Orrore!

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Re:Orrore!
« Risposta #80 il: 31 Mag 2016, 18:01 »
(Io leggo a pezzi e bocconi perché sono in viaggio in macchina, mi scuso per l'eventuale mancanza di linearità)

L'importante é che tieni la linearità in macchina...

Offline pan

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Re:Orrore!
« Risposta #81 il: 31 Mag 2016, 18:03 »
(Io leggo a pezzi e bocconi perché sono in viaggio in macchina, mi scuso per l'eventuale mancanza di linearità)

(e daje co sta linea)
vabbè stacco pur'io, vado a stirà.

Offline Fiammetta

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10321
Re:Orrore!
« Risposta #82 il: 31 Mag 2016, 18:29 »
Forse l'oggetto della discussione va spostato, altrimenti ci giriamo intorno.
La mia opinione e' la seguente, e la scrivo perche' non mi sembra ce ne sia ancora una versione in questo topic.

Il femminicidio, la violenza sulle donne, e' un punto, verso l'estremita', di una retta che include tutti i comportamenti che gli uomini tengono verso le donne. Un continuum. Cosi' come la sessualita', che e' una retta che vede il piu' etero degli uoini a un'estremita', la piu' etero delle donne all'altra, e tutto il resto in mezzo. Un continuum, dunque, di cui faccio parte, in cui io sono un punto, da qualche parte. Su questa retta, ad un estremo c'e' Gandhi (per dire) e all'altro questo assassino, da qualche parte verso la fine.

L'atteggiamento verso le donne fa parte della cultura di un popolo. Io e voi partecipiamo alla creazione di questa cultura. Con sguardi, frasi, toni e atteggiamenti. Che e' molto meglio che dare fuoco ad una ragazza, ma noi ci troviamo sulla retta di questo continuum, la stessa di questo ragazzo. Fino al giorno in cui saremo tutti allo stesso punto, l'estremo del rispetto e dell'uguaglianza nelle aspettative, nelle opportunita', nel rapporto di lavoro, nella paga, nei lavori di casa, nei commenti su facebook, nella considerazione di un candidato ad una elezione locale o nazionale, noi tutti contribuiremo alla cultura che ha dato fuoco a questa ragazza (cosi' come, fra parentesi, contribuiamo alla cultura che ha impedito ai passanti di intervenire).

Quindi non abbiamo alcun diritto di condannare. Certo, siamo in una posizione in cui e' legittimo da parte nostra sottolineare l'orrore del fatto. Ma, a mio modesto avviso, come parte attiva nella creazione di questa cultura, dovremmo fermarci li'. Altrimenti ci stiamo autoassolvendo troppo facilmente, utilizzando la distanza fra il nostro punto sulla retta e quello di questo ragazzo come una scusa, mentre dovremmo concentrarci sul fatto che siamo visibili l'uno agli altri.
Grazie. Un grazie immenso per ogni donna. E due giorni consecutivi di applausi scroscianti.
Re:Orrore!
« Risposta #83 il: 31 Mag 2016, 18:39 »
Ok, gli diamo una pacca sulla spalla e lo rilasciamo perché i pensionati non arrivano a fine mese...

Quanti figli hai?

ma che c'entra? che risposta è?

semplicemente non ha senso dire "ormai non ci sono più valori bla bla bla"

piuttosto dovremmo dire "ancora non siamo riusciti a eliminare tutti gli istinti etc etc etc"

questo è il mio punto. nel sud italia stra-cattolico fino a meno di 60 anni fa, la moglie ma anche la "fidanzata" diventava proprietà dell'uomo con il beneplacito del padre che comunque era il padrone, e di tutta la società in primis la chiesa.

dove stavano i valori allora? che senso ha dire "ormai non ci sono più quei valori". secondo me invece il contrario, che purtroppo gli strascichi di quei valori ancora ce li portiamo dietro.

Offline carib

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30423
Re:Orrore!
« Risposta #84 il: 01 Giu 2016, 10:23 »
Forse l'oggetto della discussione va spostato, altrimenti ci giriamo intorno.
La mia opinione e' la seguente, e la scrivo perche' non mi sembra ce ne sia ancora una versione in questo topic.

Il femminicidio, la violenza sulle donne, e' un punto, verso l'estremita', di una retta che include tutti i comportamenti che gli uomini tengono verso le donne. Un continuum. Cosi' come la sessualita', che e' una retta che vede il piu' etero degli uoini a un'estremita', la piu' etero delle donne all'altra, e tutto il resto in mezzo. Un continuum, dunque, di cui faccio parte, in cui io sono un punto, da qualche parte. Su questa retta, ad un estremo c'e' Gandhi (per dire) e all'altro questo assassino, da qualche parte verso la fine.

L'atteggiamento verso le donne fa parte della cultura di un popolo. Io e voi partecipiamo alla creazione di questa cultura. Con sguardi, frasi, toni e atteggiamenti. Che e' molto meglio che dare fuoco ad una ragazza, ma noi ci troviamo sulla retta di questo continuum, la stessa di questo ragazzo. Fino al giorno in cui saremo tutti allo stesso punto, l'estremo del rispetto e dell'uguaglianza nelle aspettative, nelle opportunita', nel rapporto di lavoro, nella paga, nei lavori di casa, nei commenti su facebook, nella considerazione di un candidato ad una elezione locale o nazionale, noi tutti contribuiremo alla cultura che ha dato fuoco a questa ragazza (cosi' come, fra parentesi, contribuiamo alla cultura che ha impedito ai passanti di intervenire).

Quindi non abbiamo alcun diritto di condannare. Certo, siamo in una posizione in cui e' legittimo da parte nostra sottolineare l'orrore del fatto. Ma, a mio modesto avviso, come parte attiva nella creazione di questa cultura, dovremmo fermarci li'. Altrimenti ci stiamo autoassolvendo troppo facilmente, utilizzando la distanza fra il nostro punto sulla retta e quello di questo ragazzo come una scusa, mentre dovremmo concentrarci sul fatto che siamo visibili l'uno agli altri.
Sono d'accordo e non sono d'accordo.
Sono d'accordo quando dici che "L'atteggiamento verso le donne fa parte della cultura di un popolo". Ho scritto dove IMHO affondano le radici di questa cultura.
E sono d'accordo perché un conto è essere condizionati, un conto è essere influenzati, un conto è aderire a questa cultura, ma in tutti e tre i casi ci si trova sulla retta che a determinate condizioni può condurre all'acting out dello psicopatico della magliana. Quindi chi questa cultura non la rifiuta in toto è, come dici tu, corresponsabile.
Ma appunto esiste il rifiuto. Esiste la naturale capacità di rapportarsi al diverso da sé senza negarne o annullarne l'identità. E non occorre essere gandhi (a mio modesto avviso esempio del tutto fuorviante) per riconoscere il diverso da sé (la donna) come proprio simile (essere umano). Occorre - mi riferisco a chi nasce e vive in Occidente - aver mantenuto o non aver perso la capacità di separarsi dall'idea che la donna sia un essere inferiore (Aristotele, paolo di tarso, kant et similia), che la sua identità sia quella di moglie e madre (bergoglio e i suoi 247 predecessori - cifra a caso), che l'irrazionale femminile è il diavolo (inutile fare esempi) e così via. Sono queste idee perverse e cr1minali che IMHO armano la mano degli assassini di donne, che generano stalker, molestatori seriali e molestatori occasionali. Azioni che finiscono per essere giustificate dalla società perché è questa cultura che permea la (nostra) società. Esempio classico: lo stupro? E' la donna che se l'è cercata indossando la minigonna. Che è la versione "femminile" della giustificazione della pedofilia da parte di augias, uno dei tanti moltiplicatori nostrani di questa cultura violentatrice seriale di donne e bambini.
Dov'è che non sono d'accordo? IMHO il tuo pensiero parte dal presupposto che siamo tutti potenziali assassini/stupratori. Ecco, no. E non è un'autoassoluzione, semmai un'assoluzione di massa. E nemmeno una reazione riflessa di fronte al sospetto che questa tua convinzione sia troppo simile al concetto di peccato originale (tu quoque???) o di male radicale kantiano (non cè differenza). IMHO kant e il papa dovrebbero pensare ai cazz1 propri e parlare per sé. Perché esiste un'umanità che non ha perso la propria naturale umanità e che - nel caso degli uomini - il rapporto con le donne riesce ancora a viverselo, accettando la differenza ed elaborando tutte le crisi che questa differenza comporta senza diventare violenta e fare i casini irrecuperabili che combinano quelli che si trovano lungo la retta di cui parli.
Ricapitolando: IMHO c'è una violenza invisibile insita in certa cultura che permea da secoli il nostro vissuto quotidiano. E c'è la violenza manifesta di chi molesta, violenta, uccide una donna e il bambino. Insomma, il diverso da sé (quindi ci metterei anche i migranti...), da chiunque non sia maschio, adulto, razionale. C'è un nesso stringente tra questi due elementi. Tra il generale e il particolare, tra il pensiero - che è malato - e l'azione cr1minale di un malato. Rifiuta, combatti, confuta, denuncia, cura l'uno e avrai contribuito a prevenire l'altra.
Re:Orrore!
« Risposta #85 il: 01 Giu 2016, 11:16 »
Articolo tosto, che relaziona la terribile storia di Sara ai possibili epiloghi di una società malata


Sara si poteva salvare

Sara si poteva salvare.
Lo affermano tutti i giornali, anche il «Corriere della Sera»
A pagina 5 dell’edizione di oggi, martedì 31 maggio, un virgolettato riprende le parole di Maria Monteleone, pm di Roma: «Il mio è un invito caldo a chi si imbatte in una ragazza di notte, in una strada isolate che chiede aiuto: fermatevi o chiamate immediatamente la polizia».
Chiamate la polizia, dunque.
Già, ma quale polizia?
La stessa che è intervenuta quando a urlare aiuto c’era Stefano Cucchi o Federico Aldrovandi?
O quella che il 30 giugno del 2001 ha “affrontato” Michele Ferrulli a Milano riconsegnandolo morto ai suoi familiari dopo l’intervento?
Sara si poteva salvare. E Michele avrebbe potuto avere giustizia.
Invece la Corte d’Assise del capoluogo lombardo, assolvendo i poliziotti responsabili del trattamento, ha sentenziato che «il fatto non sussiste» e che i colpi inferti a Ferrulli erano necessari a vincere la resistenza dell’uomo.
Questo in fondo accade quando si fa confusione tra colpevoli e innocenti: tante donne che alla polizia si sono rivolte perché minacciate o perseguitate dall’ex di turno non hanno avuto un sostegno molto diverso dal nulla. E così, mentre molte di queste donne sono state aggredite e uccise dagli stessi che pure avevano denunciato, si omette sempre di spiegare come mai è proprio il nulla ciò che le attuali diramazioni dello Stato articolano di fronte al tema dei bisogni, qualunque genere di bisogni.
Sara si poteva salvare, in ogni caso.
Perché mentre lei veniva bruciata viva sono passati per via della Magliana, a Ponte Galeria, almeno due motociclisti, che hanno visto la ragazza urlare e dimenare le mani, ma non si sono fermati.
Hanno evitato di cimentarsi con un assassino, e forse anche con la sua pistola: oggi i giornali ci informano che chi ha ucciso Sara faceva la guardia giurata, ma non ci dicono se fosse armato o meno. Un silenzio necessario a sottrarsi dal tema della privatizzazione degli stessi corpi di polizia in atto, di fatto, da molto tempo in Italia?
Prima di quei motociclisti, in ogni caso, a non fermarsi sono stati una banda di speculatori, che hanno preso una delle poche zone verdi di Roma stuprandola con l’acciaio e con il cemento. E i marciapiedi? E l’illuminazione? E le piazze e i punti d’incontro? E tutte quelle opere in grado di favorire l’unica vera forma di sicurezza all’interno dei quartieri – la socialità diffusa, la possibilità di percorrere strade che le persone vivono e attraversano?
Ma se questo contesto è figlio – come e è figlio – della violazione sistematica di piani regolatori e norme edilizie, dove sono le condanne dei palazzinari responsabile di questi scempi?

Sarà però si poteva salvare.
Come si salvano, ogni giorno, decine di donne sole, spesso con bambini e bambine piccole, ancora più spesso già capaci di affrontare e vincere storie di botte subite dentro casa – capaci di cacciare da loro stesse la presenza di uomini violenti e di affrontare un lavoro che non c’è o si perde e quindi un affitto che non si riesce a pagare. Ci pensano altri uomini, e anche altre donne (la polizia), a questo punto, ad arrivare ancora nel cuore della notte: a rompere le inferriate delle finestre e a cacciare quelle donne e i loro figli in mezzo alle strade.
Di fronte a un simile scempio, sono in tanti e in tante a girarsi dall’altra parte. Ma non tutti e non tutte. Altri e altre in simili casi si organizzano e accorrono: difendono lo sfratto e la dignità; spesso ne ricavano un rinvio dell’esecuzione del provvedimento (firmato da un magistrato), ancora più spesso denunce per resistenza aggravata e un numero incalcolabile di manganellate, sferrate tenendo il tonfa dalla parte opposta rispetto al manico, apposta per fare più male (la legalità…)
.
Si ricorda spesso, tra l’altro, come la violenza di genere non abbia né classe né tantomeno “razza”. Ed è senz’altro vero. Eppure ci si è mai confrontati – prima di archiviare il tutto alla voce “femminicidio” – con l’enorme numero di reati compiuti in ambiente domestico ai danni di mogli, fidanzate ed ex da appartenenti alle forze dell’ordine o da guardie giurate? Ci si è mai confrontati, o invece in questo caso non sono stati solo due motociclisti a scappare, anche con l’enorme numero di casi in cui nelle caserme, nei carceri, nei CIE a stuprare sono proprio gli appartenenti alle forze di polizia?
Sara però si poteva salvare.
Come ci si salva a Ventimiglia, per esempio. Dove pure non mancano gli uomini e le donne che non hanno alcuna intenzione di girarsi dall’altra parte.
Ci sono tante donne lì e Sara è in ognuna di loro. Ognuna di loro costretta a subire una doppia oppressione, di genere e di classe: e la magistratura magari si girasse dall’altra parte, no, non si gira affatto. Ma spalanca gli occhi e distribuisce condanne e fogli di via
.
Sara però di poteva salvare.
Con una ruspa in grado di passare sopra a mille bar con i quattro tavolini di plastica fuori e, seduti con una birra in una mano e la ricevuta delle scommesse nell’altra, un gruppetto di ragazzi – maschi, cattolici, eterosessuali e italiani per lo più – soli con la propria testa bacata. Passa una donna come Sara e qualunque [...] presente si sente autorizzato ad aprire la bocca: «quanto sei bona, vieni qui bella, anvedi che bocce, aoh, ciò un cazzo pieno d’amore per te…».
Questo, fin da quando Sara – una Sara per tutte – era ancora piccola, undici o dodici anni, aspetta le donne in ogni angolo di strada: un’intimidazione continua, un eterno fischiare, uno stalkeraggio diffuso a cui si demanda il sacro compito di imporre le cose così come stanno in questa società. Una società dove il ricco ha il povero, il povero ha l’immigrato e tutti hanno le donne contro cui – boccia di birra in una mano e ricevuta della scommessa nell’altra – sfogare l’ansia generata da un possesso eternamente negato: il possesso dell’uguaglianza, della giustizia, della libertà, della fraternità e della sorellanza.
Sara si poteva salvare, certamente.
Bloccando tutti gli sfratti, gli sgomberi e i pignoramenti.
Travolgendo tutti i reticolati di filo spinato.
Distruggendo tutte le macchine dell’umiliazione e dello sfruttamento.
Spezzando il cortocircuito che perpetua lo sfruttamento all’interno dei rapporti personali, sacrificando le donne al simulacro del “possesso” e innescando la mentalità che si sente autorizzata a punire i rifiuti di sottostare a una simile logica – la stessa logica che trasforma gli esseri umani in merce quando fanno gli operai e le operaie e le donne in cose all’interno dei rapporti di coppia.
Sara si poteva salvare.
Imboccando con decisione la strada della decolonizzazione del cuore e del pensiero, l’unica dove è possibile cominciare ad articolare davvero la parola «amore».
Qualcuno e qualcuna a un simile processo dà il nome di Rivoluzione e la descrive come un cambiamento dello stato di cose presenti.
Sono le stesse persone che se vedono Sara gridare e gesticolare in cerca di aiuto si fermano e intervengono come si sono fermati e sono intervenuti quando un’altra Sara doveva essere buttata in mezzo a una strada da uno sfratto; quando un’altra Sara ha avuto la necessità di un’atmosfera solidale al culmine di una storia di violenza domestica; quando un’altra Sara si è vista attaccare per il modo in cui veste, parla o ama (nessun contesto è escluso dal problema).

Sono le stesse persone che rispetto alla voce “sessismo” non si limitano a generare una teoria ma costruiscono una pratica di combattimento quotidiano, capace di strappare libertà e autonomia: capace di costruire quel processo di decolonizzazione non solo necessario, ma indispensabile.
Un processo di decolonizzazione capace di rovesciare quei tavoli in quei bar – in tutti i bar – dove oggi, con Sara bruciata viva, torme di uomini (maschi, bianchi, cattolici, eterosessuali… a chi se non al loro ego malato e represso si rivolge il fortunato e orrido slogan «prima gli italiani»?) continuano a sedere, a fischiare, a importunare, a incarnare il ruolo di agenti di una colonizzazione capace di salvare solo il profitto.
Invece è Sara che si poteva salvare.

da http://www.armati.info/sara-si-poteva-salvare/
Re:Orrore!
« Risposta #86 il: 01 Giu 2016, 11:28 »
Certo pero' che fare una fiaccolata per ricordare Sara...
Ma come vi viene in mente...

Offline vaz

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55768
Re:Orrore!
« Risposta #87 il: 01 Giu 2016, 11:39 »
Carib, sono d'accordo col tuo post
(non te ne fregherà un cazzo eh  :beer:)

Offline carib

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30423
Re:Orrore!
« Risposta #88 il: 01 Giu 2016, 12:50 »
 ma come no?! :=))
Re:Orrore!
« Risposta #89 il: 01 Giu 2016, 14:10 »
Perché esiste un'umanità che non ha perso la propria naturale umanità

Occhio al concetto di "naturale" e di "umanita'"

Offline carib

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30423
Re:Orrore!
« Risposta #90 il: 01 Giu 2016, 14:51 »
E perché mai? Nessuno nasce disumano.
Fossi in te starei invece attento a chi sostiene la "naturale" perversione del neonato.
Re:Orrore!
« Risposta #91 il: 01 Giu 2016, 16:44 »
Vado al pratico, come al solito. Se io di notte, in una via brutta di impicci, vedo una situazione inequivocabile di pericolo, e capisco che non è un'aggressione mafiosa tra bande di protettori, non è una rapina a me etc., io se sto da solo senza soggetti da proteggere con me, posso anche intervenire, oltre a chiamare la polizia che comunque sarebbe arrivata tardi. Ora però, ovviamente ci devo andare con la mano pesante, viste le variabili. Ecco, è a questo punto che penso che mi posso fare quei 20 anni de galera come niente, per aver provato ad aiutare gente in difficoltà. Purtroppo l'indirizzo "non ci si fa giustizia da soli, non si esagera nella reazione" diventa "Fatti i cazzi tuoi che anche se ne esci vivo da sta situazione, ci sono galera, avvocati e anni di lavoro come risarcimento al criminale". Cose peraltro già successemi, sul lavoro. Allora tiro dritto e chiamo la polizia. Che arriva tardi.

Offline Thorin

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3079
Re:Orrore!
« Risposta #92 il: 01 Giu 2016, 17:11 »
Vado al pratico, come al solito. Se io di notte, in una via brutta di impicci, vedo una situazione inequivocabile di pericolo, e capisco che non è un'aggressione mafiosa tra bande di protettori, non è una rapina a me etc., io se sto da solo senza soggetti da proteggere con me, posso anche intervenire, oltre a chiamare la polizia che comunque sarebbe arrivata tardi. Ora però, ovviamente ci devo andare con la mano pesante, viste le variabili. Ecco, è a questo punto che penso che mi posso fare quei 20 anni de galera come niente, per aver provato ad aiutare gente in difficoltà. Purtroppo l'indirizzo "non ci si fa giustizia da soli, non si esagera nella reazione" diventa "Fatti i cazzi tuoi che anche se ne esci vivo da sta situazione, ci sono galera, avvocati e anni di lavoro come risarcimento al criminale". Cose peraltro già successemi, sul lavoro. Allora tiro dritto e chiamo la polizia. Che arriva tardi.

Sempre se in quei due/tre secondi di transito a 70 Km/h in una via buia riesci davvero a decifrare cosa sta accadendo.

Offline cisky70

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1046
Re:Orrore!
« Risposta #93 il: 01 Giu 2016, 19:05 »
Rispetto a quelli che non si sono fermati trovo molto peggio questo


tralasciando la spettacolarizzazione che fa per pochi click in piu e tralasciando soprattutto il solito populismo alla feisbuk nel dare sempre la colpa ad altri (c'avete rotto er ca.. voi lasciatele perde ..ecc.)

mi soffermerei più su questo passaggio:
"..è pieno di fregna a Roma, pieno zeppo de fregna..."  :o :o :o :o :o

esattamente quel bacino culturale che non deve esistere, che fa noi uomini tutti colpevoli.
IMHO
Re:Orrore!
« Risposta #94 il: 01 Giu 2016, 20:05 »
in ogni angolo del mondo donne vengono ammazzate, stuprate, picchiate
in ogni angolo del mondo
indagarne le ragioni è interessante, ognuno si fa una propria convinzione, ma da millenni gli uomini
ammazzano le donne
la novità è che oggi ce ne rendiamo conto, ne abbiamo preso coscienza (oddio, mica tutti), facciamo delle leggi
eppure sino a qualche decennio fa esisteva il delitto d'onore...(altre leggi)

mah, forse le ragioni sono nell'istinto bestiale che resiste tenacemente al procedere e all'avanzare dell'elemento culturale per cui la donne, elemento debole allo stato di natura, resta un oggetto disponibile
forse è così
resta che non esiste società indenne da questa barbarie

quel tizio sino al giorno prima era uno "normale", inserito nella società (e sono tutti così...)
all'improvviso diventa una bestia, un animale

un delitto che lascia senza parole
prima la rabbia poi l'impotenza della consapevolezza che non sarà certo l'ultimo


Offline carib

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30423
Re:Orrore!
« Risposta #95 il: 01 Giu 2016, 21:24 »
(Non accade MAI all'improvviso)
Re:Orrore!
« Risposta #96 il: 01 Giu 2016, 22:42 »
(Non accade MAI all'improvviso)

si, ci sono segni e segnali, spesso sottovalutati ma quelle persone sono "normali", vivono fra noi, si relazionano con noi, possono essere nostri amici....questo è sconcertante

io certezze, su questa cosa, non ne ho

(su altre, pure troppe)

Offline Thorin

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3079
Re:Orrore!
« Risposta #97 il: 01 Giu 2016, 23:15 »
Rispetto a quelli che non si sono fermati trovo molto peggio questo


tralasciando la spettacolarizzazione che fa per pochi click in piu e tralasciando soprattutto il solito populismo alla feisbuk nel dare sempre la colpa ad altri (c'avete rotto er ca.. voi lasciatele perde ..ecc.)

mi soffermerei più su questo passaggio:
"..è pieno di fregna a Roma, pieno zeppo de fregna..."  :o :o :o :o :o

esattamente quel bacino culturale che non deve esistere, che fa noi uomini tutti colpevoli.
IMHO
Scusami, con tutta la buona volontà, ma il "tutti colpevoli" puoi tenertelo per te?
Cioè, io non mi sento colpevole per niente, per niente.

Offline Thorin

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3079
Re:Orrore!
« Risposta #98 il: 01 Giu 2016, 23:17 »



quel tizio sino al giorno prima era uno "normale", inserito nella società (e sono tutti così...)
all'improvviso diventa una bestia, un animale

Ni... La gelosia malata, la password di iCloud, le telefonate continue... Non era normale per niente.
Re:Orrore!
« Risposta #99 il: 01 Giu 2016, 23:19 »

Ni... La gelosia malata, la password di iCloud, le telefonate continue... Non era normale per niente.

molti uomini sono così
 

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