Parigi sotto attacco!

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Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1740 il: 23 Mar 2016, 14:25 »
Di seguito un articolo interessante sulla sicurezza in europa, da parte di chi sulla sicurezza ha da insegrare a tutto il mondo

SICUREZZA AEROPORTUALE, ISRAELE: EUROPA INDIETRO DI 40 ANNI | di Micol Anticoli

"In Europa e negli USA si investono folli somme di denaro nei sistemi di sicurezza di alta tecnologia, ma stanno combattendo la guerra di ieri e non stanno investendo invece nell'elemento umano. Chi si concentra a sequestrare una bottiglietta d'acqua ad una anziana signora non troverà mai degli esplosivi", lo ha spiegato Shlomo Har-Noi, presidente della compagnia israeliana Shamda che si occupa di sicurezza in infrastrutture ad alto rischio.

Ed in effetti se in Europa le esplosioni all'aeroporto di Bruxelles hanno sorpreso tutta la rete della sicurezza, in Israele non si sono minimamente scomposti, consapevoli che questi sono i rischi quando si seguono strategie di prevenzione che non sono al passo coni tempi, ma che affrontano la minaccia odierna come se fossimo indietro di 40 anni.
 All'indomani dei tragici attentati molti stati europei si stanno già muovendo per riorganizzare i controlli aeroportuali, può tornare quindi utile dare uno sguardo ai sistemi di sicurezza dell'Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, che effettua i primi controlli già dal momento dell'acquisto di un biglietto aereo.

Il primo livello di controllo è telematico: gli addetti alla protezione dell'aeroporto israeliano sono in possesso delle liste complete dei passeggeri, il ché permette di effettuare controlli ad incrocio e verificare quali viaggiatori avranno bisogno di maggiori attenzioni da parte degli agenti.
 Il secondo step sono i controlli sulla strada che porta all'aeroporto: la sicurezza blocca le macchine che passano sotto una specie di casello e controllano chi c'è nella vettura, chi viaggerà e chi li sta accompagnando.
 Poi ancora la terza barriera si incontra prima di arrivare al check in: lo staff dell'aeroporto controlla passaporti, biglietti e bagagli. Conduce un accurato "interrogatorio" e se lo ritiene necessario apre valigie e zaini. Si arriva così alle partenze con dei biglietti che attestano il superamento dei controlli.

Fermo restando che nessuno è immune da attentati, sarebbe il caso che anche in Europa si adottassero misure più serie, ma soprattutto che si investisse nell'addestramento del personale addetto alla sicurezza. I controlli israeliani sono fastidiosi e invadenti, a volte sembrano durare un'eternità e rallentano il tempo delle partenze, ma non ne vale la pena?

Offline Thorin

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3081
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1741 il: 23 Mar 2016, 14:35 »
Di seguito un articolo interessante sulla sicurezza in europa, da parte di chi sulla sicurezza ha da insegrare a tutto il mondo

SICUREZZA AEROPORTUALE, ISRAELE: EUROPA INDIETRO DI 40 ANNI | di Micol Anticoli

"In Europa e negli USA si investono folli somme di denaro nei sistemi di sicurezza di alta tecnologia, ma stanno combattendo la guerra di ieri e non stanno investendo invece nell'elemento umano. Chi si concentra a sequestrare una bottiglietta d'acqua ad una anziana signora non troverà mai degli esplosivi", lo ha spiegato Shlomo Har-Noi, presidente della compagnia israeliana Shamda che si occupa di sicurezza in infrastrutture ad alto rischio.

Ed in effetti se in Europa le esplosioni all'aeroporto di Bruxelles hanno sorpreso tutta la rete della sicurezza, in Israele non si sono minimamente scomposti, consapevoli che questi sono i rischi quando si seguono strategie di prevenzione che non sono al passo coni tempi, ma che affrontano la minaccia odierna come se fossimo indietro di 40 anni.
 All'indomani dei tragici attentati molti stati europei si stanno già muovendo per riorganizzare i controlli aeroportuali, può tornare quindi utile dare uno sguardo ai sistemi di sicurezza dell'Aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, che effettua i primi controlli già dal momento dell'acquisto di un biglietto aereo.

Il primo livello di controllo è telematico: gli addetti alla protezione dell'aeroporto israeliano sono in possesso delle liste complete dei passeggeri, il ché permette di effettuare controlli ad incrocio e verificare quali viaggiatori avranno bisogno di maggiori attenzioni da parte degli agenti.
 Il secondo step sono i controlli sulla strada che porta all'aeroporto: la sicurezza blocca le macchine che passano sotto una specie di casello e controllano chi c'è nella vettura, chi viaggerà e chi li sta accompagnando.
 Poi ancora la terza barriera si incontra prima di arrivare al check in: lo staff dell'aeroporto controlla passaporti, biglietti e bagagli. Conduce un accurato "interrogatorio" e se lo ritiene necessario apre valigie e zaini. Si arriva così alle partenze con dei biglietti che attestano il superamento dei controlli.

Fermo restando che nessuno è immune da attentati, sarebbe il caso che anche in Europa si adottassero misure più serie, ma soprattutto che si investisse nell'addestramento del personale addetto alla sicurezza. I controlli israeliani sono fastidiosi e invadenti, a volte sembrano durare un'eternità e rallentano il tempo delle partenze, ma non ne vale la pena?


Praticamente in Italia queste misure di sicurezza sono applicate per lo Stadio Olimpico... Ma non per l'aeroporto...

Offline FatDanny

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40602
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1742 il: 23 Mar 2016, 14:40 »
Articolo abbastanza orripilante osceno.

Offline Bambino

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5103
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1743 il: 23 Mar 2016, 14:41 »
Praticamente in Italia queste misure di sicurezza sono applicate per lo Stadio Olimpico... Ma non per l'aeroporto...

esatto, a parte fermarti in macchina mentre vai allo stadio, il resto è uguale..  :o
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1744 il: 23 Mar 2016, 14:42 »
Ma quale stadio, non scherziamo.

Offline Kredskin

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9063
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1745 il: 23 Mar 2016, 15:17 »
AL guarda con tutta l'amicizia e la stima, ma che cazzo hai postato?
Sto reprimendo i conati di vomito.

Ma che cazzo c'entrano i crocefissi in aula?

Ma veramente stiamo qui a dire che questi rappresentano l'islam?

Cioè davvero?

Ancora stamo così?

Ma parlare di salvini e gasparri (due che con queste cose ci CAMPANO, esistono in funzione delle tragedie e grazie ad essere fanno carriera, sulla paura) che propongono zero soluzioni realistiche e diffondono solo odio e paura, ma che senso ha?


Il giorno in cui si capirà che non è facendo soffrire altri innocenti che si risolvono i problemi, sarà sempre troppo tardi.

Offline FatDanny

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40602
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1746 il: 23 Mar 2016, 15:21 »



La vera differenza tra "noi" e "loro" è che mentre questo bambino manifesta il suo dispiacere per la tragedia di Bruxelles nonostante l'Europa lo tratti a pesci in faccia, come una merce da vendere, gli stessi che puntano il dito contro "I musulmani" (per intero, senza distinzioni) non hanno nemmeno la dignità di parlare, figuriamoci muovere un dito, dei morti nel mediterraneo, dei reclusi a Lesbo, dei deportati del sud del mondo in Turchia, in Libia, ecc.

Ipocrisia a profusione.
I nostri morti valgono una guerra intera, i loro sono un' "inevitabile tragedia" di cui non abbiamo colpa e di cui ci scagioniamo senza nemmeno pensarci un attimo.

Io mi sento fratello di questo bambino, così come dei tantissimi disperati che provano ad attraversare il mediterraneo.
Io mi sento fratello dei clandestini e li aiuterò in ogni modo e maniera, anche violando la legge se necessario.
Non mi sento fratello di AL (non di per sé, ma sulla base del fatto che afferma di condividere quell'articolo).
Se dovessi scegliere da che parte stare, sicuramente sarebbe la prima delle due.

Offline Kredskin

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9063
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1747 il: 23 Mar 2016, 15:26 »
Io è una vita che mi sento più dellà che deqquà sinceramente.

Tra l'altro "inevitabile tragedia" manco tanto, spesso è una semplice alzata di spalle, stile "e sticazzi, magari erano terroristi".

Offline FatDanny

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40602
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1748 il: 23 Mar 2016, 15:31 »
Per capire di che parliamo andando oltre gli articoli dello stesso valore della carta da culo.
Questi sono FATTI. E contraddicono certi articoli dalla prima all'ultima lettera.



Offline anderz

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8271
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1749 il: 23 Mar 2016, 15:45 »
eh ma essendo fenomeni diversi/opposti come fai a ragionare di potenzialità militari?
Le BR all'epoca, tanto per dirne una, organizzarono l'evasione di Curcio da Casale Monferrato che, se vuoi, è militarmente molto più complicata della bomba in metro.
senza contare che le BR sul piano dei rifornimenti contavano su varie "collusioni" internazionali e nazionali, a partire dai gruppi armati che in quel periodo proliferavano e avevano relazioni tra loro, come testimoniano i protagonisti.

ma infatti sul fatto che non serva chissà quale forza militare per compiere certe azioni sono d'accordo con anderz.
Tanto che, come lui, non suppongo alcun "appoggio istituzionale" o di altro Stato per compiere cose del genere.

Ma guarda che stiamo dicendo la stessa cosa, seppur in modo diverso. Militarmente le BR erano capaci di perseguire obiettivi molto più difficili rispetto a questi macellai di merda, che sparano a tutti e non hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, un piano di fuga.

Le BR erano in contatto con gruppi fratelli ma non prendevano soldi da nessun paese straniero. Io questo dicevo

Offline Sonni Boi

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16452
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1750 il: 23 Mar 2016, 17:38 »
http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/03/21/bruxelles-islam-patto-dietro-a-islamizzazione___1-v-139656-rubriche_c263.htm

Ottimo articolo storico, non fatevi ingannare dalla fonte primaria perchè le persone quotate nell'articolo (che è, ripeto, a sfondo storico e non propagandistico) sono assolutamente sopra le parti.

Offline FatDanny

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40602
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1751 il: 23 Mar 2016, 17:45 »
Ottimo contributo di una delle menti più lucide del presente:




Noam Chomsky - I terroristi siamo noi

Noam Chomsky (Filadelfia, 1928), tra i più grandi intellettuali del ventesimo secolo, è il maggior linguista vivente e uno dei punti di riferimento della sinistra internazionale. E’ professore emerito al Massachussets Institute of Technology (il Mit) e ha pubblicato numerosi libri di linguistica, storia e politica globale. Nel libro “Terrorismo occidentale“, del saggista André Vltchek, sostiene che “L’Occidente si proclama campione della libertà e dichiara improbabili «guerre al terrorismo», ma è in verità il più grande artefice del terrore globale. Ciechi, o accecati dalla propaganda, i cittadini europei e nordamericani sembrano ignorare completamente l’azione dei loro governi e delle loro multinazionali. Eppure, è sotto gli occhi di tutti: dai tempi del colonialismo le potenze occidentali si adoperano costantemente per destabilizzare il resto del mondo, provocando genocidi, disastri ecologici, esodi di massa di intere popolazioni”.
 Tratto dalla prefazione: “La disinformazione occidentale ha sempre preso di mira, ovviamente, i paesi che rifiutano di assoggettarsi ai diktat dell’Occidente (Cuba e il Venezuela, l’Eritrea e la Cina, l’Iran, lo Zimbabwe, la Russia), esaltando invece quelle nazioni che aggrediscono i paesi vicini per conto degli interessi occidentali o che depredano i loro stessi popoli impoveriti: Ruanda, Uganda, Kenya, Indonesia, Arabia Saudita, Israele, Filippine e tanti altri. Paura e nichilismo hanno contagiato tutto il mondo: paura di essere presi di mira, di essere “punti” dai padroni occidentali del mondo, a quanto pare onnipotenti; paura di essere bollati, marchiati, messi ai margini.
Anche il nichilismo, però, è stato progettato dai guru della propaganda, trincerati nei media e nel mondo accademico occidentali, e propagato mediante i loro Apparatčik, assoldati per impallinare tutte le idee e gli ideali progressisti e indipendenti provenienti da ogni angolo del pianeta. L’ottimismo, il fervore e tutti i sogni di costruire un mondo migliore sono stati aggrediti, intossicati, screditati o quantomeno ridicolizzati”.

Ci sono molte prove più che ufficiali, sulle interferenze occidentali nella vita stessa delle democrazie. Per esempio le dichiarazioni del generale Nato Wesley Clark, o le dichiarazioni dell’ambasciatore Usa a Parigi, o le dichiarazioni di George Friedman, o ancora i documenti desecretati dell’intelligence americana, o – perché no – quelli di Sua Maestà la Regina. Su questo sito c’è solo l’imbarazzo della scelta. Solo chi non vuol vedere, non vede.

Viviamo nella consacrazione delle dieci regole della manipolazione mediatica di Noam Chomsky.

1-La strategia della distrazione

 L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2- Creare problemi e poi offrire le soluzioni

 Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3- La strategia della gradualità

 Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta.

4- La strategia del differire

 Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo rassegnato quando arriva il momento.

5- Rivolgersi al pubblico come ai bambini

 La maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre tranquille”).

6- Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

 Sfruttate l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre comportamenti….

7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

 Far si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi inferiori”.

8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità

 Spingere il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9- Rafforzare l’auto-colpevolezza


 Far credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!

10- Conoscere agli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

 Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé stesso.

Offline fabichan

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8215
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1752 il: 23 Mar 2016, 18:10 »
articolo osceno, che fa il pendant di quello di prima (postato da AL).

Suggerire che ci sia qualcuno "da qualche parte" che controlla tutto dietro le fila (ovviamente per fini malvagi e con tecniche sopraffine) e' pari pari a suggerire che lo scontro sia tra "noi di qua" e "loro di la'".

Per me, due visioni del mondo parimenti ignobili.

Offline FatDanny

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40602
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1753 il: 23 Mar 2016, 18:13 »
Ma dove leggi questa cosa?
Quel "qualcuno" non esiste, sei tu che ci vedi qualcuno.

Chomsky, per fare il paio col Topic su Dio cosi ci capiamo in ambedue, identifica un processo, non un fatto.
Ossia non una volontà o un atto individuale, ma una dinamica sociale.
Quello che il pensiero liberal-borghese non è in grado nemmeno di concepire perché si è fermato a Kant.

Offline Kredskin

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9063
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1754 il: 23 Mar 2016, 18:18 »

Offline fabichan

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8215
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1755 il: 23 Mar 2016, 18:33 »
Ma dove leggi questa cosa?
Quel "qualcuno" non esiste, sei tu che ci vedi qualcuno.

Chomsky, per fare il paio col Topic su Dio cosi ci capiamo in ambedue, identifica un processo, non un fatto.
Ossia non una volontà o un atto individuale, ma una dinamica sociale.
Quello che il pensiero liberal-borghese non è in grado nemmeno di concepire perché si è fermato a Kant.

Ho usato il verbo "suggerire": infatti non dice esplicitamente che ci sia una volonta' e un fine, ma lo insinua (nelle menti deboli? boh), usando una serie di strategie semantiche, da ottimo linguista qual e' (che, detto tra noi, sarebbe meglio tornasse a fare).

Dalla tua citazione:
padroni occidentali del mondo, a quanto pare onnipotenti...
interferenze occidentali ...
manipolazione...
strategia della distrazione ... deviare l’attenzione del pubblico ...
Si crea un problema (si legga Heidegger a proposito del "si")... per causare una certa reazione ...  con lo scopo
presentarla come ... per
l’uso del registro emotivo...
Spingere il pubblico
Far credere
ecc ecc.

Praticamente (da bravo "occidentale") Chomsky usa paro paro le tecniche del cui uso accusa "altri". Solo che e' sgamato da 15 anni (e infatti ha la stessa credibilita' di quelli dell'altro articolo).

Offline FatDanny

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40602
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1756 il: 23 Mar 2016, 18:48 »
Ribadisco, no.

È esattamente la stessa ragione per cui comportamento individuale di un capitalista e comportamento dei capitalisti come classe in Marx sono due cose profondamente diverse (pur essendo la totalità indagata formata da parzialità omogenee).

Individuare una dinamica sociale non equivale affatto ad individuare dei manovratori occulti. I manovratori occulti ce li deve inserire necessariamente chi non è in grado di concepire la dinamica distinta dal fatto. La dialettica invece che il procedimento lineare della logica.
D'altronde anche Heiddeger parla di "progetto gettato" (ma non risolve il rapporto tra progetto e contesto proprio perché resta costretto nella dicotomia soggetto-oggetto propria del sapere occidentale da Aristotele fino a Kant. Rapporto che giustamente, partendo dai suoi presupposti, Kant ritiene insolubile)

Offline Splash

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39021
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1757 il: 23 Mar 2016, 19:03 »
Erdogan: 'one Brussels attacker caught in Turkey last June'

Turkey’s prime minister has said one of the Brussels attackers had been caught in Turkey in June 2015, and deported to the Netherlands by his request, according to Reuters.
Recep Tayyip Erdogan said Turkey reported the deportation to the Belgian authorities in July 2015 and also notified Dutch authorities, adding that Belgium “ignored” Turkey’s warning that the attacker was a militant.

Turkey: Ibrahim el-Bakraoui was attacker detained and deported

A Turkish government official has confirmed to the Guardian that the bomber referred to in Erdogan’s earlier statement is Ibrahim el-Bakraoui.
El-Bakraoui, who was identified from fingerprints, blew himself up at Zaventem airport.
During the search of an apartment in Schaerbeek, police found a laptop containing a note written by el-Bakraoui. In the statement, he wrote that he suspected the police were searching for him, and that he did not want to end up in a cell.

fonte : the guardian

Offline Kredskin

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9063
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1758 il: 23 Mar 2016, 19:24 »
Traduco rozzamente per chi fosse poco avvezzo:

Erdogan asserisce che uno dei terroristi è stato catturato in Turchia lo scorso giugno.

Pare che sia stato catturato e poi deportato in olanda su sua richiesta (?), secondo quanto dice Reuters.

Pare anche che il Belgio fosse a conoscenza dell'accaduto, come che il Belgio abbia ignorato l'avvertimento che il suddetto terrorista fosse un militante.

Un ufficiale del governo Turco ha confermato che il bombarolo a cui si riferiva Erdogan è Ibrahim el-Bakraoui, colui che si è fatto esplodere all'europorto Zaventem, identificato tramite le impronte digitali.
Durante le ispezioni a Schaerbeek, in un appartamento è stato trovato un laptop contenete una nota di el-Bakraoui in cui vi erano scritti i suoi sospetti di una ricerca della polizia nei suoi confronti, come che non volesse finire rinchiuso in una cella.

Offline fabichan

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8215
Re:Parigi sotto attacco!
« Risposta #1759 il: 23 Mar 2016, 20:15 »
Ribadisco, no.

È esattamente la stessa ragione per cui comportamento individuale di un capitalista e comportamento dei capitalisti come classe in Marx sono due cose profondamente diverse (pur essendo la totalità indagata formata da parzialità omogenee).

Individuare una dinamica sociale non equivale affatto ad individuare dei manovratori occulti. I manovratori occulti ce li deve inserire necessariamente chi non è in grado di concepire la dinamica distinta dal fatto. La dialettica invece che il procedimento lineare della logica.
D'altronde anche Heiddeger parla di "progetto gettato" (ma non risolve il rapporto tra progetto e contesto proprio perché resta costretto nella dicotomia soggetto-oggetto propria del sapere occidentale da Aristotele fino a Kant. Rapporto che giustamente, partendo dai suoi presupposti, Kant ritiene insolubile)

Hai preso la tangente, comunque se vuoi aprire un topic filosofico ti seguo, almeno sto dottorato mi sara' servito a qualcosa.

Comunque, uno straccio di analisi semantica del testo te l'ho fatta; se vuoi facciamo pure un sondaggio tra i netter per sentire come lo interpretano.
Piu' di questo non so che dire, per me e' complottismo politico puro, nello stile che Chomsky ha sdoganato anni fa e che, tra le altre cose, contribuito a creare i vari Grillo, ecc.
Oltre che politicamente osceno, mi sembra molto poco opportuno nel contesto del topic.
 

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