L’età della postdemocrazia

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Offline Lativm88

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #40 il: 19 Set 2025, 10:08 »
come starmer e i reali inglesi: che finaccia "l'impero" britannico... per primeggiare je rimasta solo la premier league

Questo perché dal punto di vista geopolitico il regno unito è quello che praticamente si sovrappone totalmente agli usa. Gli americani hanno semplicemente ereditato l'impero britannico quasi interamente e di conseguenza anche gli interessi.

Nessuno stato occidentale ha l'autonomia che si immagina, se non da un punto di vista puramente fittizio. Vale lo stesso per tutti i paesi che dipendono da una potenza/superpotenza ma noi siamo in più di 70 anni di totale connessione con il centro dell'impero.
Quindi a me tutti i discorsi su "l'Italia dovrebbe fare questo o quello" fanno solo che ridere.
Paradossalmente l'unica alternativa, poi se ne può parlare dei modi, sarebbe davvero l'unione europea. Ma una vera unione europea (lasciando perdere che sarebbe comunque un'espressione del capitale) e se fosse davvero un centro di potere vero e alternativo sarebbe odiata da americani e russi ovviamente.
E sia Russia che Usa hanno attivamente lavorato su Brexit e partiti nazionalisti (ma sottomessi) e sovranisti.

Offline mr_steed

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #41 il: 19 Set 2025, 11:32 »
Questo perché dal punto di vista geopolitico il regno unito è quello che praticamente si sovrappone totalmente agli usa. Gli americani hanno semplicemente ereditato l'impero britannico quasi interamente e di conseguenza anche gli interessi.

Nessuno stato occidentale ha l'autonomia che si immagina, se non da un punto di vista puramente fittizio. Vale lo stesso per tutti i paesi che dipendono da una potenza/superpotenza ma noi siamo in più di 70 anni di totale connessione con il centro dell'impero.
Quindi a me tutti i discorsi su "l'Italia dovrebbe fare questo o quello" fanno solo che ridere.
Paradossalmente l'unica alternativa, poi se ne può parlare dei modi, sarebbe davvero l'unione europea. Ma una vera unione europea (lasciando perdere che sarebbe comunque un'espressione del capitale) e se fosse davvero un centro di potere vero e alternativo sarebbe odiata da americani e russi ovviamente.
E sia Russia che Usa hanno attivamente lavorato su Brexit e partiti nazionalisti (ma sottomessi) e sovranisti.

sono d'accordo... anche sull'italia, benché a me basterebbe almeno che avessimo qualche "guizzo" su diversi aspetti come fa la spagna, che non è tra i paesi di punta nella UE e ha pure 10 milioni di abitanti meno di noi eppure ci mangia in testa su molti aspetti...

d'accordo anche sull'unione europea: dovrebbe fare un salto di qualità per fare da "terzo polo"... del resto siamo odiati pure oggi sia da russia che usa, quindi cosa cambierebbe?

ma con i "nani della storia" che ci ritroviamo come leader europei, senza contare personaggi tipo orban (che ha un paese che per numero di abitanti non dovrebbe contare quasi nulla ma che invece conta perché era utile alla germania della merkel), i guerrafondai baltici, i paesi come olanda, eire, lussemburgo che fanno dumping finanziario agli altri stati dell'unione e senza contare che alla fine ognuno tira l'acqua al suo mulino, non credo ci sia molto margine di manovra per migliorare le cose... altrimenti da un pezzo si sarebbe attuata una delle poche cose intelligenti dette da draghi, ossia la necessità di mettere il debito in comune tra tutti gli stati...

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #42 il: 20 Set 2025, 12:57 »
Trump: “non voglio guadagnare soldi nella guerra in Ucraina, ma ciò accade comunque perché la NATO acquista i nostri armamenti”
L’umile Trump afferma di non voler speculare sul conflitto in Ucraina, quando fino a pochi giorni fa si vantava di proseguire a rifornire di armi Kiev a spese dell’Europa, guadagnandoci il 10%.
È lo stesso Trump che a fine luglio ha ricattato l’Ue con la minaccia di aumentare i dazi qualora la von der Leyen non si fosse impegnata ad effettuare 600 miliardi di dollari in investimenti negli Usa e ad acquistare 750 miliardi di dollari in energia statunitense e armi. Il presidente statunitense si vantò di aver piazzato un'enorme quantità di equipaggiamento militare, “il migliore al mondo".
Ovviamente noi crediamo alle parole di Trump, il quale non è certamente interessato a lucrare sulla morte di centinaia di migliaia di persone. E allo stesso modo ha sicuramente a cuore il benessere di noi europei, per cui ci tiene a farci avere le migliori armi, il miglior petrolio ed il miglior gas, incassando a malincuore miliardi di dollari.

Vittorio Rangeloni

https://x.com/clashreport/status/1969148028851192049

Offline mr_steed

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #43 il: 23 Set 2025, 11:18 »
a proposito della disinformazione, funzionalissima alle nascenti democrature...

La nuova, triste frontiera dell’IA: i rocker che rendono omaggio a Charlie Kirk
Non bastavano le immagini (finte) dei musicisti che vanno a trovare i colleghi in ospedale. Ora ci si mettono pure quelli che la buttano in politica. No, Springsteen, Dylan e Jagger non hanno dedicato canzoni all’attivista

https://www.rollingstone.it/musica/storie-musica/la-nuova-triste-frontiera-dellia-i-rocker-che-rendono-omaggio-a-charlie-kirk/1004927/

Offline mr_steed

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #44 il: 23 Set 2025, 12:31 »
scusate il doppio post...

Trump firma ordine esecutivo: "Antifa organizzazione terroristica interna"

https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/trump-firma-ordine-esecutivo-antifa-organizzazione-terroristica-interna/ar-AA1N6U6a

altro che democratura...

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #45 il: 23 Set 2025, 12:41 »
scusate il doppio post...

Trump firma ordine esecutivo: "Antifa organizzazione terroristica interna"

https://www.msn.com/it-it/notizie/politica/trump-firma-ordine-esecutivo-antifa-organizzazione-terroristica-interna/ar-AA1N6U6a

altro che democratura...

stanno preparando lo stesso progetto anche al parlamento europeo

Offline mr_steed

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #46 il: 23 Set 2025, 13:08 »
stanno preparando lo stesso progetto anche al parlamento europeo

io sapevo di orban, non di tutta l'unione... se passasse questo "consiglio" di orban non sarebbe un autogol per l'unione ma proprio un suicidio, anche se in effetti sarebbe solo un ennesimo suicidio dopo quello sui dazi e quello sul riarmo...


L’Ungheria invita l’Ue a seguire Trump e dichiarare 'Antifa' gruppo terroristico


https://www.agi.it/estero/news/2025-09-20/ue-ungheria-chiede-antifa-in-lista-organizzazioni-terrorismo-33257817/

Offline Pomata

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #47 il: 23 Set 2025, 16:40 »
ho guardato un pezzo del discorso di trump all'ONU, mi viene fisicamente da vomitare

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #48 il: 23 Set 2025, 17:06 »
ho guardato un pezzo del discorso di trump all'ONU, mi viene fisicamente da vomitare
mi verrebbe da dire a tutti gli zerbini europei trump ve lo meritate.
una classe politica europea vergognosa sottosta' ad ogni sua follia a cominciare dalla meloni e dal cancelliere black rock che guidano il plotone.
Avessimo avuto dei governanti pur solo decenti lo avrebbero lasciato solo nei suoi deliri egomaniaci a sprofondare.

Nel paese dei ciechi chi ha un occhio è  re.

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #49 il: 26 Set 2025, 10:37 »
finalmente ci voleva un americano con la loro logica binaria e primitiva per spiegare le ragioni dei passi da gigante dell'Europa verso la guerra contro la Ruussa.
 “solo la corsa agli armamenti può salvare l’economia europea”.

leggere per credere

https://www.milanofinanza.it/news/perche-solo-la-corsa-agli-armamenti-puo-salvare-l-economia-europea-202503140954476041

spero sia chiaro dove questi criminali vogliono portarci

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #50 il: 07 Ott 2025, 12:58 »
applausi

Les Cornus
Di Marco Travaglio

E niente, dopo soli 836 minuti anche Lecornu è venuto prematuramente a mancare, anche se lo tengono attaccato alle macchine per altri due giorni. Strano, perché per fare un’ottima riuscita aveva proprio tutto: è un “moderato riformista” e, com’è noto, “si vince al centro”; l’ha scelto Macron, il liderino amato dalla gente che piace (soprattutto in Italia) e odiato dal suo popolo (notoriamente “populista”); non lo voterebbero manco i parenti stretti e questo fa curriculum nell’Occidente che, a furia di esportare la democrazia, l’ha quasi finita; pretendeva, come i predecessori, di governare la Francia contro i 9/10 dei francesi con un governo quasi uguale a quello appena sfiduciato, per salvare la poltrona al mini-Napoleone dell’Eliseo, il genio incompreso che programma il futuro di Russia, Ucraina, Ue e Nato senza sapere se arriva a Natale. Cosa poteva mai andargli storto? Purtroppo quegli estremisti, populisti, sovranisti e ovviamente putiniani della destra e della sinistra che fanno sempre il pieno di voti non lo hanno capito e, anziché perdere milioni di elettori per portargli l’acqua con le orecchie, l’han bocciato. Ma non disperiamo. Prima di ammettere che forse il problema è lui e tornarsene a casa da Brigitte a suon di sberle, Micron ha ancora parecchie frecce al suo arco: gli basterà attingere al vasto catalogo di opzioni della democrazia 2.0 regnante da 15 anni in Europa.

Modello Italia. Si prende un banchiere o un prof che lavora per qualche banca d’affari, lo si promuove “tecnico super partes” per un “governo dei migliori” che trasformi l’esigua minoranza delle élite in maggioranza oceanica.

Modello Romania. Si va alle Presidenziali e, se vince il candidato sbagliato, si annulla tutto e si arresta il vincitore perché “ha stato Putin”. Poi si rivota a oltranza finché non vince quello giusto.

Modello Georgia. Se vince quello sbagliato grazie al solito Putin, si foraggiano cortei “spontanei” della minoranza democratica contro la maggioranza anti-democratica che pretende di governare solo perché ha vinto.

Modello Moldova. Si mettono fuorilegge i partiti sbagliati, dunque antidemocratici perché telecomandati dalla guerra ibrida russa, così vincono i democratici.

Modello Ucraina. Se vince il candidato sbagliato tipo Yanukovich nel 2004 e nel ‘10, si finanzia una “rivoluzione arancione” per cacciarlo. E, se rivince, si assoldano cecchini per una “rivoluzione rossa” (di sangue) che lo ri-cacci.

Modello baltico-polacco-tedesco-danese-israeliano. Si nomina primo ministro un altro Carneade, tipo Bayrou o Lecornu. Poi si fa volteggiare qualche drone non identificabile su un paio di aeroporti e si dichiara guerra alla Russia fingendo che sia stata la Russia a dichiarare guerra alla Francia.
Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #51 il: 20 Ott 2025, 17:28 »

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #52 il: 04 Nov 2025, 10:33 »
È crollata una torre medievale nel cuore di Roma, uccidendo un lavoratore, Octay Stroici, (r.i.p.) e ferendone altri. Doveva essere un cantiere simbolo; è diventato l’ennesimo omicidio sul lavoro e simbolo della decadenza.

Poche ore dopo, la portavoce russa Maria Zakharova ha commentato: “Finché il governo italiano continuerà a sprecare inutilmente i soldi dei contribuenti, l'Italia crollerà, dall'economia alle torri”

Una metafora ruvida, ma lucida. Eppure, è bastata per l'apriti cielo e scatenare l’intero arco parlamentare con la solita compagnia di opinionisti a tassametro e pensatori un tanto al chilo che dalle loro poltrone, improvvisamente colpiti da un rigurgito di alato patriottismo, di "Nazione, con la n maiuscola" hanno dato sfoggio di indignazione a  gogo, convocazioni di ambasciatore "cori di vibrante protesta". Tutti offesi, tutti moralmente puri.
Questi ipocriti dovrebbero dedicare il loro sdegno all'ennesimo lavoratore morto nei cantieri

Ma poi chi ha insultato chi, in questi anni?

Nel febbraio 2025, tanto per citare l'ultima e del piu' alto in grado in questo disgraziato paese il presidente Mattarella ha paragonato la Russia alla Germania nazista.

A scendere in questi ultimi 3 anni abbiamo offese da parte di politicanti, dal pd a fdi e truppe cammellate mediatiche al seguito alla Russia, alla cultura, alla storia, ai russi che ci si potrebbe riempire un libro grande come l'elenco telefonico di new york.

E oggi l’Italia di meloni crosetto calenda picierno si indigna per una metafora? Dovrebbero essere indignati gli italiani per essere costretti a farsi governare da questa feccia.

La frase di Zakharova brucia perché tocca il punto vero: l’Italia crolla davvero, e non per colpa dei russi. Mentre il governo italiano ha destinato altri due miliardi di euro in forniture militari e garanzie all’Ucraina, nei primi nove mesi del 2025, 777 lavoratori sono morti sul posto di lavoro (non contando quelli clandestini non denunciati) nella democratica italia esportatrice di democrazia con le bombe.

È un Paese che predica diritti e libertà all’estero mentre esporta bombe e morte e produce macerie in casa propria. Che convoca ambasciatori per una frase, invece di convocare se stesso davanti allo specchio e trovare il coraggio di guardare l’immagine della propria ipocrisia.

Offline Warp

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Re:L’età della postdemocrazia
« Risposta #53 il: 13 Nov 2025, 08:27 »
Un tema molto serio da affrontare in tempo prima che sia tardi.

I No Pax ieri hanno squillato le trombe. La nuova iniziativa della Commissione europea sulla "protezione della democrazia e del processo elettorale" parla il linguaggio levigato delle burocrazie orwelliane del XXI secolo, ma l’odore è quello di un vecchio manuale di sorveglianza politica. L’UE dice di voler usare il suo Scudo per la Democrazia per difendere lo spazio pubblico da “manipolazioni”, “interferenze” e “campagne ostili”, ma lo strumento concreto che costruisce è un sistema di amministrazione del pensiero che separa l’informazione “affidabile” da quella sotto sospetto, come se la democrazia fosse una serra da custodire con pesticidi e controllori. È l’anticamera di un mondo in cui il dissenso sarà tollerato solo se filologico e ornamentale, mai se sostanziale.
Il problema non è tanto l’intenzione dichiarata, quanto semmai il dispositivo che la sorregge. Quando un potere politico decide chi è disinformatore e chi è “resiliente”, chi è manipolato e chi è virtuoso, quando le definizioni sono ampie e gommose e si legano a un tema incandescente come la guerra in Ucraina, inevitabilmente si apre lo spazio per l’abuso. L’UE non introduce censura per decreto: introduce un apparato che 'prepara'  la censura, che la normalizza, che la rende un fatto amministrativo invece che politico. È la logica del “noi proteggeremo la vostra democrazia da voi stessi”, che ogni sistema di potere ama ripetere quando comincia a dubitare della propria legittimità.
Il secondo pilastro, ancora più insidioso, è quello del finanziamento diretto ai media e alle organizzazioni della cosiddetta società civile. Già oggi, in Italia e in Europa, intere testate sopravvivono quasi esclusivamente grazie a fondi pubblici, a programmi europei, a bandi che premiano chi sposa una certa visione del mondo: europeista, atlantista, “valoriale”, conformata ai codici della nuova ortodossia. È un modello che non censura con il manganello, ma con la sovvenzione. Il giornale che vive di fondi europei non ha bisogno di essere zittito: si zittisce da solo. Il giornalismo che dovrebbe controllare il potere diventa un suo dipartimento esterno. Questo meccanismo, inserito dentro il nuovo pacchetto sulla “resilienza democratica”, rischia di trasformare la stampa in una cinghia di trasmissione delle narrazioni ufficiali, con un effetto di “corruzione legalizzata” che mina alla radice il pluralismo. In Ucraina sono bastati pochi anni di questa cura per consegnare decine di milioni di persone al disastro. La scala è ora continentale, e molte lingue redazionali sono già rodate da anni di sudditanza.
Il punto, qui, non è ideologico: è costituzionale. L’articolo 21 della Carta italiana protegge la libertà di manifestazione del pensiero senza limiti preventivi e senza che esista un’autorità che stabilisca quali opinioni siano “affidabili” o quali fonti meritino cittadinanza nello spazio pubblico. L’articolo 49 tutela la partecipazione politica, che ha senso solo in un contesto di informazione non filtrata dal potere, mentre l’articolo 98 richiede alla pubblica amministrazione imparzialità e non adesione a narrative precostruite. Quando il potere politico–amministrativo definisce l’ortodossia e al tempo stesso finanzia gli attori deputati a diffonderla, si crea un corto circuito che la Costituzione non contempla e che avrebbe fatto rabbrividire i padri costituenti.
Tutto questo avviene mentre l’Europa si avvita in una spirale di riarmo colossale, e prepara le opinioni pubbliche all’idea che il nemico sia ovunque: nelle piazze, nelle periferie del web, nelle parole che non si allineano. La chiamano sicurezza, solo che somiglia sempre di più a un nuovo maccartismo d’ordinanza, alimentato da figure che hanno fatto della russofobia una professione, da Pina Picierno a Carlo Calenda, che non a caso adesso ci vengono proposti in tutte le salse dagli algoritmi social, laddove in piazza riescono a portare appena pochissimi sfigati, come ieri a Torino quei sedicenti "liberali" che volevano tappare la bocca agli studiosi di Gobetti e Gramsci.
La retorica è sempre la stessa: ogni dissenso è sospetto, ogni dubbio è un assist al Cremlino, ogni analisi che non coincide con quella della NATO è “interferenza straniera”. È un clima politico costruito su una patologica semplificazione del reale, indispensabile per preparare l’opinione pubblica alla grande riconversione economica e industriale che richiede l’economia di guerra europea.
La misura della Commissione non va letta in isolamento. È un tassello di una più ampia architettura ideologica che punta a blindare il continente dentro una narrazione univoca, con la scusa dell’emergenza permanente. E non è nemmeno necessario sforzarsi per immaginare scenari distopici: basta osservare la traiettoria degli ultimi anni. Ogni crisi — pandemica, energetica, geopolitica — ha prodotto un arretramento degli spazi democratici, una crescita del decisionismo tecnocratico, una riduzione del pluralismo. La novità è che adesso si vuole dare a tutto ciò una base normativa permanente, costruita intorno a un concetto di “democrazia difesa dall’alto” che, per difendersi, finisce per assomigliare ai sistemi che dice di combattere.
Rendiamoci conto del rischio: una democrazia in cui la verità è decisa per protocollo, in cui i media dipendono dal finanziatore pubblico, in cui il dissenso viene incasellato come “interferenza”, è una democrazia solo nel lessico, non più nella sostanza. E i nostri diritti costituzionali, purtroppo per Ursula e Pina, richiedono sostanza. I loro ascari e gerarchi sono già più abbaianti del solito, non fanno che polarizzare ogni spazio di discussione per far poi raccogliere ai loro danti causa i frutti della militarizzazione del dibattito.
Anche alle persone lontane dal mio pensiero, anche ai membri dei partiti totalmente inseriti nel paradigma europeista e atlantista, mi sento di rivolgere un appello: non sottovalutate l'intento liberticida di molti di quelli che militano nelle vostre fila! Avete vicini pericolosi che porteranno voi, i vostri partiti e interi paesi al totale disastro bellico passando per la definitiva manomissione dei media e delle elezioni. Serve il senno del prima, non quello del poi. Fermate la corsa del treno della guerra.

(Pino Cabras)
 

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