...sono una cosa che mi è sempre piaciuta, dare alla base elettorale la possibilità di scegliere il suo candidato dovrebbe essere, secondo il mio modo di vedere le cose, sempre garantito.
E' vero, il meccanismo non era perfetto in quanto ho sempre pensato che il rischio che venissero inquinate da voti provenienti da elettori di altri partiti fosse troppo alto, ma poteva essere sempre un modo per dimostrare buona fede.
Poi però vedi la comunità cinese di Milano andare a votare in massa per la prima volta nella storia (con gente che fotografava il voto), vedi a Napoli i buttadentro per il voto alla Valente, vedi a Roma le schede bianche infilate per gonfiare l'affluenza ai gazebo, e queste primarie ti sembrano più fasulle del televoto di Sanremo.
Secondo voi esiste un modo concreto per evitare che un buon strumento di democrazia venga deviato in questo modo?
C'è un errore fondamentale nella considerazione della democrazia, legato strettamente alla sua accezione liberale.
Ossia quello di considerarla una procedura, una forma, laddove invece è una sostanza.
Non sono le elezioni a fare la democrazia, ma chi vi partecipa (e quanti).
La democrazia può essere un sistema estremamente autoritario anche laddove permette formalmente di votare, la storia del liberalismo lo dimostra in vari passaggi.
Quindi l'unico modo per cui gli strumenti democratici siano effettivamente tali è che siano molto partecipati, perché la loro legittimità è data proprio dal riconoscimento da parte degli individui che fanno parte di quel consesso.
Se non è partecipata la democrazia è una procedura svuotata e in quanto tale non è democrazia.
E non c'è procedura che tenga, non c'è procedura che di per sé garantisca il carattere democratico di un passaggio politico, perché anche le misure individuate da Rorchach sono passibili di manipolazione.
Non basta la possibilità formale di votare perché il sistema sia democratico. Perché quella possibilità formale può essere controbilanciata da migliaia di impedimenti sostanziali alla partecipazione.
Quindi la risposta a ciò che dice Thorin è presto detta: se le primarie sono un processo sentito, partecipato, allora le frodi saranno relativizzate nel loro peso e la democrazia sarà effettiva.
Se al contrario sono poco partecipate, la frode si farà sentire. Ma il problema per la democrazia, prima ancora che nella frode, sta nella partecipazione. E non c'è procedura per garantire la partecipazione.
Questo è un tema centrale per tutta la Politica, poco considerato anche da chi si riempie la bocca di procedure democratiche ma lo è molto poco nella sostanza (grillo).