Non ci sono dubbi in base a cosa? Quando gli eserciti di occupazione se ne sono battuti in ritirata la popolazione locale ha fatto vendetta e l' ha fatta pure in maniera moderata rispetto ad altre situazioni simili, visto che parliamo di un fenomeno marginale.
Non credo sia stata fatta dalla popolazione locale, ma dalle squadre di Tito contro una popolazione che abitava lì: ci sono andati di mezzo fascisti e non ; persone non considerate comuniste.
In quelle terre, ancora negli anni 70 si parlava dialetto veneto, di nascosto, tra qualche vecchio il cui cognome era stato cambiato.
Ridurre il tutto a fenomeno marginale , metterlo sempre in confronto ad altri eccidi, non ha senso.
Basterebbe accettare che sia avvenuto.
E se non si vuole comprenderlo, rispettare la memoria di quelle persone che persero tutto fino alla vita.
Poi si riparte con il si ma allora gli eccidi italiani, si ma allora l’invasione della Grecia e dell’Albania...
È esistita una reazione violenta a fine guerra che non ha pari su quanto avvenuto sul fronte occidentale : gli stessi italiani che hanno invaso la Francia... avranno commesso anche lì crimini, giusto?! Ma finita la guerra non c’è stata questa sete di vendetta.
Era chiaro il disegno titino di allora ed era chiaro che andava bene a tutti il silenzio.
Urlarlo allora era come spargere una voce sola nello spazio.
Parlate di Almirante: anche l’avesse rivendicato, che credibilità avrebbe avuto? Di parte, come minimo.
Che sia stato taciuto faceva comodo all’Italia di allora che voleva rifarsi una verginità, essere considerata al tavolo dei vincitori, faceva comodo agli Alleati tenersi buono un cuscinetto tra l’Occidente e i Russi.
Faceva comodo dimenticare e considerare quegli esuli dei “nemici” o degli appestati: l’episodio della stazione di Bologna è esemplificativo. Un po’ quello che successe , come trattamento , ai reduci sopravvissuti alla campagna di Russia mal loro ritorno.
Quindi, per me, che provo a leggere fonti diverse prima di farmi una opinione e ringrazio FD per tutta la bibliografia allegata, mi va bene tutto.
Giusto cacciarli (tanto si era in una fase storica di esodi più o meno forzati....)
Giusto ammazzarli (tanto sempre meno delle atrocità commesse durante la guerra da chi ha perso la guerra).
Giusto non dessero fastidio con rivendicazioni in un periodo in cui l’Italia si barcamenava tra una fragile democrazia occidentale e la tentazione comunista.
Giusto riconoscere adesso o da dieci anni a questa parte che una violenza che ha portato dolore si è abbattuta su una parte di italiani e di famiglie che vivevano quelle terre non da invasori, ma in armonia.
Focalizziamoci su questo, non confrontando, misurando e deviando su colpe di altri commesse perché si diluisce il tutto.
Un po’ come se a fronte di voler trattare il tema delle atrocità naziste sul nostro territorio, uno dicesse: “si ma le marocchinate, si ma Togliatti ha “dimenticato” 70 mila prigionieri italiani in Russia....
Tutto questo nel continuo confronto non ha senso.
La violenza non ha patria.
In guerra non è giustificabile, ma è capibile, a guerra ferma, a sangue freddo meno.