I danni più grandi li ha fatti alla cultura. Pessimo uomo di Stato ma ancora peggiore l'immagine che ha dato dello Stato, incarnandolo.
Un uomo senza vergogna che ha stimolato tante persone a comportarsi come lui, ha dato dignità alle pulsioni più spregevoli e ne ha tolta alle istituzioni.
È cresciuta di fianco a lui e grazie al suo esempio una generazione di leccaculo, di persone disposte a negare l'evidenza, persone senza competenza che si sentono in diritto di dire la loro. È stato il portavoce dei farabutti e dei megalomani, degli ignoranti e degli ingenui.
Ad ogni modo, secondo me Berlusconi ha demeriti che vanno al di là delle sue intenzioni.
Berlusconi era una nullità, privo di visione e idee politiche. Ha agito sempre e solo nel suo interesse di privato cittadino, e per compensare i guai causati dalla sua megalomania.
Non ho mai pensato che volesse distruggere questo Paese. Non gli ho mai riconosciuto la sottigliezza intellettuale. Non era un genio del male, era una testa di qazzo.
E non ha fatto tutto da solo.
Tante persone l'hanno votato, non ce l'ho con gli ingenui ma con chi lo riteneva un farabutto irresponsabile, eppure l'ha votato; tante persone hanno lavorato per lui, direttamente o indirettamente. Ho il sospetto che anche i miei partiti di riferimento dell'epoca lo abbiano usato per nasconderci una vergognosa transizione verso il capitalismo. Erano vere le cose che dicevano su di lui, ma Berlusconi ha rappresentato anche una grossa fonte di consenso (assolutoria) per la sinistra che si spostava verso il centro.
La fase berlusconiana, preparatoria alla nullificazione dello Stato e del fare politica, è terminata quindici anni fa. Poi ce n'è stata un'altra, e adesso siamo in quella ancora successiva.
Vent'anni fa avrei gioito per la sua morte, oggi mi fa piacere solo che sia morto prima di me.