Lavorare meno, lavorare tutti

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #100 il: 14 Nov 2023, 00:17 »
la gente compra quello che si puo' permettere .

o ci permettiamo troppo .

o guadagnano poco .

scegliete .

Offline FatDanny

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #101 il: 14 Nov 2023, 11:07 »
Attenzione. All'epoca si parlava di un capitalismo infinitamente diverso da quello attuale. Il problema di oggi è il grande capitale, non il piccolo capitalista (per quanto ti possa far schifo il padrone arrogante che ha il suv e paga poco il magazziniere).
Il grande capitale, TUTTO, sposta le fabbriche da una parte all'altra del globo licenziando migliaia di lavoratori e non risponde a nessuno (non solo non rende conto ai governi ma si fa pagare da loro per aprire fabbriche nel loro paese). Non si fa problemi a mandare in rovina decine di migliaia di persone per avere un utile di qualche milione in più.
Il piccolo capitale a volte è avido uguale, ma spessissimo è davvero costretto dalla situazione a fare quello che fa (anche perchè il grande concorrente sennò lo stritola) sennò chiude. E prima di licenziare il singolo dipendente o di chiudere uno stabilimento il più delle volte ci pensa trenta volte, perchè ha conseguenze dirette (pressioni vere, che il grande capitale non ha).
Ha ragione Gio, noi guardiamo il dito e ci perdiamo la luna. Se continua così il problema delle 40 ore non si porrà perchè la soluzione non sarà il lavorare meno e tutti, sarà lavorare IN meno (gli indispensabili) e basta. La soluzione del capitale sarà automatizzare le fabbriche qua in modo spinto: meno operai, più robot. In alternativa, delocalizzare dove un operaio costa un decimo e lavora il doppio di qua senza rompere i cogl.ioni.
Invece di battersi per condizioni di lavoro sì giuste ma che risolvono il problema per 5 anni poi vengono spazzate via dalla storia, bisognerebbe PRIMA creare una battaglia globale contro il grande capitale e lo sfruttamento che costituisce (e per una giusta tassazione dei suoi profitti, ovunque li realizzi) e fare una formazione capillare a tutti i lavoratori per spiegargli ad es. che comprare da Amazon (e Zalando ecc) è comportarsi da Tafazzi. Solo DOPO andare a guardare le por.c.ate del piccolo imprenditore.

PS non ditemi "eh ma il cuoco-cameriere mica viene delocalizzato". Se la grande fabbrica chiude, alla mensa-ristorante chi ci va? A cascata il problema vale per tutti.

ma questa idea che all'epoca si parlasse di un capitalismo profondamente diverso in rapporto ai temi di cui discutiamo è supportata da qualche dato, da qualche argomento, oppure è semplice vulgata?
Perché si, il capitalismo è profondamente diverso, ma NO, non nei temi che stiamo qui discutendo.

Sono diverse le catene del valore, è diverso l'equilibrio commerciale, è diverso il peso del terziario e la capacità produttiva accumulata con la tecnologia, ma non è affatto diversa la logica di cui parli.

Le cose che tu attribuisci al grande capitale odierno si possono trovare, tali e quali, nei testi di Hilferding, che scrive il capitale finanziario nel 1910.
E certo che il piccolo capitale è in difficoltà per le ragioni che dici, ma hey, mica lo è da oggi.
La differenza è di tutt'altro tipo, più che storica è "geografica": mentre altrove il piccolo capitale si è notevolmente ridotto perché assorbito dal grande, in Italia è sopravvissuto. In parte grazie agli aiuti di Stato - checché se ne dica - in parte grazie ai distretti, in parte grazie ai settori in cui ci siamo specializzati.

Se vai a vedere, il libro che ho consigliato sul topic meloni lo spiega bene, in realtà l'italia fa un immenso debito pubblico NON perché vive sopra le sue possibilità, NON perché spende in spesa sociale, ma perché consente facendo debito alle AZIENDE piccole di sopravvivere anche senza che ne avessero possibilità e così facendo di non affrontare la necessaria ristrutturazione che il capitale imponeva affrontata negli altri paesi a capitalismo avanzato.

E guarda no, questa favoletta del grande capitale cattivo vs il piccolo capitale umano è una bella minchiata. Il grande capitale spesso garantisce salari più alti, più diritti, più garanzie.
è il piccolo capitale, che non a caso vota in gran parte meloni, che ha bisogno per mantenere livelli minimi di redditività, dei salari da fame, della giungla contrattuale, dell'abolizione del reddito di cittadianza o non trova i morti di fame che accettano i loro ricatti.
Questo capitale straccione tipicamente italiano DEVE fallire. Devono finire sotto i ponti e patire la fame.
Avesse fatto questo l'italia non oggi ma quarant'anni fa, avremmo attraversato una fase difficile ma probabilmente oggi saremmo migliori sotto vari aspetti: un'economia più competitiva perché ristrutturata e maggiormente tecnologica, che non si affidava alle lavorazioni a basso costo, conti pubblici in salute migliore, una collocazione geopolitica diversa da quella attuale, in cui dobbiamo sperare che la situazione con la Cina peggiori per prendere parzialmente il loro posto nelle produzioni ad alta intensità di lavoro.

Tu e Gio non capite (perché Marx non l'avete studiato e ne parlate tramite luoghi comuni) che il Capitale ha SEMPRE, SEMPRE, SEMPRE puntato a lavorare IN meno. Non è la novità di oggi.
Gli investimenti sono sempre serviti per aumentare la produttività, l'intensità del lavoro, consentendo di occupare meno addetti, restringendo gli indispensabili  come li chiami tu, così da aumentare l'esercito di riserva e poter abbassare i salari per ovvie ragioni di mercato (aumentando l'offerta a parità di domanda).
Marx, 1867. Altro che "il capitalismo è cambiato".
Se pensate siano questi aspetti ad essere nuovi del capitalismo significa che non conoscete la logica di base dello stesso.

E quindi no, l'alleanza di popolo contro il grosso capitale, che poi era la proposta dell'eurocomunismo a causa delle difficoltà politiche in Italia, Francia e spagna dei rispettivi partiti, finisce semplicemente per sposare la logica della piccola proprietà.
Che è una logica demmerda, tanto quanto quella del grande capitale, per il semplice fatto che non è alternativa ad essa, ma perfettamente integrata IN essa.

Offline LaFonte

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #102 il: 14 Nov 2023, 18:16 »
Il capitalismo da sempre mira a fare più profitto possibile senza guardare in faccia nessuno? Ma va? Ma davvero? Graziarhazzo, mi verrebbe da dire.
Io non dico mica che prima i capitalisti erano benefattori e adesso sono diventati sfruttatori! Dico che è cambiata -e moltissimo- la loro capacità di ottenere quello che da sempre cercano.
Un pò come la Premier, astrattamente è sempre quella ma il suo potere negli ultimi vent'anni è decuplicato e le sue squadre rispetto a prima spadroneggiano sulle squadre non inglesi (per introiti, possibilità di prendersi i talenti migliori, possibilità di vincere i trofei che contano...). Il loro obiettivo è uguale identico a trent'anni fa, è la possibilità di conseguirlo che è cambiata.
Tornando al topic, un tempo il "padrone" (intendo il grosso, non il padroncino con 10 dipendenti) non stava dall'altra parte del mondo ma nella stessa città o al massimo nazione; se voleva chiudere una fabbrica era ricattabile dallo Stato e influenzabile dagli altri imprenditori della zona che conosceva, che magari dipendevano da lui (e con cui poteva anche avere parentele), per non parlare delle ritorsioni che poteva avere da operai arrabbiati... era una persona fisica con un nome e un cognome che bene o male in quell'impresa aveva riposto tutto il futuro suo e della famiglia.
Adesso il padrone spesso sta oltreconfine (spessissimo oltreoceano), a volte è un'entità senza volto tipo un fondo di investimento su cui non puoi influire, chi decide è un manager che resterà qualche anno poi andrà altrove (dove gli offrono di più) e che ha il solo scopo di raggiungere gli obiettivi che gli hanno dato per ottenere i suoi milioni. Verso la fabbrica e chi ci lavora non prova nulla e non ha alcun interesse personale nè diretto nè indiretto. Se c'è un ramo secco lo taglia e via, senza guardare in faccia nessuno perchè spesso è più potente di molti Stati ed è lui a tenere il coltello dalla parte del manico.
Questo perchè sì, è cambiata la dimensione geografica e da lì è cambiato tutto.
Dici che le multinazionali ti tutelano di più dei piccoli capitalisti? Vallo a dire ai dipendenti Amazon o a quelli della Marelli lasciati a casa dall'oggi al domani. O a quelli dei call center albanesi che lavorano 14 ore e sono pagati 300 euro e che hanno sostituito i dipendenti italiani di Almaviva (per dire un caso che ricordo ma ce ne sono stati moltissimi).
Se ti va bene le multinazionali comprano un marchio qua, delocalizzano la produzione dove non ci sono nè sicurezza del lavoro nè antinquinamento nè regole sugli stipendi e taglieggiano i (molti) lavoratori del posto, poi importano il semilavorato in Italia e lì una manciata di lavoratori "trattati bene" lo finiscono (a volte solo mettendo l'etichetta così da poterlo definire "made in Italy"). Altrimenti semplicemente comprano, ti pongono obiettivi folli, se non li raggiungi chiudono e se ne vanno a produrre altrove (o si fanno pagare dal Governo per restare).
E questo sarebbe dare "più diritti, più garanzie"? Col cavolo. La grande proprietà è millemila volte peggio della piccola proprietà.
Tu pensi che la soluzione sia far fallire i piccoli? Auguri se si avvera il tuo sogno! Più ci sono concentrazioni e grandi imprese, più cala il benessere della zona in cui sono le loro fabbriche, te lo dice una che in un distretto ci vive da quando è nata e lo ha visto cambiare. Vedrai, adesso che con la genialata dell'auto elettrica chiuderà qualche centinaio di piccole fabbriche di componentistica.
La battaglia per 'lavorare meno e tutti' è bellissima in teoria, assolutamente fuori da ogni logica e fuori dal tempo se fatta in Italia, oggi. La battaglia da fare è ben diversa, contro ben altri obiettivi.
Sempre tenendo presente che per quanto ti roda il capitalismo c'è, ci sarà e tocca accettarlo, mica farsi i sogni erotici su un mondo ideale in cui non esiste.

Offline FatDanny

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #103 il: 14 Nov 2023, 18:45 »
Se leggi il mio post non ho semplicemente detto che da sempre il capitalismo mira a fare più profitto possibile, ma che quanto tu e Gio sostenete non sia una novità odierna.
Vado per paragrafi in neretto in base ai temi.

il capitale oggi si è spersonalizzato? Si, anche se pure qui, la permanenza di società a carattere familiare è molto italiana, che altrove la spersonalizzazione della proprietà fa capo sempre ad inizi 900 con la grande diffusione delle SpA. Non è un elemento nuovo.
Per altro, spersonalizzazione solo di facciata, perché in realtà il capitale si è molto concentrato, quindi in realtà oggi più di allora si potrebbe fare un bell'elenco dei grandi proprietari.
Gente che siede in dieci, quindici, venti consigli di amministrazione.
Oggi molto più di allora potremmo personalizzarlo sto capitale. Solo che se lo fai ti farebbero passare per neobrigatista che fa le liste dei nemici da abbattere.
E quindi ci attestiamo alle etichette, alle marche, senza andare a ricomporre i fili e dove questi conducono.
Anche il discorso sul manager è vero fino ad un certo punto: oggi i manager vengono pagati con quote di partecipazione che li rendono proprietari interessati. E ne alterano anche i comportamenti gestionali e finanziari.
Ecco, questa è la vera differenza rispetto ad allora: la finanziarizzazione dell'economia, dato effettivamente sviluppato dai '70 in avanti, che ci parla di come il capitalismo sia riuscito a spingersi oltre i suoi limiti reali, ma è un tema non proprio inerente al topic e che ci porterebbe lontano.

Tornando a noi e al lavoro, anche qui vedo tanta confusione nelle tue parole. Ti dico la mia da persona che facendo sindacato ha cognizione diretta di come funzionano le cose sia nella grande che nella piccola impresa:

- Amazon paga i facchini 1700 euro netti al mese. Sai perché dalle parti mie in Sabina vogliono lavorare tutti da Amazon a passo corese pur sapendo che ti spacca la schiena? Perché NESSUNO paga come Amazon lì attorno. Nessuno. E NESSUNO ti da garanzie in termini di malattia, ferie, permessi che ti da amazon (che poi so lo schifo dell'attuale contratto facchini, ma almeno lo rispetta a differenza dei padroncini!)
- Il grande può delocalizzare, vero. Ma il piccolo può chiudere, può fallire e riaprire sotto altro nome grazie alle Srl, non è che il ricatto sia minore.
Sai di quanta gente vinciamo cause e quindi guadagnamo titoli di credito che non potranno mai essere riscossi dai lavoratori perché la cassa della piccola impresa viene svuotata in un'iter che la conduce al fallimento e quindi prendono un bel palo in faccia? Quando vinci una vertenza con la grande impresa, cosa niente affatto impossibile, i soldi, fidati, ti arrivano.
- nella tua rappresentazione astratta grande vs piccolo ti perdi che invece le due dimensioni sono integrate. Il piccolo spesso è indotto del grande. Il call center albanese che citi è proprio un esempio di piccola impresa (a servizio della grande).
La piccola impresa campa al 90% così. A ridosso della grande, grazie ai salari bassi, ritagliandosi tramite essi margini di redditività.
Si ammanta di umanità perché oltre quello può offrire ben poco.


Come vedi io ti racconto aspetti molto concreti, mica ti cito i passaggi dal Capitale, a me pare che sia molto più tu ad affidarti a discorsi astratti, che tornano molto nel senso comune ma non so quanto riscontrabili nella realtà concreta. Anzi, mi sembrano quelli molto legati ad una narrazione preconfezionata a prescindere da riscontri che vuole contrapporre il piccolo capitale umano al cattivo grande capitale con cui è facile prendercela perché molto distante.
Solo che se andiamo a vedere la vulgata quello ideologico sarei io perché marxista. :=))

Non ho detto che la soluzione sia far fallire i piccoli. per me la soluzione è ben più radicale.
Ma se l'Italia è in difficoltà e in perenne rincorsa sugli altri paesi ciò è colpa di ristrutturazioni mancate del capitale e questa difesa perenne della piccola proprietà che no, non è affatto meglio della grande.
Realtà concreta alla mano non è affatto meglio.



Lavorare meno e tutti non è una bellissima teoria astratta, dei sognatori utopisti.
è al contrario la concretissima alternativa nel caso in cui l'organizzazione dei lavoratori si rivela più forte di quella del capitale.
Se il lavoro è organizzato meglio e vince si lavora meno e tutti. Chi paga? Il capitalista che guadagna meno.
Se il capitale è organizzato meglio e vince si lavora IN meno di più. Chi paga? i lavoratori che vedranno comprimersi i salari reali avendo più disoccupati a fare concorrenza.

Raccontare il "lavorare meno tutti" come la favoletta utopistica è già parte di un discorso ideologico di parte, propagandistico. Che non si può più fare, torno a dirlo, il capitale lo dice sistematicamente. Ma è ovvio, è il modo per convincere e quindi vincere. La battaglia egemonica prima e di conseguenza quella economica.
Come avvenuto negli ultimi 40 anni e infatti le ricchezze si sono concentrate a dismisura.
Se vincono i lavoratori non è che falliscono tutti. Semplicemente chi oggi è diventato smodatamente ricco lo diventa un po' meno a favore nostro che lavoriamo meno, tutti, per più soldi.
Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #104 il: 15 Nov 2023, 09:25 »
E pure il diritto allo sciopero se lo semo messi alle spalle.
Già stamo meglio, me sembra no ?
Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #105 il: 15 Nov 2023, 10:52 »
Non ricordo la fonte, ma avevo letto che in Italia circa il 30% dei lavoratori dipendenti sono sottocontratto in aziende con meno di 10 addetti.
Per dire che le condizioni sono migliori di quelle delle grandi aziende, mi domando... ma ci avete mai lavorato o avete avuto contatti diretti con persone che lavorano in piccole realtà?
Avete presente la quantità di aziende che va in ferie ad agosto ed a settembre ha il cancello o la porta sbarrati?
Ed a quel punto quelle 3, 4 o 5 persone che ci lavorano?
Non parte la notizia sui giornali, con i picchetti fuori dai cancelli eh...
Sorvoliamo poi su orari, straordinari (ho visto personalmente "circolari" con scritto che gli straordinari devono essere fatti e non verranno pagati, geniale vero?  :lol: ), aumenti (inesistenti), corsi di formazione (sconosciuti), fringe benefits (cosa sono?), modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali, stipendi ridotti a chi è in maternità, commercialisti che annunciano il licenziamento a ragazzi inesperti dicendo "ti conviene non impuntarti, perderai solo tempo", ecc...

Con questo non dico che chi lavora in una multinazionale è in paradiso, ci sono svariati e grandi problemi anche lì, ma lodare la piccola imprenditoria italiana è fuori dalla realtà.

Offline FatDanny

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #106 il: 15 Nov 2023, 11:09 »
già, confermo tutto.
è esattamente ciò a cui alludevo nel mio ultimo - purtroppo lunghissimo  - post.
Grazie per la testimonianza.
E ribadisco come buona parte dei problemi economici italiani, di cui spesso viene additata la politica, il lavoro pubblico, ecc sono in realtà responsabilità di questo blocco sociale qui.
Che  ha un potere immenso (spesso è al governo, compreso oggi).
Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #107 il: 15 Nov 2023, 11:31 »
Corsi di formazione non sono sconosciuti. Vengono registrati in maniera fittizia con la complicità di organi di controllo e aziende formatrici demmerda per ottenere magari degli sgravi fiscali.
Il dipendente il corso chiaramente non lo farà mai, perché figurate "se te pago pe ste stronzate".
L'azienducola trova così l'ennesimo modo per ricavare profitto dalle storture, invece di morire a seguito dell'incapacità imprenditoriale del titolare di turno.
Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #108 il: 15 Nov 2023, 11:51 »
Corsi di formazione non sono sconosciuti. Vengono registrati in maniera fittizia con la complicità di organi di controllo e aziende formatrici demmerda per ottenere magari degli sgravi fiscali.
Il dipendente il corso chiaramente non lo farà mai, perché figurate "se te pago pe ste stronzate".
L'azienducola trova così l'ennesimo modo per ricavare profitto dalle storture, invece di morire a seguito dell'incapacità imprenditoriale del titolare di turno.
Sconosciuti ovviamente per il dipendente...  ;)

Offline Aquila1979

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #109 il: 15 Nov 2023, 12:05 »
io sono un "padroncino"
3 dipendenti.
tutte a tempo indeterminato. ferie, malattie, corsi, tutto.

l'unica cosa su cui ha ragione LaFonte (intendo dal punto di vista tecnico) è che noi che siamo sul territorio. e per questo abbiamo amici e parenti che lavorano per pezzi di merda che ti pagano metà fuori busta, e la malattia te la tolgono dal fuori busta.

ecco, questa vicinanza ti consente di capire che se anche tu ti comporti così sei un enorme pezzo di merda.
la soluzione c'è: io ho la mia bella honda cr-v e non una macchina da 80k.

e senza bisogno del fd di turno che mi picchetta la porta dell'ufficio  :)

Offline Rorschach

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #110 il: 15 Nov 2023, 12:13 »
Stiamo andando un po' OT eh.

Ad ogni modo il nostro sistema economico è principalmente dovuto all'assenza di un piano industriale di lungo periodo SERIO: la politica è andata costantemente dietro alle PMI che portano voti immediati e ai favoritismi nella gestione controllata dei grandi gruppi industriali nostrani, che ormai non operano più prevalentemente in Italia (i pochi rimasti intendo).
In questo senso l'unica transizione sensata sarebbe sviluppare politiche di più ampio respiro per favorire l'investimento dei grandi gruppi sul nostro territorio (scuola/formazione, trasporti e logistica, centri di ricerca etc.), spostando risorse dagli incentivi alle PMI, che oggi sopravvivono solo grazie a incentivi/sgravi, contratti capestro con l'industria di grandi dimensioni, evasione e costo del lavoro concorrenziale: una situazione anacronistica e con trend chiaramente peggiorativo.
Però una decisione del genere non può che passare attraverso una politica mitigatrice da parte dello Stato (salario minimo, reddito di cittadinanza, investimenti in scuola/ricerca e logistica etc.), che non mi pare nelle corde di quest* maggioranz*.
Insomma non vedo una via d'uscita.

Offline FatDanny

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #111 il: 15 Nov 2023, 14:36 »
il piano industriale serio  è venuto a mancare perché non abbiamo saputo e per certi versi voluto sfruttare il regime misto che per una serie di ragioni storiche si era venuto affermandosi in italia.
Regime misto che ci ha permesso un recupero significativo nel secondo dopoguerra praticamente su qualsiasi altra economia del pianeta.
Lo Stato imprenditore (che è cosa diversa dal "pubblico" ma questo molti non lo sanno e fanno  un  grosso mappazzone) ha consentito di colmare l'assenza di capitali in grado di fare investimenti adeguati.
Sul piano tecnologico, infrastrutturale e occupazionale.

Se ad un certo punto è andato in malora non è perché il pubblico è inefficente, ma perché ha assorbito tutto il privato inefficente.
Il siderurgico Fiat è un caso esemplare: assorbiti gli occupati, i debiti, la famiglia Agnelli intasca complessivamente grazie all'operazione intorno  ai 1000 mld. Il pubblico si carica inefficenze del privato, non il contrario.
Oppure in tutti i casi di  crisi industriale di fine Settanta. Tutti prepensionamenti. Altro che baby pensioni nel pubblico. I prepensionamenti hanno gravato  e  gravano sulla spesa previdenziale ma sono stati un fenomeno di supporto alla crisi dei capitali, mica clientele politiche (al massimo clientele con l'imprenditore di turno per risolvergli il problema).

Poi nella sbornia neoliberale dagli 80 in avanti invece abbiamo dismesso ideologicamente (per restare in tema: vedi Alfa Romeo ceduta a FIAT), perché "mercato è bello" "mercato è efficente".
per un principio totalmente ideologico (altro che marxismo) abbiamo socializzato i debiti e privatizzato gli utili che lo Stato imprenditore realizzava nella speranza che il capitale così avvantaggiato mostrasse spirito di iniziativa e innovazione.

Sapete che ha fatto il  capitale italiano? Se li è messi in  saccoccia cercando posizioni di rendita.
In finanza o anche solo in titoli pubblici.
Ecco come arriviamo  ad un  paese fatto principalmente di PMI in cui si deve puntare tutto sui salari bassi perché questa è la posizione di rendita, la comfort zone, la cuccia, che il capitalismo straccione italiano  è riuscito a tirarsi su.
Poi però  fanno la morale e piangono miseria. "come facciamo se lavorate di meno a pagarvi uguale? Noi qui andiamo falliti, gnegne gnegne" Ma annatece limortaccivostra, fosse la volta buona che vi indebitate fino al collo per investire qualcosa. Fosse la volta buona che RISCHIATE.
Chiagn e fott come si dice giù.

E oggi le persone comuni pensano esattamente l'opposto, che se l'italia ha i conti pubblici sballati è perché i politici so' corrotti e perché abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità.
è  proprio vero che il più grande inganno del diavolo è far credere che non esiste.

Offline Aquila1979

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #112 il: 15 Nov 2023, 15:27 »
E oggi le persone comuni pensano esattamente l'opposto, che se l'italia ha i conti pubblici sballati è perché i politici so' corrotti e perché abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità.
è  proprio vero che il più grande inganno del diavolo è far credere che non esiste.

in quello che descrivi c'è tanto di "vivere sopra le proprie possibilità".
i baby pensionati pubblici e privati non potevamo permetterceli.
gli aiuti a pioggia non potevamo permetterceli.
assorbire aziende in difficoltà non strategiche (quando l'unica che dovremmo davvero prenderci è l'ilva) non potevamo permettercelo...

Offline FatDanny

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #113 il: 15 Nov 2023, 15:31 »
si  ma nella vulgata comune quell'espressione è relativa alla spesa sociale, che invece era assolutamente in linea sia in rapporto ai competitor europei che alla dimensione della nostra economia.
Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #114 il: 15 Nov 2023, 15:50 »
il piano industriale serio  è venuto a mancare perché non abbiamo saputo e per certi versi voluto sfruttare il regime misto che per una serie di ragioni storiche si era venuto affermandosi in italia.
Regime misto che ci ha permesso un recupero significativo nel secondo dopoguerra praticamente su qualsiasi altra economia del pianeta.
Lo Stato imprenditore (che è cosa diversa dal "pubblico" ma questo molti non lo sanno e fanno  un  grosso mappazzone) ha consentito di colmare l'assenza di capitali in grado di fare investimenti adeguati.
Sul piano tecnologico, infrastrutturale e occupazionale.

Se ad un certo punto è andato in malora non è perché il pubblico è inefficente, ma perché ha assorbito tutto il privato inefficente.
Il siderurgico Fiat è un caso esemplare: assorbiti gli occupati, i debiti, la famiglia Agnelli intasca complessivamente grazie all'operazione intorno  ai 1000 mld. Il pubblico si carica inefficenze del privato, non il contrario.
Oppure in tutti i casi di  crisi industriale di fine Settanta. Tutti prepensionamenti. Altro che baby pensioni nel pubblico. I prepensionamenti hanno gravato  e  gravano sulla spesa previdenziale ma sono stati un fenomeno di supporto alla crisi dei capitali, mica clientele politiche (al massimo clientele con l'imprenditore di turno per risolvergli il problema).

Poi nella sbornia neoliberale dagli 80 in avanti invece abbiamo dismesso ideologicamente (per restare in tema: vedi Alfa Romeo ceduta a FIAT), perché "mercato è bello" "mercato è efficente".
per un principio totalmente ideologico (altro che marxismo) abbiamo socializzato i debiti e privatizzato gli utili che lo Stato imprenditore realizzava nella speranza che il capitale così avvantaggiato mostrasse spirito di iniziativa e innovazione.

Sapete che ha fatto il  capitale italiano? Se li è messi in  saccoccia cercando posizioni di rendita.
In finanza o anche solo in titoli pubblici.
Ecco come arriviamo  ad un  paese fatto principalmente di PMI in cui si deve puntare tutto sui salari bassi perché questa è la posizione di rendita, la comfort zone, la cuccia, che il capitalismo straccione italiano  è riuscito a tirarsi su.
Poi però  fanno la morale e piangono miseria. "come facciamo se lavorate di meno a pagarvi uguale? Noi qui andiamo falliti, gnegne gnegne" Ma annatece limortaccivostra, fosse la volta buona che vi indebitate fino al collo per investire qualcosa. Fosse la volta buona che RISCHIATE.
Chiagn e fott come si dice giù.

E oggi le persone comuni pensano esattamente l'opposto, che se l'italia ha i conti pubblici sballati è perché i politici so' corrotti e perché abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità.
è  proprio vero che il più grande inganno del diavolo è far credere che non esiste.
Splendido. Applausi. Aggiungerei sopratutto i figli del vecchio capitale italiano del pre e dopoguerra che hanno amato una confort zone " finanziaria" e soprattutto di rendita su titoli in stretta connessione con il sistema bancario.

Offline FatDanny

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #115 il: 16 Nov 2023, 09:40 »
sto leggendo in questo momento un testo di P. Joyce sulla cultura di fabbrica nell'inghilterra tardo vittoriana.
Ebbene, anche allora abbiamo la stessa dinamica: dove c'è il piccolo capitale altamente soggetto alla competizione internazionale e a bassi livelli di redditività abbiamo le condizioni di lavoro peggiori, salari più bassi, un maggiore autoritarismo dentro e fuori la fabbrica.
Le relazioni industriali codificate, la pacificazione sociale, avvengono con il grande capitale.

Questo non per dire "viva il grande capitale", ci mancherebbe se posso dirlo io, che vedo tale pacificazione come altamente problematica e fioriera dell'assimilazione di un modello che è comunque di sfruttamento e di trasformazione dell'essere umano in macchina produttrice di valore.

Tuttavia va riconosciuta la dimensione economica e politica della piccola impresa.
Che non per bassezza morale o cattiveria, ma per condizioni drammaticamente materiali, è portata e in certi casi costretta nella sua lotta per la sopravvivenza a livello economico a imporre condizioni peggiori e a quello politico a sposare quelle forze politiche in grado di farlo.
In grado di schiacciare eventuali proteste più che convenire ad un accordo sociale (possibile solo laddove hai un margine più elevato).

Il grande capitale, per fare un esempio, non ha problemi col reddito di cittadinanza.
Perché non offre salari da 700 euro, perché stimola i consumi e quindi la domanda, perché abbassa la tensione sociale. è il piccolo capitale a sviluppare la mania di costringere le persone a lavorare anche se le condizioni offerte sono misere.
E dunque a guardare col sangue agli occhi il "lavorare meno, lavorare tutti" che, fateci caso, viene sperimentato anche hic et nunc nei paesi a maggiore concentrazione di capitale.

Tale polarizzazione è un qualcosa di più ampio del topic. Riguarda anche la dicotomia tra protezionismo/re-shoring e produzione transnazionale, nazionalismo e globalismo.
Il fenomeno populista non è egemonizzato e diretto dagli "operai che ora votano lega" pur essendoci senza dubbio questi qui.
Il fenomeno populista è egemonizzato e diretto dalla piccola proprietà a cui serve protezione alla sua scarsa redditività. Coi dazi, la cancellazione del RdC, la compressione salariale, il taglio delle tasse, ecc.

Offline Aquila1979

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #116 il: 16 Nov 2023, 09:50 »
Cosa ne pensi dei dazi?
Negli USA stanno avendo un enorme successo

Offline FatDanny

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39316
Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #117 il: 16 Nov 2023, 11:21 »
OT
I dazi rispondono a precise esigenze del momento in una data economia.
Se si vuole sviluppare una produzione/mercato interno laddove hai concorrenti esteri che stanno più avanti i dazi risultano necessari all'accumulazione da cui sviluppare investimenti che ti portino a livello.
Oppure, nel caso degli USA, se vuoi tentare di riportare in casa alcune produzioni (re-shoring già citato prima). Tuttavia su questo gli effetti sono tutti da valutare, soprattutto come si combinano con gli eventi bellici recenti e la parziale deglobalizzazione in corso.

Una cosa è certa: lo Stato ha sempre un ruolo centrale nel capitalismo, in ogni sua fase.
basti pensare che negli anni d'oro della Reaganomics, il tripudio del neoliberismo, il debito pubblico negli USA salì.

EOT

Offline mr_steed

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #118 il: 05 Dic 2023, 19:10 »
qualcosa (o, meglio, qualcuno, dato che si tratta di singole aziende private e non del governo) pare si stia muovendo...

Dopo l'esperimento di Intesa Sanpaolo, anche Luxottica e Lamborghini lavorano per introdurre la settimana lavorativa da quattro giorni. Le aziende italiane che adottano la settimana corta di lavoro

https://www.wired.it/article/settimana-corta-lavoro-aziende-italia/?utm_source=pocket-newtab-it-it

Anche Lamborghini apre alla settimana corta per gli operai: l’accordo su meno ore di lavoro e aumenti

https://www.open.online/2023/12/05/bologna-lamborghini-settimana-corta-sindcati-accordo/

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Re:Lavorare meno, lavorare tutti
« Risposta #119 il: 05 Dic 2023, 19:42 »
Io lavoro per un azienda italiana e da quanto ne so hanno adottato la politica del light friday (lo chiamano cosi) in modo non proprio volontario. In pratica lavorano solo per qualche ora il venerdi ma vengono pagati il 20% in meno mensilmente.
 

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