pretesa di essere considerati legittimi interlocutori politici mentre avevano le armi in pugno. Che altro doveva fare? Se vuoi fare politica, fai politica e ti tratto da politico. Se fai il teppista, ti tratto da teppista. Se ammazzi e rapisci e rapini, ti tratto da assassino. Non mi metto al tavolo con te ma uso contro di te tutte le armi e trucchetti a mia disposizione, è normale.
E sul numero di vittime, mica ci sono solo i morti. Tutti i rapiti, i gambizzati, le vittime degli 'espropri proletari' (=rapine sotto diverso nome) dove li metti? Tutte le famiglie che hanno vissuto anni di inferno per questi soggetti che volevano imporre con la forza la loro visione del mondo?
Io ancora me la ricordo l'angoscia di mia madre tutte le sere che papà tardava a rientrare dal lavoro (mica c'era il cellulare) per timore che gli fosse successo qualcosa di brutto. Ed ero alle elementari, ma la ricordo ancora seduta accanto al telefono, che cercava di dissimulare la sua paura (senza riuscirci) per non spaventare anche me. Perchè lui, ex partigiano bianco ed ex consigliere comunale dc, ex contadino, aveva commesso l'errore di vendere il pezzetto di terra e mettere su una fabbrichetta. Era diventato un padrone, era apertamente democristiano, era un nemico, poteva diventare un (facilissimo) bersaglio in qualunque momento. Ebbene, in nome di ideologie sbagliate e con mezzi sbagliati certuni hanno reso un inferno la vita di altri (per alcuni per sempre per altri solo qualche anno) e moltissimi di questi criminali tuttora rivendicano orgogliosamente le loro azioni e si scusano solo ed esclusivamente quando gli può servire ad ottenere sconti di pena (vedi Battisti che finchè è stato latitante se ne è ben guardato).
Nessuna analisi o discussione può partire da un punto diverso da questo. E i soggetti di cui al punto precedente secondo me dovrebbero avere il pudore, quando vanno a parlare in pubblico (se proprio non possono fare a meno di andare a fare i maestrini, invece di chiudersi nel buco in cui dovrebbero rintanarsi), di coprirsi il capo di cenere e andare in punta di piedi. Invece ci vanno a testa alta, col piglio di chi ha espiato la sua colpa e quindi ha chiuso i conti e non deve sentirsi più in colpa di niente anzi magari ha diritto di salire in cattedra perchè ha molto da insegnare agli altri.
Ecco, in questo non vedo differenze coi fascisti che vogliono riscrivere la storia degli anni 30-40.
il discorso è complesso ma andrebbe affrontato con maggiore distacco, forse possibile tra qualche anno.
Ad esempio per me non ha senso parlare della lotta armata come di teppismo o criminalità comune.
La Politica non è "battaglia di idee" come purtroppo viene ridotta per renderla inoffensiva, seppur la battaglia di idee rientri nella Politica. La Politica è essenzialmente determinazione di rapporti di forza.
I rapporti di forza possono essere determinati attraverso egemonia, attraverso il potere economico e, si, anche attraverso la violenza, come ci ricorda la storia degli stessi regimi liberali, nati con azioni politiche molto violente: guerre, attentati, sommosse, etc.
Il teppismo è invece fine a se stesso, la violenza per la violenza, non è finalizzato ad alcuna determinazione.
Quindi le due cose non credo possano essere sovrapposte.
Altro discorso complesso è sulle vittime: quanto scrivi tu è la colonna portante del senso comune odierno. Con cui, lo dico onestamente, empatizzo poco, perché lo trovo ipocrita.
Perché vede solo l'inferno in cui quelle "ideologie sbagliate" avrebbero portato padroni e padroncini, non l'inferno quotidiano, sistematico, a cui porta il loro ruolo.
Dovrei empatizzare con l'angoscia del padrone nel tornare a casa quando attorno a me ho l'esperienza dell'angoscia massiva di avere uno stipendio risicato, dell'arrivare a fine mese, di non vedersi rinnovato un contratto, di essere licenziato, di non potersi curare, di non poter garantire ai propri figli una vita dignitosa e così via.
L'inferno? Vogliamo parlare dell'inferno in cui ci sono 3 morti al giorno solo in Italia per il mancato rispetto delle misure di sicurezza, l'inferno in cui si muore a 36 anni per troppe ore di lavoro sotto al sole mentre i quotidiani scrivono che ad averti ammazzato è il caldo, l'inferno di Amazon in cui non si può manco pisciare? Vogliamo parlare dell'inferno dei disturbi mentali (ansia, attacchi di panico, depressione) conseguenti a queste condizioni di lavoro?
Vogliamo dire che in un solo anno il lavoro salariato ammazza tre volte tanto la lotta armata in quindici anni?
Con la differenza che i brigatisti sono stati demonizzati, chi produce quotidianamente queste condizioni di vita e di lavoro no. Ed il numero e la profondità dei drammi prodotti è decisamente incomparabile.
Mi spiace, non riesco ad empatizzare con le angosce dei padroni che viene fuori quando la guerra non assume caratteri unidirezionali.
Per me ideologico è anche non considerare queste cose e pensare che da una parte c'è il furore ideologica e dall'altra "
così va il mondo, che vogliamo farci signora mia?"
Le condizioni medie di lavoro, di salario, di sicurezza sul lavoro sono ascrivibili a tuo padre?
No, né a tuo padre né ad altro singolo padrone. Ma ognuno di loro contribuisce socialmente a produrle.
Non è una colpa, ma una corresponsabilità sistemica.
Meritano quindi di essere colpiti personalmente? Io non credo, si concede loro una via al martirio che, proprio la storia della lotta armata lo dimostra, si torce a loro favore, finendo per nascondere l'inferno vero.
Io non penso che cambiare le cose sia indolore. Non è un pranzo di gala, disse qualcuno.
Ci sono interessi e angosce contrapposte, inversamente proporzionali, il "vinciamo tutti" stile trickle-down o benessere generale è una chimera di una brevissima parentesi storica molto ben localizzata tra 1945 e 1975, che per realizzarsi non ha eliminato l'inferno, l'ha esportato nel Sud del Mondo.
Questo per dire che, senza rancore ma capisco che un'affermazione forte, io dell'angoscia dei tuoi genitori sarei stato ben contento. Credo stia nelle cose, anzi credo proprio che sia giusto, è un fatto di appartenenza sociale.
Ma l'angoscia di perdere i loro privilegi, non quella di non far ritorno la sera.
Quello che sto dicendo però, tornando al titolo del topic, è che quando emerse il fenomeno della lotta armata in italia il problema è che la gente inizia a non tornare più a casa la sera e in quelle bombe fasciste sembra sempre esserci di mezzo una manina di Stato. Ricordo che non solo la sinistra extraparlamentare, ma diversi membri del PCI erano convinti che di lì a poco ci sarebbe stato un colpo di stato tanto da non dormire in casa e spostarsi continuamente. E questo cosa sarebbe se non un inferno?
Ricordo che un paio di tentativi di colpo di stato sono anche provati storicamente (es. golpe Borghese).
Questo porta alcuni a dire "
che cazzo, ora rispondiamo".
Non è apologia, non c'è in alcun modo un giudizio positivo di questa scelta.
Non sto dicendo: "hanno fatto bene, dajeeee", anche perché non avrebbe alcun senso nell'anno domini 2020.
Ma se vogliamo davvero ricostruire storicamente i fatti ha senso farlo in termini compiuti. E far riferimento solo all'ideologia per spiegare quanto avvenuto rimuove un bel pezzo di storia d'Italia.