il vino del contadino

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Offline ES

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20560
il vino del contadino
« il: 15 Ago 2022, 14:06 »
Comunque.
A conclusione.
Di dirimente c'è solo una cosa.




Il vino rosso del contadino (ingrandire la foto) ☝

Buon ferragosto a tutti.

Vvb (vi voglio bene)


Re:il vino del contadino
« Risposta #1 il: 15 Ago 2022, 14:15 »
Comunque.
A conclusione.
Di dirimente c'è solo una cosa.





Il vino rosso del contadino (ingrandire la foto) ☝

Buon ferragosto a tutti.

Vvb (vi voglio bene)


Così bisogna scrivere!

Tu sei un Poeta.

E lo capisci.

Orsù bravo.

Auguri pure a te.

E sempre Forza Lazio!

Offline FatDanny

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36757
Re:il vino del contadino
« Risposta #2 il: 15 Ago 2022, 15:28 »
Comunque.
A conclusione.
Di dirimente c'è solo una cosa.




Il vino rosso del contadino (ingrandire la foto) ☝

Buon ferragosto a tutti.

Vvb (vi voglio bene)

Bianco e rosso.
Rigorosamente del contadino.



Offline Sonni Boi

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Re:il vino del contadino
« Risposta #3 il: 15 Ago 2022, 16:20 »
OT
Il vino del contadino è il male (quasi) assoluto, per chiunque ami il vino
EOT

Offline FatDanny

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36757
Re:il vino del contadino
« Risposta #4 il: 15 Ago 2022, 16:30 »
Il vino del contadino è il male per chi ama il vino che è diventato un'altra cosa.
Un po' come dire che le trattorie sono il male per chi ama la cucina gourmet

Offline Sonni Boi

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16452
Re:il vino del contadino
« Risposta #5 il: 15 Ago 2022, 16:46 »
Il contadino che fa il vino buono non ci dorme la notte per farlo, e poi giustamente lo etichette e lo vende.

Se vai da un piccolo produttore artigianale e gli dici che quello che fa è il "vino del contadino", come minimo te tira un apribottiglie in testa   :lol:

Poi beninteso, ognuno beve quello che je pare.

Offline FatDanny

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36757
Re:il vino del contadino
« Risposta #6 il: 15 Ago 2022, 17:08 »
Sonni io vivo tra contadini che fanno il vino. Non in paese, vivo proprio tra i campi.
E ti dico che chi lo fa anche con passione non per forza lo etichetta e lo vende perché dipende quanto ne fai. Molti ne fanno una quantità giusta per loro e qualche scambio/regalo.

La grande differenza è una: i benedetti/maledetti solfiti.
Senza solfiti il vino già ad inizio estate si fa cattivo pochissimi giorni dopo che esce dalla cantina.
Siccome molti contadini non ce lo mettono ecco la ragione per cui il vino del contadino appare ai cittadini una schifezza.
Perché il vino del contadino si degusta direttamente in cantina facendo due chiacchiere, non un passo fuori. O entro luglio.
Ho avuto modo di provare il vino del mitico Angelino, uno dei miei vicini, in cantina ed era eccellente. Portato a casa, aperto appena una settimana dopo coi miei, meglio bere l'aceto ponti.
Re:il vino del contadino
« Risposta #7 il: 15 Ago 2022, 17:09 »
Il vino del contadino è il male per chi ama il vino che è diventato un'altra cosa.
Un po' come dire che le trattorie sono il male per chi ama la cucina gourmet
Su questo non sono d’accordo.
In trattoria ci sono cuochi competenti.
I contadini sanno di semenze e arature.
Lasciamo fare il vino alle persone competenti non quelle che imbottigliano con la luna piena oppure vanno in cooperativa con le taniche da 10 litri….

Offline Sonni Boi

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16452
Re:il vino del contadino
« Risposta #8 il: 15 Ago 2022, 17:27 »
Sonni io vivo tra contadini che fanno il vino. Non in paese, vivo proprio tra i campi.
E ti dico che chi lo fa anche con passione non per forza lo etichetta e lo vende perché dipende quanto ne fai. Molti ne fanno una quantità giusta per loro e qualche scambio/regalo.

La grande differenza è una: i benedetti/maledetti solfiti.
Senza solfiti il vino già ad inizio estate si fa cattivo pochissimi giorni dopo che esce dalla cantina.
Siccome molti contadini non ce lo mettono ecco la ragione per cui il vino del contadino appare ai cittadini una schifezza.
Perché il vino del contadino si degusta direttamente in cantina facendo due chiacchiere, non un passo fuori. O entro luglio.
Ho avuto modo di provare il vino del mitico Angelino, uno dei miei vicini, in cantina ed era eccellente. Portato a casa, aperto appena una settimana dopo coi miei, meglio bere l'aceto ponti.

Rispetto ovviamente il tuo punto di vista.

Io però col vino ci lavoro, lo studio intensamente ogni giorno e l'ho anche fatto in prima persona. Assaggio probabilmente un centinaio di etichette diverse al mese (non solo italiane). Ho avuto lunghe conversazioni con produttori e enologi di ogni tipo, dal piccolissimo naturale all'enostar di sto cazzo. Non per fare lo sborone, ma per dire che conosco bene la materia.

Quello sui solfiti è un luogo abbastanza comune, nel senso che ci sono tanti vini con pochissimi solfiti ma che hanno una tenuta eccellente; dipende tutto dall'attenzione tenuta e dalle tecniche di vinificazione. Quel vino del contadino di cui mi parli è appunto un vino che è stato prodotto con poca igiene e con troppo contatto con l'ossigeno, così che i batteri hanno potuto proliferare. È per quello che dico che fare il vino in un certo modo è molto difficile, e che chi ci si cimenta deve poi produrre uno sforzo talmente enorme (dalla raccolta all'imbottigliamento) che passa a farlo di professione.
Al tempo stesso, i solfiti non sono il male assoluto, dipende da quanti e da come se ne fa uso. Soprattutto, non è vero che fanno il venire il mal di testa, se non in rari casi di persone con specifiche intolleranze.

Dall'altra parte sono in completo disaccordo anche con Adler Nest, dato che non bisogna per forza andare sui grandi nomi o spendere tanto soldi per trovare dei vini che regalino emozioni, anzi.
Ma, con rare eccezioni, il generico "vino del contadino" non è tanto la trattoria, quanto piuttosto il panino mangiato dallo zozzone con la mortazza vecchia di 5 giorni.

Poi, ripeto, ognuno beve ciò che vuole, fintanto che ciò arreca piacere.
Chiudo qui l'OT, magari possiamo aprire un topic apposito sul vino, dato che è una colpevole lacuna del forum.
Re:il vino del contadino
« Risposta #9 il: 15 Ago 2022, 17:33 »
Rispetto ovviamente il tuo punto di vista.

Io però col vino ci lavoro, lo studio intensamente ogni giorno e l'ho anche fatto in prima persona. Assaggio probabilmente un centinaio di etichette diverse al mese (non solo italiane). Ho avuto lunghe conversazioni con produttori e enologi di ogni tipo, dal piccolissimo naturale all'enostar di sto cazzo. Non per fare lo sborone, ma per dire che conosco bene la materia.

Quello sui solfiti è un luogo abbastanza comune, nel senso che ci sono tanti vini con pochissimi solfiti ma che hanno una tenuta eccellente; dipende tutto dall'attenzione tenuta e dalle tecniche di vinificazione. Quel vino del contadino di cui mi parli è appunto un vino che è stato prodotto con poca igiene e con troppo contatto con l'ossigeno, così che i batteri hanno potuto proliferare. È per quello che dico che fare il vino in un certo modo è molto difficile, e che chi ci si cimenta deve poi produrre uno sforzo talmente enorme (dalla raccolta all'imbottigliamento) che passa a farlo di professione.
Al tempo stesso, i solfiti non sono il male assoluto, dipende da quanti e da come se ne fa uso. Soprattutto, non è vero che fanno il venire il mal di testa, se non in rari casi di persone con specifiche intolleranze.

Dall'altra parte sono in completo disaccordo anche con Adler Nest, dato che non bisogna per forza andare sui grandi nomi o spendere tanto soldi per trovare dei vini che regalino emozioni, anzi.
Ma, con rare eccezioni, il generico "vino del contadino" non è tanto la trattoria, quanto piuttosto il panino mangiato dallo zozzone con la mortazza vecchia di 5 giorni.

Poi, ripeto, ognuno beve ciò che vuole, fintanto che ciò arreca piacere.
Chiudo qui l'OT, magari possiamo aprire un topic apposito sul vino, dato che è una colpevole lacuna del forum.

amen.

Offline FatDanny

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36757
Re:il vino del contadino
« Risposta #10 il: 15 Ago 2022, 17:38 »
Accetto pure il paragone del paninazzo.
Ma guarda che io non parlavo di gourmet in modo dispregiativo (idem sui solfiti, che siano lodati per quel che ci permettono)
Come Adler sa io amo il gourmet. È chiaro che lì ci sta uno studio, una cura, un dettaglio che nello spaghetto unto de sora maria alla trattoria non c'è, manco lontanamente.

Tu la vedi come una mancanza di attenzione, io la vedo proprio come un diverso obiettivo.
Il gourmet è una ricerca specialistica, quello che intendo con trattoria è invece una consuetudine popolare, quasi per definizione approssimativa perché diffusa.
È la ricetta della nonna intesa come quella che trovi in ogni casa. In ogni casa non puoi trovare il prodotto ipercurato superwow, "frutto di uno sforzo enorme" perché questo implica una specializzazione. Ma per forza.

Io invece sto cercando proprio quello fatto accanto al nocino, accanto alla passata, accanto al prosciutto, accanto all'olio, accanto al capretto, accanto all'asparagina raccolta.
Niente di questo è un'eccellenza perché non c'è la cura specifica, Specialistica, che in ognuno di essi può essere messa. La passata del contadino non è la migliore passata di pomodoro che puoi assaggiare, manco lontanamente.
Ma c'è la combinazione di procurarsi/produrre ognuna di queste cose.
Non so spiegartelo bene se non così: il mio coinquilino che lavorava la terra con me macinava pure il sale. Perché lui voleva farlo lui invece che comprarlo già fino. Ti faccio questo esempio perché palese rispetto ad altri su quel che si sta ricercando.
Non voglio l'eccellenza ma quello che hai fatto TU.

A me piacciono ambedue, in base ai contesti. Se voglio l'esperienza straordinaria o l'abbraccio della consuetudine e del rapporto diretto.
 ;)

Comunque si, apriamo sto topic!
Re:il vino del contadino
« Risposta #11 il: 15 Ago 2022, 18:45 »
@Sonni Boi: io estremizzavo parlando di due grandi produttori, ma ce ne sono di piccoli e preparati.
Mai come in questo campo la tecnologia fa la differenza tra un prodotto eccellente e un prodotto mediocre.
La passata di pomodoro della nonna è materia prima , ricetta squisita; dopo una settimana diventa veleno.
Il vino necessita del freddo almeno.
Per assurdo c’è più qualità nelle microbirrerie che producono birra che nel vino fatto dal contadino che ti imbottiglia con il tappo corona.
Poi trovi sempre l’appassionato, che deve avere però soldi da investire in macchinari e attrezzature e competenza.

Offline syrinx

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Re:il vino del contadino
« Risposta #12 il: 17 Ago 2022, 15:50 »
Rispetto ovviamente il tuo punto di vista.

Io però col vino ci lavoro, lo studio intensamente ogni giorno e l'ho anche fatto in prima persona. Assaggio probabilmente un centinaio di etichette diverse al mese (non solo italiane). Ho avuto lunghe conversazioni con produttori e enologi di ogni tipo, dal piccolissimo naturale all'enostar di sto cazzo. Non per fare lo sborone, ma per dire che conosco bene la materia.

Quello sui solfiti è un luogo abbastanza comune, nel senso che ci sono tanti vini con pochissimi solfiti ma che hanno una tenuta eccellente; dipende tutto dall'attenzione tenuta e dalle tecniche di vinificazione. Quel vino del contadino di cui mi parli è appunto un vino che è stato prodotto con poca igiene e con troppo contatto con l'ossigeno, così che i batteri hanno potuto proliferare. È per quello che dico che fare il vino in un certo modo è molto difficile, e che chi ci si cimenta deve poi produrre uno sforzo talmente enorme (dalla raccolta all'imbottigliamento) che passa a farlo di professione.
Al tempo stesso, i solfiti non sono il male assoluto, dipende da quanti e da come se ne fa uso. Soprattutto, non è vero che fanno il venire il mal di testa, se non in rari casi di persone con specifiche intolleranze.

Dall'altra parte sono in completo disaccordo anche con Adler Nest, dato che non bisogna per forza andare sui grandi nomi o spendere tanto soldi per trovare dei vini che regalino emozioni, anzi.
Ma, con rare eccezioni, il generico "vino del contadino" non è tanto la trattoria, quanto piuttosto il panino mangiato dallo zozzone con la mortazza vecchia di 5 giorni.

Poi, ripeto, ognuno beve ciò che vuole, fintanto che ciò arreca piacere.
Chiudo qui l'OT, magari possiamo aprire un topic apposito sul vino, dato che è una colpevole lacuna del forum.

Grande Sonni (scrivi di più).

Offline cartesio

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21995
Re:il vino del contadino
« Risposta #13 il: 17 Ago 2022, 20:34 »

Per assurdo c’è più qualità nelle microbirrerie che producono birra che nel vino fatto dal contadino che ti imbottiglia con il tappo corona.


Facevo un discorso simile ad un amico pochi giorni fa. Mi piace girare per negozi e comprare birre mai viste, anche perché il rischio di bere una ciofeca è minimo. Insignificante rispetto al vino, per il quale si rischia di comprare una bottiglia mal conservata, soprattutto se ha passato l’estate in magazzino, e avvelenarsi.

Offline syrinx

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21610
Re:il vino del contadino
« Risposta #14 il: 17 Ago 2022, 21:06 »
Facevo un discorso simile ad un amico pochi giorni fa. Mi piace girare per negozi e comprare birre mai viste, anche perché il rischio di bere una ciofeca è minimo. Insignificante rispetto al vino, per il quale si rischia di comprare una bottiglia mal conservata, soprattutto se ha passato l’estate in magazzino, e avvelenarsi.

Anche le birre conservate male sono un disastro. Magari non ti avveleni, ma bevi una roba tremenda.

La vera questione è quella della professionalità che spiegava Sonni. Nel mondo brassicolo si possono fare le cose fatte molto bene anche ad una scala molto piccola. Anche in quello vinicolo in realtà.

Offline FatDanny

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36757
Re:il vino del contadino
« Risposta #15 il: 17 Ago 2022, 21:52 »
Facevo un discorso simile ad un amico pochi giorni fa. Mi piace girare per negozi e comprare birre mai viste, anche perché il rischio di bere una ciofeca è minimo. Insignificante rispetto al vino, per il quale si rischia di comprare una bottiglia mal conservata, soprattutto se ha passato l’estate in magazzino, e avvelenarsi.

Si ma il discorso che facevo io non era piccolo/grande.
Il vino "del contadino" per me è un rito di vicinato. Andare a casa sua, assaggiare nella sua cantina quel vino (e lì è assolutamente godibile) è una forma di scambio e cortesia.
L'ossigeno, i batteri, tutte cose giuste se parliamo di produzione specializzata (grande o piccola), sono del tutto irrilevanti o quantomeno secondari in quanto sto dicendo.
Io non assaggio un vino, assaggio un amic@.

Io qui a casa ho una grappa distillata in Serbia dentro un bidone. E coi distillati si che ti puoi avvelenare, ma proprio da finicce secco.
È una specialità? No, è un prodotto mediocre se stiamo a guardare i criteri dei mastri distillatori e le grappe pluripremiate (piccole o grandi).
Io sto parlando del contadino che te viene co na bottiglia e ti fa "tiè, è per te". O tu che vai lì e te dice "assaggia".

Io quello voglio provare, sennò andavo a Vinitaly. O anche solo a trimani. Una cosa non esclude l'altra e di sicuro non vengo a dire che il vino pregiato e quello del contadino sono la stessa cosa.

Siccome però è stato detto che il vino del contadino è il male assoluto ho specificato che manco per il cazzo.
Sarà il male per chi vede nel vino una produzione professionalizzata e la giudica con quel criterio, per chi ci vede ancora solo un pretesto di convivialità anche il vino del contadino ha la sua dimensione specifica e male assoluto anche no.
Non si può giudicare il vino del contadino con i criteri dei vini fatti ad arte per professione, è come giudicare il disegno regalato da un figlio secondo i criteri dell'accademia delle belle Arti.

Si potrebbe dire che semplicemente in città questa roba si è persa. Cosa indiscutibile, per altro.

Offline FatDanny

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36757
Re:il vino del contadino
« Risposta #16 il: 18 Ago 2022, 08:08 »
Sonni Boi, ecco il topic

 :beer:
Re:il vino del contadino
« Risposta #17 il: 18 Ago 2022, 09:34 »
Gran bel topic

Offline arturo

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14659
Re:il vino del contadino
« Risposta #18 il: 18 Ago 2022, 10:38 »



Siccome però è stato detto che il vino del contadino è il male assoluto ho specificato che manco per il cazzo.
Sarà il male per chi vede nel vino una produzione professionalizzata e la giudica con quel criterio, per chi ci vede ancora solo un pretesto di convivialità anche il vino del contadino ha la sua dimensione specifica e male assoluto anche no.
Non si può giudicare il vino del contadino con i criteri dei vini fatti ad arte per professione, è come giudicare il disegno regalato da un figlio secondo i criteri dell'accademia delle belle Arti.

Si potrebbe dire che semplicemente in città questa roba si è persa. Cosa indiscutibile, per altro.

Condivido totalmente questo tuo ultimo passaggio.
Ho ancora nella mente, tra i  ricordi più belli della mia infanzia , il rituale di accompagnare mio padre , ogni sera prima di cena, in cantina a prendere il vino direttamente dalla botte , e li partivano i suoi ricordi di quando lui giovane , insieme agli amici , si incontravano nelle loro cantine a ridere , scherzare e giocare a carte.
Re:il vino del contadino
« Risposta #19 il: 18 Ago 2022, 10:54 »
Si ma è comunque un altra cosa che esula dall’idea di vino.
Il vino è un corollario quasi ininfluente.
Avete spostato la questione su un lato emozionale che è fuorviante a mio avviso.
 

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