Le Foibe: una discussione vera e accurata

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #100 il: 19 Feb 2021, 10:11 »
Ho finito di leggere questa  notte il documento che ho postato. In realtà non è una impresa ardua perché delle 695 pagine , un centinaio sono in italiano altrettante in croato e le restanti 400 e passa sono schede di persone scomparse o morte.
Sono rimasto volutamente sul vago perché la prima tentazione per arrivare ad un numero è stato quello di moltiplicare il numero di pagine per il numero di vittime (6 per pagina) . Schede complete di nome, cognome, soprannome, data di nascita, di morte, professione , inquadramento , origine: schede molto complete, insomma.
Dalla lettura di questo documento che parte inquadrando il tema da inizio 1900, ho ritrovato molti dei concetti espressi dal professor Pupo.
Ora: Basovizza: è stato preso come “teatro di battaglia” ci sono persone infoibate? Forse. Diciamo che è stato preso più come simbolo e come luogo del ricordo, piuttosto che come luogo di eccidio mai del tutto dimostrato.
Ci sono foibe probabilmente con più vittime in altri luoghi.
Smontare il tema dicendo che poiché Basovizza è un “falso storico  “  o non è una foiba ma una cava, non significa smontare quanto c’è stato in altre foibe in altre forme.
Perché quello che emerge (e questo sì per me , normale utente e non “addetto ai lavori”  è una novità) è che  il numero di infoibati ( che ancora non riesco a trovare) è di gran lunga inferiore al numero di persone scomparse e morte nei campi di prigionia.
Ora veniamo agli esodati: esodo non spontaneo e volontario ma forzato: in 24 ore bisognava comunicare a chi si lasciavano i propri beni: il capo famiglia poteva portare con sé 20 mila lire e 5 mila lire per ogni membro del nucleo familiare. Il resto era tutto confiscato: molti che si presentarono a consegnare i propri beni non fecero ritorno nemmeno a casa: in quei giorni sorgevano più o meno spontaneamente  tribunali del popolo più o meno legittimi.
Parliamo ora della popolazione: la popolazione di quelle terre in quegli anni a cavallo delle due guerre aveva visto crescere la presenza di persone di origine italiana (presenza che già c’era anche sotto l’impero austroungarico): presenza che non aveva assunto al rango di invasione, ma chiaramente governata dalla regia del regime fascista.
Aumento delle presenze non sostituzione .
L’8 settembre cambia le carte in tavola  e in Istria avviene ciò che avviene nel resto d’Italia: confusione, spaccature, persone che non sono più fasciste d’improvviso, persone che combattono il regime fascista e si arruolano nelle formazioni partigiane, altre che si arruolano nei ranghi Italo-tedeschi: in mezzo le persone e i nuclei familiari che come spesso avviene sono le reali vittime di queste situazioni.
A guerra che va terminando, si assiste all’aumento della forza bellica delle formazioni partigiane ormai inquadrate più che in Italia in un vero e proprio esercito e la disgregazione delle forze dell’Asse.
L’esercito titino non è fatto da istriani antifascisti locali scappati in montagna.
Non è la popolazione locale a scatenare la reazione verso gli sconfitti.
Anzi, parte della popolazione locale, quella che non si riconosceva nelle istanze titine, ne è vittima essa stessa così come ne vanno di mezzo i partigiani “bianchi” .
Quella di Tito, è una vera e propria rincorsa ad espellere, annientare i suoi nemici e ad annettere più territorio possibile prima ancora che i vincitori si spartissero  le spoglie dei vinti.
La questione del confine giuliano diventa sì quasi questione di confine friulano anche con il consenso più o meno passivo di Togliatti.
Gli obiettivi sono spiegati bene nei quattro punti espresso dal professor Pupo.
Alla considerazione di FD che questo tema viene sollevato per attaccare il comunismo, personalmente dico di no.
Fosse successo ai confini francesi per me sarebbe stato lo stesso: cercare di far emergere quanto è avvenuto, cercare di capire perché.
Come vedi non ho parlato di comunismo in sé, ho parlato di espansionismo nazional-titino.
Certo, poi magari sbaglio, Tito faceva parte di un blocco comunista dal quale poi si smarcò.
Ma non voglio dare giudizi politici come non ne darei se un giorno si volesse parlare della fine che hanno fatto i prigionieri italiani in Russia e volessi confrontare quanto successo a loro rispetto ai prigionieri italiani nei campi di prigionia negli Stati Uniti o in qualsiasi altra nazione fino ad arrivare a coloro che vennero internati e morirono nei campi di concentramento in Germania (il nonno di mia moglie).
Non ne faccio una questione politica, ne faccio una questione di ricordo.
Quindi, per me, tornando al discorso iniziale con il giorno del ricordo, si intende  proprio ricordo di persone che non sono solo state infoibate e con foibe non si intende solo persone gettate ancora vive o moribonde dentro cavità carsiche, ma persone, spesso vittime esse stesse della guerra che o persero  tutti i loro beni o persero la vita e sono state più o meno dimenticate per lunghi decenni.

Adler, mi trovo abbastanza d'accordo con alcune delle cose che scrivi, soprattutto col concetto che smontare il tema Basovizza non significa negare le Foibe, ma credo serva a fare onestamente chiarezza su quel che e' successo li che mi pare di chiarezza ce ne sia poca, semmai si smonta la propaganda che e', a mio avviso, il il vero nemico delle foibe, l'approccio che impedisce di rendere giustizia alle vittime delle foibe esattamente come altre vittime di guerra, senza che esistano morti di serie A o serie B. Le vittime e i morti, pero', non sono tutti uguali, non riesco a mettere sullo stesso piano il civile innocente con col delatore o chiunque si sia reso responsabile del dolore di altra gente, e questa distinzione la faccio solo perché altri tendono a massificare mettendo in un unico calderone cose che proprio non ci stanno.

Il documento che hai linkato l'ho letto anche se mi e' parso non esattamente attinente al discorso foibe , pero' l'ho trovato puntuale e circostanziato, per cui l'ho messo da parte sperando che ai capitoli in sloveno corrisponda adeguata traduzione in italiano (non conoscendo lo sloveno) 

Offline FatDanny

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #101 il: 19 Feb 2021, 10:22 »
Ho finito di leggere questa  notte il documento che ho postato. In realtà non è una impresa ardua perché delle 695 pagine , un centinaio sono in italiano altrettante in croato e le restanti 400 e passa sono schede di persone scomparse o morte.
Sono rimasto volutamente sul vago perché la prima tentazione per arrivare ad un numero è stato quello di moltiplicare il numero di pagine per il numero di vittime (6 per pagina) . Schede complete di nome, cognome, soprannome, data di nascita, di morte, professione , inquadramento , origine: schede molto complete, insomma.
Dalla lettura di questo documento che parte inquadrando il tema da inizio 1900, ho ritrovato molti dei concetti espressi dal professor Pupo.
Ora: Basovizza: è stato preso come “teatro di battaglia” ci sono persone infoibate? Forse. Diciamo che è stato preso più come simbolo e come luogo del ricordo, piuttosto che come luogo di eccidio mai del tutto dimostrato.
Ci sono foibe probabilmente con più vittime in altri luoghi.
Smontare il tema dicendo che poiché Basovizza è un “falso storico  “  o non è una foiba ma una cava, non significa smontare quanto c’è stato in altre foibe in altre forme.
Perché quello che emerge (e questo sì per me , normale utente e non “addetto ai lavori”  è una novità) è che  il numero di infoibati ( che ancora non riesco a trovare) è di gran lunga inferiore al numero di persone scomparse e morte nei campi di prigionia.
Ora veniamo agli esodati: esodo non spontaneo e volontario ma forzato: in 24 ore bisognava comunicare a chi si lasciavano i propri beni: il capo famiglia poteva portare con sé 20 mila lire e 5 mila lire per ogni membro del nucleo familiare. Il resto era tutto confiscato: molti che si presentarono a consegnare i propri beni non fecero ritorno nemmeno a casa: in quei giorni sorgevano più o meno spontaneamente  tribunali del popolo più o meno legittimi.
Parliamo ora della popolazione: la popolazione di quelle terre in quegli anni a cavallo delle due guerre aveva visto crescere la presenza di persone di origine italiana (presenza che già c’era anche sotto l’impero austroungarico): presenza che non aveva assunto al rango di invasione, ma chiaramente governata dalla regia del regime fascista.
Aumento delle presenze non sostituzione .
L’8 settembre cambia le carte in tavola  e in Istria avviene ciò che avviene nel resto d’Italia: confusione, spaccature, persone che non sono più fasciste d’improvviso, persone che combattono il regime fascista e si arruolano nelle formazioni partigiane, altre che si arruolano nei ranghi Italo-tedeschi: in mezzo le persone e i nuclei familiari che come spesso avviene sono le reali vittime di queste situazioni.
A guerra che va terminando, si assiste all’aumento della forza bellica delle formazioni partigiane ormai inquadrate più che in Italia in un vero e proprio esercito e la disgregazione delle forze dell’Asse.
L’esercito titino non è fatto da istriani antifascisti locali scappati in montagna.
Non è la popolazione locale a scatenare la reazione verso gli sconfitti.
Anzi, parte della popolazione locale, quella che non si riconosceva nelle istanze titine, ne è vittima essa stessa così come ne vanno di mezzo i partigiani “bianchi” .
Quella di Tito, è una vera e propria rincorsa ad espellere, annientare i suoi nemici e ad annettere più territorio possibile prima ancora che i vincitori si spartissero  le spoglie dei vinti.
La questione del confine giuliano diventa sì quasi questione di confine friulano anche con il consenso più o meno passivo di Togliatti.
Gli obiettivi sono spiegati bene nei quattro punti espresso dal professor Pupo.
Alla considerazione di FD che questo tema viene sollevato per attaccare il comunismo, personalmente dico di no.
Fosse successo ai confini francesi per me sarebbe stato lo stesso: cercare di far emergere quanto è avvenuto, cercare di capire perché.
Come vedi non ho parlato di comunismo in sé, ho parlato di espansionismo nazional-titino.
Certo, poi magari sbaglio, Tito faceva parte di un blocco comunista dal quale poi si smarcò.
Ma non voglio dare giudizi politici come non ne darei se un giorno si volesse parlare della fine che hanno fatto i prigionieri italiani in Russia e volessi confrontare quanto successo a loro rispetto ai prigionieri italiani nei campi di prigionia negli Stati Uniti o in qualsiasi altra nazione fino ad arrivare a coloro che vennero internati e morirono nei campi di concentramento in Germania (il nonno di mia moglie).
Non ne faccio una questione politica, ne faccio una questione di ricordo.
Quindi, per me, tornando al discorso iniziale con il giorno del ricordo, si intende  proprio ricordo di persone che non sono solo state infoibate e con foibe non si intende solo persone gettate ancora vive o moribonde dentro cavità carsiche, ma persone, spesso vittime esse stesse della guerra che o persero  tutti i loro beni o persero la vita e sono state più o meno dimenticate per lunghi decenni.

non discuto le tue motivazioni personali Adler, infatti rispondevo ad altri due utenti con il mio post.
Se vedi la cosa che sottolinei tu (il numero di persone interessate è maggiore di quelle nelle foibe) è esattamente quel che dice anche l'articolo che avevo postato all'inizio e su cui avevamo discusso, che poi ING ha messo in discussione in base agli interessi dello storico autore dell'articolo.

Ho voluto sottolineare la tua confusione tra territorio friulano e territorio carsico/triestino per invitarti ad un approfondimento di quanto successo con l'occupazione delle truppe comuniste Jugoslave di Tito che fu limitata al territorio Triestino. L'intervista a Raoul Pupo pubblicata dal nostro Giorgione chiarisce ogni dubbio.

:sisisi:

continui a non rispondere, chissà come mai
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #102 il: 19 Feb 2021, 10:30 »
La questione del confine giuliano diventa sì quasi questione di confine friulano anche con il consenso più o meno passivo di Togliatti.

A Togliatti, comunque, viene assegnato un potere che, nei fatti, non aveva.
I destini di quelle terre furono il risultato di una serie di situazioni spesso contapposte. Un punto di partenza fondamentale é che la Jugoslavia é stato l'unico paese in europa ed essersi liberato da solo.
A Belgrado non arrivarono né gli americani né i russi. Questo fece di Tito, in sede di trattative di pace, un personaggio singolare, non a caso la sua rottura con il cominform risale al 1947 (vado a memoria). Togliatti a Tito non poteva chiedere neanche di accendergli una sigaretta. Ha ragione Fat Danny quando dice che il dibattito é drogato da necessità politicanti che non sono interessate alle verità storiche ma hanno bisogno di un'equazione impossibile da ottenere.
Risolvere la questione giuliano dalmata in una questione comunisti cattivi che hanno voluto fare la bua agli italiani brava gente é ridicola e, come ha ben ricordato FD, ha come unico effetto quello di alzare un muro.

Offline surg

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7452
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #103 il: 19 Feb 2021, 11:12 »
non discuto le tue motivazioni personali Adler, infatti rispondevo ad altri due utenti con il mio post.
Se vedi la cosa che sottolinei tu (il numero di persone interessate è maggiore di quelle nelle foibe) è esattamente quel che dice anche l'articolo che avevo postato all'inizio e su cui avevamo discusso, che poi ING ha messo in discussione in base agli interessi dello storico autore dell'articolo.

:sisisi:

continui a non rispondere, chissà come mai
A cosa dovrei rispondere?

Offline FatDanny

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39312
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #104 il: 19 Feb 2021, 11:28 »
mi sembra evidente dalla discussione il meta-discorso da cui liberarci se si vuole affrontare pacificamente la discussione nei termini auspicati da Adler Nest.
Vado dritto al punto: siamo d'accordo che con quanto accaduto al confine friulano il comunismo non c'entra assolutamente una mazza?

Secondo me tutto il resto viene dopo, il vero oggetto del contendere nascosto tra le righe sta tutto in questa frase.
Risolto questo, il resto è discesa.

alla domanda che hai eluso aggrappandoti al "friulano"

Offline FatDanny

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39312
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #105 il: 19 Feb 2021, 12:35 »
ma che sia una bella truffa unicamente volta all'anticomunismo è del tutto evidente.

Altrimenti ci sarebbe un giorno della memoria per i 30mila civili uccisi in Etiopia in appena tre giorni.
Oppure un altro per i 40mila uccisi in tre anni (lo stesso periodo delle foibe) in Cirenaica.
E ricordo che queste 40mila persone vennero chiuse in campi che finirono di operare nel 1933.
Vediamo se riusciamo a dare la colpa al nazismo (nemmeno salito al potere) anche per questo.

Fare questi paragoni non significa dire che 5mila valgono meno di 30mila.
Non significa dire che le stragi "sono ben altre".
Ovviamente parliamo di due stragi. Ma se per la prima si istituisce il giorno del ricordo e ci si strappa le vesti per la verità negata dal cattivo PCI e nel secondo caso, con SEI VOLTE il numero di vittime in TRE giorni in un caso e OTTO VOLTE il numero delle vittime in un altro, si riempiono i commenti di se e di ma (andiamo a prendere i topic in cui se ne è discusso) allora appare del tutto evidente l'uso strumentale delle vicende storiche.

come mai non c'è lo stesso interesse per queste vicende storiche, risalenti allo stesso periodo?
Come mai su questo non si costruiscono gruppi di ricerca, documentazione condivisa e via cantando?
Come mai quando si tratta dell'etiopia o della libia le scuse fioccano a dozzine?

Ecco, allora io dico semplicemente che queste vicende andrebbero trattate allo stesso modo.
Con lo stesso rigore e con la stessa attenzione.

O forse per qualcuno 70mila negri non valgono di certo 5mila italiani?
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #106 il: 19 Feb 2021, 13:27 »
L’unica spiegazione che trovo è che a commemorare le vittime sono le vittime stesse.
In Etiopia saranno o dovrebbero essere gli etiopi a farlo.
Forse troppo semplicistica?
Io sui numeri non riesco ad entrare sopratutto nel confronto che porta poi a misurare chi ha il crimine più “lungo”: si rischia di banalizzare, barricandosi su opposte posizioni : campi di concentramento vs lager, stragi vs rappresaglie, azioni vs reazioni.
Non lo so se i tedeschi abbiano istituito un giorno per ricordare le vittime dei bombardamenti alleati, davvero, ma così come si ricordano Hiroshima e Nagasaki, mica si solleva il tema delle atrocità giapponesi perpetrate durante la guerra.
Si parla di ricordare vittime anche o per lo più estranee alla guerra stessa.
Io quel giorno di ricordo lo vivo più come un atto civile di pietà dopo anni di oblio.
Non ci vedo strumentalizzazioni fasciste oggi e nemmeno accuse ai comunisti.
Comunismo e fascismo che oggi sono orientamenti in cui la maggioranza delle persone d’oggi non si identifica nemmeno più.

Offline trax_2400

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19383
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #107 il: 19 Feb 2021, 13:33 »
Non ci vedo strumentalizzazioni fasciste oggi e nemmeno accuse ai comunisti.
Per me questo è l'unico problema invece.
Proprio per il modo in cui è stata posta.
La vicenda viene ricordata con un "giorno del ricordo" in chiara contrapposizione al "giorno della memoria", tra l'altro in giornate vicine.
Come se le foibe facessero da contraltare alla shoah.

Offline FatDanny

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39312
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #108 il: 19 Feb 2021, 13:34 »
L’unica spiegazione che trovo è che a commemorare le vittime sono le vittime stesse.


non mi pare che per la giornata della memoria sulla shoah sia così.

Online geddie

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2383
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #109 il: 19 Feb 2021, 13:42 »
Dei ragazzi etiopi con cui ho avuto occasione di parlare, giovanissimi, parlano di Mussolini come di un macellaio sanguinario. Credo che il ricordo delle atrocita' da noi perpetrate sia più vivo che mai da quelle parti. A scuola, in Italia ai miei tempi, se ne parlava, della guerra in Etiopia, evasivamente. Una conquista inutile tesa a magnifica re il fascismo. Ricordo che sulla storia d'Italia a fumetti, pure lì trattata marginalmente, c'era un accenno all' uso dei gas nervini.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #110 il: 19 Feb 2021, 14:05 »
Dei ragazzi etiopi con cui ho avuto occasione di parlare, giovanissimi, parlano di Mussolini come di un macellaio sanguinario. Credo che il ricordo delle atrocita' da noi perpetrate sia più vivo che mai da quelle parti. A scuola, in Italia ai miei tempi, se ne parlava, della guerra in Etiopia, evasivamente. Una conquista inutile tesa a magnifica re il fascismo. Ricordo che sulla storia d'Italia a fumetti, pure lì trattata marginalmente, c'era un accenno all' uso dei gas nervini.

E l'oblio calato su quelle vicende non ė neanche lontanamente paragonabile a quello "sbandierato" relativo alle foibe , basti pensare che i documenti filmati esistenti, targati BBC ad esempio, in Italia non sono mai passati se non forse un paio di volte in orari improponibili

Offline Gio

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10060
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #111 il: 19 Feb 2021, 14:23 »
L’unica spiegazione che trovo è che a commemorare le vittime sono le vittime stesse.
In Etiopia saranno o dovrebbero essere gli etiopi a farlo.
Forse troppo semplicistica?
Io sui numeri non riesco ad entrare sopratutto nel confronto che porta poi a misurare chi ha il crimine più “lungo”: si rischia di banalizzare, barricandosi su opposte posizioni : campi di concentramento vs lager, stragi vs rappresaglie, azioni vs reazioni.
Non lo so se i tedeschi abbiano istituito un giorno per ricordare le vittime dei bombardamenti alleati, davvero, ma così come si ricordano Hiroshima e Nagasaki, mica si solleva il tema delle atrocità giapponesi perpetrate durante la guerra.
Si parla di ricordare vittime anche o per lo più estranee alla guerra stessa.
Io quel giorno di ricordo lo vivo più come un atto civile di pietà dopo anni di oblio.
Non ci vedo strumentalizzazioni fasciste oggi e nemmeno accuse ai comunisti.
Comunismo e fascismo che oggi sono orientamenti in cui la maggioranza delle persone d’oggi non si identifica nemmeno più.
Tra l'altro, curiosamente, è oggi (in Etiopia).

Per me, su questo tema, come su altri, non è possibile trovare un punto di incontro.
Sono diverse le sensibilità.
Mio nonno, militare e partigiano bianco che ha combattuto contro i fascisti e i nazisti nel basso Lazio, se lo accomunavi alla resistenza rossa, si incazzava a morte e diceva: "Io sono un soldato ed un combattente, non un assassino". Credo che un partigiano rosso non la pensi così e che punto di incontro vuoi trovare su questo? Che verità storica, quando allo stesso evento danno un significato diverso pure due persone che lo stanno vivendo? Probabilmente, esistono molte verità ed una sintesi tra tutte non è possibile.
Io, personalmente, non ho bisogno delle foibe o del giorno della memoria per confermare le mie idee e, quindi, il dibattito non mi appassiona più di tanto. Per me, non aggiunge (o toglie) molto al resto.
Per me, sarebbe già un successo se ognuno si limitasse a riconoscere i propri torti e a provare a comprendere le posizioni dell'altro, pur non condividendole.

Offline pan

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4586
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #112 il: 19 Feb 2021, 14:24 »
A scuola, in Italia ai miei tempi, se ne parlava, della guerra in Etiopia, evasivamente. Una conquista inutile tesa a magnifica re il fascismo. Ricordo che sulla storia d'Italia a fumetti, pure lì trattata marginalmente, c'era un accenno all' uso dei gas nervini.

è vero, correlazione esatta. se si arrivava a quella parte si parlava di generico colonialismo italiano, in una maniera blanda, quasi fosse stata una cosa diversa dalle altre invasioni di popoli della storia.

Offline carib

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30424
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #113 il: 19 Feb 2021, 14:41 »
E l'oblio calato su quelle vicende non ė neanche lontanamente paragonabile a quello "sbandierato" relativo alle foibe , basti pensare che i documenti filmati esistenti, targati BBC ad esempio, in Italia non sono mai passati se non forse un paio di volte in orari improponibili


Basterebbe forse ricordare la storia del film "Il leone del deserto"

Offline FatDanny

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39312
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #114 il: 19 Feb 2021, 14:43 »
Tra l'altro, curiosamente, è oggi (in Etiopia).

Per me, su questo tema, come su altri, non è possibile trovare un punto di incontro.
Sono diverse le sensibilità.
Mio nonno, militare e partigiano bianco che ha combattuto contro i fascisti e i nazisti nel basso Lazio, se lo accomunavi alla resistenza rossa, si incazzava a morte e diceva: "Io sono un soldato ed un combattente, non un assassino". Credo che un partigiano rosso non la pensi così e che punto di incontro vuoi trovare su questo? Che verità storica, quando allo stesso evento danno un significato diverso pure due persone che lo stanno vivendo? Probabilmente, esistono molte verità ed una sintesi tra tutte non è possibile.
Io, personalmente, non ho bisogno delle foibe o del giorno della memoria per confermare le mie idee e, quindi, il dibattito non mi appassiona più di tanto. Per me, non aggiunge (o toglie) molto al resto.
Per me, sarebbe già un successo se ognuno si limitasse a riconoscere i propri torti e a provare a comprendere le posizioni dell'altro, pur non condividendole.

e questa è la tanto discussa differenza tra storia e memoria.
La memoria non può che avere un carattere soggettivo.
La storia invece si ferma all'ambito dei fatti, della loro contestualizzazione, della distinzione nelle differenze e comparazione delle assonanze.

il problema risiede solo nella misura in cui con le vicende delle foibe non si voglia far questo.
Se invece si vuole far questo non ci vedo alcun problema, anzi ci ho aperto un topic.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #115 il: 19 Feb 2021, 14:49 »
Pan, Geddie, così si sposta il mirino.
Vogliamo aprire un topic sulle atrocità commesse dagli italiani in giro per il mondo? Facciamolo. Chi Le nega?

Cosa c’entrano però con  il tema oggetto del topic?

Offline Gio

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10060
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #116 il: 19 Feb 2021, 15:00 »
e questa è la tanto discussa differenza tra storia e memoria.
La memoria non può che avere un carattere soggettivo.
La storia invece si ferma all'ambito dei fatti, della loro contestualizzazione, della distinzione nelle differenze e comparazione delle assonanze.

il problema risiede solo nella misura in cui con le vicende delle foibe non si voglia far questo.
Se invece si vuole far questo non ci vedo alcun problema, anzi ci ho aperto un topic.
Pure se lo volessi fare, l'analisi dei fatti risente delle posizioni soggettive di ognuno. Questo topic ne è una dimostrazione (così come il dibattito in generale e quello tra storici). Comunque nulla di male. Solo per dire che, per me, non si arriverà mai ad una posizione condivisa.

Offline Sonni Boi

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16452
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #117 il: 19 Feb 2021, 15:14 »
Ma infatti la storia è storia, non ha alcun bisogno di raggiungere alcuna posizione condivisa.

Pensa che nemmeno la shoah è condivisa, visto quanti negazionisti ci sono in giro. Per non parlare della dittatura fascista.

Ciò non toglie che la verità storica esista, e sta lì per chiunque voglia farci i conti.

Online geddie

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2383
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #118 il: 19 Feb 2021, 15:32 »
Pan, Geddie, così si sposta il mirino.
Vogliamo aprire un topic sulle atrocità commesse dagli italiani in giro per il mondo? Facciamolo. Chi Le nega?

Cosa c’entrano però con  il tema oggetto del topic?
Capirlo l'oggetto del topic. Il mio post era riferito al tuo comunque. Giustamente dicevi che ogni nazione ha il suo giorno della memoria, per ricordare le vittime di qualche atrocita' commessa da un altra nazione. E' giusto così, nulla da eccepire. Le vittime delle foibe, gli esuli e' giusto vengano ricordati. Che la ricostruzione nell'occasione sia retorica e strumentale lo trovo inevitabile.

Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #119 il: 19 Feb 2021, 15:38 »
Pan, Geddie, così si sposta il mirino.
Vogliamo aprire un topic sulle atrocità commesse dagli italiani in giro per il mondo? Facciamolo. Chi Le nega?

Cosa c’entrano però con  il tema oggetto del topic?

Io credo che c'entrino eccome, anzi non vedo proprio come puoi scollegare le atrocità commesse in Jugoslavia con la reazione violenta esplosa successivamente ... Mi pare una decontestualizzazione che falsa totalmente la lettura della storia di quegli anni, e ci metto pure Mattarella che in questo ha responsabilità gravi
 

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