io continuo a dire che se non ci rassegnamo a rivedere i nostri modelli di sviluppo, mettendo in discussione la crescita come dogma non ci sarà MAI una soluzione efficace.
Sono tutte illusioni.
Come nel corpo umano è la dose che fa il veleno (Paracelso).
Qualsiasi soluzione, se renderà necessario un uso massivo e spasmodico, si trasformerà in nuovo problema. perché le batterie poi inquineranno e andranno smaltite, perché dovrai riempire interi paesaggi di pale eoliche, ecc ecc.
E tutto questo per non mettere in discussione il nostro comandamento I "Non avrai altro Dio all'infuori della crescita". Vale anche per il socialismo produttivista, non c'è dubbio alcuno.
Forse, umilmente, toccherebbe iniziare a fare i conti con le ragioni di chi parla di decrescita.
Che non ha ragione, ma ha ragioni.
Per me non ha ragione perché pensa che andando tutti in bici risolvi il problema.
Oppure, nei casi più estremi, che tocca tornare tutti a zappare la terra e nutrirci dei frutti che riusciamo a coltivare.
Tuttavia ha ragioni, perché coglie un problema reale e la necessità di soluzioni in quella direzione.
Ossia una gestione razionale di quel che riteniamo necessario e uno stop al superfluo.
Cosa significa praticamente?
Che IMPONI alle aziende un ciclo di vita dei prodotti minimo.
Che VIETI l'usa e getta almeno in alcune categorie merceologiche.
Che DECIDI quali sono le attività da incentivare e quali vanno BLOCCATE.
Attenzione, in questo scenario non c'è il vate che sà quali sono le attività necessarie (questo fu uno dei problemi del socialismo reale, pensare che questo ruolo lo avesse IL partito).
La decisione è politica e democratica. Con questo voglio dire che avrai la società che ti dirà che le partite alle 21 sono essenziali e quindi sticazzi, illuminiamo gli stadi a giorno, ma il salmone dalla norvegia è inutile.
E la società che invece dirà che l'avocado è un alimento irrinunciabile e invece il calcio non ce ne fotte un cazzo quindi se volete lo giocate alle 15 a impatto zero sennò fermiamo i campionati.
Politica. Decisioni prese razionalmente da decisori rappresentativi, senza dogmi preconfezionati.
Non c'è la scelta giusta, ma è giusto fare una scelta.
Questa - secondo me - è la soluzione a tendere, non l'illusione positivista (dunque tipicamente borghese capitalista) che arriverà la svolta tecnologica a risolverci il problema.
Chiunque pensi questo, liberista marxista reazionario socialista, è uno imbevuto del peggior razionalismo illuminista, ad oggi è più un problema che una soluzione.
Perché in realtà il problema non è semplicemente di risorse ma di rapporto tra società umana e risorse.
é un problema sociale, di società, NON semplicemente ambientale.
Il problema ambientale è la fenomenologia di questo problema sociale.