stavo ascoltando questo podcast che trovo incredibilmente lucido e preciso su come viene narrata Roma
http://www.spreaker.com/user/16284684/roma-antonio-pavolini
sarebbe da fare un ragionamento anche su come viene narrato il roma, ma io ci trovo molte consonanze
Io non so come venga raccontata Roma, ma sto ascoltando con piacere il podcast di Sveja e trovo Pavolini molto interessante.
Ma il problema è un altro: cosa è diventata Roma, e non dico negli ultimi mesi o anni, ma in generale, negli ultimi 50 o 60 anni?
Perchè la Roma di 50 o 60 anni fa non era così marcia, cattiva, sporca dentro oltre che fuori, sulle strade...
L'ennesimo attacco alla città su Malagrotta, la violenza nelle strade, nelle case, l'indolenza della burocrazia, il degrado che subiscono turisti e pellegrini, ancor meno colpevoli dei singoli cittadini, che sì è vero che loro con quel degrado ormai ci convivono da una vita, dalla stazione Termini alle periferie, ma che quanto meno avrebbero potuto esercitare meglio il proprio diritto di voto.
Seguo Simone Cicalone su Youtube con sentimenti conflittuali: da una parte trovo i suoi video utili, informati, "veri", che consentono di capire cosa succede specie tra quelle fascie della popolazione di questa città che magari non frequentiamo personalmente. Dall'altra, magari non intenzionalmente, quei video mi pare siano un po' paternalistici e magari anche moralisti, come se la "Scuola di botte" possa essere la risposta al disagio e all'ingiustizia che pure ben fotografano...
Non è così, ovviamente, perchè anche Cicalone sa bene che Roma non si aggiusta con le botte, ma con una rivoluzione dei costumi che riporti al centro la solidarietà, la programmazione, la capacità di includere anche gli ultimi, a partire dal linguaggio per finire con i comportamenti.
E questo implica un serio sforzo da parte di ogni romano, nel tentare di portare questa città ad un livello di civiltà, di qualità della vita, di sicurezza, di progettualità e di buon governo che sia comparabile a quello di Londra, Parigi, Berlino... anche quando questo significasse cambiare o rinunciare a quello che diamo per scontato, se il sacrificio individuale risultasse in un beneficio collettivo, più equamente distribuito.
Ecco, forse avremmo bisogno di più Cicaloni, se questo aiutasse Roma a prendere consapevolezza di questo disagio, ed in questo mi trovo meno d'accordo con Pavolini, nel suo intervento conclusivo, quando parla dei mass-media accusandoli di chiamare in correità tutta la città, quando forse la verità invece è che non lo fanno abbastanza, e che la colpa di questo degrado è magari davvero di ognuno di noi...
Vabbè, solo qualche pensiero...