Le Foibe: una discussione vera e accurata

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #80 il: 18 Feb 2021, 15:51 »
ma quali slogan? non c'è nessuna fonte storica seria che conferma questo massacro immaginario

Quindi corrente minoritaria è un giudizio. Mah, forse, ma ha una oggettività almeno in termini puramente quantitativi.

"Serio", invece, cos'è?

Offline carib

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #81 il: 18 Feb 2021, 16:01 »
Il fatto che il memoriale di Basovizza sia definito foiba senza che nessuno sia stato mai infoibato a Basovizza (anche perché non è una foiba ma un pozzo minerario abbandonato), dovrebbe quanto meno suggerire ai meno ideologici che c'è qualcosa che non torna nella narrazione di chi ha voluto istituire un Giorno del ricordo due settimane dopo il Giorno della memoria. A proposito di chi nega cosa.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #82 il: 18 Feb 2021, 16:07 »
Leggetevi il documento del link che vi ho postato per cortesia.
Mi sembra quanto di più possibile oggettivo visto l’enorme numero di fonti e citazioni.
Trovate un po’ di tempo per cercare di risalire ad una ricostruzione il più distaccata e obiettiva possibile.
Grazie
Poi ne riparliamo.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #83 il: 18 Feb 2021, 17:50 »
Mah, opinioni eh. Io non credo sia la realtà, ma la tua realtà. E, anche qui, "maggior parte" non mi piace proprio. Al solito, le collateralità non ci interessano.

Mah, opinioni eh. Io non credo sia la realtà, ma la tua realtà. E, anche qui, "maggior parte" non mi piace proprio. Al solito, le collateralità non ci interessano.

No no, non sono opinioni, e' la realta', una realta' che ha fatto, ad esempio, della foiba di Bassoviza un monumento nazionale a una "sorta di genocidio", dove si parla di centinaia di morti e/o le centinaia di "metri cubi di cadaveri" quando dalle ricerche "vere" effettuate dagli alleati sono state estratte meno di una decina di cadaveri che non fossero soldati nazisti uccisi in battaglia e gettati li dentro; numeri gonfiati ad arte perché, perche servivano per passare da assassini a vittime. Questo non significa ASSOLUTAMENTE che pochi morti, se innocenti, non debbano essere rispettati e onorati, tutt'altro, significa che la storia va raccontata con onesta', rigore e non usando i cadaveri per la politica piu' becera e meschina o peggio ancora per qualche puntata ad effetto su RAI1.

La maggior parte non ti piace ma e' quello che risulta in relazione alle persone infoibate, FD a inizio topic ha inserito dei link, capisco che erano obbiettivamente troppi e impossibili da guardare tutti, ma almeno lo sforzo di dare un'occhiata andrebbe fatto, altrimenti e' inutile parlare di "discussione vera e accurata" c'e' già bruno vespa per le chiacchiere

Online FatDanny

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #84 il: 18 Feb 2021, 19:45 »
mi sembra evidente dalla discussione il meta-discorso da cui liberarci se si vuole affrontare pacificamente la discussione nei termini auspicati da Adler Nest.
Vado dritto al punto: siamo d'accordo che con quanto accaduto al confine friulano il comunismo non c'entra assolutamente una mazza?

Secondo me tutto il resto viene dopo, il vero oggetto del contendere nascosto tra le righe sta tutto in questa frase.
Risolto questo, il resto è discesa.

Offline carib

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #85 il: 18 Feb 2021, 21:16 »
Io non sono - né mai sono stato - comunista ma sono d'accordo

Offline surg

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #86 il: 18 Feb 2021, 21:51 »
mi sembra evidente dalla discussione il meta-discorso da cui liberarci se si vuole affrontare pacificamente la discussione nei termini auspicati da Adler Nest.
Vado dritto al punto: siamo d'accordo che con quanto accaduto al confine friulano il comunismo non 'entra assolutamente una mazza?

Secondo me tutto il resto viene dopo, il vero oggetto del contendere nascosto tra le righe sta tutto in questa frase.
Risolto questo, il resto è discesa.
Non capisco a cosa ti riferisci parlando di confine friulano, che in realtà non ha nulla a che fare con il Carso, Trieste e l'Istria, luoghi delle cavità  dove sono state individuate le vittime delle stragi del '45.
Comunque se vuoi discutere del confine  friulano (province di Udine e Gorizia)  dobbiamo iniziare dell'eccidio delle Malghe di Forzus, perpetrato  nel '45 dai partigiani comunisti.
Le foibe riguardano Trieste, il Carso, l'Istria e si tratta di tuttaltra storia

Online FatDanny

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #87 il: 18 Feb 2021, 22:05 »
surg evita le supercazzole per favore, perché non sono fesso.
Per altro mi sembra di essere sempre molto accurato nei miei post, quella era una forma retorica per dire sinteticamente "fenomeno foibe", ma capisco che tu voglia aggirare la domanda per cattiva coscienza.
Perché a te delle foibe, se eliminiamo la possibilità di dire che anche i comunisti sono assassini, te ne fotte cazzi. E come te il 99.9999999% di chi scassa la minchia pretestuosamente su sta storia. Questo è il punto.


Mentre invece se rimuoviamo questa contesa che viaggia palesemente sotto traccia in TUTTE le discussioni in merito vedi che ogni tensione si scioglie.
Anche perché chi lo utilizza strumentalmente smette di essere interessato, chi deve difendere il comunismo pure e restano quelli effettivamente interessati a capire cosa è successo.

Che poi spuntare la questione è semplicemente un'operazione di verità storica.
perché l'ideologia comunista con le foibe non c'entra veramente un cazzo.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #88 il: 18 Feb 2021, 22:15 »
“Le polemiche sulle foibe? Temo sia un prezzo inevitabile da pagare. In generale, la storia del confine orientale ha subito un fortissimo uso pubblico: fin dagli inizi, quando la questione di Trieste negli anni ’50 era ancora aperta, e poi anche dopo la sua ripresa, alla fine della guerra fredda. Uno scontro che si riproporrà ad ogni celebrazione mi sa. L’importante è non ridurlo a questo, perché questo è esattamente il gioco degli estremisti, di tutte e due le parti: tornare alle letture dei fatti che si facevano negli anni ’50, imperniate sulla contrapposizione fascismo/comunismo e che non consentivano di capire quello che era successo. Fa male che questi episodi oscurino tutti gli sforzi compiuti da tanti in questi anni, anche dalle istituzioni”. Raoul Pupo, professore di Storia contemporanea all’Università di Trieste, uno dei massimi conoscitori del fenomeno delle foibe e dell’esodo, commenta così lo scontro tra la Lega e l’Anpi dopo che l’associazione dei partigiani di Parma ha deciso di partecipare il prossimo 10 febbraio, Giorno del Ricordo, a un convegno dal titolo “Foibe e Fascismo”.

Professore, perché le foibe sono ancora un tema così divisivo ed è così complicato ancora oggi celebrare senza polemiche il Giorno del Ricordo?
"Complicato lo è sempre stato perché è la storia che è complicata. Non c’è niente di particolarmente nuovo quest’anno rispetto agli anni scorsi. Ma rispetto alla grande mole di celebrazioni, di interventi, di dibattiti e di percorsi che si fanno sul Giorno del Ricordo, questi sono episodi marginali. Diciamo che c’è una certa sovraesposizione mediatica di questi pochi episodi rispetto alla gran massa di iniziative per la memoria. Ci sono alcuni gruppi, estremamente ristretti, che hanno una posizione abbastanza particolare sul tema delle foibe e che sanno che le loro posizioni suscitano sensazioni".

C’è uno schieramento anche da parte degli storici su questo argomento?
"Sì, c’è stato, ma parliamo ormai di vent’anni fa. La storiografia di sinistra e quella ufficiale jugoslava non facevano altro che ripetere quelle che erano state le tesi propagandistiche delle parti slave e cioè che le foibe, intese come stragi, o non c’erano state oppure erano state soltanto un fenomeno marginale. Poi però questo è cambiato. La storiografia ormai queste posizioni le ha abbandonate negli anni ‘90 del secolo scorso".

C’è chi ha detto che l’Anpi partecipando a quel convegno sostiene tesi negazioniste. Si può parlare di negazionismo?
"Partiamo da un concetto. Il negazionismo è una valutazione negativa pregiudiziale rispetto alle prove. Si applica un metodo iper critico a ogni fonte per distruggere l’oggetto dell’analisi. Ci sono atteggiamenti negazionisti quando ci si rifiuta di vedere che dietro le stragi c’era un progetto politico. E noi, invece, abbiamo le fonti che parlano che dietro tutto ciò ci fu un progetto politico. Un progetto di eliminazione dei cosiddetti nemici del popolo, che era molto chiaro".

Ma tra gli interventi della manifestazione di Parma al centro delle polemiche ce n’è uno che si intitola: “Foiba di Basovizza, un falso storico”.
"Questi sedicenti storici usano molte frasi ad effetto. Dietro le frasi ad effetto, che sono fatte per provocare, c’è una realtà complicata. Noi sappiamo abbastanza bene quello che è successo a Basovizza perché abbiamo molte testimonianze. Che sono attendibili e che parlano di una strage, cioè dell’uccisione di alcune centinaia di persone. Non abbiamo, però, l’evidenza dei corpi del delitto, perché i recuperi sono sempre falliti. E quindi questo lascia evidentemente qualche problema. E’ molto probabile che la certezza assoluta non si potrà avere. Di solito, però, chi pronuncia queste frasi ad effetto si riferisce a un altro fatto: e cioè a quella che è stata la versione più diffusa su Basovizza. All’epoca dei tentati recuperi, infatti, c’è stato un giornalista che ha fatto questo calcolo, piuttosto ingegnoso: “sappiamo quant’è la profondità del pozzo, sappiamo quant’è la massa di detriti che c’è dentro, calcoliamo quanti corpi ci potrebbero essere”, ed è arrivato a una stima, non so se attendibile o meno, di 1500 corpi. Però non vuol dire che ci siano, vuol dire che ci potrebbero stare fino a 1500 corpi. Poi, nella vulgata un po’ propagandistica, questi si sono trasformati nei 1500 infoibati di Basovizza. Quindi se questi storici si riferiscono a questo, hanno perfettamente ragione. Di solito, però, partono da questo ragionamento per dire: allora non è successo nulla, perché non c’è l’evidenza dei corpi. E’ questo il salto negazionista".

Uno degli altri interventi critici si riferisce al film su Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana infoibata nel ’43.
"Io non l’ho ancora visto. Ho sentito le polemiche che lo stanno accompagnando ma lo guarderò l’8 febbraio in tv".

Sul film pochi giorni fa anche la polemica tra Fratelli d’Italia e gli esuli. Perché questa corsa da parte della destra, o dell’estrema destra, a mettere il cappello sulle foibe?
"C’è sempre stata fin da quando il fenomeno si è prodotto. Tentano di dare una lettura estremista di tutto quello che è accaduto. La cosa che mi rende più perplesso è che in realtà quello che è accaduto in quegli anni non ha riguardato solo i fascisti, ma una massa di persone molto ampia: è stata una tragedia della popolazione italiana. Questi sono tentativi di cattura politica di una tragedia che in realtà è stata di tutti".

Ecco, che cosa sono state le foibe?
"Sono state delle stragi compiute a due riprese, nell’autunno del ’43 e nella primavera del ’45, da parte di organi del movimento di liberazione e poi dello stato jugoslavo, che avevano come loro obiettivo quelli che loro consideravano nemici del popolo. Una categoria molto flessibile in cui nell’autunno del ’43 rientrava un segmento di classe dirigente italiana – alcune centinaia di vittime – mentre nel ’45 la questione si fece più complicata, vista l’esistenza di almeno tre obiettivi: uno punitivo, nei confronti di chiunque era sospettato di crimini contro il movimento di liberazione; uno epurativo, per mettere fuorigioco gli elementi più pericolosi che potevano opporsi all’annessione alla Jugoslavia (e qui dentro c’erano anche gli antifascisti italiani, compresi i membri del Cln); e un terzo obiettivo intimidatorio, nei confronti di tutta la popolazione affinché non si opponesse a quello che stava succedendo. Quando parliamo di foibe in quanto stragi, ricordiamoci che la maggior parte delle vittime non sono finite nelle cavità carsiche ma sono morte in prigionia o scomparse chissà dove. Foibe è quindi un termine sintetico”. 
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #89 il: 18 Feb 2021, 22:16 »
No no, non sono opinioni, e' la realta', una realta' che ha fatto, ad esempio, della foiba di Bassoviza un monumento nazionale a una "sorta di genocidio", dove si parla di centinaia di morti e/o le centinaia di "metri cubi di cadaveri" quando dalle ricerche "vere" effettuate dagli alleati sono state estratte meno di una decina di cadaveri che non fossero soldati nazisti uccisi in battaglia e gettati li dentro; numeri gonfiati ad arte perché, perche servivano per passare da assassini a vittime. Questo non significa ASSOLUTAMENTE che pochi morti, se innocenti, non debbano essere rispettati e onorati, tutt'altro, significa che la storia va raccontata con onesta', rigore e non usando i cadaveri per la politica piu' becera e meschina o peggio ancora per qualche puntata ad effetto su RAI1.

La maggior parte non ti piace ma e' quello che risulta in relazione alle persone infoibate, FD a inizio topic ha inserito dei link, capisco che erano obbiettivamente troppi e impossibili da guardare tutti, ma almeno lo sforzo di dare un'occhiata andrebbe fatto, altrimenti e' inutile parlare di "discussione vera e accurata" c'e' già bruno vespa per le chiacchiere

Pablo, ciao!
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #90 il: 18 Feb 2021, 22:23 »
surg evita le supercazzole per favore, perché non sono fesso.
Per altro mi sembra di essere sempre molto accurato nei miei post, quella era una forma retorica per dire sinteticamente "fenomeno foibe", ma capisco che tu voglia aggirare la domanda per cattiva coscienza.
Perché a te delle foibe, se eliminiamo la possibilità di dire che anche i comunisti sono assassini, te ne fotte cazzi. E come te il 99.9999999% di chi scassa la minchia pretestuosamente su sta storia. Questo è il punto.


Mentre invece se rimuoviamo questa contesa che viaggia palesemente sotto traccia in TUTTE le discussioni in merito vedi che ogni tensione si scioglie.
Anche perché chi lo utilizza strumentalmente smette di essere interessato, chi deve difendere il comunismo pure e restano quelli effettivamente interessati a capire cosa è successo.

Che poi spuntare la questione è semplicemente un'operazione di verità storica.
perché l'ideologia comunista con le foibe non c'entra veramente un cazzo.

Questo mi interessa. Il comunismo nazionalista e panslavo di Tito non c’entra? Me lo argomenti meglio, per favore, perché sul piano della cronaca non sembra così.

Offline orchetto

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #91 il: 18 Feb 2021, 22:38 »
Opposti estremismi e negazionismo*, bel mischione. Come dicevo ci sono interessi specifici dello Stato Italiano,  in quanto l'argomento foibe è funzionale alla riscrittura della storia da consegnare ai posteri, dove la sinistra marxista è brutta e cattiva, ma allo stesso tempo lo Stato Italiano deve pulirsi la coscienza del passato dalle porcheria che ha commesso. E come sempre il fascismo è l'utile servo.

*a mio avviso, se la sinistra non è in grado, a livello di coscienza di massa,  di tenere il termine negazionista ben ancorato al solo significato di revisionismo di matrice neonazifascista dell'olocausto, forse è il caso che ci si interroghi sul suo uso, visto che oramai ognuno usa il termine a proprio piacimento,

Online FatDanny

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #92 il: 18 Feb 2021, 22:41 »
“Le polemiche sulle foibe? Temo sia un prezzo inevitabile da pagare. In generale, la storia del confine orientale ha subito un fortissimo uso pubblico: fin dagli inizi, quando la questione di Trieste negli anni ’50 era ancora aperta, e poi anche dopo la sua ripresa, alla fine della guerra fredda. Uno scontro che si riproporrà ad ogni celebrazione mi sa. L’importante è non ridurlo a questo, perché questo è esattamente il gioco degli estremisti, di tutte e due le parti: tornare alle letture dei fatti che si facevano negli anni ’50, imperniate sulla contrapposizione fascismo/comunismo e che non consentivano di capire quello che era successo. Fa male che questi episodi oscurino tutti gli sforzi compiuti da tanti in questi anni, anche dalle istituzioni”. Raoul Pupo, professore di Storia contemporanea all’Università di Trieste, uno dei massimi conoscitori del fenomeno delle foibe e dell’esodo, commenta così lo scontro tra la Lega e l’Anpi dopo che l’associazione dei partigiani di Parma ha deciso di partecipare il prossimo 10 febbraio, Giorno del Ricordo, a un convegno dal titolo “Foibe e Fascismo”.

Professore, perché le foibe sono ancora un tema così divisivo ed è così complicato ancora oggi celebrare senza polemiche il Giorno del Ricordo?
"Complicato lo è sempre stato perché è la storia che è complicata. Non c’è niente di particolarmente nuovo quest’anno rispetto agli anni scorsi. Ma rispetto alla grande mole di celebrazioni, di interventi, di dibattiti e di percorsi che si fanno sul Giorno del Ricordo, questi sono episodi marginali. Diciamo che c’è una certa sovraesposizione mediatica di questi pochi episodi rispetto alla gran massa di iniziative per la memoria. Ci sono alcuni gruppi, estremamente ristretti, che hanno una posizione abbastanza particolare sul tema delle foibe e che sanno che le loro posizioni suscitano sensazioni".

C’è uno schieramento anche da parte degli storici su questo argomento?
"Sì, c’è stato, ma parliamo ormai di vent’anni fa. La storiografia di sinistra e quella ufficiale jugoslava non facevano altro che ripetere quelle che erano state le tesi propagandistiche delle parti slave e cioè che le foibe, intese come stragi, o non c’erano state oppure erano state soltanto un fenomeno marginale. Poi però questo è cambiato. La storiografia ormai queste posizioni le ha abbandonate negli anni ‘90 del secolo scorso".

C’è chi ha detto che l’Anpi partecipando a quel convegno sostiene tesi negazioniste. Si può parlare di negazionismo?
"Partiamo da un concetto. Il negazionismo è una valutazione negativa pregiudiziale rispetto alle prove. Si applica un metodo iper critico a ogni fonte per distruggere l’oggetto dell’analisi. Ci sono atteggiamenti negazionisti quando ci si rifiuta di vedere che dietro le stragi c’era un progetto politico. E noi, invece, abbiamo le fonti che parlano che dietro tutto ciò ci fu un progetto politico. Un progetto di eliminazione dei cosiddetti nemici del popolo, che era molto chiaro".

Ma tra gli interventi della manifestazione di Parma al centro delle polemiche ce n’è uno che si intitola: “Foiba di Basovizza, un falso storico”.
"Questi sedicenti storici usano molte frasi ad effetto. Dietro le frasi ad effetto, che sono fatte per provocare, c’è una realtà complicata. Noi sappiamo abbastanza bene quello che è successo a Basovizza perché abbiamo molte testimonianze. Che sono attendibili e che parlano di una strage, cioè dell’uccisione di alcune centinaia di persone. Non abbiamo, però, l’evidenza dei corpi del delitto, perché i recuperi sono sempre falliti. E quindi questo lascia evidentemente qualche problema. E’ molto probabile che la certezza assoluta non si potrà avere. Di solito, però, chi pronuncia queste frasi ad effetto si riferisce a un altro fatto: e cioè a quella che è stata la versione più diffusa su Basovizza. All’epoca dei tentati recuperi, infatti, c’è stato un giornalista che ha fatto questo calcolo, piuttosto ingegnoso: “sappiamo quant’è la profondità del pozzo, sappiamo quant’è la massa di detriti che c’è dentro, calcoliamo quanti corpi ci potrebbero essere”, ed è arrivato a una stima, non so se attendibile o meno, di 1500 corpi. Però non vuol dire che ci siano, vuol dire che ci potrebbero stare fino a 1500 corpi. Poi, nella vulgata un po’ propagandistica, questi si sono trasformati nei 1500 infoibati di Basovizza. Quindi se questi storici si riferiscono a questo, hanno perfettamente ragione. Di solito, però, partono da questo ragionamento per dire: allora non è successo nulla, perché non c’è l’evidenza dei corpi. E’ questo il salto negazionista".

Uno degli altri interventi critici si riferisce al film su Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana infoibata nel ’43.
"Io non l’ho ancora visto. Ho sentito le polemiche che lo stanno accompagnando ma lo guarderò l’8 febbraio in tv".

Sul film pochi giorni fa anche la polemica tra Fratelli d’Italia e gli esuli. Perché questa corsa da parte della destra, o dell’estrema destra, a mettere il cappello sulle foibe?
"C’è sempre stata fin da quando il fenomeno si è prodotto. Tentano di dare una lettura estremista di tutto quello che è accaduto. La cosa che mi rende più perplesso è che in realtà quello che è accaduto in quegli anni non ha riguardato solo i fascisti, ma una massa di persone molto ampia: è stata una tragedia della popolazione italiana. Questi sono tentativi di cattura politica di una tragedia che in realtà è stata di tutti".

Ecco, che cosa sono state le foibe?
"Sono state delle stragi compiute a due riprese, nell’autunno del ’43 e nella primavera del ’45, da parte di organi del movimento di liberazione e poi dello stato jugoslavo, che avevano come loro obiettivo quelli che loro consideravano nemici del popolo. Una categoria molto flessibile in cui nell’autunno del ’43 rientrava un segmento di classe dirigente italiana – alcune centinaia di vittime – mentre nel ’45 la questione si fece più complicata, vista l’esistenza di almeno tre obiettivi: uno punitivo, nei confronti di chiunque era sospettato di crimini contro il movimento di liberazione; uno epurativo, per mettere fuorigioco gli elementi più pericolosi che potevano opporsi all’annessione alla Jugoslavia (e qui dentro c’erano anche gli antifascisti italiani, compresi i membri del Cln); e un terzo obiettivo intimidatorio, nei confronti di tutta la popolazione affinché non si opponesse a quello che stava succedendo. Quando parliamo di foibe in quanto stragi, ricordiamoci che la maggior parte delle vittime non sono finite nelle cavità carsiche ma sono morte in prigionia o scomparse chissà dove. Foibe è quindi un termine sintetico”. 

E' lo stesso Pupo accusato di negazionismo dai consiglieri friulani di Forza Italia e Lega?
Mi sembra di si.
Il punto è proprio questo e l'accusa rivolta a colui che ha inventato la categoria di "negazionisti delle foibe" palesa quale sia il problema.
Non la negazione del fenomeno o delle vittime o dell'esodo. Ma il ricondurre il tutto ad un perimetro di realtà storica che è stato ampiamente superato. Ma di brutto pure eh.
Chi nega che al confine orientale ci sia stata una repressione politica che ha causato qualche migliaio di vittime nega una realtà storica.
Chi contesta le buffonate che vengono annesse a questa realtà storica non sta negando i fatti, sta negando ricostruzioni fantasiose.

Questo mi interessa. Il comunismo nazionalista e panslavo di Tito non c’entra? Me lo argomenti meglio, per favore, perché sul piano della cronaca non sembra così.

Ti sembra l'unico caso di rappresaglia politica al confine alla fine di una guerra, nel momento in cui questi confini vengono ridefiniti? A me non pare, anzi mi sembra anche di entità modesta rispetto ad altri.
Ecco a che serve il paragone: non a minimizzare il dramma delle vittime, ma a capire se ci troviamo di fronte un'eccezionalità storica, un fenomeno peculiare di cui capire cosa ha prodotto tale peculiarità o un fenomeno comune.
In secondo luogo, ti sembra in qualche modo legato con la socializzazione dei mezzi di produzione, sia nella sua versione statale quanto nella sua versione collettivista? Nemmeno questo.

Allora SE il fenomeno è un fenomeno comune sul finire degli eventi bellici e se è trasversale ai regimi politici che l'hanno attuato EVIDENTEMENTE il comunismo c'entra come i cavoli a merenda.
Posso già capire se me lo leghi al nazionalismo, alla rappresaglia sul nemico sconfitto quindi ai fenomeni bellici, ma veramente legarlo al comunismo è una roba di una capziosità talmente evidente che fa terra bruciata di qualsiasi argomento di merito.
Palesa in modo talmente chiaro il vero fine della discussione che non solo questa si svilisce, ma è naturale provocare nell'interlocutore l'alzata di un muro analogo a quello tirato su a Berlino.

Sarebbe come dire, così pure i nazi so' contenti, che il bombardamento di Londra o, meglio ancora, l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema dimostra la barbarie del pensiero nazista.
Ma manco per idea. Quest'ultimo è un crimine di guerra, come ne hanno fatti eserciti di paesi comunisti, liberali, monarchici e forse pure qualche guardia svizzera.
E' la guerra a portare con sé questa merda.
Altra cosa è invece la soluzione finale, un genocidio che non ha nulla a che vedere con le consuetudini, anche le peggiori, in tempo di guerra. Il genocidio dimostra la barbarie nazista, un crimine di guerra dimostra la barbarie della guerra stessa.

Con una piccola e fondamentale differenza: Sant'Anna dimostra la barbarie di un esercito occupante (il cui carattere nazista è, nello specifico, poco rilevante). I fatti oggetto di questa discussione riguardano zone contese, che hanno dinamiche profondamente differenti.
Che in un approccio rigoroso vanno considerate. Non per giustificare i massacri, ma perché studiare significa esattamente saper far questo: saper distinguere.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #93 il: 18 Feb 2021, 23:33 »
E' lo stesso Pupo accusato di negazionismo dai consiglieri friulani di Forza Italia e Lega?
Mi sembra di si.
Il punto è proprio questo e l'accusa rivolta a colui che ha inventato la categoria di "negazionisti delle foibe" palesa quale sia il problema.
Non la negazione del fenomeno o delle vittime o dell'esodo. Ma il ricondurre il tutto ad un perimetro di realtà storica che è stato ampiamente superato. Ma di brutto pure eh.
Chi nega che al confine orientale ci sia stata una repressione politica che ha causato qualche migliaio di vittime nega una realtà storica.
Chi contesta le buffonate che vengono annesse a questa realtà storica non sta negando i fatti, sta negando ricostruzioni fantasiose.

Ti sembra l'unico caso di rappresaglia politica al confine alla fine di una guerra, nel momento in cui questi confini vengono ridefiniti? A me non pare, anzi mi sembra anche di entità modesta rispetto ad altri.
Ecco a che serve il paragone: non a minimizzare il dramma delle vittime, ma a capire se ci troviamo di fronte un'eccezionalità storica, un fenomeno peculiare di cui capire cosa ha prodotto tale peculiarità o un fenomeno comune.
In secondo luogo, ti sembra in qualche modo legato con la socializzazione dei mezzi di produzione, sia nella sua versione statale quanto nella sua versione collettivista? Nemmeno questo.

Allora SE il fenomeno è un fenomeno comune sul finire degli eventi bellici e se è trasversale ai regimi politici che l'hanno attuato EVIDENTEMENTE il comunismo c'entra come i cavoli a merenda.
Posso già capire se me lo leghi al nazionalismo, alla rappresaglia sul nemico sconfitto quindi ai fenomeni bellici, ma veramente legarlo al comunismo è una roba di una capziosità talmente evidente che fa terra bruciata di qualsiasi argomento di merito.
Palesa in modo talmente chiaro il vero fine della discussione che non solo questa si svilisce, ma è naturale provocare nell'interlocutore l'alzata di un muro analogo a quello tirato su a Berlino.

Sarebbe come dire, così pure i nazi so' contenti, che il bombardamento di Londra o, meglio ancora, l'eccidio di Sant'Anna di Stazzema dimostra la barbarie del pensiero nazista.
Ma manco per idea. Quest'ultimo è un crimine di guerra, come ne hanno fatti eserciti di paesi comunisti, liberali, monarchici e forse pure qualche guardia svizzera.
E' la guerra a portare con sé questa merda.
Altra cosa è invece la soluzione finale, un genocidio che non ha nulla a che vedere con le consuetudini, anche le peggiori, in tempo di guerra. Il genocidio dimostra la barbarie nazista, un crimine di guerra dimostra la barbarie della guerra stessa.

Con una piccola e fondamentale differenza: Sant'Anna dimostra la barbarie di un esercito occupante (il cui carattere nazista è, nello specifico, poco rilevante). I fatti oggetto di questa discussione riguardano zone contese, che hanno dinamiche profondamente differenti.
Che in un approccio rigoroso vanno considerate. Non per giustificare i massacri, ma perché studiare significa esattamente saper far questo: saper distinguere.

No Fat, non sono convinto perché la tua lettura sul piano della storia delle idee non si incastra con i fatti accaduti nel processo storico. Il comunismo storico c’entra eccome con lo sradicamento quasi completo di una comunità nazionale, ossia i 300.000 italiani d’Istria che persero tutto (al netto dei 4-5.000 disgraziati gettati morti e moribondi nelle cavità carsiche). Come c’entrano il tradimento di Porzus e, in generale, i rapporti tra i partigiani sloveni e i colleghi delle brigate Garibaldi.

Tu sei animato dalla tensione per il salvataggio di una concezione perenne del marxismo, direi parnassiana. L’arcadia della tua weltanschauung.  Aspirazione assai più nobile della speculazione elettoralistica di certi scalzacani d’accatto, ma credo non meno fuorviante.

Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #94 il: 18 Feb 2021, 23:54 »
Pablo, ciao!

Una bella risposta del cazzo che ti qualifica perfettamente su quest'argomento di cui evidentemente non sai e preferisci non sapere nulla

Ciao giorgio'
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #95 il: 19 Feb 2021, 00:09 »
Una bella risposta del cazzo che ti qualifica perfettamente su quest'argomento di cui evidentemente non sai e preferisci non sapere nulla

Ciao giorgio'


La bella risposta del cazzo l’hai data tu, sparando quattro cazzate dozzinali - e sbagliate - su Basovizza e invitando gli altri a leggere quello che sei tu a non aver  letto.
Ariciao. 

Online FatDanny

*****
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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #96 il: 19 Feb 2021, 07:36 »
No Fat, non sono convinto perché la tua lettura sul piano della storia delle idee non si incastra con i fatti accaduti nel processo storico. Il comunismo storico c’entra eccome con lo sradicamento quasi completo di una comunità nazionale, ossia i 300.000 italiani d’Istria che persero tutto (al netto dei 4-5.000 disgraziati gettati morti e moribondi nelle cavità carsiche). Come c’entrano il tradimento di Porzus e, in generale, i rapporti tra i partigiani sloveni e i colleghi delle brigate Garibaldi.

Tu sei animato dalla tensione per il salvataggio di una concezione perenne del marxismo, direi parnassiana. L’arcadia della tua weltanschauung.  Aspirazione assai più nobile della speculazione elettoralistica di certi scalzacani d’accatto, ma credo non meno fuorviante.

COME. spiega come invece di ripeterlo e basta.
Perché invece quel che appare chiaro, come d'altronde ho pizzicato subito, è che l'unico cruccio su questo così come su altri fatti è poter attaccare il comunismo.
Siete ossessionati dal comunismo, è il vostro pallino fisso poterlo bollare.
Se le foibe fossero state un fenomeno al confine con la Francia non sarebbe fregato niente a nessuno. Si, brutta storia, ma tra le tante brutte storie di guerra. Come ce ne sono a decine.
Ma siccome è accaduto al confine con uno stato comunista aaaaah, apriti cielo, e che fai non spieghiamo come il comunismo sia allo stesso livello del nazismo? ma così non è stato detto per colpa del PCI!
QUESTO è ciò che in realtà gli storici non hanno detto e che volevate sentire dire. QUESTO non veniva detto nelle università e SICURAMENTE per il clima culturale del paese e la presenza del PCI.
Non le foibe, ma il giudizio sul comunismo per cui fremete.

Bene così, significa che se anche non può fare paura storicamente ad oggi, fa paura su un piano antropologico.
Sapete bene che quelle istanze sono connaturate nella dinamica sociale. E torneranno.
E si imporranno.
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #97 il: 19 Feb 2021, 08:13 »

La bella risposta del cazzo l’hai data tu, sparando quattro cazzate dozzinali - e sbagliate - su Basovizza e invitando gli altri a leggere quello che sei tu a non aver  letto.
Ariciao.

wow cazzate dozzinali... guarda io sulla questione Basovizza mi sono letto tutto cio' che ho trovato in giro, non e' che ho la verita' in tasca, ma la cosa mi interessava e ho cercato di capire come sono andate realmente le cose, al netto della propaganda, l'ho fatto tralasciando i "sentito dire" e le "testimonianze molto attendibili" perché credo che la storia si basi su fatti concreti, riferimenti certi, e i morti meritino piu' rispetto, pero' se hai dei riferimenti con cui io possa verificare che quelle che  riporto sono cazzate (dozzinali o meno) sono pronto a leggerli, esattamente come ho fatto con le cose che hai postato e di cui avrei discusso prima della tua uscita da fenomeno ("Pablo ciao"), altrimenti debbo pensare che qui il cazzaro sei tu
Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #98 il: 19 Feb 2021, 09:38 »
Ho finito di leggere questa  notte il documento che ho postato. In realtà non è una impresa ardua perché delle 695 pagine , un centinaio sono in italiano altrettante in croato e le restanti 400 e passa sono schede di persone scomparse o morte.
Sono rimasto volutamente sul vago perché la prima tentazione per arrivare ad un numero è stato quello di moltiplicare il numero di pagine per il numero di vittime (6 per pagina) . Schede complete di nome, cognome, soprannome, data di nascita, di morte, professione , inquadramento , origine: schede molto complete, insomma.
Dalla lettura di questo documento che parte inquadrando il tema da inizio 1900, ho ritrovato molti dei concetti espressi dal professor Pupo.
Ora: Basovizza: è stato preso come “teatro di battaglia” ci sono persone infoibate? Forse. Diciamo che è stato preso più come simbolo e come luogo del ricordo, piuttosto che come luogo di eccidio mai del tutto dimostrato.
Ci sono foibe probabilmente con più vittime in altri luoghi.
Smontare il tema dicendo che poiché Basovizza è un “falso storico  “  o non è una foiba ma una cava, non significa smontare quanto c’è stato in altre foibe in altre forme.
Perché quello che emerge (e questo sì per me , normale utente e non “addetto ai lavori”  è una novità) è che  il numero di infoibati ( che ancora non riesco a trovare) è di gran lunga inferiore al numero di persone scomparse e morte nei campi di prigionia.
Ora veniamo agli esodati: esodo non spontaneo e volontario ma forzato: in 24 ore bisognava comunicare a chi si lasciavano i propri beni: il capo famiglia poteva portare con sé 20 mila lire e 5 mila lire per ogni membro del nucleo familiare. Il resto era tutto confiscato: molti che si presentarono a consegnare i propri beni non fecero ritorno nemmeno a casa: in quei giorni sorgevano più o meno spontaneamente  tribunali del popolo più o meno legittimi.
Parliamo ora della popolazione: la popolazione di quelle terre in quegli anni a cavallo delle due guerre aveva visto crescere la presenza di persone di origine italiana (presenza che già c’era anche sotto l’impero austroungarico): presenza che non aveva assunto al rango di invasione, ma chiaramente governata dalla regia del regime fascista.
Aumento delle presenze non sostituzione .
L’8 settembre cambia le carte in tavola  e in Istria avviene ciò che avviene nel resto d’Italia: confusione, spaccature, persone che non sono più fasciste d’improvviso, persone che combattono il regime fascista e si arruolano nelle formazioni partigiane, altre che si arruolano nei ranghi Italo-tedeschi: in mezzo le persone e i nuclei familiari che come spesso avviene sono le reali vittime di queste situazioni.
A guerra che va terminando, si assiste all’aumento della forza bellica delle formazioni partigiane ormai inquadrate più che in Italia in un vero e proprio esercito e la disgregazione delle forze dell’Asse.
L’esercito titino non è fatto da istriani antifascisti locali scappati in montagna.
Non è la popolazione locale a scatenare la reazione verso gli sconfitti.
Anzi, parte della popolazione locale, quella che non si riconosceva nelle istanze titine, ne è vittima essa stessa così come ne vanno di mezzo i partigiani “bianchi” .
Quella di Tito, è una vera e propria rincorsa ad espellere, annientare i suoi nemici e ad annettere più territorio possibile prima ancora che i vincitori si spartissero  le spoglie dei vinti.
La questione del confine giuliano diventa sì quasi questione di confine friulano anche con il consenso più o meno passivo di Togliatti.
Gli obiettivi sono spiegati bene nei quattro punti espresso dal professor Pupo.
Alla considerazione di FD che questo tema viene sollevato per attaccare il comunismo, personalmente dico di no.
Fosse successo ai confini francesi per me sarebbe stato lo stesso: cercare di far emergere quanto è avvenuto, cercare di capire perché.
Come vedi non ho parlato di comunismo in sé, ho parlato di espansionismo nazional-titino.
Certo, poi magari sbaglio, Tito faceva parte di un blocco comunista dal quale poi si smarcò.
Ma non voglio dare giudizi politici come non ne darei se un giorno si volesse parlare della fine che hanno fatto i prigionieri italiani in Russia e volessi confrontare quanto successo a loro rispetto ai prigionieri italiani nei campi di prigionia negli Stati Uniti o in qualsiasi altra nazione fino ad arrivare a coloro che vennero internati e morirono nei campi di concentramento in Germania (il nonno di mia moglie).
Non ne faccio una questione politica, ne faccio una questione di ricordo.
Quindi, per me, tornando al discorso iniziale con il giorno del ricordo, si intende  proprio ricordo di persone che non sono solo state infoibate e con foibe non si intende solo persone gettate ancora vive o moribonde dentro cavità carsiche, ma persone, spesso vittime esse stesse della guerra che o persero  tutti i loro beni o persero la vita e sono state più o meno dimenticate per lunghi decenni.

Offline surg

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Re:Le Foibe: una discussione vera e accurata
« Risposta #99 il: 19 Feb 2021, 10:08 »
surg evita le supercazzole per favore, perché non sono fesso.
Per altro mi sembra di essere sempre molto accurato nei miei post, quella era una forma retorica per dire sinteticamente "fenomeno foibe", ma capisco che tu voglia aggirare la domanda per cattiva coscienza.
Perché a te delle foibe, se eliminiamo la possibilità di dire che anche i comunisti sono assassini, te ne fotte cazzi. E come te il 99.9999999% di chi scassa la minchia pretestuosamente su sta storia. Questo è il punto.


Mentre invece se rimuoviamo questa contesa che viaggia palesemente sotto traccia in TUTTE le discussioni in merito vedi che ogni tensione si scioglie.
Anche perché chi lo utilizza strumentalmente smette di essere interessato, chi deve difendere il comunismo pure e restano quelli effettivamente interessati a capire cosa è successo.

Che poi spuntare la questione è semplicemente un'operazione di verità storica.
perché l'ideologia comunista con le foibe non c'entra veramente un cazzo.
Ho voluto sottolineare la tua confusione tra territorio friulano e territorio carsico/triestino per invitarti ad un approfondimento di quanto successo con l'occupazione delle truppe comuniste Jugoslave di Tito che fu limitata al territorio Triestino. L'intervista a Raoul Pupo pubblicata dal nostro Giorgione chiarisce ogni dubbio.
 

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