premessa: ma vedi, tu continui ad assolutizzare una determinata posizione sociale come se fosse così per tutti. Come nel post precedente il fatto che le donne prima non lavoravano perché così era nella middle class.
Ora presupponi che certi "lavoretti" siano funzionali ai giovani per farsi le ossa e poi questi a 30 anni passino al "lavoro vero". Attenzione che questa cosa vale per un determinato segmento sociale, probabilmente quello tuo di riferimento. In quel caso certo che quei lavori sottopagati, a metà tra gioco e addestramento dei rampolli middle class per farli crescere, hanno un senso.
Ma guarda che la società è tanto altro. anzi, è soprattutto altro. E quei lavori che in parte minima servono ai rampolli, in larga parte sono fatti dalle fasce più deboli: migranti, disoccupati di lungo corso e avanti con l'età, emarginati. Che così restano imprigionati nella loro condizione a basso reddito.
Sul rapporto tra salari e inflazione c'è un celeberrimo testo di Marx, "salario prezzo profitto", in cui sferza il "cittadino Weston" proprio su questa cosa. perché non c'è alcun rapporto deterministico tra salari e inflazione, perché dipende dai rapporti di forza (sindacali). Puoi avere inflazione senza salari che aumentano, così come salari che aumentano senza inflazione (semplicemente perché la quota viene recuperata sui profitti invece che scaricarsi sui prezzi).
Di recente gran parte degli analisti concorda che fossimo in presenza di un'inflazione da profitti, ad esempio. Combinata, non a caso, a rapporti di forza estremamente sfavorevoli per la forza lavoro
1) tre ore di lavoro si intende di media. Chiaro che se fai il pilota d'aerei non scendi dopo 3 ore. Ma magari significa che lavori due volte a settimana o addirittura una.
C'è chi preferirebbe lavorare di più? ma io ho detto esattamente questo. Liberissimo di continuare a produrre, la differenza è sceglierlo o esservi obbligato. Per altro, una cosa è produrre il tavolo di ikea alla catena di montaggio, un'altra è fabbricare un tavolo che si immagina e si modella dal legno.
In ambedue i casi il prodotto finale è un tavolo di legno, ma nel primo caso è lavoro sovradeterminato (salariato), nel secondo è libera attività. Addirittura più faticosa, ma non è quello il punto. Mica sto dicendo che l'obiettivo è oziare di più, ma avere più tempo libero, liberato (da cosa? dal rapporto di capitale che scandisce le nostre vite). Cose molto diverse.
2) guarda, chiunque è arrivato in una certa posizione ti dirà che si è "fatto il culo". Non penso che esista al mondo nessuno nella middle class che dice di essere arrivato lì scorreggiando.
il problema che non coglie questa vulgata è che si fa il culo pure il magazziniere che resta a 1100/1300 euro tutta la vita. O che ne prende 1700 da Amazon con turni tali che in 5 anni hai usurata ogni articolazione nota all'anatomia contemporanea.
Il culo è quota parte di gran parte dei lavori malpagati, non è che si è pagati proporzionalmente al culo che ci si fa o certi lavori usuranti sarebbero tutti milionari (e certamente sarebbe un mondo più giusto, ma non lo è).
Quindi mettiamo da parte il culo che ci si fa. Anche io ho nonni di origne contadina e due genitori impiegati pubblici e questa è esattamente una condizione che consente di fare quel saltino nella middle class (non diventi milionario, ma il grado funzionario è un obiettivo credibile) che fa ritenere il percorso come realizzabile da tutti. E che quindi chi non riesce è perché ha la colpa di non riuscirci o addirittura manco provarci.
E invece le condizioni generali sono MOLTO diverse da queste. E comportano possibilità MOLTO inferiori a queste. Assumerlo come dato porta a conclusioni molto diverse.
Perché significa che i posti limitati sono ristretti a chi può permettersi di concentrarsi sullo studio o chi ha le conoscenze giuste. Mentre per tanti altri il destino di precarietà e bassi salari è già scritto, tolto quell'uno su mille.
Ma se così è, crolla miseramente tutto il discorso su meritocrazia e competenze, perché alla fine ciò che conta resta la dinastia. La grande verità non detta di questo sistema.
Non lo nego, è ovvio che le dimensioni numeriche non sarebbero sostenibili solo con i rampolli e che si, diventano una ragnatela o le sabbie mobili che intrappolano molti che non riescono ad emergere altrimenti, ma guarda che sono d'accordissimo su questo, ed è proprio per quello che continuo a ritenere l'intervento dell'esempio californiano più nocivo che utile perchè mette a rischio un intero segmento lavorativo e tutte quelle persone che su quelle posizioni contano.
Nell'idea di fondo che mettere la regolina equivalga al famoso "abbiamo sconfitto la povertà" senza realizzare che poi si è solo spostato il problema riducendone le possibili soluzioni pratiche.
Le cause dell'inflazione sono molteplici, vi è pure l'aumento del costo del lavoro dopo che anni di lockdown anno funestato sia le economie produttrici che quelle di consumo, ma erano e sono tutti effetti che erano ampiamente prevedibili prima.
L'inflazione è e resta, tuttora, lo strumento preferito dal leviatano per tosare le pecore ad esso soggette, se non partiamo da qui però il resto rimane difficile da comprendere.
Se proporzionalmente aumenti tutti i salari, tuttavia, è come se, in concreto, non ne aumentassi nessuno, l'aumento in quel contesto verrebbe mangiato quasi interamente dall'inflazione stessa, è quello che non capiscono nella MMT, per dirne una.
Motivo percui stabilire un minimo ad N, peraltro in presenza di un fattore inflazionistico marcato, viene ad aggravare il problema, e causare la risposta degli effetti a catena che ne derivano, non tenendo conto di vari side effect, alcune aziende potrebbero (e dovrebbero) farlo benissimo, altre molto meno.
Sono ovviamente favorevole ad aumentare i salari in rapporto alla produzione (es. scandaloso che Amazon e affini non siano pressati dalla forza lavoro ad aumenti ragionevoli nell'ottica dell'aumento dei profitti, per dire, si spiega col link delle union su amazon che ti ho messo poco sopra) ma tagliando la pressione a cui questi sono soggetti, es. income tax, ovvio che non basterebbe come misura, se non tranciando via gran parte della spesa che necessita una tale pressione fiscale.
Ma capisci quanto un 25/30% , nel caso italiano anche di più, farebbe la differenza nel giudizio di un salario?
Che se invece di 1k hai 1,2 o 1,5, al netto del contesto inflazionistico corrente, eh, parlo in assoluto, magari cambia sul serio la prospettiva e le condizioni di vita di milioni e milioni di persone?
1) Il punto l'ho capito, quello su cui forse abbiamo un effettivo distacco tra realtà e teoria è che nella tua visione ti servirebbero, per esempio, una esponenziale di scala per impieghi ad alta specializzazione, come i piloti, se lavorano 1 o 2 giorni a settimana, te ne servono minimo il triplo, come li formi (lato costi), come li invogli (lato salari), come mantieni una tale forza lavoro (lato gestionale) in idle, se teoricamente i costi di formazione dovessero superare i profitti dati dati dall'incrementare il numero di posizioni disponibili in quel campo specifico.
Insomma, anche il lato lavorativo soffrirebbe gli effetti dell'inflazionare un dato impiego con conseguenze, probabilmente, non tutte piacevoli.
Magari l'azienda x chiude un'occhio sulle effettive competenze di una serie di candidati perchè non può tenere aerei fermi troppo a lungo, poi succede un incidente e li sono cazzi.
Tu dirai "ci inculiamo tale azienda col sabbione, qualora lo facesse", e posso pure concordare, però saresti sorpreso dal sapere che certi servizi sono già oggi terribilmente undermanned, il deragliamento di EP in Ohio fu una combinazione tra binari e vagoni logorati e il macchinista che stava ancora in cabina dopo un doppio turno da 16h complessive, e non ha rallentato in tempo pur conoscendo il tratto.
Cioè, dovresti proprio mettere mano e alterare la realtà, non dico non sia fattibile in assoluto, dico che non sono convinto che otterrebbe i risultati auspicati in tempi umanamente accettabili, anche aldila delle logiche di mercato.
2) Certamente.
Non nego che quasi tutti i lavori siano stancanti e richiedano una elevata dose di farsi il culo, non volevo ergermi ad eccezione, stavo semplicemente osservando come, aldilà dei fattori che ricadono fuori dal nostro controllo più o meno diretto, che quindi non possiamo influenzare, laddove invece possiamo farlo spesso lo diamo per scontato (tanti miei coetanei passati gli studi hanno fatto questo ragionamento, poi alcuni ci hanno battuto il grugno, coincidentalmente gli stessi che sfottevano me per la mia applicazione nel non accontentarmi, ehehe).
Il problema che determinati lavori siano sottopagati non inficia minimamente la fatica o l'impegno che richiedono, ci mancherebbe altro, ancora, non intendevo questo, intendevo, semmai, che in una realtà in salute l'impiego sottopagato o in condizioni simili deve essere una parentesi, non certo una condizione permanente.
E infatti concordavo che data la situazione di crisi, ormai perdurante, in cui ci troviamo, queste opportunità non siano lontanamente vicine a quante ne servirebbero, certo iniziare a spazzare via interi segmenti e posti di lavoro non mi pare, ad oggi, una soluzione ottimale, perchè andrebbe ad aggravare il problema che entrambi riconosciamo.
Quello che dico io però è altro, non nego la tua conclusione, ovvio che chi parte già ricco o con una posizione più consolidata abbia più possibilità, non sto minimamente negando questo assunto, sto dicendo che se rimuovi il drive del miglioramento, o se vogliamo, l'illusione di potersi migliorare, spacchi completamente la civiltà.
Per finire, come ben sai il leviatano ha tutto l'interesse a stroncare e spremere quanti sono abbastanza autonomi, o capaci di rendersi autonomi, creando il contesto percui a loro spetti mandare avanti la carriola, un po' per "dovere sociale" dato dalla percezione di un presunto privilegio, un po perchè sono messi nella posizione di aver più da perdere a non farlo.
E questo indebolisce, non rafforza minimamente, ma indebolisce in modo drastico, la possibilità di migliorarsi ulteriormente.
Perchè puoi batterti con tutte le tue forze per migliorarti, ma se il sistema continua poi a tirarti sacchi di sabbia per ributtarti giù alla lunga ci riuscirà, perchè ha molta più disponibilità di sacchi di sabbia lui di quanto tu abbia energie per schivarli.
Nella visione di suddetto leviatano io e te siamo un fastidio perchè non dipendiamo da lui, non abbiamo alcun bisogno di lui, e lui non ha la capacità di piegare la nostra volontà alla sua, alla fine se l'avesse ci sarebbe già riuscito, giusto?
Quindi che succede?
Quando il leviatano viene da me o da te e ci dice "ma sai, devi contribuire di più qui e qui, perchè così chi ha di meno potrà stare meglio", ovviamente è falso, sta mentendo, posso dimostrarti che lo fa regolarmente ogni volta che parla.
Cosa succederebbe, se questo fosse uno scenario lavorativo?
"mostrami i risultati, cosa pensi di fare, come pensi di aiutare questa gente, e perchè vuoi un contributo da me, quando hai un potenziale tale che non hai alcuna necessità di chiedermi nulla, e soprattutto, smettila di tirarmi sacchi di sabbia che hai rottoercazzo."
Ma lui non è minimamente tenuto a rispettare alcuna regola, manco quelle che se fa per noi, e per quanti poi malauguratamente cadono nella trappola del concetto di dipendenza, che è estremamente reale.
Io in questo vedo la grande discrasia della narrativa che origina dalla lotta di classe, che nasce contro le mega corporazioni e il grandissimo capitale e poi devolve ad essere una lotta tra poveri e meno poveri, mentre le mega corp e il grandissimo capitale centuplica i propri guadagni (guarda il rapporto pre e post covid), magari dopo essere ampiamente e furiosamente lottizzato dalla politica.
Il leviatano è l'unico a cui faccia comodo avere un'orda interminabile di persone intrappolate in condizioni a basso reddito, la riprova, nuovamente, è che il sistema di welfare non ne ha mai, nella storia, sollevata mezza, non è il suo scopo, non è la sua intenzione, potrebbe farlo, e costerebbe infinitamente meno del sistema che ha messo in piedi, ma questo non otterrebbe lo stesso risultato, come dicevo sopra, "the purpose of a system is what it does".
Torniamo al pesce e all'insegnare a pescare, una divertente allegoria, in quest'ottica.
Il sistema non vuole che tu sappia pescare, vuole che tu vada da lui a chiedergli il pesce.
Meglio se implorando.
(in parte) su questo tema
https://www.notiziegeopolitiche.net/giappone-il-fenomeno-degli-johatsu-gli-evaporati/
complimenti fd e vvl per il miglior topic di lazionet da anni
Sulla realtà giapponese, o più in generale quelle asiatiche, che mescolano la rigidità strutturale della loro civiltà (FD direbbe società, ma ok...) al capitalismo tecnico, ci sarebbe tantissimo da dire.
Ma io non sono un sociologo.
Comunque hanno un monte di pressioni sia civili, nei riguardi dell'insieme dei loro simili, che nei confronti del sistema stesso.