Probabilmente molti di voi lo seguono già, ma uno dei suoi ultimi post, mi ha fatto gonfiare il petto per l'orgoglio che sia uno di noi...(è un po' lunghetto, ma ne vale la pena...)
CONFLITTI DI INTERESSE
Quando un virus o un vaccino entra in contatto con il nostro sistema immunitario, questo produce un gran numero di anticorpi, ovvero delle proteine che ci difendono dall’agente infettivo. Gli anticorpi sono migliaia, tutti uno diverso dall’altro e la risposta anticorpale è diversa da individuo a individuo.
Talvolta questa risposta è molto efficace (per esempio nel caso del morbillo) e una volta guariti dalla malattia gli anticorpi che si hanno rendono immuni per tutta la vita. Altre volte invece questa risposta lo è molto meno: in questo caso dalla malattia o non si guarisce o – pur guarendo – ci si può ammalare di nuovo. Per fare un esempio, pensate all’herpes che vi viene sul labbro, che nei più sfortunati può tornare in continuazione; come conseguenza spesso non abbiamo un vaccino.
In questi casi la risposta anticorpale (per farla semplice) non è – nel suo complesso – efficace. Questo non vuole dire però che – tra i mille anticorpi prodotti – non ce ne sia qualcuno molto utile, magari presente in quantità troppo piccola oppure in compagnia di altri anticorpi che lo ostacolano nella sua azione benefica.
Per studiare queste situazioni in cui il sistema immune non riesce a vincere contro i virus bisogna fare una cosa apparentemente semplice, ma in realtà molto complicata: bisogna analizzare quei tanti anticorpi uno ad uno e individuare quelli efficaci: una volta trovati potranno essere prodotti singolarmente e somministrati come se fossero un “siero artificiale” utile ai pazienti.
Ecco, questi anticorpi presi e prodotti ad uno ad uno si chiamano “anticorpi monoclonali”, e quello di cui da sempre mi occupo è di riuscire a identificarli e produrli. In altre parole prendo un individuo, riesco a costruire una biblioteca che contiene tutti i suoi anticorpi che ha prodotto in seguito alla malattia, riesco ad isolare quelli diretti contro un certo agente infettivo, li studio ad uno ad uno e poi individuo quello che è particolarmente efficace a contrastare il virus, con l’intenzione di produrlo in grandi quantità e poi somministrarlo ai pazienti per aiutarli a guarire o per impedirne l’infezione quando questa sarebbe particolarmente pericolosa (immaginate per esempio a chi ha appena subito un trapianto di midollo per curarsi una leucemia).
Capite benissimo che questi farmaci non solo non hanno nulla a che fare con i vaccini, ma sono ALTERNATIVI ai vaccini. Quando c’è un vaccino che funziona queste molecole non servono: infatti l’unico anticorpo monoclonale che è attualmente utilizzato contro un virus si chiama palivizumab (Synagis) e serve a proteggere i bambini particolarmente vulnerabili dall’infezione contro il virus respiratorio sinciziale. Inutile dirvi che se ci fosse un vaccino si potrebbero proteggere con la vaccinazione, ma purtroppo il vaccino contro questo virus non c’è, quindi bisogna usare questo anticorpo monoclonale.
La mia attività di ricercatore è stata piuttosto fortunata grazie ad un fantastico maestro, Massimo Clementi, e grazie a giovani bravissimi collaboratori. Infatti insieme siamo riusciti a individuare anticorpi monoclonali estremamente promettenti.
Tra i tanti uno contro il virus dell’epatite C (potrebbe rendere più economiche e tollerabili le terapie), un altro contro un virus poco conosciuto che si chiama JC del quale potrebbero beneficiare i malati di sclerosi multipla (che sono a rischio di encefaliti mortali ed incurabili a causa della immunodepressione indotta dai farmaci che li guariscono dalla grave malattia), uno contro il virus influenzale (che muta in maniera imprevedibile rendendo talvolta poco efficace il vaccino), l’ultimo –il lavoro nella foto lo descrive - proprio contro il virus Herpes Simplex che potrebbe essere molto utile sia agli individui immunodepressi (che corrono gravi rischi a causa di questo agente infettivo) sia alle donne gravide che in particolari casi corrono il rischio di infettare il bimbo alla nascita causando una encefalite virale spesso mortale, e quasi sempre gravemente invalidante.
Grazie alla qualità del lavoro del nostro gruppo di ricerca ho potuto pubblicare numerosi lavori scientifici su riviste molto prestigiose e ottenere diversi brevetti. Per chi fa ricerca pubblicazioni e brevetti sono come le medaglie per un atleta: mostrano che si è lavorato in maniera riconosciuta come eccellente dai colleghi e che quanto si è fatto non è del tutto inutile. Sono sicuro che i miei colleghi, quando mi hanno chiamato in cattedra, lo hanno fatto valutando positivamente il mio curriculum.
Insomma, avere scoperto e brevettato dei potenziali farmaci contro malattie gravi dovrebbe costituire un titolo di merito: invece da qualche giorno su internet impazzano dei diffamatori che utilizzano la lista dei miei brevetti per calunniarmi e per insinuare il sospetto di un mio conflitto di interesse.
A tutti sarà evidente dopo questa spiegazione che gli anticorpi monoclonali umani non solo NON SONO VACCINI, ma sono farmaci ALTERNATIVI AI VACCINI e quindi io in effetti un conflitto di interesse ce l’avrei: mi converrebbe dire che i vaccini sono pericolosi, in modo da aprire la strada all’utilizzo dei miei brevetti. Non mi sembra che sia quello che quotidianamente sostengo.
Ma anche se io avessi dei brevetti relativi a dei vaccini (che – beninteso – non ho) la mia convenienza anche in questo caso sarebbe quella di evidenziare i difetti dei vaccini esistenti per promuovere l’utilizzo dei miei: è proprio quello che fece il radiato Wakefield . Aveva un brevetto per un nuovo vaccino e tentò di screditare quello esistente.
Io non ho alcun conflitto di interessi. Ho lavorato e lavoro come consulente scientifico per numerose aziende (è il modo in cui mi guadagno onestamente da vivere pagando rigorosamente le tasse) ma nessuna di queste aziende ha mai scoperto, brevettato o commercializzato vaccini. In particolare io non ho mai preso un euro dalle aziende che producono i vaccini che sono attualmente utilizzati per le vaccinazioni che io così appassionatamente promuovo. Se in Italia e nel mondo si vaccinassero tutti, o non si vaccinasse nessuno, nulla cambierebbe nel mio portafoglio. Anzi, se si vaccinassero in pochi - ragionando per paradosso - probabilmente per me si aprirebbero nuove opportunità lavorative.
Tutti gli eventi pubblici ai quali ho partecipato sono stati gratuiti e non ho mai per essi preteso un compenso: qualche volta ho accettato il rimborso delle spese di trasporto ma molto spesso ho pagato tutto io.
Non merito un plauso perché non ho fatto niente di più del mio dovere; ma trasformare quelli che sono titoli di merito in diffamazione è una comportamento [...] nei miei confronti che sono costretto a contrastare, e che contrasterò.
Infine, sappiate che io ho militato in due sole
associazioni: in gioventù ho fondato insieme ad alcuni carissimi amici (Giorgio Mochi, Alessandra Coen, e tanti altri) il Leo Club Montefeltro (è la sezione “giovanile” dei Lions) da cui sono tempo addietro uscito – ahimè- per raggiunti limiti di età. La seconda, della quale sono invece tuttora socio attivo, appassionato ed orgoglioso, è il Lazio Club Milano, insieme al quale sto ancora esultando per la magnifica vittoria nel derby di domenica a dispetto dei virus (che ci hanno tolto Immobile) e degli errori arbitrali.
Tutto il resto è menzogna che proviene da chi, vistosi battuto sul piano della ragione e della scienza, non potendo contrastare le mie tesi tenta disperatamente di buttarla in rissa sperando che gli altri siano tanto cretini quanto lui nel non riuscire a capire il significato delle parole.
Infine, per essere chiari, io non ho nessun interesse economico a promuovere le vaccinazioni e non appartengo ai Rotary, ai Lions e neanche alla Massoneria, associazioni peraltro legittime alle quali un onesto cittadino ha il pieno diritto, se vuole, di aderire; per cui la chiudiamo qui.
Però non azzardatevi a darmi del romanista, perché in quel caso vi porto in tribunale.
PS: la lista di brevetti che pubblicate è incompleta, per cui mi permetto di fornirvene io una corretta, visto che ognuno di essi è una medaglia che sono felice di avere appuntata al petto. Ne manca uno che non è ancora pubblico, ma uscirà tra poco.