Citazione da: Giako77 - 07 ſet 2015, 23:06
Dal robot commesso al muratore, ecco come cambierà il lavoro
Solo negli Usa entro il 2025 si perderanno 9 milioni di posti, ma dovevano essere 70. Commercio, costruzioni e servizi alle imprese i settori dove l’innovazione pesa di più
Paolo Baroni
ROMA
Botlr, all’Aloft hotel di Cupertino, ogni giorno accompagna i clienti alle camere, li guida per i corridoi e gli ascensori, consegna loro lenzuola, salviette aggiuntive, spazzolino da denti e kit vari. Ma non è un maggiordomo, è un robot. Come Hadrian, il «muratore», nato in Australia e capace di posare mille mattoni all’ora e di costruire una casa in due giorni, 150 in un anno. Oshbot è invece il robot/commesso introdotto dal gigante tedesco dell’elettronica di consumo Loewe: risponde ad ogni domanda, mostra una planimetria del punto vendita o guida direttamente il cliente sui prodotti che cerca. Poi c’è Baxter che affianca gli operai alle catene di montaggio e impara da loro nuove abilità e Watson, della Ibm, che invece aiuta i medici nell’elaborare le diagnosi dei pazienti.
Lo scenario del 2025
Robot software e robot fisici, umanoidi, nuovi sistemi automatici di distribuzione self-service e sistemi intelligenti varcano il confine delle grandi fabbriche e degli impianti industriali più moderni e si avvicinano a noi: invadono il settore del commercio e della grande e piccola distribuzione e arrivano addirittura a «intaccare» il settore delle professioni intellettuali, come la medicina.
Forrester Research, gigante americano della consulenza d’impresa, che ha analizzato le strategie future di tanti grandi imprese come Delta Airlines o Whole Foods markets e di molte start-up, incrociando i dati sull’occupazione forniti dal governo Usa con interviste a imprese ed accademici, in uno studio appena pubblicato prevede che di qui a dieci anni solo negli Usa i robot distruggeranno ben 22,7 milioni di posti di lavoro, ovvero il 16% del totale. Tanti, ma nulla al confronto coi 70milioni (47% della forza lavoro) stimati solo due anni fa dall’Università di Oxford.
Si lavorerà fianco a fianco
In realtà il conto dei danni è molto più contenuto. Secondo Forrester, infatti, il calo dei posti legato alla crescente automazione verrebbe compensato in maniera significativa (1 nuovo occupato ogni 10 robot installati) da quelli creati per costruire queste nuove macchine intelligenti, svilupparne i software, e soprattutto farle funzionare correttamente o aggiustarle. «I robot richiedono riparazioni e manutenzioni da parte di professionisti specializzati e saranno diverse le nuove attività che si svilupperanno attorno ad un mondo più automatizzato», spiega Jp Gownder, vicepresidente di Forrester ed autore del rapporto. In questo modo le perdite, per quanto ancora consistenti, scenderebbero da 22,7 a 9,1 milioni di posti di lavoro, pari al 7% del totale.
Per Gownder c’è «troppo clamore, troppa negatività» sui media e nel mondo accademico sui rischi che i robot ci rubino il lavoro: «Il futuro dell’occupazione nel complesso non è così cupo come appare da tanti pronostici». L’effetto «più grande», spiega, sarà infatti «la trasformazione dei posti di lavoro. Gli esseri umani si troveranno infatti a lavorare fianco a fianco coi robot». E di conseguenza dovranno cambiare metodi di formazione e analisi dei risultati.
Chi rischia di più
Tutte le analisi convergono però su un punto: la maggior parte delle perdite di posti di lavoro si verificheranno in settori come i servizi di supporto alle imprese, le costruzioni e le vendite, con molti computer-valletti destinati a sostituire cassieri, receptionist e commessi, agenti immobiliari, agenti di viaggio, lavori impiegatizi di basso ma anche di alto livello (analisi e controllo).
Secondo la ricerca dell’università di Oxford in cima alla lista dei condannati (con un indice di probabilità di 0.99 su 1) ci sono gli operatori di telemarketing, tecnici degli uffici legali e tecnici matematici, gli operai addetti alle fognature, e poi agenti assicurativi e del settore cargo e merci, addetti degli uffici di consulenza fiscale. Mentre i meno «rottamabili» risultano i terapisti ricreativi assieme a molte altre specialità del campo sanitario.
Angosciati da tutto ciò? Potete sempre adottare «Pepper», l’umanoide realizzato dalla francese Aldebaran robotics, che è in grado di riconoscere le nostre emozioni. E consolarci.
C'è un'unica soluzione: redistribuzione del reddito --> reddito di cittadinanza e salario minimo.
Azzeramento dei lavori meccanico/ripetitivi (conseguentemente effettuabili da macchine evolute) significa mantenere solo le attività a più alto valore aggiunto, quindi stipendi alti per chi svolge tali mansioni e reddito garantito per gli inoccupati.
Tanto tempo libero, arte, cultura e socialità.
L'alternativa è scavare buche e ricoprirle.
Come arrivarci? ( cit Rorschach )