Continuo a pensare che un rapporto consenziente non possa definirsi stupro.
Capisco che il consenso si possa ottenere tramite minaccia o ricatto, in tal caso è comunque uno stupro anche se non vi è una violenza fisica, ma non lo è se si ottenga tramite scambio libero, concordato e consenziente.
Siamo tutti d'accordo che nel mondo ideale vivremmo tutti liberi e belli potendo dedicarci alle nostre passioni senza doverci preoccupare del nostro benessere. Ma parlare per utopie o iperboli aiuta poco la discussione.
Nel mondo attuale i soldi servono, e servono a tutti. E per i soldi e i vantaggi che essi comportano la maggior parte delle persone fa lavori o svolge attività che se potesse eviterebbe come la peste.
Lavori che spesso comportano problemi gravissimi, malattie professionali, rischi, degrado, fatica, usura. Le prestazioni di servizi sessuali rientrano certamente in queste categorie, del cosiddetto "lavoro usurante". Molto usurante, aggiungerei.
Con la speranza, spesso la certezza, che possa essere un lavoro molto ben pagato che consenta di terminare la fase usurante molto velocemente.
Che si può scegliere o meno, c'è chi preferisce spaccarsi la schiena per poche centinaia di euro al mese e chi preferisce altro.
Poi sul "sistema" ce ne sarebbe da discutere. Spesso il sistema sono le famiglie stesse.
Non parliamo dell'Italia, dove sono per fortuna casi rari, ma in buona parte del mondo le famiglie stesse "sacrificano" una figlia femmina alla prostituzione e con i suoi guadagni ci campano la famiglia intera.
Ecco, dovremmo iniziare da li a ragionare sulle tratte e sugli sfruttamenti. Ma è un altro discorso.
Qui si discute solo ed esclusivamente di un aspetto. Se una persona maggiorenne, capace di intendere e volere, possa scegliere liberamente se offrire servizi sessuali in cambio di soldi o meno.
Per me rispondere no in assoluto a questa domanda resta solo un bigottismo che considera le prestazioni sessuali aprioristicamente immorali ed inaccettabili.