Non sono d'accordo su nulla praticamente. Senza lo stato vale la legge del piu' forte secondo me. Comunque di una cosa sono certo: le situazioni in Catalogna e Hong Kong non sono minimamente comparabili. Hong Kong non ha un'identita' "nazionale" da poterne giustificare una richiesta di indipendenza, che infatti non esiste
gli abitanti di Hong Kong vedono con terrore l'idea di essere inglobati nel mostro liberticida chiamato repubblica popolare cinese.
Di cui non fanno parte da secoli, peraltro.
Sulla parte in grassetto invece, non solo non è vero, ma è anzi vero il contrario.
Il tuo è pensiero comune, sebbene sbagliato, comunque.
Nel senso che si è demonizzato il concetto di anarchia, quello embrionale sviluppato da Bakunin & Proudhon in uno specifico contesto storico, lontanissimo e ormai incomprensibile.
Associandolo magari ai tumulti di piazza o a specifici fatti come l'omicidio di Elisabetta di Baviera.
O del fatto, che la legge del più forte, come la chiami tu, è in vigore oggi con gli stati odierni.
Dotati di poteri sproporzionati rispetto agli individui che vi sono soggetti.
Nel senso che a fronte di un potere oppressivo dello stato, tu sei totalmente privo di potere, a meno che non ti chiami Clark Kent o Chuck Norris, intendo, non puoi farci nulla.
Se non sperare che uno stato più forte decida di impegnarsi a togliere di mezzo il tuo oppressore, certo tu non puoi farlo, neanche se convincessi la metà della popolazione a ribaltare il tiranno.
Senza il potere coercitivo dello stato tedesco, hitler sarebbe stato solo il cognome di un imbianchino, probabilmente associabile ad un qualche fatto di cronaca bavarese, e fine.
Stesso discorso per gli stalin, i mao, etc,etc,etc per tutti i farabutti che hanno usato tale strumento per opprimere, uccidere, derubare e massacrare interi popoli nel corso dei secoli.
Nozick, nel suo Anarchia, Stato e Utopia, spiega bene questo concetto, sicuramente meglio di come potrei farlo io.
Il problema della visione odierna degli stati è tanto nei poteri "umani" quanto negli strumenti, sempre più vasti, sempre più invasivi e pervasivi della vita dei loro sudditi , che impongono di ripensare tutto prima di risvegliarsi in catene senza nemmeno capire come sia successo.
E anzi, viviamo un periodo specifico dove l'ignoranza non è mai stata cosi forte e quindi ciò che diamo per scontato oggi un domani potrebbe svanire.
Non è un caso che gli anni 80' siano stati di fatto il picco massimo delle libertà individuali e del succcesso economico, questo periodo sia coinciso con l'ultima vera fase libertaria della storia moderna, con gli USA guidati da Reagan.
Per dire, una roba come il patriot act ai tempi sarebbe stato semplicemente impensabile, ma mica per colui che ricopriva la carica di "leader of the free world", ma perchè la coscienza sociale e culturale del periodo era su tutt'altro piano, e una roba del genere non sarebbe mai stata nemmeno pensata, nelle stanze del potere.
Sì beh, il mondo ideale di vvl è una roba da incubo distopico, altro che libertà. Cialtronia
Assolutamente no, anderz, lascia che mi spieghi meglio.
L'incubo distopico è quello in cui viviamo oggi, solo che non siamo minimamente capaci di accorgercene.
Con le ultime generazioni intente a fottersi i pochi e malridotti neuroni sui social e sugli smartphone e i vecchi obnubilati ormai totalmente dal tifo politico "contro" l'altro, o contro il capro espiatorio del momento, i nostri diritti naturali individuali stanno venendo erosi sotto i nostri fottuti occhi.
A me pare chiaro che il nocciolo del problema sia proprio il potere degli stati odierni, che siamo giunti alla curva come c'eravamo arrivati nel 1789 e poi nel 1919/1945, in rispetto alla funzione che svolgono.
E quindi, o stai tra i leechers e le orde che dallo stato ne beneficiano direttamente grazie al concetto di dipendenza da questo stabilito come perno strutturale, o altrimenti il trade off è assolutamente perdente.
Chiariamoci, il problema sostanzialmente è la politica e la natura umana, a cui il potere da alla testa, e un potere eccessivo da alla testa in modo parimenti eccessivo.
Proprio recentemente c'è stato un soggetto, in un luogo a caso, che ha chiesto "pieni poteri".
E la distopia sarebbe rendere il concetto stesso di pieni poteri impossibile?
Permettimi di ridere.
Non è l'individuo in questione, francamente grottesco ma innocuo, ad inquietarmi, ma le masse di persone pronte ad appoggiare tale assurda richiesta, o quella eventuale di un suo rivale politico.
E' un'altro genere di problema.
La vedi la classe dirigente attuale in quello che definiamo storicamente "il mondo libero"?
E se questa definizione ci stranisce, ci chiediamo il perchè?
Il dubbio di non essere affatto liberi, o che le nostre libertà siano appese ad un filo al di fuori della nostra portata, forse?
La mia visione si basa sul principio di non aggressione, come sviluppata da Nozick , una società in cui gli individui siano liberi di unirsi o meno, di organizzarsi, di fare affari, di vivere liberi e prosperare.
Dove nessuno possa imporre la propria etica e la propria visione del mondo a nessun'altro, dove nessuno venga derubato dai frutti delle sue fatiche, dove non ci sia coercizione o estorsione, dove i precetti religiosi, morali o politici, sebbene individualmente validi, non possano essere di ostacolo a nessuno che non voglia sottostarvici.
Questo non significa che senza lo stato svanirebbe la civiltà, bensi svanirebbe l'impalcatura che sostiene l'oppressione e la frustrazione dell'individuo in nome di concetti astratti quali il "contratto sociale", di cui nessuno è mai stato capace di mostrarmi una copia da lui firmata.
Andiamo, esiste gente che è convinta che senza lo stato non esisterebbero le strade, gli ospedali, le scuole.
O ancora, quelli che pensano che le tasse servano specificamente per "aiutare i bisognosi", tra cui non esitano ad autoincludersi, pur avendo magari due macchine e la casa al mare.