[...] ma se devi muoverti da una periferia all'altra tanti auguri.
Che è cosa comune a tutte le metropoli comparabili. Inutile secondo me fare confronti tra città che, per dimensioni, storia e sviluppo urbano, non hanno nulla di comparabile.
Io, personalmente, quando uno mi dice che "a parigi non ti serve la macchina", in genere,
metto mano alla pistola. Anche perché sarebbe da fare, prima di ogni discorso, una valutazione condivisa del concetto di "ceto medio". E' ovvio che se te poi permette un loft accanto a Notre Dame te poi pure far spedire il mobile da cucina Roche Bobois senza che muovi un dito e aspetti che due, a volte tre, poveri cristi, pagati con le noccioline, arrivano sotto casa tua, te lo portano a spalla e te lo montano pure nel salone. Ma se te devi andare a prendere da solo la libreria Billy all'Ikea in periferia e poi portarla a casa tua, sempre in periferia, non te ce vedo prende la metro. O la bicicletta.
C'è questa identificazione, dannosa fino all'estremo almeno a parigi, degli abitanti come una famiglia del mulino bianco dove tutti sono in forma, belli, biondi e con tutto il tempo per prendere una bella colazione seduti attorno a un tavolo col sole che entra dal finestrone. Un po' come gli spot di Amadeus che esaltava il lockdown spiegando che cosi aveva tutto il tempo per ripassare in giardino i compiti con suo figlio. Io abito a uno sputo (700 metri) da Parigi, su un boulevard cruciale per la circolazione a nord della metropoli. Da un paio d'anni hanno creato una pista ciclabile, vietata agli autobus, che prende quasi la metà del boulevard. Al grido di
tutti in bicicletta !!!!! A Parigi che te serve la macchinaaaaaaa ?????. Praticamente per arrivare a Parigi faccio prima in ginocchio che con qualsiasi altro mezzo, pubblico o privato. Con l'autobus che, appunto, non puo' prendere la corsia delle biciclette.